Newsletter Ayurveda nr. 73 – Marzo 2024

Newsletter n° «73»

Marzo 2024

FOCUS TAILAM: L’olio di Sesamo per l’attività sportiva

 

Aayushi International Interdisciplinary Research Journal (AIIRJ). VOL- X ISSUE- I JANUARY 2023

EFFECT OF TILATAIL MASSAGE THERAPY ON TENNIS PLAYERS

Dr.Vinod S.Koravi, BAMS MD PhD (sch) Dr. Abhimanyu S.Patil

 

La newsletter

L’olio di Sesamo è un pilastro della Medicina ayurvedica e si potrebbe affermare che sia spesso la sostanza “di prima scelta”, se non “universale”, per varie procedure di massaggio; rappresenta inoltre la sostanza “base” per la preparazione di numerosi taila medicati. Questa newsletter vuole condividere le conclusioni di un recente (2023) e particolare studio clinico che, pur nei limiti della sua dimensione, suggerisce l’utilità di Abhyanga con olio di Sesamo per migliorare le prestazioni atletiche ed in particolare la resistenza muscolare, in giocatori di Tennis. La newsletter riporta inoltre, in forma sintetica, anche le conclusioni di altri due studi clinici che indicano che il massaggio con olio di sesamo dimostra capacità analgesiche e antidolorifiche, sperimentate in caso di traumi agli arti e nelle flebiti. Ad introduzione vengono riproposte alcune informazioni sugli aspetti qualitativi fondamentali dell’olio di sesamo per uso esterno e dermocosmetico.

 

Aspetti qualitativi dell’olio di sesamo

L’elevata reputazione medicamentosa dell’olio di Sesamo è spiegata dalle sue complesse caratteristiche organolettiche, e dal suo profilo fitochimico, che lo caratterizzano per numerose e significative proprietà nutrienti e medicinali.

Le proprietà nutrienti e medicinali dell’olio di Sesamo sono correlate alla presenza nell’olio di numerosi fitochimici quali:

Acidi grassi: gli acidi che costituiscono oltre l’80% degli acidi grassi totali sono insaturi (quelli saturi sono meno del 20%) e sono principalmente rappresentati dagli acidi oleico e linoleico in quantità circa simili. Negli acidi grassi variano anche le diverse classi lipidiche; il principale lipide dei semi di Sesamo è il triacilglicerolo, che rappresenta quasi il 90% di lipide totale [18].

Steroli: nell’olio di Sesamo predomina lo sterolo desmetilato; l’olio di Sesamo è una delle fonti oleose più ricche di fitosteroli; il beta-sitosterolo è il più abbondante sterolo nell’olio di Sesamo. I fitosteroli e il colesterolo hanno strutture simili per cui i fitosteroli sono concorrenti dell’assorbimento del colesterolo. Il consumo di fitosterolo può diminuire il colesterolo nel sangue e quindi proteggere dalle malattie cardiovascolari. I fitosteroli, in particolare il beta-sitosterolo, inibisce la crescita delle cellule cancerose umane nel colon, prostata e seno [18].

Tocoferoli: sono responsabili della stabilità verso i fenomeni ossidativi dell’olio di Sesamo; indipendentemente dalla specie e dal colore del mantello dei semi, il gamma-tocoferolo è il tocoferolo predominante nell’olio di Sesamo, ma biologicamente contribuisce meno dell’alfa tocoferolo ai valori di vitamina E [18].

Proteine: il contenuto proteico dei semi di Sesamo è circa del 25%; le proteine del Sesamo sono a basso contenuto di lisina, ma sono ricche di aminoacidi contenenti zolfo come metionina e cisteina, che sono spesso aminoacidi limitati nei legumi [18].

Lignani: l’olio di Sesamo contiene alti livelli di acidi grassi insaturi (oltre l’80% del totale degli acidi grassi); tuttavia, è altamente resistente al deterioramento ossidativo rispetto ad altri oli vegetali commestibili.  La stabilità ossidativa superiore non è attribuita solo alla presenza di tocoferoli, ma è principalmente associata al gruppo dei lignani totali (idrosolubili e liposolubili). Nei semi di Sesamo crudo la sesamina e la sesamolina sono i due principali lignani [18].

Glicosidi dei lignani: i glicosidi dei lignani sono le forme glicosilate dei lignani e sono solubili in acqua; sebbene la maggior parte dei lignani del Sesamo siano liposolubili, nella pasta di Sesamo si ritrovano glicosidi dei lignani. I principali glicosidi dei lignani del Sesamo sono il sesaminolo, il sesamolinolo e il pinoresinolo [18].

Calcio, Ferro, niacina, folati, acido ossalico, fibra grezza: altamente rappresentati nel pericarpo del seme.  

Per poter sfruttare pienamente il profilo fitochimico dell’olio di Sesamo è tuttavia fondamentale che esso venga rispettato nelle varie fasi di produzione (pre-estrazione, estrazione, raffinazione) al fine di non impoverirlo [18]. Ad esempio, durante il processo di estrazione dell’olio i bioattivi possono essere impoveriti dalle metodiche impiegate che, in alternativa a quelle fisiche tradizionali (spremitura a freddo), possono avvenire anche in presenza di temperature molto elevate e/o solventi chimici, che influiscono significativamente sull’integrità del profilo organolettico del prodotto ottenuto; analogamente può avvenire durante processi di raffinazione chimica e non naturalmente fisica. Altrettanto importanti sono le fasi precedenti all’estrazione dell’olio; tra queste vie è la decorticazione dei semi che attribuirà al prodotto caratteristiche diverse rispetto all’olio ottenuto da semi non decorticati. La decorticazione infatti risulta raccomandata per la produzione di olio di sesamo per uso alimentare mentre non è necessaria per olio di sesamo per uso dermocosmetico che manterrà al suo interno anche le sostanze originariamente presenti nel pericarpo.

La decorticazione del seme infatti favorisce il gusto ed il colore dell’olio mentre l’olio ottenuto da semi non decorticati offrirà un profilo fitochimico più completo e una maggiore stabilità; l’olio di sesamo da semi non decorticati risulta infatti altamente stabile e conservabile [18]. I semi interi (non decorticati) del Sesamo sono una maggiore fonte di calcio e di ferro (280 milligrammi di calcio e 4 milligrammi di ferro da 28,34 g di semi interi essiccati e 20 milligrammi di calcio e solo 1,8 milligrammi di ferro da 28,34 g di semi decorticati essiccati). I semi interi di Sesamo, rispetto a quelli mondati, sono più ricchi di niacina e folati.  Circa il 17% del peso dei semi del Sesamo è rappresentato dal pericarpo (generalmente detto scafo), che è ricco di acido ossalico con potere antiossidante (23%) e fibra grezza. Il pericarpo dei semi di Sesamo contribuisce sensibilmente alle proprietà antiossidanti e maggiormente per la varietà nera [18].

Dalle evidenze disponibili emerge che l’olio di Sesamo per uso alimentare abbia un profilo fitochimico diverso da quello per uso dermocosmetico che quindi risulta essere quello raccomandato per le procedure ayurvediche di massaggio.

Le aziende produttrici dell’Olio di Sesamo “SNA” e Olio di Sesamo “DEO” (Benefica®) offrono un elevato standard qualitativo di produzione.

Questi oli, appositamente prodotti per l’uso dermocosmetico (e non per quello alimentare), vengono ottenuti dalla variante più pregiata dei semi del sesamo (nero), da semi non decorticati e non pre-tostati; essi vengono delicatamente raffinati e/o deodorati con metodiche fisiche che mantengono inalterato il naturale profilo organolettico e fitochimico dell’olio.

 

Lo studio in breve

Il massaggio è stato utilizzato per migliaia di anni, dagli operatori della salute nel trattamento di malattie e lesioni. È stato inoltre concluso che il massaggio ha un ruolo fondamentale in ambito sportivo come mezzo per aiutare a preparare un atleta alla competizione, come strumento per migliorare le prestazioni atletiche, come a approccio terapeutico per aiutare l’atleta a riprendersi dopo la competizione e come terapia manuale per intervenire sugli infortuni muscolo-scheletrici legati allo sport [1]. L’impiego tradizionale del massaggio in ambito sportivo è profondamente coerente con la visione dell’Ayurveda che, come scienza di conoscenza della vita, sottolinea sia l’importanza del mantenimento della salute delle persone sane sia quella della cura della malattia nei malati [3]. Sushruta acharya afferma che “Vyayam” (esercizio) è definito come un lavoro che implica per il corpo lo sforzo e che dopo l’esercizio o l’esibizione atletica, si dovrebbero fare massaggi delicati sul corpo. I massaggi influiscono infatti complessivamente sulla persona inducendo (stimolando) lo sviluppo corporeo, osservabile anche dalla lucentezza e dalla compattezza delle varie parti del corpo; promuovono inoltre la forza, la crescita, la stimolazione di potere digestivo, la voglia di fare, fermezza, leggerezza, resistenza alla fatica, alla stanchezza, alla sete, al caldo, freddo ecc. e favoriscono una ottimale immunità. Abhyanga e Mardana sono entrambi tipi di massaggio tissutale [6]. Abhyanga (massaggio) è un massaggio dolce [7] mentre Mardana è un massaggio profondo eseguito con pressione. Il massaggio quotidiano con olio ritarda l’invecchiamento, cura la stanchezza e i vizi di Vata Dosha; migliora la vista, nutre il corpo, favorisce la longevità (durata della vita), favorisce il sonno profondo, migliora la lucentezza e la struttura della pelle e rinforza il corpo. Per misurare l’effetto di Abhyanga sulla resistenza muscolare nei giocatori di tennis è stata utilizzata, come criterio di valutazione, la resistenza muscolare misurandola con gli esercizi di Sit-up e Push-up. Poiché tutte le attività sportive coinvolgono l’attività muscolare come forza motrice primaria, e molti infortuni sportivi sono direttamente rappresentati da lesioni muscolari, il massaggio è la forma migliore di trattamento per la tensione muscolare e può essere utilizzato per rilassamento generale del sistema muscolo-scheletrico.

Sulla base delle premesse di cui sopra è stato condotto un piccolo studio clinico per studiare l’effetto di Tila taila Abhyanga sul Mamsadhatupushti (resistenza muscolare) in giocatori di tennis. Lo studio, in particolare, si è posto l’obiettivo di misurare la resistenza muscolare attraverso misurazioni al Sit-up e Push-up. Lo studio è stato condotto secondo un modello di ricerca clinica includendo giocatori agonisti e non, di età compresa tra i 18 e 35 anni, con almeno un anno di pratica sportiva. Dallo studio sono stati esclusi atleti con Nawajwara (febbre acuta), Ajirna (indigestione), Samata. Le valutazioni degli effetti sono state condotte suddividendo i partecipanti in 2 gruppi (gruppo A e gruppo B) composti da 10 giocatori ciascuno. Nel gruppo A sono stati inclusi dieci giocatori di tennis (5 femmine, 5 maschi in ogni partita) sottoposti a Tila taila Abhyanga (massaggio con olio di semi di sesamo). Nel gruppo B sono stati inclusi dieci giocatori di pallamano (5 femmine, 5 maschi in ogni partita) non sottoposti a Tila taila Abhyanga. La dimensione totale del campione era complessivamente di 20 soggetti (10 in ciascun gruppo).

Lo studio clinico è stato condotto nell’arco di otto settimane; per la durata di un mese Tila taila Abhyanga veniva eseguito sul gruppo “A” per circa 45-60 minuti, su tutto il corpo dopo il regolare allenamento, la sera tra le ore 17:00 e le ore 18:00, mentre alla stessa ora anche il gruppo “B” era soggetto ad osservazioni. Dopo un mese di Tila taila abhyanga i giocatori del gruppo “A” hanno osservato quindici giorni di intervallo e il giorno 45 sono stati eseguiti ancora i test nei due gruppi secondo questo schema:

• 1a lettura – il giorno 0°;
• 2a lettura – il giorno 30°;
• 3a lettura – il 45° giorno (dopo 15 giorni di intervallo nel gruppo “A”).

Per la valutazione dell’efficacia del trattamento sono state considerate primariamente le variazioni della resistenza muscolare che, di solito, è definita come l’abilità o la capacità di un gruppo muscolare di eseguire contrazioni ripetute contro un carico o sostenere una contrazione per un periodo prolungato di tempo. La resistenza muscolare è stata misurata mediante Sit-up e flessioni Push-up modificati per le donne.
Tila taila (olio di semi di Sesamo) è stato applicato sul tutto il corpo dei giocatori del gruppo “A”. L’analisi statistica è stata condotta impiegando il T-test accoppiato e il confronto tra i due gruppi è stato fatto secondo il seguente schema:

• 1° Confronto – Day 0 – Day 30
• 2° Confronto – Day 30 – Day 45

per verificare le seguenti ipotesi:
1) H1(Ipotesi alternativa): c’è un significativo aumento dei valori osservati nei test pre e post.
2) H0 (Ipotesi nulla): non c’è alcuna differenza significativa tra quanto osservato nei valori nel pre e post test.

 

Risultati

Nell’articolo originale sono riportate le tabelle dettagliate dei valori dei risultati e della relativa analisi statistica.

Nel Gruppo A – al giorno 30 – il numero di ripetizioni di Sit-up e di flessioni era aumentato di circa 10–12 volte e al giorno 45 (dopo la sospensione per 15 giorni di Taila Abhyanga), Sit-up e le flessioni sono diminuiti di circa 2-3 volte.

Nel Gruppo B – al giorno 30 – Sit-up e flessioni erano aumentati di circa 2-3 volte e al giorno 45 – Sit-up e flessioni risultavano aumentati di circa 1-2 volte.

 

Discussione

Al giorno 30 si sono presentati sia nel Gruppo A sia nel Gruppo B miglioramenti nel Sit-up ma è degna di nota la velocità con cui ha risposto il Gruppo A trattato con l’Abhyanga (massaggio), grazie all’effetto di Tila taila Abhyanga.

Al giorno 45 nel Gruppo A è stata osservata una diminuzione nel Sit-up (nel numero di ripetizioni) mentre il Gruppo B ha mostrato un miglioramento.

Anche se il Gruppo A ha mostrato un calo di numero di ripetizioni del Sit-up al giorno 45, esso manteneva ancora una situazione migliore rispetto al giorno 0.

Al giorno 30 nel Gruppo A il numero di ripetizioni del Sit-up erano aumentate di circa 10-12 volte analogamente al numero delle flessioni. Nel Gruppo B è stato osservato solo un aumento di 1-2 volte, sebbene la dieta, l’esercizio fisico e la routine quotidiana fossero gli stessi in entrambi gruppi.

È pertanto evidente che le 10-12 ripetizioni di miglioramento del Sit-up nel Gruppo A, rappresentano l’effetto di Tila taila Abhyanga.

Secondo questi risultati in questo studio si può concludere che vi sia una significatività nel miglioramento della resistenza muscolare nel Gruppo A, dovuto al massaggio. Dopo i 15 giorni di sospensione di Abhyanga, nel Gruppo A, la resistenza che era stata raggiunta fino al giorno 30 non riusciva più ad essere sostenuta nello stesso modo. Questa osservazione è coerente con quanto affermato da Charaka e cioè che “l’asse del carro e l’otre di pelle diventano durevoli se vengono oliati, così come il corpo diventa più forte dopo i trattamenti di Taila Abhyanga”.

Dalhana, il commentatore di Sushruta, ha descritto l’effetto di Abhyanga secondo la durata dello stesso [11].

Quando Abhyanga è condotto per:
– 300 matras (circa 95 sec): raggiunge la radice dei follicoli piliferi della pelle
– 400 matras (circa 133 sec): raggiunge la pelle
– 500 matras (circa 160 secondi): raggiunge il sangue (Rakta)
– 600 matras (circa 190 sec): arriva al tessuto muscolare (Mansa)
– 700 matras: (circa 222 sec) raggiunge lo strato grasso (Meda)
– 800 matras (circa 240 sec): raggiunge le ossa (Asthi)
– 900 matras (circa 285 sec, circa 5 min.): raggiunge il midollo osseo (majja)
(Matra: un battito, un’unità di misura di un intervallo di tempo; 1 matra = 19/60 sec).

Secondo gli autori dello studio quindi l’Abhyanga deve essere fatto minimo 5 minuti per ogni parte del corpo; per trattare l’intero corpo sono necessari circa 30 – 40 minuti e sono necessari minimo 15 minuti per raggiungere un primo beneficio. Secondo recenti studi le tecniche di massaggio profondo creano, su un’area localizzata, un aumento della pressione che provoca l’apertura di pori nelle membrane, facilitando lo scambio di fluidi. Questa azione migliora la rimozione dei rifiuti muscolari come l’acido lattico che si accumula nei muscoli durante e subito dopo l’esercizio; l’acido lattico è il fattore principale che influisce sulla resistenza muscolare. La fatica è definita come l’incapacità di mantenere una determinata intensità di esercizio e si presume che le tossine tissutali siano la causa principale della fatica. Le tossine tissutali ostacolano la resistenza muscolare che provoca stanchezza. Tila taila Abhyanga aiuta nella rimozione delle tossine dei tessuti. In uno studio si è concluso che il massaggio dei tessuti profondi e l’esercizio aumentano la dimensione e il numero di nuovi mitocondri di più del solo esercizio senza massaggio. La crescita dei mitocondri può migliorare le prestazioni di resistenza aumentando la velocità con cui i muscoli utilizzano l’ossigeno [12].

Tila taila (olio di semi di Sesamo) è Tikshna, Ushna, Vyavayi e viene rapidamente assorbito dalla pelle ed è considerato da più ricercatori come il migliore Taila; in particolare è dimostrato che sulla pelle, grazie alle molecole dell’olio di Sesamo, vengono attratte e convogliate le tossine oleosolubili che possono essere lavate via con l’acqua calda.

Il piccolo studio clinico, da cui prende spunto la newsletter, suggerisce concrete possibilità di impiego di Abhyanga con olio di Sesamo nel mondo sportivo. Lo studio ha concluso che nei giocatori di tennis Abhyanga ha aumentato la resistenza muscolare. Dallo studio è emerso che dopo l’interruzione di Abhyanga per 15 giorni, nel gruppo A, la resistenza muscolare è diminuita dimostrando che questa azione è tempo dipendente, confermando il postulato: “Abhyangam Acharet Nityam”. Lo studio conferma inoltre quanto specificato da Sushruta sulla specifica durata di Abhyanga che se viene eseguito per 600 matras circa su ogni parte del corpo arriva a Mamsdhatu (muscoli) e ne favorisce lo sviluppo (Brimana karma). Lo studio dimostra inoltre che Abhyanga aiuta a rimuovere le tossine tissutali oleosolubili.

A sostegno di quando affermato nell’introduzione dello studio e cioè della possibile utilità di Abhyanga con olio di sesamo per la “ripresa” dopo la competizione e per la gestione degli infortuni muscolo-scheletrici legati allo sport, uno studio (Nasiri, M. & Farsi,Z.,2017), in triplo cieco condotto presso un pronto soccorso ospedaliero, risulta particolarmente significativo sull’argomento; questo studio ha concluso infatti che l’olio di Sesamo risulta utile anche nell’alleviare il dolore acuto traumatico agli arti. In questo studio l’olio di Sesamo ha ridotto significativamente il dolore nel 6° e 9° giorno dell’intervento; il dolore è diminuito significativamente con il passare del tempo in entrambi i gruppi; nessuna differenza significativa è stata osservata tra i due gruppi nell’assunzione di diclofenac; non si sono verificati effetti avversi durante lo studio in entrambi i gruppi; viene concluso che l’olio di sesamo possieda proprietà analgesiche. Questo studio mirava a valutare l’effetto del massaggio con pressione leggera, con olio di Sesamo topico, sulla gravità del dolore dei pazienti con traumi agli arti.

Questo studio randomizzato in triplo cieco è stato condotto su 40 pazienti con traumi agli arti superiori o inferiori nel pronto soccorso dell’ospedale Busheher Amir Al – Momenian, (Iran), nel periodo 2015-2016. I pazienti hanno ricevuto un massaggio di 5 minuti con paraffina liquida (placebo) o olio di Sesamo sul sito del trauma, due volte al giorno per una durata di 9 giorni. La gravità del dolore è stata valutata mediante scala analogica visiva nel primo giorno (basale), nel 3°, 6° e 9° giorno di intervento, in entrambi i gruppi.

Le variazioni medie della gravità del dolore tra i due gruppi sono state significative nel 6° (-0,20 ± 1,36; P = 0,036) e nel 9° (-0,36 ± 1,12; P <0,001) giorno di intervento. Per quanto riguarda l’assunzione di diclofenac, non è stata osservata alcuna differenza significativa tra i gruppi trattati con olio di sesamo e placebo durante i 9 giorni di intervento (rispettivamente 575,23 ± 3,11 e 625,13 ± 4,23, P = 0,601). Non si sono verificati effetti avversi durante lo studio in entrambi i gruppi.

In questo studio si è concluso che il massaggio con olio di sesamo topico è associato a una significativa riduzione della gravità del dolore in pazienti con traumi agli arti. Pertanto, lo studio suggerisce che l’impiego di quest’olio nei trattamenti medici complementari, può essere utile per alleviare il dolore anche per il suo basso costo, la facilità d’uso e la mancanza di effetti avversi [16].

Un ulteriore studio clinico (Shamloo, Marzieh Beigom Bigdeli, et al,2019), ha valutato l’azione del massaggio con olio di sesamo sul dolore, nella flebite indotta dalla chemioterapia. Nessuno dei pazienti ha manifestato effetti avversi legati all’intervento.

La flebite è una delle complicanze più importanti e comuni nei pazienti sottoposti a chemioterapia (CIP). Questo studio clinico randomizzato è stato condotto su 60 pazienti con cancro del colon-retto affetti da CIP. I pazienti hanno ricevuto, due volte al giorno per sette giorni consecutivi, un massaggio di 5 minuti dopo essere stati suddivisi in un gruppo di controllo (che non ha ricevuto olio di Sesamo) e in un gruppo di intervento nel quale sono state applicate 10 gocce di olio di sesamo entro un raggio di 10 cm dal sito interessato. La gravità del dolore è stata valutata mediante la scala analogica visiva nel primo, terzo, quinto e settimo giorno dell’intervento. Nel gruppo di intervento i cambiamenti medi della gravità del dolore, rispetto al basale, sono stati significativi al terzo (P=0,009), quinto (P<0,001) e settimo (P<0,001) giorno. Durante i sette giorni è stata osservata una riduzione significativa della gravità del dolore sia nel gruppo sperimentale che in quello di controllo (F=720,66, Ptime<0,001); tuttavia, la diminuzione è stata più significativa nel gruppo sperimentale (F=21,46, P gruppo <0,001). Lo studio suggerisce che il massaggio con olio di sesamo, come trattamento complementare è efficace nel ridurre la gravità del dolore dei pazienti con flebite [17].

__________________References__________________

1.https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2953308/ Assessed on1/10/2017
2. Acharya Priyavrata Sharma, Charaka Samhita with Chakrapanidatta Vidyotini Hindi Commentary,Edition: 2011, Chaukhambha Sanskrit Sansthan,Varanasi, Sutrasthan 1, verse no. 43, p. 13
3. Acharya Priyavrata Sharma, Charaka Samhita with Chakrapanidatta Vidyotini Hindi Commentary, Edition: 2011 Chaukhambha Sanskrit Sansthan, Varanasi, Sutrasthan 30, verse no. 26, p. 447
4. Dr. Anantaram Sharma, Sushruta Samhita, Edition2010, Chaukhambha Surbharti Prakashana, Varanasi,Chikitsasthan 24, verse no. 38, p. 356
5. Dr. Anantaram Sharma, Sushruta Samhita, Edition2010, Chaukhambha Surbharti Prakashana, Varanasi, Chikitsasthan 24, verse no. 39-40, p. 358
6. Vaidya Haridas Shridhar Kasture, Ayurvediya Panchakarma Vidnyana, Edition – 2006, Shri Baidyanath Ayurved Bhavan Pri. Ltd., Kolkata, p. 104.
7. Dr. Ravidutta Tripathi, Ashtang sangraha, Edition 1996 Chaukhamb Sanskrit Sansthan, Sutrasthan 3, verse no 55, p. 47
8. Kaviraj Atridev Gupta, Ashtanga hridaya of Vagbhat with Vidyotini Hindi Commentary, Edition – 2007, Chaukhambha Prakashana, Varanasi, Sutrasthan 2, verse no 12, p.23
9. Kaviraj Atridev Gupta, Ashtangahridaya of Vagbhat with Vidyotini Hindi Commentary, Edition – 2007, Chaukhambha Prakashana, Varanasi, Sutrasthan 2, verse no 7, p. 20
10. Acharya Vidyadhara Shukla, Prof. Ravidatta Tripathi, Charaka Samhita of Agnivesh, Edition: 2007, Chaukhambha Sanskrit Pratisthana, Delhi, Sutrasthan 5, verse no. 85, Page No 100
11.Vaidya Haridas Shridhar Kasture, Ayurvediya Panchakarma Vidnyana, Edition– 2006, Shri Baidyanath Ayurved Bhavan Pri. Ltd., Kolkata, p. 106
12. Dr. Jari Yelinen and Mel Cash, Sports massage, chapter 2 The effects of sports massage, Edition 1998, Ebury press London, p. 12
13. https://deeprecovery.com/sportsmassage-benefitsfor-athletes/ Assessed on 2/10/2017
14. Dr. Anantaram Sharma, Sushruta Samhita, Edition2010, Chaukhambha Surbharti Prakashana, Varanasi, Sutrasthan 45th chapter, Shlok No. 112, Page No 368
15.http://youthingstrategies.com/sesameoil/Accessed on date [2/10/2017].
16. Nasiri, M., & Farsi, Z. (2017). Effect of light pressure stroking massage with sesame (Sesamum indicum L.) oil on alleviating acute traumatic limbs pain: A triple-blind controlled trial in emergency department. Complementary therapies in medicine, 32, 41-48.
17. Shamloo, Marzieh Beigom Bigdeli, et al. “Effects of topical sesame (Sesamum indicum) oil on the pain severity of chemotherapy-induced phlebitis in patients with colorectal cancer: A randomized controlled trial.” Complementary Therapies in Clinical Practice 35 (2019): 78-85.
18. https://www.benefica.it/fitoterapia/sesamo-sesamum-indicum-l/.

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A cura della direzione scientifica di Benefica

Aayushi International Interdisciplinary Research Journal (AIIRJ). VOL- X ISSUE- I JANUARY 2023

EFFECT OF TILATAIL MASSAGE THERAPY ON TENNIS PLAYERS.

Dr.Vinod S.Koravi, BAMS MD PhD (sch)
Associate Professor LRP Ayu.Med.College , Islampur

Dr.Abhimanyu S.Patil
Professor LRP Ayu.Med.College , Islampur

 

ABSTRACT

All sporting activities involve muscle activity as a primary motive force, and many sports injuries affect muscles directly.
Massage is the best form of treatment of muscle tension. It can be used for the general relaxation of musculo-skeletal system.
Present study was done to study the effect of Tiltaila Abhyanga (Sesame Seed Oil Massage) on the Mamsadhatupushti (Muscular Endurance) in Tennis players. Study trials carried out in two groups of 10 players each between age group 20 – 30 yrs for eight weeks. Assessment criteria were Muscle endurance. Muscle endurance was measured by Sit – ups and Push – ups and modified Push – ups for females.

Keywords: Abhyanga, Sport massage, Muscle endurance, Tennis ball.

Aayushi International Interdisciplinary Research Journal (AIIRJ)
VOL- X ISSUE- I JANUARY 2023
IMPACT FACTOR 7.367
ISSN 2349-638x

 

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Newsletter Fitoterapia nr. 64 – Marzo 2024

Le piante medicinali “afrodisiache”: focus Ashwagandha.

 

Journal of Medicinal Plants Studies 2023; 11(4): 34-38

“The effectiveness of Withania somnifera supplementation on male sexual health: A systematic review of randomized clinical trials.” (2023). 

Welch, Jacob, Humza Bashir, and Sawyer Daniels.

 

Contesto e premesse

Sin dall’antichità l’uomo ha ricercato nel mondo fisico che lo circondava, ma anche in quello immateriale, come nella magia, un aiuto per favorire il desiderio sessuale ed accendere l’eros al momento opportuno; alla base di questa esigenza che accompagna l’umanità da sempre vi è quella di garantirne la continuità.

Un grande progresso, (negli anni ’90) in questo contesto fu rappresentato dalla commercializzazione del noto farmaco sildenafil citrato, appositamente creato per migliorare la disfunzione erettile maschile, ma non privo di avvertenze di utilizzo. Negli ultimi anni tuttavia non si è arrestato, ma anzi, è continuativamente cresciuto, anche l’interesse per alternative naturali, come per alcune piante medicinali che, nella storia, sono state conosciute per i loro benefici a favore della libido (negli uomini e nelle donne), della qualità delle relazioni sessuali, della capacità e del desiderio sessuale.

La storia dell’umanità è stata quindi strettamente legata alla conoscenza dell’uso di numerose piante, chiamate piante afrodisiache, in tutte le civiltà. Gli afrodisiaci, dal nome della dea greca dell’amore, Afrodite, indicano un insieme di sostanze, alimenti, piante o sostanze che risvegliano e aumentano il desiderio, e l’esperienza sessuale. [1]

Al maschile, la disfunzione sessuale erettile colpisce il 13% circa della popolazione, ma l’età è un fattore di rischio indipendente: più aumenta l’età più cresce il rischio di avere questo problema. Quasi il 40% dei pazienti intorno ai 50-55 anni e il 50% degli over 70 ha problemi di disfunzione erettile. Il motivo è legato al fatto che a partire da quell’età si verifica un aumento di tutti i fattori di rischio cardiovascolari e anche dell’uso di farmaci [32]. Il problema non è tuttavia solo maschile; circa il 30-50% delle donne presenta problemi sessuali nel corso della vita. Se i problemi raggiungono una gravità tale da provocare angoscia, si può parlare di disfunzione sessuale (dolore durante i rapporti sessuali, contrazioni dolorose involontarie (spasmi) dei muscoli intorno alla vagina, mancanza di interesse (desiderio) nel sesso e problemi con l’eccitazione o l’orgasmo [31].

Come è evidente da un punto di vista fisiopatologico, queste problematiche nell’uomo e nella donna possono avere cause fisiologiche profondamente diverse ma cause psicologiche (psico-emotive) anche comuni.

L’elevata richiesta di preparati “afrodisiaci” degli ultimi anni, come di consueto accade, ne ha determinato una grande crescita dell’offerta prevalentemente in forma di integratori naturali; attraverso la promozione su più canali, l’efficacia di questi prodotti, viene spesso “magnificata”, attraverso informazioni superficialmente descrittive e promozionali; nella realtà, per la natura stessa delle cause di queste problematiche, questi preparati non potranno esercitare effetti “miracolosi”; alcuni di essi, tuttavia, potranno invece abilitare significativamente un migliore stato psico-fisico, utile a facilitare o migliorare la vita sessuale in uomini e donne; è in particolare sui noti effetti negativi dello stress (ansia, stanchezza, disforia, etc.) sulla sessualità che le piante medicinali adattogene possono avere effetti positivi sia nella donna che nell’uomo.

 

La newsletter

La newsletter vuole condividere alcune osservazioni sull’argomento e contribuire alla conoscenza della potenzialità d’efficacia di alcune tra le più accreditate piante medicinali “afrodisiache”, ritenute utili sulla base di un consolidato uso tradizionale e delle attuali evidenze scientifiche. La newsletter propone inoltre le conclusioni di una recente (2023) review scientifica che sostiene i razionali “afrodisiaci” di Ashwagandha (Withania somnifera Dunal), che è una delle piante medicinali che, insieme ad altri adattogeni, è recentemente molto apprezzata per favorire la fisiologica vitalità della sessualità maschile e femminile.

 

Le piante medicinali afrodisiache in breve

Per la comprensione delle potenzialità d’efficacia, delle piante medicinali “afrodisiache”, e quindi di ciò che da esse ci si può attendere, è utile richiamare i meccanismi fisiologici fondamentali che governano la sfera della sessualità per poter prevedere se, un aiuto naturale o di sintesi, potrà essere efficace. Vi è infatti un distinguo rispetto a quanto una sostanza potrà agire in caso di problematiche fisiologiche nell’esperienza (es. circolatorie, ormonali, etc.) e problematiche collegate al desiderio.

Infatti, secondo Helen Singer Kaplan (che è stata una nota terapista della sessualità austriaco-americana e la fondatrice della prima clinica negli Stati Uniti per i disturbi sessuali istituita presso una scuola di medicina), il desiderio è il motore del ciclo della risposta sessuale; è ciò che innesca la libido, che ci rende predisposti ad attuare dei comportamenti che ci porteranno a riprodurci. Ciò che influenza e aumenta il desiderio, con la fisiologica conseguenza, della ottimale reazione fisica, può essere sia fisiologico che psicologico; fanno parte della prima categoria il testosterone, gli afrodisiaci e la stimolazione corporea. Ai fattori psicologici invece appartengono la stimolazione erotica, le fantasie, l’amore, l’attrazione per il partner e il corteggiamento. Al contrario i “soppressori sessuali” sono i disordini ormonali, la depressione e i farmaci con effetti negativi sulla sessualità. Mentre i deterrenti mentali sono ad esempio un partner che non ci attrae, avere pensieri, fantasie ed emozioni negative, lo stress e la paura. Il meccanismo di inibizione si basa sull’impiego di immagini, associazioni, emozioni e pensieri svantaggiosi al mantenimento del desiderio. Un disturbo del desiderio può essere generale o situazionale: nel primo caso tutte le sensazioni erotiche provocano ansia e attivano una risposta di difesa; nel secondo, invece, il problema si instaura solo in determinate situazioni specifiche. Oltre a determinare se questo disturbo sia diffuso o circoscritto è importante capire se sia solo un calo o una vera e propria avversione. Per avere un aiuto valido, è fondamentale rivolgersi a figure professionali formate che possano fare una diagnosi accurata e sostenere nella risoluzione del problema consigliando la giusta terapia [2].

La complessità dell’argomento e la sua vastità suggerirebbero che la soluzione di queste problematiche dovrebbe essere interdisciplinare.

Fatta questa premessa, la ricerca dell’umanità, per la soluzione di questi problemi, è stata pressoché infinita, e le storie di filtri d’amore e pozioni a base di erbe, tramandati in più epoche, ne testimoniano la realtà in tutte le classi sociali.

Ma cosa aspettarsi veramente dalle piante medicinali afrodisiache? Probabilmente, come anticipato, non si troverà una risposta “miracolosa” tuttavia le piante medicinali per sostenere la vitalità sessuale maschile e femminile vantano un ampio uso tradizionale e un crescente corredo di evidenze scientifiche che ne supportano una verosimile utilità. Si può inoltre osservare che quasi la maggior parte delle piante medicinali ritenute “afrodisiache” si distinguono per numerose altre e dimostrate azioni medicamentose (es. adattogeni).

Come anticipato il problema è sentito da secoli immemorabili. Nello stesso periodo in cui in Europa si affrontava il problema con il fosforo e la cantaride (un insetto dall’effetto vescicatorio usato come afrodisiaco) in India e in Cina venivano scritti veri e propri trattati sulla sessualità. In Caraka Samhita ad esempio, che è ritenuta tra le fonti più antiche e autorevoli della Medicina Ayurvedica, in una sezione chiamata Vajikarana, si parla solo di piante afrodisiache. Un passo del libro afferma che “la salute ha tre principali pilastri: una dieta equilibrata, un sonno adeguato e una vita coniugale e sessuale sana”. Vaji in sanscrito significa cavallo e Vajikaran si traduce con “produrre il vigore di un cavallo”. In Vajikarana sono riportate più di 100 formule fitoterapiche volte a migliorare la spermatogenesi, il desiderio e le prestazioni sessuali. Alla luce di ciò che oggi sappiamo riguardo la “fisiologia del sesso” ci è possibile spiegare alcuni effetti biologici delle piante presenti nel Vajikaran. Sappiamo ad esempio che la libido è influenzata da fattori neuro-chimici e vascolari. Le ipotesi più accreditate suggeriscono che serotonina e dopamina siano i neurotrasmettitori coinvolti nel controllo del desiderio; questo è il motivo per cui alcune classi di farmaci che influenzano i livelli di serotonina possono indurre un calo della libido. Sembra inoltre che esistano numerosi cross-talk a livello neuronale tra la dopamina e l’ossido nitrico. Quest’ultimo è il vero protagonista nell’atto sessuale poiché favorisce la produzione del cGMP (Guanosina monofosfato ciclico) che promuove l’afflusso del sangue a livello dei genitali. Nel Vajikaran si parla del Tribulus terrestris, una pianta ora usata dai culturisti e dagli sportivi. Come confermato da studi recenti, la sua radice è in grado di aumentare i livelli di androgeni nel maschio e com’è noto, c’è una diretta relazione tra i livelli di testosterone e il rilascio di ossido nitrico. Alcune piante abbracciano altri aspetti della sessualità ad esempio è stato confermato da studi sull’uomo che la Withania somnifera stimola la spermatogenesi nel maschio e la lubrificazione vaginale nella femmina. Effetti simili sono stati riscontrati anche con i semi di Mucuna pruriens. Essa può vantare anche la presenza L-DOPA, il precursore della dopamina che abbiamo visto stimolare il desiderio. Un altro afrodisiaco usato in oriente è il Ginseng coreano perché promuove e prolunga l’erezione nell’uomo probabilmente a causa della stimolazione delle surrenali, ma si ricordano ad esempio la Yohimbe in Africa occidentale, la Damiana in America centrale, la Maca in Perù. Il noto farmaco sildenafil, che inibisce la fosfodiesterasi V, ovvero l’enzima che inattiva il cGMP (Guanosin-monofosfato ciclico), favorisce l’erezione analogamente a quanto già si sapeva, avvenire in natura, con potenza diversa, assumendo l’Epimedium sagittatum (Berberidaceae). Riportata anch’essa nel Vajikaran, può vantare una frazione flavonoidica in grado di proteggere il seme e le gonadi da ossidazione. Inoltre contiene l’icariina, una molecola che agisce esattamente con lo stesso meccanismo d’azione del sildenafil in modo dose dipendente [3].

Nella vita degli esseri umani, la qualità delle relazioni sessuali e la quantità o frequenza degli incontri intimi sono importanti. A volte questi incontri sono influenzati da fattori sia psicologici che fisici che diminuiscono progressivamente la risposta sessuale, la soddisfazione e anche la fiducia delle persone, il che porterà indirettamente a evitare gli incontri sessuali, a problemi di coppia o di relazione e alla mancanza di desiderio sessuale. Per questo motivo, in Asia, Africa ed Europa, gli esseri umani hanno guardato alla natura in cerca di soluzioni che li aiutassero a migliorare la qualità e la frequenza delle loro relazioni sessuali. Secondo letteratura scientifica, ci sono piante per la libido e piante per promuovere il desiderio sessuale. L’erezione, nel maschio, avviene come risultato del rilassamento mediato dal sistema nervoso della muscolatura liscia del pene. Poiché è comprovato che l’aumento dell’ossido nitrico (NO), che è un composto vasodilatatore, facilita il riempimento del muscolo del pene con il sangue, e che per generare ossido nitrico, è necessaria la presenza dell’aminoacido L-arginina, che agisce come precursore, e catalizzatore enzimatico dell’ossido-nitrico sintasi; quindi un corretto apporto di L-arginina attraverso il cibo o l’integrazione, oltre che di piante che stimolano la sintesi di NO, sembrano strategie appropriate.
Per quanto riguarda le piante, sono state studiate decine di specie vegetali di diverse culture e paesi, che sono state tradizionalmente utilizzate come afrodisiaci naturali, con prove scientifiche diverse per alcune come per altre. [4]

In estrema sintesi si potrebbe dire che esistono erbe che facilitano il fenomeno amoroso ed altre che interagiscono con le sue dinamiche. Alcune di esse vengono storicamente impiegate in cucina per potenziare le capacità afrodisiache che la cultura popolare attribuisce a certe pietanze come pesci, molluschi e, fra le carni, la selvaggina; altre erbe vengono utilizzate per il bagno, il massaggio e le odorose fumigazioni dell’ambiente, nelle fasi di preludio alla prassi amatoria. Tra gli afrodisiaci, le erbe utilizzate in cucina sono sicuramente le piante più note, perché spesso utilizzate non a questo scopo ma per insaporire le vivande: l’aglio, il timo, l’origano, il pepe, la senape, lo zenzero, i chiodi di garofano e la noce moscata; meno conosciute non come piante ma come erbe dell’amore sono invece il ginepro, il mirto, la menta, il coriandolo, il cerfoglio, lo zafferano. Per le fasi prodromiche della pratica amatoria primeggia una categoria di erbe ancora assai nota, è quella delle piante aromatiche ricche di essenze odorose; erbe che appartengono soprattutto alla famiglia delle Labiatae. Lavanda, la verbena, il gelsomino, le zagare e il rosmarino sono tradizionalmente impiegate per bagni odorosi e tonicizzanti, per massaggi e unzioni con oli pregiati, per una favorevole stimolazione olfattiva.

Tra le piante medicinali definite afrodisiache vi sono quelle che fungono da tonici generali e quelle che operano come veri e propri stimolanti dell’attività sessuale, con effetti però spesso controversi e con farmacodinamiche per lo più sconosciute. In generale le piante medicinali afrodisiache possono, più o meno direttamente, influenzare la sfera sessuale mediante due strade: [5] 

la prima è la corroborazione del corpo ottenibile con l’ingestione di sostanze adattogene non pericolose (come invece si sono dimostrati gli anabolizzanti o gli stimolanti anfetaminici), cioè di erbe che possiedono principi capaci di rendere il nostro corpo più resistente allo stress (Ginseng, Ashwagandha, Rodiola, Ginko, etc.) [5]

la seconda è l’accentuazione del desiderio ed il miglioramento delle prestazioni sessuali; questi risultati, tuttavia, si ottengono artificialmente sempre con grande difficoltà, perché ogni attività sessuale è mediata non solo dal corpo ma anche dalla psiche; qualcuno dice dallo spirito. A questa considerazione si aggiunga che l’attrazione sessuale è mediata da un biochimismo squisitamente epidermico, che sino ad oggi l’utilizzo di farmaci non è riuscito a modificare, e che l’azione della più potente sostanza afrodisiaca naturale, è risultata di gran lunga inferiore a quella del sildenafil citrato, prodotto di sintesi [5].

Gli afrodisiaci vegetali potrebbero essere empiricamente classificati come “in storici”, “attivi ma dannosi”, “moderatamente attivi”.

Gli storici sono quelle erbe a cui la tradizione ha sempre attribuito proprietà afrodisiache, perché ravvisava nella loro morfologia totale o parziale (spesso le radici) una somiglianza con gli organi genitali, ad esempio l’orchidea e la mandragola; a queste vanno aggiunti anche alcuni frutti (che non possono essere dimenticati), quali il melograno e la mela, indiscusso frutto del peccato [5].

Gli attivi dannosi sono quelle erbe che contengono sostanze che ci danneggiano profondamente; il riferimento è esplicitamente ad alcune specie di Solanaceae, usate anche a scopo magico per la realizzazione di filtri d’amore (stramonio, belladonna ecc.) e a quelle comunemente chiamate “droghe” (papavero sonnifero, canapa, coca, ovulo malefico ed altri funghi psichedelici), piante che esercitano la loro attività afrodisiaca non tanto perché eccitano, quanto perché disinibiscono [5].

Come sostanze vegetali afrodisiache moderatamente attive possono essere intese tutte quelle piante officinali (come quelle adattogene) che possono favorire e sostenere alcune funzioni legate alla sfera sessuale, maschile o femminile, con diversi meccanismi come ad esempio:

– un’azione sulla fisiologica produzione ormonale

– un’azione di aiuto a vincere eventuali blocchi emotivi agendo a livello mentale

– un’azione di miglioramento della circolazione sanguigna a livello dei genitali

– una funzione favorente il benessere delle vie urinarie, in particolare della prostata

– un’azione tonificante sull’organismo, contrastando gli stati di affaticamento psico-fisico.

Grazie a queste azioni i soggetti potranno sentirsi meglio, più tonici e in forma, e di conseguenza ne trarrà beneficio anche la loro vita sessuale [6].

Tra le piante conosciute come “afrodisiache” che vengono ritenute comunque sicure ne ricordiamo di seguito alcune.

Il Ginseng (Panax ginseng C.A. Meyer – Fam. Araliaceae): noto per le spiccate proprietà adattogene e tonificanti generali. La Commissione E (Monografie Tedesche a cura del Ministero della Sanità della Germania) e l’OMS riconoscono l’uso della sua radice per rinforzare l’organismo in caso di affaticamento ed astenia. Grazie a queste azioni svolgerebbe quindi un’azione positiva anche a livello sessuale. “È stato osservato inoltre che alcuni componenti permetterebbero l’afflusso di sangue al corpo cavernoso con un meccanismo che coinvolge l’ossido di azoto. Si è giunti alla conclusione che il Ginseng potrebbe essere quindi utile in casi di disfunzione erettile ma manca comunque una certezza a causa della debolezza metodologica”; [7] [6] porre attenzione in caso di ipertensione e se si stanno utilizzando farmaci anticoagulanti [6].

Il Ginkgo (Gingko biloba – Fam. Ginkgoaceae): a questa pianta vengono attribuite proprietà antiossidanti e favorenti la circolazione. Queste azioni derivano soprattutto dai flavonoidi e dai terpeni contenuti nelle foglie. È proprio grazie ai benefici apportati alla circolazione del sangue che il Gingko è considerato un rimedio naturale per migliorare la propria vita sessuale. Utile dunque i disturbi sessuale sono legati ad un malfunzionamento circolatorio; porre attenzione all’uso se si soffre di ipertensione e se si stanno utilizzando farmaci anticoagulanti [6].

La Muira puama (Ptychopetalum olacoides Bentham – Fam. Olacaceae): pianta originaria dell’Amazzonia brasiliana dove gli indigeni la utilizzano tradizionalmente come digestivo e tonico fisico-mentale. “La corteccia contiene un alcaloide, la muirapuamina, che avrebbe un’azione vasodilatatrice [7]. Questa azione, unita alle proprietà toniche attribuite tradizionalmente alla pianta, la renderebbe un rimedio naturale utile come stimolante sessuale [6].

La Serenoa (Serenoa repens (W. Bartram) Small – Fam. Arecaceae): è una palma nana americana, conosciuta anche con il nome di saw palmetto. Si utilizzano le bacche mature contenenti acidi grassi, polisaccaridi, flavonoidi e tannini. Gli estratti di questa pianta sono considerati dalla Commissione E tedesca e dall’OMS un “rimedio per trattare i disturbi causati dall’ipertrofia prostatica benigna lieve e moderata [7] [6].

L’Epilobio (Epilobium angustifolium (o parviflorum) Schreb. – Fam. Oenotheraceae): è una pianta utilizzata dalla tradizione popolare per favorire il benessere e la fisiologica funzionalità della prostata. Utile quindi per aiutare a contrastare i disturbi accusati in caso di problemi alla prostata come difficoltà ad urinare, sensazione continua di andare in bagno, dolore durante la minzione e calo del desiderio sessuale [6].

La Maca (Lepidium meyenii Walp. – Fam. Brassicaceae): è una radice coltivata ad altitudini superiori ai 3000 metri delle Ande, ed è considerata un afrodisiaco. La radice di maca contribuisce a una sana funzione sessuale in quanto stimola il desiderio sessuale e ha un’influenza benefica sulla fertilità: in particolare, aumenta la quantità e la motilità dello sperma, questo perché aiuta a mantenere un sistema riproduttivo sano. Inoltre, la maca aiuta a mantenere la resistenza, le sensazioni e la vitalità ottimali, processi che possono influenzare la qualità delle nostre relazioni sessuali [1].

Il Tribulus (Tribulus terrestris L. – Fam. Zygophyllaceae): che nell’antica storia cinese o nella tradizione indiana, si ritiene abbia dei benefici sulla capacità sessuale. Questa pianta offre un’alta concentrazione di saponine steroidee, soprattutto negli estratti titolati. Principalmente, il tribolo aiuta a mantenere il tono corporeo e muscolare e i livelli di energia; oltre a promuovere la capacità e il desiderio sessuale e a sostenere la salute degli organi riproduttivi [1].

La Damiana (Turnera diffusa Willd. ex Schult. – Fam. Turneraceae) è nota per le sue azioni afrodisiache – toniche – psicostimolanti – antidepressive che agirebbero influenzando il desiderio sessuale, modulando i livelli ormonali, favorendo il corretto funzionamento del sistema nervoso e la resistenza fisica; in particolare favorirebbe l’integrazione degli stimoli olfattivi, tattili e mentali. Per questi motivi si ritiene tradizionalmente che la Damiana contribuisca ad un buon appetito sessuale colmando l’energia mancante e fornendo forza vitale positiva [1].

 

Focus Ashwagandha come “afrodisiaco”

Ashwagandha (Withania somnifera Dunal. – Fam. Solanaceae) è una tra le piante medicinali, più studiate negli ultimi vent’anni anche per la capacità, che le si attribuisce tradizionalmente, di sostenere la vitalità sessuale principalmente nell’uomo ma anche nella donna. L’uso medicinale di Ashwagandha [8], comune nella Medicina ayurvedica, è sempre più popolare anche in occidente perché questa significativa pianta medicinale viene oggi inserita in numerose formulazioni di integratori fitoterapici grazie alla conosciuta azione adattogena e antistress; questi preparati si dimostrano utili in caso di affaticamento e stanchezza sia fisica che mentale. Ashwagandha viene apprezzata come ergogenico anche nel mondo sportivo dove, in alcune discipline, ha dimostrato di migliorare la forza muscolare, la resistenza fisica e la prestazione cardiovascolare. È proprio negli studi nell’attività sportiva che è stata ampiamente messa in evidenza anche la capacità di questa pianta di influenzare positivamente i livelli di testosterone. Queste evidenze cliniche hanno avviato una serie di ulteriori ricerche per rafforzare le evidenze dell’azione di Ashwagandha nel favorire la vitalità e vigoria sessuale principalmente negli uomini ma anche nelle donne. L’utilizzo di Ashwagandha per favorire la vitalità sessuale si perde nella notte dei tempi ed in particolare in India dove proprio il nome tradizionale della pianta, evocherebbe anche l’azione come corroborante sessuale. L’articolo scientifico, da cui prende spunto la newsletter, ha recentemente contribuito a rafforzare queste evidenze.

La reputazione di Ashwagandha come pianta dall’azione afrodisiaca non riguarda tuttavia solo la sfera maschile. La scarsa funzione sessuale è un problema diffuso che colpisce circa il 40% delle donne e ne peggiore la qualità di vita [29].

Un primo studio prospettico, randomizzato, controllato con placebo ha valutato l’efficacia e la sicurezza di un estratto standardizzato di radice di Ashwagandha nel migliorare la funzione sessuale in 80 donne sane di età di età compresa tra 18 e 50 anni, senza alcun disturbo ormonale, ma affette da disturbo da desiderio sessuale ipoattivo (HSDD). La valutazione del disturbo è stata effettuata con il punteggio del Sexual Function Index (FSFI) <26 o il punteggio della Female Sexual Distress Scale (FSDS) >11. Le pazienti arruolate sono state randomizzate a ricevere una capsula contenente estratto standardizzato di radice di Ashwagandha 300 mg due volte al giorno (n=40), oppure placebo identico (n=40) per otto settimane. La funzione sessuale è stata valutata utilizzando FSFI, FSDS e SSE (“Satisfaction with simulation experience” scale). Le valutazioni sono state effettuate al basale, a quattro e a otto settimane. La Qualità della vita (QoL) è stata valutata utilizzando la scala del questionario sulla salute generale (GHQ-28) e la sicurezza è stata valutata utilizzando segni e sintomi clinici. Lo studio ha concluso che vi è stato un miglioramento statisticamente significativo (p<0,0001) nei punteggi FSFI nel gruppo trattato con Ashwagandha [14,20 (0,98) al basale a 22,62 (2,06) alla settimana 8] rispetto al placebo [14,17 (0,71) al basale a 19,25 (2,23) all’ottava settimana], e questo miglioramento è stato osservato in tutte le sottoscale (desiderio, eccitazione, lubrificazione, orgasmo, sessualità soddisfazione e dolore) della scala FSFI. Sempre nel gruppo trattato con Ashwagandha si è verificato un miglioramento maggiore (p<0,0001) nei punteggi FSDS rispetto al placebo. Sebbene non statisticamente significativo (p, 0,078), si è verificato un miglioramento nei punteggi GHQ-28 a otto settimane nel gruppo Ashwagandha rispetto al placebo, e questa tendenza è stata osservata per tutti i domini di GHQ-28 (funzione globale, fisica, psicologica e sociale). Un numero maggiore di donne, nel gruppo trattato con Aswhagandha, ha avuto un miglioramento di punteggi SSE alla settimana 4 (p, 0,017) e alla settimana 8 (p, 0,002) rispetto al placebo. Gli eventi avversi erano comparabili nei due gruppi. Nel gruppo di trattamento, due donne hanno riferito nausea e una donna sonnolenza, mentre nel gruppo placebo, due hanno riferito nausea, una ha riportato sonnolenza e una ha riferito nausea con sonnolenza. Lo studio ha concluso che la somministrazione orale di Ashwagandha (300 mg due volte al giorno) per otto settimane, nelle donne altrimenti sane, che non presentano disturbi ormonali, migliora la salute sessuale, mantiene il benessere generale e migliora la vitalità [29].

Un secondo studio ha valutato gli effetti dell’integrazione con Ashwagandha in donne con disfunzioni sessuali (disturbi dell’orgasmo e difficoltà sessuali). Lo studio aveva lo scopo di determinare l’efficacia e la sicurezza di un estratto di radice di Ashwagandha ad alta concentrazione (HCARE) per migliorare la funzione sessuale in donne sane. In questo studio pilota, 50 soggetti sono stati randomizzati in un gruppo trattato con HCARE e in un gruppo trattato con placebo (amido). I soggetti hanno assunto capsule di HCARE o placebo da 300 mg due volte al giorno per 8 settimane. La funzione sessuale è stata valutata utilizzando due scale psicometriche, il Female Sexual Function Index (FSFI), la scala del disagio sessuale femminile (FSDS) e dal numero di incontri sessuali totali e riusciti. Dallo studio è risultato che il trattamento con un estratto di Ashwagandha ad alta concentrazione (HCARE), alla fine del trattamento, porta a un miglioramento significativamente più elevato, rispetto al placebo, nel punteggio totale FSFI ( < 0,001), nel punteggio del dominio FSFI per “eccitazione” ( < 0,001), “lubrificazione” ( < 0,001), “orgasmo” ( = 0,004) e “soddisfazione”( < 0,001), nonché migliora il punteggio FSDS ( < 0,001) e il numero di incontri sessuali riusciti ( < 0,001). Questo studio ha dimostrato che la somministrazione orale di HCARE può migliorare la funzione sessuale nelle donne sane [30].

Un terzo studio si è posto l’obiettivo di valutare l’efficacia di Ashwagandha nel periodo della perimenopausa che è notoriamente il periodo durante il quale molti cambiamenti fisiologici segnano la transizione nell’ultimo periodo mestruale di una donna e questi cambiamenti sono associati ai noti sintomi climaterici. Questo studio mirava quindi a valutare l’efficacia e la tollerabilità di un estratto di radice di Ashwagandha sui sintomi climaterici, la qualità della vita (QoL) e parametri ormonali nelle donne in perimenopausa. In questo studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, della durata di 8 settimane, 100 donne con sintomi climaterici sono state assegnate in modo casuale a prendere un placebo o 300 mg di un estratto di radice di Ashwagandha due volte al giorno. I risultati sono stati misurati utilizzando la scala di valutazione della menopausa (MRS), della qualità di vita specifica in menopausa (MEN QoL), il punteggio “hot-flash” (vampate), i cambiamenti ormonali nell’estradiolo, dell’ormone follicolo-stimolante (FSH), dell’ormone luteinizzante (LH) e del testosterone. Delle 100 donne arruolate 91 partecipanti hanno completato lo studio. Rispetto al placebo, l’integrazione con Ashwagandha è stata associata ad una riduzione statisticamente significativa del punteggio MRS totale (p < 0,0001), con significative riduzioni degli aspetti psicologico (p = 0,0003), somato-vegetativo (p = 0,0152), e nei domini urogenitali (p <0,0001). L’assunzione di Ashwagandha ha dimostrato un miglioramento significativo dei punteggi MENQoL totali (p < 0,0001) inoltre è stato anche associato ad un aumento statisticamente significativo dell’estradiolo sierico (p < 0,0001) e una riduzione significativa dell’FSH sierico (p < 0,0001) e dell’LH sierico (p < 0,05) rispetto al placebo. Non c’erano differenze significative tra i gruppi nel livello sierico di testosterone. Questi risultati suggeriscono che l’integrazione con l’estratto di radice di Ashwagandha può essere un’opzione sicura ed efficace come coadiuvante nell’alleviare i sintomi climaterici da lievi a moderati durante la perimenopausa nelle donne[31].

 

La rewiev in breve

Lo studio, in forma di rewiev, ha valutato criticamente le conclusioni tratte da studi clinici randomizzati condotti per determinare l’efficacia di W. somnifera (Ashwagandha) nel migliorare i risultati sulla salute sessuale maschile. Da una ricerca da circa ottomila studi potenzialmente rilevanti, sono stati inclusi 5 studi che soddisfacevano tutti i criteri di inclusione predefiniti per la rewiev. Quattro degli studi inclusi hanno riportato differenze significative tra i gruppi prima e dopo l’intervento, fornendo promettenti elementi a supporto all’uso di W. somnifera come integratore per migliorare la salute sessuale maschile. Withania somnifera Dunal (ashwagandha” o “ginseng indiano”, Solanaceae) [9] è endemica dell’India (ma è diffusa anche in Belucistan, Pakistan, Afghanistan, Sri Lank, Congo, Sud Africa, Egitto, Marocco, Australia e Giordania) [9] e per migliaia di anni, varie parti di questa pianta sono state utilizzate nelle pratiche mediche ayurvediche e indigene [11]; è entrata come farmaco ufficiale nella Farmacopea indiana nel 1985 [12]. Studi farmacologici condotti con W. somnifera hanno dimostrato le sue proprietà antinfiammatorie, antistress e immunomodulatorie. Gli studi suggeriscono anche che l’integrazione con W. somnifera influisce su sistemi corporei come il sistema nervoso, endocrino e cardiovascolare [12]. Studi sui ratti hanno dimostrato promettenti capacità di W. somnifera nelle malattie neurodegenerative [13]. Studi clinici sull’uomo hanno dimostrato l’azione positiva di W. somnifera nel trattamento complementare di ansia, depressione e disturbi del sonno [14]. La salute sessuale gioca un ruolo cruciale nel benessere generale e nella qualità della vita degli uomini. Nel corso della storia, varie medicine tradizionali sono state utilizzate per migliorare la funzione sessuale maschile e affrontare i problemi di salute sessuale. L’Ashwagandha è uno di questi rimedi erboristici che ha guadagnato molta attenzione per i suoi potenziali benefici nel migliorare la salute sessuale maschile. Lo scopo di questa revisione è stato la valutazione critica approfondita degli studi clinici randomizzati esistenti che indagano sugli effetti dell’Ashwagandha sulla salute sessuale maschile e ha valutato globalmente i potenziali benefici e limiti della Withania somnifera nel migliorare vari aspetti della salute sessuale maschile, tra cui la funzione erettile, la libido, la fertilità e la soddisfazione sessuale generale. La metodologia impiegata in questa revisione sistematica garantisce che i risultati siano basati su prove scientifiche rigorose e forniscano una prospettiva equilibrata sull’efficacia dell’integrazione di Withania somnifera concentrandosi su metodologia, standardizzazione e controllo di qualità. Analizzando e consolidando i risultati di molteplici studi clinici, è possibile trarre conclusioni più affidabili e raccomandazioni informate sia per i ricercatori che per gli operatori sanitari. Nella rewiev sono stati inclusi studi clinici randomizzati che hanno valutato l’efficacia e l’efficienza dell’integrazione di W. somnifera per il trattamento di disturbi legati alla salute sessuale maschile. Gli studi dovevano confrontare l’integrazione di W. somnifera con un gruppo di controllo (placebo, controllo attivo o nessun trattamento). Sono state escluse le sperimentazioni che utilizzavano qualsiasi ingrediente attivo oltre a W. somnifera. Le ricerche condotte per questo studio hanno prodotto un totale di 8.203 articoli di riviste e ne sono stati selezionati 5 relativi a studi clinici randomizzati che soddisfacevano i criteri predefiniti per l’inclusione, per un totale di 308 partecipanti di età tra i 18 a 70 anni.

Risultati

Prestazione del liquido seminale

Due studi hanno prodotto risultati relativi alla performance del liquido seminale dei pazienti [21,25]. Uno studio ha rilevato un aumento sostanziale della concentrazione degli spermatozoi, del volume del liquido seminale e della motilità degli spermatozoi nel gruppo di trattamento. Tutti questi aumenti erano altamente significativi (p < 0,0001) [21]. Anche il secondo studio ha riscontrato un miglioramento significativo della prestazione del liquido seminale (aumento di numero e motilità) [25].

Livelli ormonali

Tre degli studi hanno valutato l’effetto di W. somnifera sui livelli ormonali [21-23]. Uno studio ha riscontrato un aumento significativo degli ormoni luteinizzanti nel gruppo di trattamento [21]. Tutti e tre gli studi hanno riscontrato un aumento significativo dei livelli di testosterone nel gruppo di trattamento rispetto al controllo [21-23]. Uno studio ha rilevato che l’integrazione con Ashwagandha dimostrava un miglioramento del DHEA-S salivare [23].

Funzione erettile

Due studi hanno esaminato la capacità dell’integrazione con W. somnifera di influenzare la funzione erettile [22, 24]. Uno studio ha utilizzato l’indice internazionale dei punteggi della funzione erettile [24] e l’altro ha utilizzato un questionario DISF-M [22] per determinare la funzione erettile. Uno studio ha riscontrato miglioramenti statisticamente significativi nei punteggi [22] mentre l’altro non ha riscontrato differenze significative tra i gruppi [24].

Desiderio sessuale e benessere generale

Due studi hanno misurato l’effetto dell’integrazione di W. somnifera sul benessere generale, compresi i desideri sessuali [22,23]. Entrambi gli studi hanno utilizzato questionari self-report, SF-36 [22] e POMS-SF [23]. Uno studio ha riscontrato miglioramenti significativi nel questionario SF-36 [22] mentre lo studio che utilizzava il POMS-SF non ha riscontrato differenze significative [23].

Eventi avversi

Solo due studi hanno riportato abbandoni che non sono stati inclusi nell’analisi statistica [23,24]. Si è verificato un totale di 7 eventi avversi tra tutti gli studi inclusi [22]. Tutti gli eventi avversi sono stati osservati nell’ambito dello stesso studio [22]. Tre (3) partecipanti dei 7 che hanno manifestato eventi avversi, riscontrati in questo studio, hanno interrotto il trattamento ma sono stati comunque inclusi nell’analisi [22]. Quattro degli eventi avversi sono stati segnalati in soggetti assegnati al trattamento con W. somnifera: due soggetti hanno manifestato sonnolenza, uno ha sviluppato lieve dolore addominale e un soggetto ha sviluppato dolore articolare [22].

Discussione e conclusioni

Un totale di 5 studi clinici randomizzati su W. somnifera hanno soddisfatto i criteri di inclusione di questa revisione [21-25]. Lo strumento Cochrane del rischio di bias [16] (PRISMA) [26] è stato applicato a tutti gli studi inclusi. È stato stabilito che tutti gli studi [21-25] avevano un basso rischio di bias [16]. Le sperimentazioni sono considerate di buon livello metodologico se ricevono 3 o più punti sulla scala Jadad [18]. Tre studi [22, 23, 25] hanno raggiunto questa soglia mentre due hanno ricevuto il punteggio massimo di 5 [22,23]. Due studi [22,23] hanno soddisfatto tutti gli elementi della dichiarazione CONSORT [17]. Tre studi hanno soddisfatto meno di 20 item, [21, 24, 25], il più basso dei quali è stato 13 [21].

Nonostante alcune limitazioni di questa revisione, indicate dagli stessi autori, i suoi risultati dimostrano che l’integrazione di W. somnifera può avere un impatto positivo sulla funzione sessuale e migliorare il benessere sessuale generale [21-23,25] poiché la maggior parte degli studi riportano risultati profondamente positivi. L’effetto di W. somnifera sul testosterone maschile è promettente con tre studi che riportano miglioramenti significativi [21-23]; pertanto W. somnifera dimostra il potenziale di trattare disturbi legati a bassi livelli di testosterone.

Esistono prove a sostegno dell’esistenza di una correlazione tra disfunzione erettile e livelli di stress [27]. È stato dimostrato che i soggetti che sono in grado di ridurre o gestire i propri livelli di stress quotidiano riscontrano miglioramenti disfunzione erettile [28]. Nelle medicine tradizionali W. somnifera è considerata un agente di riduzione dello stress [12] ed è promossa come un ingrediente chiave negli integratori “antistress”. Solo uno studio ha esaminato l’effetto dell’integrazione sulla disfunzione erettile correlata allo stress ma senza evidenziare miglioramenti significativi [24], tuttavia è ampiamente dimostrato che W. somnifera è efficace nel ridurre i livelli di stress e quindi possiede il potenziale per aiutare ad alleviare la disfunzione erettile correlata allo stress.

Questa rewiev si è concentrata solo su studi clinici riguardanti soggetti di sesso maschile. Esistono, tuttavia, diversi studi che hanno indagato l’effetto di W. somnifera sulla salute sessuale femminile [29-31]. L’insieme delle evidenze disponibili suggerirebbe un impatto positivo, di W. Somnifera, sulla generale salute sessuale. In particolare W. somnifera può avere effetti positivi sulla salute sessuale maschile, in particolare sulla produzione di testosterone e sulla prestazione del liquido seminale.

 

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2. Lucia Castelli, https://www.andromedacentromedico.it/cos-e-il-desiderio/
3. Angelo Siviero https://www.farmacista33.it/archivio-news/25751/piante-afrodisiache-dall-india-ayurvedica-ai-giorni-nostri.html
4. https://it.anastore.com/dossiers/131_piante_stimolare_desiderio_sessuale.php
5. http://www.lerottedelmerlo.it/INIZIATIVEATEMA/FLORASPONTANEA/2010_PIANTE_MAGICHE_AFRODISIACHE
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7. Campanini, Enrica. Dizionario di fitoterapia e piante medicinali. Tecniche nuove, 2004.
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33. https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/problemi-di-salute-delle-donne/disfunzione-sessuale-femminile/panoramica-sulla-disfunzione-sessuale-femminile

 

 


Journal of Medicinal Plants Studies 2023; 11(4): 34-38

The effectiveness of Withania somnifera supplementation on male sexual health: A systematic review of randomized clinical trials. 

Jacob Welch, Humza Bashir and Sawyer Daniels

Author information:

Jacob Welch-Department of Biology, University of Mount Union Alliance, OH 44601, USA
Humza Bashir-Department of Biology, Binghamton University Binghamton, NY 13902, USA
Sawyer Daniels-Department of Astrophysics and Cosmology, Brown University Providence, RI 02912, USA

 

Abstract

This review aims to critically evaluate the existing evidence derived from randomized clinical trials to determine the effectiveness of W. somnifera (ashwagandha) in enhancing male sexual health outcomes. Extensive searches were conducted in databases including PubMed, Library of Congress, JISC Library, ClinicalTrials.gov, mRCT, Google Scholar, Embase, Web of Science, CINAHL, Medline, and Cochrane. Among the initially identified 8,203 articles with potential relevance, a thorough assessment of full-text articles was performed, resulting in the inclusion of 5 studies that satisfied all predefined inclusion criteria. All included studies were evaluated as having a low risk of bias. Four of the included studies reported significant intergroup differences before and after intervention, thus providing support for the use of W. somnifera as a supplement to enhance male sexual health. However, despite these promising results obtained from clinical trials, the current evidence remains insufficient to firmly endorse the use of W. somnifera for its impact on male sexual health..

Keywords: Withania somnifera, ashwagandha, Indian ginseng, winter cherry

Journal of Medicinal Plants Studies
ISSN (E): 2320-3862
ISSN (P): 2394-0530

 

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Newsletter Ayurveda nr. 72 – Novembre 2023

Newsletter n° «72»

Novembre 2023

FOCUS TAILAM: Murivenna, panoramica di evidenze

 

Mahesh, S.

A COMPREHENSIVE REVIEW OF MURIVENNA, AN AYURVEDA FORMULATION.

Eur. Chem. Bull. 2023,12(5), 5527-5534

 

La newsletter

Murivenna Taila è uno degli oli medicati più apprezzati in Ayurveda; la sua popolarità è dovuta a più fattori tra i quali sicuramente la sua versatilità e rapidità d’azione; il suo ruolo medicamentoso è sostanzialmente ritenuto molto utile per gestire situazioni anche d’emergenza con finalità antidolorifiche, antinfiammatorie, dermotrofiche e antisettiche; il suo uso è diventato popolare anche nel mondo sportivo come rimedio naturale per i traumi tipici degli sport da combattimento poiché favorisce una più pronta remissione dei sintomi e il recupero funzionale.

Questa newsletter segnala e prende spunto da una recente pubblicazione (2023) di un articolo scientifico che contribuisce ulteriormente alla comprensione dell’azione medicamentosa di Murivenna Taila; la newsletter, che riporta per Murivenna le relative indicazioni d’uso riportate nella letteratura scientifica disponibile, offre inoltre una panoramica di recenti casi clinici, come evidenze, a supporto dell’utilità d’impiego di Murivenna taila nella gestione complementare prevalentemente di disturbi osteoarticolari e muscolo scheletrici.  

 

Profilo breve di Murivenna

Murivenna taila è uno, tra gli oli medicati della tradizione medica ayurvedica, tra i più esclusivi e quasi unico; in India, ma ora anche in occidente tra gli operatori ayurvedici, esso gode di una diffusa popolarità e attualità poiché il suo impiego infatti risulta pratico e rapidamente risolutivo nella cura e nel recupero funzionale in frequenti condizioni traumatiche come contusioni, ferite fresche e fratture; risulta inoltre molto apprezzato come antisettico nel trattamento di ferite e, come dermotrofico, nel recupero dell’integrità tissutale nella guarigione delle ferite e, ad esempio, nella gestione delle ustioni; è quotidianamente utilizzato tra i medici ayurvedici in Kerala proprio per la versatilità e la rapidità d’azione [17]. Nella lingua Malayalam il nome Murivenna risulta composto dalle parole: murivu = lesione (ferita) ed enna = olio. La formulazione di Murivenna Taila ha origini antiche rintracciabili per la prima volta in Agastyamarma Sastra [17], un libro di testo di medicina Siddha, e quindi in Sahasrayogam e Ashtanga Hridaya [11], mentre nessun riferimento si trova in Brihattrayi e Laghutrayis [17]. La formula attualmente disponibile nel Formulario Ayurveda dell’India è una forma modificata della formulazione originale. Fu in particolare infatti che, in Kerala, negli anni ’60, eminenti accademici e medici ayurvedici, aggiornarono la formula originaria di Murivenna secondo più moderni standard farmaceutici dell’Ayurveda dando origine alle moderne formulazioni disponibili di Murivenna; esse possono differire a seconda del luogo di produzione e dalla tradizione formulativa dei produttori stessi. La formulazione oggi universalmente accettata è la seguente: Cocos Nucifera Oil, Pongamia Pinnata Seed Extract, Aloe Barbadensis Leaf Extract, Moringa Oleifera Leaf Extract; Allium Cepa Bulb Extract; Asparagus Racemosus Root Extract, Erythrina variegata leaf extract, Piper betle leaf extract, Spermacoce hispida extract. La referenza Murivenna è attualmente presente nella Farmacopea del Government Ayurveda College, Trivandrum, Kerala; Murivenna viene attualmente formulato con selezionati ingredienti erbali, insieme olio di cocco, secondo quanto prescritto nell’Ayurveda Formulary of India (AFI). Murivenna è attualmente incluso nella Lista dei Farmaci Essenziali dell’Ayurveda secondo il Ministry of Ayush, Government of India [17].

Composizione: la preparazione di Murivenna avviene ancora, di fatto, seguendo le linee guida fondamentali di Taila paka vidhi di Sharangadhara Samhita e cioè utilizzando Shatavari (root) come Kalka Dravya; Pongamia pinnata (seed), Aloe barbadensis (leaf), Moringa oleifera (leaf), Allium cepa (bulb), Erythrina variegata (leaf) , Piper betle (leaf extract) , Spermacoce hispida come Drava Dravya e Cocos nucifera (oil) come Sneha Dravya [17]. Un componente particolare usato nella preparazione e cottura di questo taila è inoltre  il Tandulodaka ovvero l’acqua in cui è stato lavato il riso per 4 volte e poi messo a bagno per 9 ore. A quest’acqua vengono tradizionalmente attribuite particolari proprietà lenitive, ammorbidenti e di contrasto alle infiammazioni [11].

Studi farmaceutici: come concluso anche dallo studio condotto da Dhanya et al. (2019) sulla preparazione farmaceutica di Murivenna, si è riscontrato che il prodotto finale ha una colorazione verdastra con odore gradevole caratteristico di aglio. Il prodotto finale viene raccolto da khara paka (la quarta fase di sneha paka, che viene dopo la fase di Madhyama paka; in questa fase la pasta diventa dura, ruvida a causa dell’eccesso di riscaldamento. L’olio raccolto in questa fase è destinato all’applicazione esterna con una perdita del 2%. [4]. In un caso clinico, la ionoforesi condotta con una forma modificata di kwata (preparato con ingredienti di Murivenna) si è dimostrata efficace nella fascite plantare [9]. Murivenna può essere convertito in altre forme farmaceutiche come unguento, gel e antinfiammatori transdermici e cerotti analgesici, in dosaggi adatti al paziente [17].

Studi analitici: Secondo lo studio condotto da Hepsibah et al. (1993), Murivenna è verde di colore, odore gradevole, viscoso e limpido. Il prodotto finale possiede una gravità specifica di 0,92 a temperatura ambiente, valore di acidità di 2,17 mg/g, valore di saponificazione di 293,8 mg/g, valore d’iodio 10,58 mg/100 mg; l’analisi di riconoscimento TLC evidenzia la presenza significativa di sei differenti sostanze [10].

Uso: Fin dai tempi più antichi questo olio Ayurvedico è stato utilizzato essenzialmente per il bilanciamento di Vata e delle sue manifestazioni di squilibrio che possono dare luogo a indebolimento e lesioni di varia natura. I numerosi studi scientifici e in ambito dell’uso tradizionale ne sostengono molto l’uso sia negli ambiti ayurvedici più classici e tradizionali che nei più moderni ambienti sportivi. L’uso esterno e interno degli oli medicati è indicato nelle Samhita (Charaka, Sushruta, Shargandhara, etc.). Murivenna è utilizzato principalmente nelle malattie Salya tantra pradhana. In particolare è indicato per Abhighatajanya shopha (infiammazione dovuta a lesioni acute), Vrana (ferita/ulcera), Sopha in Sandhi (infiammazione articolare), Asthi bhagna (frattura) e Sandhi chyuti (lussazione). Può essere utilizzato in varie procedure di trattamento come Abhyanga (Anga), Bandhana (bendaggio), Basti (Kati, Janu, Griva), ecc., Dhara (Anga), Pichu (impacchi localizzati sulle articolazioni), ecc. [17]. Murivenna trova pertanto il suo uso più comune in disturbi come fratture, lussazione, distorsioni, osteoartrite, fascite plantare [17]. Murivenna è utile nel ridurre le infiammazioni e favorendo la microcircolazione grazie alle proprietà degli ingredienti [19]. Nella medicina ayurvedica si descrive anche, in modo non convenzionale, l’uso di Murivenna per l’oleazione interna attraverso Snehapana e somministrato anche sotto forma di Basti, come medicamento per via rettale, in caso di emorroidi infiammate; ugualmente se ne descrive l’uso per applicazione diretta su ferite aperte e ustioni di primo grado [17]. Murivenna è attualmente apprezzato e utilizzato nella medicina dello sport considerando il suo effetto rapido sulle lesioni acute per alleviare il dolore e il gonfiore; Murivenna inoltre promuove il recupero funzionale; l’utilità medicamentosa di Murivenna in ambito sportivo è nota grazie anche al suo uso, come rimedio per i comuni traumi, tra coloro che praticano la famosa arte marziale indiana Kalarippayattu [11]. Murivenna Taila trova inoltre, secondo i suoi razionali d’azione, viene anche suggerito come coadiuvante in ambito preventivo di disturbi ostearticolari; questa azione sarebbe dovuta alla presenza di specifici  fitocomplessi, veicolati nell’organismo dal vettore oleoso (olio di Cocco), ai quali vengono attribuite qualità in grado di donare forza ed elasticità e che, in concorso con l’azione dinamizzante del massaggio, possono agire favorevolmente sul fisiologico equilibrio di muscoli, tendini e legamenti riducendo quindi la possibilità d’incorrere in lesioni, stiramenti e traumi di vario genere [11].

Studi farmacologici: uno studio di Nair et al, (2020), ha dimostrato l’azione antinfiammatoria di Murivenna utilizzando il modello di edema della zampa indotto da carragenina e il metodo del granuloma con pellet di cotone; lo studio ha concluso che Murivenna ha mostrato un effetto antinfiammatorio significativo (P<0,05) nell’infiammazione in fase acuta nei ratti albini Wistar [19]. Sareena et al, (2014), hanno riscontrato una significativa attività di Murivenna anti-MRSA (Staphylococcus aureus resistente alla meticillina). Le infezioni da MRSA sono molto pericolose in quanto portano ad amputazione e morte nei casi di ulcera del piede diabetico. Murivenna ha mostrato alcuni risultati promettenti contro questi batteri resistenti ai farmaci [25]. U.S.Jijit et al., (2021), hanno dimostrato che un unguento a base di Murivenna ha mostrato un significativo effetto antinfiammatorio quando confrontato con un farmaco standard [13]. Analizzando le proprietà dei singoli ingredienti di Murivenna basandosi sugli studi pubblicati, si possono comprovare le affermazioni dei Vaidhya tradizionali riguardo all’uso di Murivenna nelle varie condizioni cliniche summenzionate. L’olio di cocco che, in Murivenna è Sneha Dravya, è costituito da numerosi FFA come l’acido caprico (7%), l’acido oleico (6%), l’acido linoleico (2%), l’acido laurico (49%), l’acido miristico (18%), l’acido palmitico (8%), l’acido caprilico (8%) e l’acido stearico (2%). L’olio di Cocco, in uno studio sulle ferite su animali, condotto da Nevin K G et al., (2010), ha dimostrato azione di neo-vascolarizzazione, proliferazione dei fibroblasti, sintesi del collagene solubile in pepsina e turnover del collagene [20] [29]. L’aloe vera è ricca di minerali, aminoacidi, vari enzimi e vitamine (A, B, C, E). Pongamia pinnata, in uno studio sperimentale, ha dimostrato significative proprietà antimicrobiche e favorenti la guarigione delle ferite [5]. Pongamia pinnata dimostra infatti di favorire una maggiore resistenza alla rottura e la guarigione delle ferite grazie al suo potenziale angiogenico e mitogeno. Pongamia pinnata dimostra inoltre di regolare positivamente il TNF-α e l’IL-6 aumentando la concentrazione sierica di IL-10 [6][3][1]. In vitro la frazione di acetato di etile delle foglie di Moringa ha dimostrato di promuovere la guarigione delle ferite (tasso di chiusura delle ferite) mediante proliferazione e migrazione delle cellule fibroblastiche dermiche umane [8] [23]. Uno studio condotto da Plangsombat N et al., (2016), ha dimostrato che i liposomi di Asparagus racemosus (Shatavari), quando utilizzati come applicazione transdermica e topica, hanno un potente effetto antinfiammatorio sulla linea cellulare di leucemia monocitica THP-1 [22] [21]. Uno studio di Manosroi et al., (2011), ha spiegato ulteriormente l’azione antiossidante di Murivenna sulla pelle. L’estratto di foglie di Piper betel ha mostrato una significativa capacità di favorire la guarigione delle ferite in ratti resi diabetici Ciò potrebbe essere dovuto alla proprietà di ridurre i marcatori di stress ossidativo come i livelli di malondialdeide (MDA) e 11β HSD-1 e di aumentare i livelli di superossido dismutasi (SOD) [17]. Uno studio sperimentale ha dimostrato che il gel di estratto di Allium cepa  ha un effetto significativo nel migliorare l’aspetto delle cicatrici riducendo l’arrossamento e favorendo morbidezza e consistenza sul sito di escissione [17]. Gli studi antinfiammatori su linee linea cellulari degli estratti etanolici della corteccia di E. variegata hanno mostrato effetti nell’infiammazione acuta e cronica mediante effetto inibitorio rispettivamente del rilascio di PGE2 e TNF-α e proprietà antimicrobiche [17]. Per la preparazione di Murivenna viene inoltre utilizzato anche Tandulodaka (l’acqua di lavatura e mollitura del riso); questa soluzione dimostra di potenziare la capacità d’idratazione di gel e creme liposomiali (niosomi) e di arricchirli di bioattivi naturali (amminoacidi essenziali, minerali, vitamine (tra cui la vitamina E), polifenoli, gamma-orizanolo, carotenoidi, ecc.), contenuti nella crusca del riso; la pitera (una sostanza prodotta dalla fermentazione del riso), in particolare, è nota per la sua capacità di promuovere la rigenerazione cellulare  [18]. La proprietà curativa delle ferite della crusca di riso è dovuta principalmente a presenza di peptidi cationici come RBP-LRR, RBP-EKL e RBP-SSF [28].

 

Panoramica di evidenze

Di seguito viene riportata una panoramica di una serie di esperienze cliniche sull’uso di Murivenna in diverse condizioni di malattia.

 

Koriya, H et al. MANAGEMENT OF POST FRACTURE STIFFNESS BY MURIVENNA TAILA PARISHEKA WITH REHABILITATION EXERCISE – A CASE REPORT. International Journal of AYUSH Case Reports, 2020; 6(3), 285-288.

La maggior parte delle fratture e delle lussazioni, per una corretta guarigione, richiedono un periodo d’immobilizzazione, con gesso, che provoca rigidità articolare e debolezza muscolare. La medicina occidentale applica la fisioterapia per trattare la rigidità post-frattura. In Ayurveda, Acharya Sushruta ha dedicato un capitolo apposito e separato alla frattura (come trattamento Bhagna Chikitsa), facendo un distinguo tra la frattura in una persona giovane che guarisce in tempo più breve rispetto a una persona anziana. In questo caso clinico una donna di 25 anni, a causa di un incidente stradale, ha riportato la frattura dell’estremità distale del radio sinistro, gestita con riduzione chiusa e fissazione percutanea con filo di Kirschner e gesso di Parigi (POP); un gesso, per l’immobilizzazione, è stato applicato sotto il gomito per 35 giorni. L’immobilizzazione è stata rimossa dopo 35 giorni, ma il paziente soffriva di grave e dolorosa limitazione dei movimenti con rigidità e infiammazione ancora persistenti nel sito articolare. Per questo motivo è stata decisa la gestione con Parisheka con Murivenna Taila tiepido insieme alla riabilitazione del polso, 1 volta al giorno per 30 giorni; al termine del trattamento la paziente ha riferito un evidente sollievo dal dolore e un evidente miglioramento del movimento del polso. Il completo sollievo dal dolore, l’eliminazione del gonfiore e la riacquisizione della gamma completa di movimenti, senza dolori, sono stati ottenuti al completamento di quattro settimane di trattamento e la paziente è tornata alle sue attività di routine già dalla quarta settimana in poi. Questo singolo caso contribuisce a dimostrare che la rigidità post-frattura può essere gestita con successo con Murivenna Taila Parisheka e che consente un rapido ritorno alla vita di routine [16].

 

Sreerag, M. V. and Dhule, M. (2021). EFFECT OF MURIVENNA OINTMENT IN THE MANAGEMENT OF PARIKARTHIKA (ACUTE FISSURE IN ANO) – A PILOT STUDY. Journal of Pharmaceutical Research International, 33(39A), pp. 156-161. doi: 10.9734/jpri/2021/v33i39A32154.

Parikarthika (fissurazione anale) è una delle condizioni più dolorose che si verificano nella regione ano – rettale. A causa delle abitudini alimentari irregolari e degli stili di vita moderni dei popoli dell’era attuale vi è una maggiore incidenza della ragade nell’ano. Lo scopo di questo studio pilota era quello di valutare l’efficacia dell’unguento Murivenna nella gestione di Parikarthika. Questo studio è stato condotto su 22 pazienti con diagnosi di ragade acuta nell’ano. A tutti i 22 pazienti è stato applicato un unguento a base di Murivenna localmente nel letto della fissura (Parikartika). A tutti i pazienti è stato consigliato di eseguire l’applicazione due volte al giorno, dopo il semicupio, per 4 settimane o fino alla guarigione del letto della fessura. In tutti i pazienti affetti da stitichezza, al trattamento, è stato associato anche, come farmaco adiuvante, Triphala con acqua tiepida, per via orale, prima di coricarsi, ogni giorno. In questo studio è stato osservato che in tutti i pazienti vi è stato un sollievo significativo da sintomi come il dolore nell’ano e sanguinamento rettale, dopo 30 giorni di trattamento. La tonicità dello sfintere anale è diventata normale in 21 pazienti (95,45%) dopo 30 giorni di trattamento. L’ulcera all’ano era completamente guarita in 19 pazienti (86,36%) dopo 30 giorni di trattamento. Non si è verificata alcuna recidiva in tutti i pazienti dopo i 30 anni giorni di follow-up. I sintomi come dolore e sanguinamento dal retto dimostravano un efficace migliorato entro 14 giorni dal trattamento in tutti i pazienti. Il trattamento descritto in questo studio viene ritenuto efficace nella gestione della ragade dell’ano in quanto ha alleviato i sintomi cardinali, come il dolore acuto e il bruciore [27].

 

Keerthy P et al. A CLINICAL STUDY TO EVALUATE THE EFFICACY OF MURIVENNA APPLICATION ON EPISIOTOMY WOUND. Journal of Ayurveda and Integrated Medical Sciences, 2020; 5(05), 65-71.

Un’incisione chirurgica sul perineo e sulla parete vaginale posteriore, durante la seconda fase del travaglio è chiamato episiotomia (perineotomia) e si tratta infatti di una lesione perineale di secondo grado. È l’operazione ostetrica più comunemente eseguita per allargare l’ingresso vaginale e favorire un parto più facile e sicuro del feto; inoltre questa procedura contribuisce a ridurre al minimo lo stiramento eccessivo e danni ai muscoli del feto e della fascia perineale riducendo anche lo stress e la tensione sulla testa del feto. La ferita dell’episiotomia è praticata su una zona delicata della donna e provoca forte dolore e disagio e richiede cure e attenzioni mediche adeguate. Questa condizione, se non adeguatamente trattata, può portare a infezioni della ferita puerperale e guarigione ritardata; come conseguenza possono aversi delle interferenze negative nell’interazione madre-bambino, con l’allattamento e prolungare la degenza ospedaliera. La cura della ferita provocata da episiotomia deve essere iniziata immediatamente dopo la sutura della ferita per ridurre il dolore e infiammazione. In chiave ayurvedica la ferita chirurgica dell’episiotomia può essere considerata Sadyo Vrana e l’Ayurveda dispone di diverse modalità di trattamento per Vrana Chikitsa. I farmaci Shodhana e con qualità Ropana sono essenziali per la guarigione. In questo studio di ricerca sono stati arruolati un totale di 30 pazienti in due gruppi, il gruppo A (di controllo) nel quale è stato applicato Jatyadi Taila sulla ferita da episiotomia dopo Ushna Jala Parisheka e il Gruppo B (trattamento) in cui è stato applicato Murivenna dopo Ushna Jala Parisheka. Dallo studio sono emersi risultati incoraggianti nel gruppo di trattamento con Murivenna; dallo studio è emerso che Murivenna possiede migliori proprietà antidolorifiche e di riduzione della fragilità tissutale [15].

 

Jyothi et al. CLINICAL EFFICACY OF MURIVENNA TAIL KATIBASTI IN KATISHOOL W.S.R. LUMBAR SPONDYLOSIS. WJMPR, 2019;5(11):105-09.

Katishoola è la condizione che colpisce allo stesso modo uomini e donne. La lombalgia è il disturbo più comune una prevalenza dal 65 al 90%. Le posture scorrette di seduta, i viaggi, l’uso della bicicletta e le attività sportive sono tra le cause più frequenti. Il 10% dei casi è dovuto alla spondilosi lombare che in Ayurveda è correlata a Katishool. Essa è descritta come la condizione degenerativa che colpisce i dischi, i corpi vertebrali o le articolazioni associate della colonna lombare. Poiché Kati è l’area più interessata da questa malattia, Katibasti è stata la procedura ayurvedica più indicata. Con la finalità di contribuire con un’ulteriore prova di efficacia di Katibasti in Katishool sono stati trattati 10 pazienti per un periodo di 8 giorni. Murivenna Taila è stato l’olio medicato utilizzato per lo studio. In questa esperienza clinica sono stati osservati risultati altamente significativi e un miglioramento dei sintomi cardinali di Katishool come il miglioramento nella gamma di movimenti e dell’intensità del dolore. Questa procedura si è rivelata un buon intervento clinico nel pacificare Vataja o Vata-kaphaja in Katishool [14].

 

Raiby P. Paul, Prasanth, D, Rajashekar, K. N. CLINICAL STUDY TO EVALUATE THE EFFICACY OF JANU BASTI AND JANU PICHU WITH MURIVENNA IN JANU SANDHIGATA VATA. Anveshana Ayurveda Medical Journal.2015: 1(2): 74-7.

L’artrosi è la forma più comune di artrite caratterizzata principalmente da dolore, gonfiore e limitazione funzionale dell’articolazione. Si presenta comunemente unilateralmente nell’articolazione del ginocchio, che è l’articolazione più importante che sostiene il peso nel corpo. L’artrosi dell’articolazione del ginocchio è il disturbo articolare più comune riscontrato negli anziani. A causa delle somiglianze nei segni e nei sintomi, può essere correttamente correlato a Janu sandhigata vata. Secondo l’Ayurveda, Snehana, Svedana, Dahana e Upanaha sono le principali modalità di trattamento nella gestione del Sandhigata Vata. Questi sono principalmente rivolti a finalità di nutrimento, sostenimento articolare (Bramhana). Sushruta ha menzionato il trattamento per Sandhigatavata con Snehana e Janubasti che sono una delle modalità di trattamento più comunemente adottate nella gestione di Janu sandhigata vata. In questo studio è emerso che Janubasti con Taila dà risultati incoraggianti nell’alleviare i segni e i sintomi di Janusandhivata. In particolare Murivenna è un rimedio comunemente usato in Kerala ed è elencato nella farmacopea dell’Ayurveda del Kerala. È utile in Sandhi Bhagna (traumi delle articolazioni) grazie ai suoi effetti Vedanasthapaka e Shothagna. La maggior parte degli ingredienti di Murivenna posseggono Katu Rasa, Theekshna Guna, Ushna Veerya e Katu Vipaka. Murivenna è considerato un trattamento elettivo, secondo la letteratura ayurvedica che considera Snehana e Swedana le modalità principali di chikista in vata vyadhi. Janu basti, che è una procedura evoluta da Shirobasti, è stata studiata con vari sneha e dimostra una notevole efficacia nella condizione di Janu sandhigata vata (correlata alla malattia dell’osteoartrite). Anche Janu Pichu sostiene lo stesso principio di produzione di effetto Sthanika Snehana e Swedana, perché mantiene localmente l’olio per un periodo di tempo stabilito. In questo studio è stata confrontata l’efficacia di Janu basti e Janu Pichu con Murivenna in Janu sandhigata vata ed è emerso che Janu basti ha mostrato risultati significativi nell’alleviare i sintomi di Janu sandhigata vata [24].

 

Huda A, Princy Prasad M.R. A COMPARATIVE STUDY TO EVALUATE THE EFFICACY OF SPLINTED BANDAGE WITH MURIVENNA AND PLASTER OF PARIS IN THE MANAGEMENT OF COLLES FRACTURE. International Ayurvedic Medical Journal.2018;293):991-97.

La frattura di Colles (polso e radio distale) è una lesione comune nelle cliniche ortopediche. La gestione della frattura di Colles comprende la riduzione chiusa e l’applicazione di gesso di Parigi ma il peso elevato e complicazioni come rigidità articolare, prurito e piaghe da gesso sono lamentele comuni. Le tradizionali tecniche di posizionamento osseo professionali utilizzano bende steccate. Questo studio ha valutato l’efficacia della benda steccata con Murivenna a confronto con l’applicazione del gesso di Parigi nella frattura di Colles. Attravero criteri d’inclusione ed esclusione sono stati reclutati due gruppi di 10 pazienti ciascuno mediante semplice randomizzazione. Nel gruppo I è stata applicata una benda steccata con Murivenna e nel gruppo II il gesso di Parigi. Lo studio ha concluso nel gruppo trattato con le bende steccate con l’aggiunta di Murivenna il sollievo da sintomi come dolore, dolorabilità, gonfiore e anche il miglioramento della gamma di movimento dell’articolazione del polso sono stati migliori rispetto al gruppo trattato con l’applicazione del gesso di Parigi nella frattura di Colles [12].

 

Benny, G. A., Varghese, T., Vijayakumar, S., & Robin, D. T. (2023). EFFECTIVE MANAGEMENT OF COLLES FRACTURE USING MURIVENNA AND ABHA GUGGULU – A CASE REPORT. Journal of Ayurveda and Integrative Medicine, 14(4), 100786.

La frattura di Colles è la frattura più comune incontrata nella pratica ortopedica che richiede tempestività intervento terapeutico e adeguato follow-up per garantire la completa guarigione. Nei testi classici dell’Ayurveda sono stati spiegati vari tipi di fratture, metodi di riduzione e guarigione. Queste tecniche sono dimostrate da evidenze scientifiche e dal loro prolungato uso nel tempo. Questo articolo riferisce del successo della gestione di un caso della frattura di Colles utilizzando l’Ayurveda e tecniche moderne; l’intervento ayurvedico si è basato sull’uso di Murivenna (un olio medicato menzionato nei testi contemporanei dell’Ayurveda) e la somministrazione interna di Abha Guggulu e unitamente è stato utilizzato POP semifuso e benda steccata in alluminio. Una donna di 75 anni di corporatura moderata a cui è stata diagnosticata la frattura Colles è stata trattata con una tecnica di riduzione manipolativa chiusa, seguita da un semi-gesso sotto il gomito (POP) e una stecca di alluminio. Murivenna è stato versato anteriormente al sito fratturato e ad Abha Guggulu è stato somministrato per via orale. Il bendaggio è stato effettuato il 7° e il 21° giorno e rimosse il 35° giorno. Al termine del trattamento le condizioni del paziente sono sensibilmente migliorate notevolmente con una buona escursione dei movimenti del polso; successivamente è stato consigliato d’iniziare la riabilitazione. In questo caso clinico è stato osservato che il trattamento integrato di trattamenti principi ayurvedici con le tecniche moderne di gestione della frattura del polso sono è utile e privo di eventi avversi [2].

 

Sreelekha, R., Gangadharan, K., Meherban, N., Akshaya, A. S., Anusha, U. S., Dinsha, V. P., & Babukuttan, G. (2023). AYURVEDIC MANAGEMENT OF BOTH-BONE FRACTURE OF THE FOREARM-A CASE REPORT. Kerala Journal of Ayurveda, 2(2).

Le fratture ossee dell’avambraccio sono tra le fratture pediatriche più comuni, stimate intorno al 40% di tutte le fratture pediatriche. Questo caso clinico descrive la gestione di questo tipo di frattura in un ragazzo di 14 anni caduto sulla mano tesa mentre giocava a cricket. Il paziente è stato portato in un vicino ospedale e gli è stata diagnosticata una frattura ossea dell’avambraccio sinistro. Il medico ha suggerito una riduzione chirurgica in aperto, ma poiché non erano preparati per l’intervento chirurgico, è stato optato per il trattamento ayurvedico. L’obiettivo del presente caso era correggere la deformità e i disturbi associati, ripristinando in definitiva la normale funzionalità della mano. Nell’Ayurveda questa condizione è considerata Prakoshtasthi Bhagna (Antaha e Bahi). Le modalità di trattamento eseguite sono state la riduzione e la manipolazione mantenendo la trazione seguita da bendaggio con Murivenna utilizzando 4 stecche sui lati dorsale, ventrale, mediale e laterale per 1 mese. Dopo 2 settimane è stata effettuata una semplice fasciatura senza stecche. Al termine del trattamento, (un mese) sono stati osservati il totale sollievo dai sintomi e il ripristino completo del movimento dell’avambraccio [26].

__________________References__________________

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  2. Benny, G. A., Varghese, T., Vijayakumar, S., & Robin, D. T. (2023). Effective management of Colles fracture using Murivenna and Abha Guggulu–A case report. Journal of Ayurveda and Integrative Medicine, 14(4), 100786.
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A cura della direzione scientifica di Benefica

Eur. Chem. Bull. 2023,12(5), 5527-5534

A COMPREHENSIVE REVIEW OF MURIVENNA, AN AYURVEDA FORMULATION.

Mahesh S1, Praveen kumar K S2, Sandipkumar Baheti1, Manjusha P3

Author information:

1 Central Ayurveda Research Institute, CCRAS, Patiala

2 Central Ayurveda Research Institute, CCRAS, Guwahati

3 PhD Scholar, All India Institute ofAyurveda, New Delhi

 

ABSTRACT

Medicated oils prepared according to the process explained in Ayurvedic literatures like Shargandhara samhita are used for internal administration and local applications different ailments. Medicated oils are prepared with sesame oil processed with decoction of herbs and paste of herbs. Murivenna, is an Ayurvedic medicated oil used for acute injuries like contusions, fresh wounds and in fracture management. This is an attempt to understand the pharmaceutical, analytical, pharmacological and clinical aspects of Murivenna by doing a review of all relevant literature. Murivenna is not mentioned in in Brihattrayi and Laghutrayis. This formulation was first explained in Agastyamarma Sastra, a medicine textbook of Siddha medicine. The formulation available in Ayurveda Formulary of India is a modified form of above formulation. Murivenna was used for various ailments like fracture, dislocation, sprain, osteo arthritis, plantar fasciitis and also be prescribed as a rectal instillation medicine for inflamed hemorrhoids. There is a scope for future researches of this wonderful formulation by converting it in to patient friendly dosage forms. Murivenna can be converted in to other dosage forms like ointment, gel and transdermal anti-inflammatory and analgesic patches.

Keywords: Ayurveda, herbal oil, medicated oils, Murivenna, fracture management, taila A comprehensive review of Murivenna, an Ayurveda formulation Section A-Research paper 

doi: 10.31838/ecb/2023.12.5.426

ISSN 2063-5346

 

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Newsletter Fitoterapia nr. 63 – novembre 2023

Ashwagandha: Integrazione nutrizionale specifica per l’attività sportiva.

Panoramica di evidenze sulle variabili di fitness.

 

F1000Research, 12(335), 335

Effects of Ashwagandha (Withania somnifera) standardized root extract on physical endurance and VO 2max in healthy adults preforming resistance training: An eight-week, prospective, randomized, double-blind, placebo-controlled study. 

Verma, N., Gupta, S. K., Patil, S., Tiwari, S., & Mishra, A. K. (2023).

 

La newsletter

La passione per il fitness e per l’attività sportiva, il culturismo fisico ed in generale la cura della forma fisica rappresentano un fenomeno sociale esponenzialmente crescente in cui lo sport, come la network society, sono diventati ambienti sociali e culturali di riferimento; in questo contesto non sono soltanto gli atleti ma i giovani in generale, che si sentono socialmente sempre più sollecitati al potenziamento fisico e all’incremento della prestazione e del rendimento. Per altro l’uso di supplementi nutrizionali e dietetici da parte degli atleti, per incrementare le proprie prestazioni, è molto antico e può essere fatto risalire agli albori dello sport. In un testo del famoso retore ateniese Filostrato [170-250], scritto nel II secolo d.C., il Trattato sull’allenamento (peri gymnastikes logos), nel quale si fa riferimento a fatti e pratiche dello sport greco risalenti all’epoca della classicità greca (il V secolo), viene citata la pratica delle Tetradi, vale a dire un ciclo di allenamento di quattro giorni, in ognuno dei quali si effettuava una diversa attività e che doveva essere supportato da uno specifico regime alimentare. Sia il sistema di allenamento delle Tetradi che alcune specifiche pratiche dietetiche degli antichi atleti possono essere considerati gli antesignani dei moderni supplementi alimentari ed ergogenici. [9]

È anche per i motivi di cui sopra che, negli ambienti sportivi, è notoriamente cresciuto l’uso di diverse sostanze per incrementare massa muscolare, forza e potenza muscolare, resistenza all’esaurimento fisico. Queste sostanze vengono comunemente definite come supplementi nutrizionali ed ergogenici ma possono essere rappresentati da sostanze farmacologicamente attive (anabolizzanti, ormoni della crescita, eritripoietina umana ricombinante, beta – bloccanti, stimolanti) o da sussidi nutrizionali (tra cui creatina, vitamina A-C-E, carnitina, androstenedione, doping ematico). L’uso di queste sostanze può essere correlato a potenziale nocività per la salute.

Le piante medicinali adattogene (o gli adattogeni) sono oggi molto apprezzate anche dagli sportivi poiché si pongono come un’alternativa all’uso delle sostanze summenzionate. Esse di fatto si comportano come nutrienti vegetali che si ritiene aiutino a regolare il metabolismo quando è alterato da uno stress fisico o mentale. Gli “adattogeni” aiutano a normalizzare le funzioni dell’organismo, aumentando la resistenza a futuri stress ed aumentando il livello di “performance” dell’organismo.  Le piante medicinali adattogene quindi sono attualmente ritenute un’alternativa naturale per ottimizzare l’attività sportiva grazie alla loro lunga tradizione d’uso per il loro contributo positivo allo sport e al benessere; esse sono infatti tradizionalmente impiegate per sostenere e recuperare   prestazioni fisiche (forza, resistenza, recupero) ma anche mentali. Tra le piante adattogene più note ritroviamo Ashwagandha (Withania somnifera Dunal), Rodiola (Rodiola rosea L.), Ginseng koreano (Panax ginseng C.A.Meyer), Ginseng americano (Panax quinquefolium L.), Eleuterococco – detto anche Ginseng siberiano- (Eleutherococcos senticosus Maxim,), Schisandra (Schisandra chinensis Baill), Maca, etc.

Data la complessità dell’argomento, il tema dei supplementi nutrizionali ed ergogenici, compresi gli adattogeni, ai fini degli aspetti educativi al loro uso, è di grande attualità e acquisisce una rilevante importanza, per i professionisti della salute e della nutrizione. L’uso di supplementi nutrizionali, e di diverse sostanze con finalità ergogeniche, è oggi una pratica diffusissima e ampiamente promossa (palestre, blog dedicati, Web, etc.); essi sono ampiamente disponibili presso farmacie, parafarmacie, erboristerie e vitaminstore ed in internet.  Una riflessione quindi sull’uso dei supplementi nutrizionali ed ergogenici, si rende oggi quasi necessaria, per sensibilizzare ed orientare correttamente i consumatori ad una conoscenza sempre più completa della tematica, comprese le implicazioni etiche, mediche e psicologiche.

Il problema dei supplementi nutrizionali nell’attività sportiva comporta implicazioni, non solo per la salute ma anche sociali; nell’era dei social network e della comunicazione digitale, le fake news diffuse dalla rete sugli effetti dei supplementi alimentari ed ergogenici, possono portare a gravi problemi per la salute soprattutto in assenza di una guida specializzata. [9]

L’approccio scientifico a questa complessa e diffusa materia dovrebbe superare la descrittività e lasciare spazio al necessario approfondimento analitico basato sulle evidenze per evitare i rischi di conoscenze riduzionistiche, semplicistiche e generalizzate.

È spesso un uso improprio di queste sostanze che ne rappresenta la possibile tossicità; è questo il caso comune per piante medicinali impiegate con dosaggi molto superiori e per scopi diversi da quelli tramandati dal loro uso tradizionale, per il quale, invece, sono note come sicure e ben tollerate.

Una visione maggiormente “interdisciplinare” (finalizzata cioè alla ricerca di spazi di dialogo e di intersezione tra le varie discipline), può aiutare gli atleti a sviluppare un approccio critico-riflessivo all’uso dei nutrizionali. [9]

Scopo di questa newsletter, prendendo spunto dallo studio clinico segnalato e del quale si propone la lettura, è quello di contribuire alla conoscenza di Ashwagandha come integratore ergogenico nell’attività sportiva offrendo una panoramica di razionali d’impiego, d’azione e di evidenze cliniche disponibili.

 

Ashwagandha per l’attività sportiva

Ashwagandha (Withania somnifera Dunal), è una pianta, appartenente alla famiglia delle Solanaceae, usata per scopi medicinali, fin dall’antichità, soprattutto in India (Rajasthan, Punjab, Haryana, Uttar Pradesh, Gujarat, Maharashtra e Madhya Pradesh) [1] di cui si ritiene sia originaria e dove è oggi ampiamente coltivata. Ashwagandha è nota anche con il nome tradizionale di Ginseng indiano, nome che, non casualmente, rimanda al suo principale uso medicinale, in parte simile a quello di Panax ginseng (Panax ginseng C.A. Meyer), come sostanza vegetale adattogena cioè utile per contrastare affaticamento fisico e mentale e facilitarne da essi il recupero; queste due piante medicinali presentano, in parte, analogie di effetti pur avendo un profilo fitochimico diverso.  Ashwagandha, grazie ai suoi effetti rivitalizzanti immunomodulanti, tradizionalmente viene ritenuta una pianta medicinale ferma-tempo (Rasayana: ringiovanente). È per questi motivi che in questi ultimi anni l’uso di Ashwagandha si è diffuso molto anche in occidente dove viene impiegato prevalentemente come integratore nutrizionale per contrastare stanchezza fisica e mentale e i disturbi funzionali psico fisici da stress. È tuttavia importante sottolineare che il crescente interesse clinico per questa pianta medicinale è giustificato anche da una sempre maggiore disponibilità di evidenze di azioni farmacologiche secondarie, ma non meno importanti, in più ambiti come quello metabolico, oncologico e neurodegenerativo. [1]

Coerentemente con l’uso tradizionale di Ashwagandha a supporto e recupero delle performances fisiche, è cresciuto, in questi ultimi anni, l’interesse per il suo potenziale ruolo nutrizionale integrativo nell’attività sportiva. È per questo motivo che gli integratori a base di Ashwagandha sono diventati attualmente molto popolari e richiesti da atleti e sportivi, per incrementare/sviluppare la massa muscolare, forza fisica, prestazioni aerobiche e anaerobiche. Secondo le conclusioni di una serie di ultimi studi scientifici, l’assunzione di Ashwagandha, negli sportivi, contribuirebbe ad un generale miglioramento delle variabili di fitness come le performances cardiovascolari e di resistenza allo sforzo, un aumento aspecifico della forza fisica, un miglior recupero dall’affaticamento, un miglioramento dello sviluppo muscolare, un miglioramento della composizione corporea, un beneficio ormonale. Nonostante alcune evidenze in vitro che dimostrerebbero un’azione diretta di Ashwagandha sulla miogenesi, i suoi effetti sulla formazione e l’incremento muscolare, sarebbero tuttavia un effetto secondario alla capacità, in generale, di supportare la resistenza fisica; inoltre questi effetti sono stati misurati solo in modelli di studio in cui l’assunzione di Ashwagandha è stata associata all’esercizio fisico. Ashwagandha, negli atleti, contribuirebbe inoltre positivamente nel ridurre la percezione di stress aumentando la qualità di vita. [27,37,24,20,38,6,39,16,22,33,30,31,35,7,32]

Una revisione sistematica del 2021, su 12 lavori clinici disponibili fino al 2020, ha valutato l’effetto dell’integrazione di Ashwagandha sulle prestazioni fisiche negli individui sani relativamente a forza/potenza, fitness cardiorespiratorio e variabili di fatica/recupero. La metanalisi ha concluso che l’integrazione di Ashwagandha era più efficace del placebo nel migliorare le variabili relative alla prestazione fisica in uomini e donne sani. [2]

Una seconda metanalisi del 2022 ha valutato gli effetti dell’integrazione di Withania somnifera, con finalità ergogeniche, sulle prestazioni fisiche negli sportivi. I risultati di questa revisione sistematica della letteratura hanno dimostrato che l’integrazione di Withania somnifera (mediamente da 500 mg a 1.250 mg) può migliorare le prestazioni fisiche negli sportivi [8]. Secondo uso tradizionale e letteratura scientifica l’estratto della radice di Ashwagandha, ai dosaggi raccomandati, risulta tradizionalmente ben tollerato. [1]

Un estratto acquoso di Ashwagandha, a 2000 mg/kg nel ratto, non ha esercitato nessuna tossicità clinica o biochimica in 28 giorni. In vitro i risultati suggeriscono che non esiste tossicità sugli eritrociti umani a dosi standard di estratto [1]. Ashwagandha non deve essere assunta in gravidanza e durante l’allattamento. [1]

 

Estratti e meccanismo d’azione

Per gli usi di cui sopra la parte della pianta maggiormente impiegata è rappresentata dalle radici da cui è possibile ottenere polveri o estratti acquosi e idroalcolici; più raramente si possono trovare estratti ottenuti sia da radici che da foglie, mentre le sole foglie vengono impiegate meno frequentemente per scopi medicamentosi. Esiste una significativa diversità quantitativa di distribuzione, nelle diverse parti della pianta, delle sostanze farmacologicamente attive. [1]

Nei moderni integratori fitoterapici Ashwagandha, e diffusamente anche in Italia, viene impiegato prevalentemente sotto forma di estratto secco titolato in withanolidi, comunemente oggi al 2,5 %, che rappresenta una valida titolazione che consente, al dosaggio opportuno, un’assunzione bilanciata e non eccessiva dei componenti farmacologicamente attivi del fitocomplesso (prevalentemente lattoni steroidali e alcaloidi). [1]

Più complesso è comprendere pienamente i numerosi meccanismi d’azione di questa pianta medicinale anche se una serie di studi scientifici ne orientano la comprensione. [1]

È intuibile comunque, pur nell’evidenza che nel fitocomplesso vi siano sostanze ad azione biologica prevalente, che il generale effetto adattogeno di Ashwagandha sia probabilmente da ricondurre all’insieme sinergico delle diverse azioni farmacologiche esercitate dal fitocomplesso su più bersagli, coinvolgendo più sistemi tra i quali quello neurotrasmettitoriale e immunitario; sono tuttavia evidenti anche gli effetti metabolici ed endocrini. [1]

Tra i diversi meccanismi d’azione di Ashwagandha, che spiegherebbero i suoi effetti adattogeni ed ergogenici fisici, ne spiccherebbe uno che li ricondurrebbe alla capacità del fitocomplesso di influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali tra i quali quello dopaminergico.  Gran parte dell’attività farmacologica di Ashwagandha viene attribuita alla Witaferina A, D e al witanolide G. Tra i vari meccanismi ipotizzati ve ne è uno particolarmente interessante che si fonda sull’osservazione che i witanolidi di Ashwagandha posseggono, di base, una struttura steroidale e somigliano, sia nella loro azione che nell’aspetto, ai costituenti attivi del ginseng asiatico (Panax ginseng) noti come ginsenosidi. Secondo questa teoria i witanolidi fungerebbero da precursori ormonali che possono convertirsi in ormoni fisiologici umani secondo necessità. Si pensa che Ashwagandha si comporti come un sostanza ad azione bidirezionale (similmente all’azione anfotera); cioè possa aiutare a regolare importanti processi fisiologici in direzioni opposte facilitando le risposte di adattamento. La teoria è che quando nell’organismo vi è un eccesso di un certo ormone endogeno, il precursore dell’ormone di origine vegetale occupi i siti recettoriali della membrana cellulare, quindi l’ormone vero e proprio non possa interagire con il recettore ed esercitare il suo effetto. Se invece il livello dell’ormone endogeno è basso, l’ormone vegetale esercita un piccolo effetto agonista. [36]

In sintesi si può comunque ragionevolmente ritenere che alla base delle proprietà adattogene fisiche di Ashwagandha sembri esserci una inibizione dell’up regulation dei recettori dopaminergici, a livello del corpo striato, indotta dallo stress. In generale, per spiegare gli effetti adattogeni fisici e mentali di Ashwagandha sembrano evidenti le interazioni di Ashwagandha anche con i principali domini neurotrasmettoriali come quello serotoninergico, colinergico e GABA-ergico, etc; queste azioni giustificherebbero in Ashwagandha anche la generale capacità di supportare i meccanismi di adattamento anche mentale allo stress (ansia, umore). [1]

L’effetto immunostimolante della pianta sembra invece essere correlato, oltre ad altri meccanismi, alla proprietà di indurre la sintesi di monossido d’azoto (NO) da parte dei macrofagi e alla generale capacità della pianta di ridurre i livelli cortisolo. [1]

Ashwagandha viene descritto anche per la sua capacità di influenzare massa magra e massa grassa: in vitro il Witaferin A sembra indurre apoptosi negli adipociti riducendo la vitalità dei preadipociti preconfluenti (del 16.73%) e la vitalità dei preadipociti postconfluenti (del 22,5%) mentre non ha avuto un’influenza significativa sugli adipociti maturi. Ashwagandha possiede pertanto il potenziale per indurre la morte cellulare (per apoptosi) nelle cellule adipose, ma le concentrazioni utili per la supplementazione orale nell’uomo sono troppo elevate per l’uso pratico. [1]

L’azione di Ashwagandha su peso e grasso corporeo è stata valutata in uno studio su atleti sani, sottoposti a programma di allenamento di sviluppo forza per 8 settimane, che hanno assunto nello stesso periodo anche 300 mg di un estratto di Ashwagandha, due volte al giorno; in questo studio è stato dimostrato che gli atleti hanno perso il 2% in più di grasso corporeo rispetto al gruppo placebo, come misurato con impedenza bioelettrica. [1]

L’azione di Ashwagandha sulla massa magra è stata valutata in uno studio in cui Ashwagandha, a dosaggi di 750-1.250 mg al giorno, per un mese, in soggetti sedentari, ha determinato una tendenza ad incrementare la massa magra ed a ridurre la massa grassa, anche se non in modo statisticamente significativo. [1]

L’azione di Ashwagandha sul testosterone è stato osservato anche in uomini sani che non facevano allenamento fisico e che hanno iniziato un protocollo di allenamento della forza fisica; in questi soggetti, nel periodo di assunzione di 300 mg di estratto di radice di Ashwagandha, due volte al giorno, il testosterone del gruppo placebo (misurato prima degli allenamenti) è rimasto invariato, mentre nel gruppo trattato con Ashwagandha il testosterone è aumentato di circa il 15%. Studi preliminari indicano che Ashwagandha può normalizzare livelli ridotti di testosterone negli uomini infertili, e può anche aumentare i livelli di testosterone negli uomini che sono anche sottoposti a un allenamento di resistenza fisica. [1]

Gli effetti positivi degli estratti di radice di Ashwagandha sulla forza/potenza muscolare, sulla forma cardiorespiratoria e sull’affaticamento/recupero vengono ricondotti anche alle proprietà antiossidanti di questa pianta. Per i processi di adattamento fisiologico all’esercizio fisico sono necessari adeguati livelli fisiologici di specie reattive dell’ossigeno (ROS); sovrallenamento, scarsa disponibilità di energia o scarsa igiene del sonno potrebbero aumentare la produzione di ROS, influenzando negativamente gli adattamenti in risposta all’esercizio. [23] [10] [3]

È stato dimostrato che i ROS inducono modificazioni strutturali delle proteine miofibrillari, che ne influenzano la funzione. In questo senso, diversi studi hanno dimostrato che la supplementazione di antiossidanti può contrastare e ritardare l’affaticamento muscolare durante l’esercizio prolungato nell’uomo [17][18][19]; pertanto l’impiego di bioattivi antiossidanti rientra in logica comune per l’aumento di forza e potenza attraverso la possibile ottimizzazione del processo muscolare di recupero e adattamento dopo uno sforzo fisico, che ha un’implicazione pratica sulla frequenza, e quindi sul volume, dell’allenamento. L’effetto citoprotettivo di Ashwagandha (attraverso l’attivazione di Nrf2) è stato dimostrato in diversi contesti cellulari e in diverse combinazioni di estratti vegetali [25] [12] [34]; in generale diverse vie di segnalazione anaboliche e cataboliche, che regolano la sintesi proteica muscolare e il metabolismo energetico, risulterebbero influenzate da Ashwagandha nella regolazione della miogenesi nel muscolo scheletrico nell’uomo e in modelli animali. Diversi autori hanno concluso che Ashwagandha eserciterebbe una sia una funzione promiogenica sia un effetto modulatorio della miogenesi e della rigenerazione muscolare, suggerendo una complessa regolazione di queste vie di segnalazione durante la formazione muscolare. [14] [13]

In particolare la witaferina A, tra gli altri metaboliti secondari, è stata identificata come regolatrice di diversi contesti cellulari che possono favorire la miogenesi e il metabolismo ossidativo negli umani. In termini di fitness cardiorespiratorio e prestazioni di resistenza, è stato riportato che l’integrazione con Ashwagandha contribuisce all’aumento di [Hb] e dei marcatori ematologici (concentrazione media di emoglobina corpuscolare [MCH], concentrazione media di emoglobina cellulare [MCHC] e volume corpuscolare medio [MCV]) prevenendo lo stress ossidativo. [20]

Gli effetti fisiologici summenzionati rappresenterebbero i meccanismi principali per spiegare l’aumento del VO2max come dimostrato da Schumacher et al. (2002) [29], in ciclisti professionisti, che hanno evidenziato MCV e MCH più elevati nei periodi delle competizioni rispetto al periodo di bassa stagione; da Borges et al. (2012) [4] che hanno dimostrato un aumento sostanziale di MCV e MCH nei kayaker professionisti dopo un periodo di addestramento ad alta intensità; da Rietjens et al. (2002) che hanno studiato i livelli di [Hb] e VO2max negli esercizi al cicloergometro e sul tapis roulant nei triatleti [26]; altri studi hanno mostrato una correlazione tra queste variabili negli atleti in allenamenti in quota [28] e tra l’emoglobina e la capacità di esercizio. [21] [5]

Shenoy et al. (2012) hanno riportato un aumento maggiore del tempo all’esaurimento negli uomini rispetto alle donne (rispettivamente 10,7% contro 4,3%), che ha portato a risultati più elevati di VO2max per gli uomini (rispettivamente 16,1% contro 9,0%); ciò implicherebbe che gli uomini hanno risposto di più all’integrazione rispetto alle donne, forse per una diversa mediazione dell’effetto di Ashwagandha da parte del sistema endocrino. [31]

L’integrazione con estratti di Ashwagandha (600 mg al giorno da cui 15-20 mg di withanolidi) potrebbe non solo contrastare la produzione di ROS durante l’esercizio ma anche aumentare i livelli di testosterone nei maschi sani [15] il che giustificherebbe le differenze di effetti nelle prestazioni fisiche tra uomini e donne se si considerano gli effetti eritrogeni ben documentati del testosterone. [11]

Considerando l’importanza del riposo e del sonno nei processi di adattamento allo sforzo fisico, un aspetto non secondario per l’utilità dell’integrazione di Ashwagandha negli sportivi, è la sua nota capacità di ottimizzare la qualità del sonno senza presentare effetti collaterali. [39]

 

PANORAMICA DELLE EVIDENZE

Sandhu, J. S., Shah, B., Shenoy, S., Chauhan, S., Lavekar, G. S., & Padhi, M. M. (2010). EFFECTS OF WITHANIA SOMNIFERA (ASHWAGANDHA) AND TERMINALIA ARJUNA (ARJUNA) ON PHYSICAL PERFORMANCE AND CARDIORESPIRATORY ENDURANCE IN HEALTHY YOUNG ADULTS. International journal of Ayurveda research, 1(3), 144.PubMed.

In Ayurveda Ashwagandha (Withania somnifera Dunal) e Arjuna (Terminalia arjuna (Roxb.) Wight & Arn) sono due importanti piante medicinali e di largo uso. Ashwagandha è classificato come Rasayana e descritto per promuovere la salute e la longevità mentre Arjuna principalmente per i disturbi cardiaci come coronaropatie, insufficienza cardiaca, ipercolesterolemia, dolore anginoso pertanto può essere considerata un farmaco utile per la malattia coronarica, l’ipertensione e la cardiomiopatia ischemica. Sulle basi dell’uso tradizionale di queste due piante medicinali è stato studiato il loro ruolo, come integratori, individualmente e come combinazione, su velocità massima, potenza media assoluta e relativa, equilibrio, consumo massimo di ossigeno (VO2 max) e pressione sanguigna nell’uomo. Per lo studio sono stati arruolati quaranta (40) soggetti normali sani (entrambi i sessi, età media 20,6 ± 2,5 anni e indice di massa corporea medio 21,9 ± 2,2). Trenta partecipanti sono stati assegnati al gruppo sperimentale di cui 10 hanno ricevuto estratti di radice standardizzati di Withania somnifera, 10 hanno ricevuto estratto di corteccia standardizzato di Terminalia arjuna e i rimanenti 10 hanno ricevuto una combinazione di estratto di radice standardizzato di Withania somnifera oltre all’estratto di corteccia di Terminalia arjuna. Entrambi i farmaci sono stati somministrati sotto forma di capsule (dosaggio 500 mg/giorno). Dieci partecipanti hanno ricevuto un placebo (capsule piene di farina). Tutti i soggetti hanno continuato il trattamento per 8 settimane. Tutte le variabili sono state valutate prima e dopo il ciclo di somministrazione del farmaco. Lo studio ha dimostrato che Withania somnifera ha aumentato la velocità, la potenza e il VO2 max mentre Terminalia arjuna ha aumentato il VO2 max e ha abbassato la pressione sanguigna sistolica a riposo. Quando somministrati in combinazione, il miglioramento è stato osservato in tutti i parametri tranne l’equilibrio e la pressione sanguigna diastolica. Secondo lo studio Withania somnifera può quindi essere utile per la debolezza generalizzata e per migliorare la velocità, la forza muscolare degli arti inferiori e la coordinazione neuromuscolare. Terminalia arjuna può rivelarsi utile per migliorare la resistenza cardiovascolare e abbassare la pressione arteriosa sistolica. Entrambi i farmaci sembrano essere sicuri nei giovani adulti se somministrati per il dosaggio e la durata indicati. [27]

 

Wankhede, S., Langade, D., Joshi, K., Sinha, S. R., & Bhattacharyya, S. (2015). EXAMINING THE EFFECT OF WITHANIA SOMNIFERA SUPPLEMENTATION ON MUSCLE STRENGTH AND RECOVERY: A RANDOMIZED CONTROLLED TRIAL. Journal of the International Society of Sports Nutrition, 12(1), 43. PubMed

Questo studio si è posto lo scopo di valutare la tollerabilità, la sicurezza e l’attività dose-correlata sulla forza muscolare di una formulazione a base di Withania somnifera in individui normali. Il disegno era prospettico, in aperto, a dosi variabili. Sono stati arruolati diciotto (18) volontari apparentemente sani (12 M – 6 F, età:18-30 anni e BMI: 19-30). Dopo le indagini di base, hanno ricevuto capsule di Ashwagandha) (estratto acquoso, 8:1) ogni giorno in due dosi divise con aumento della dose giornaliera ogni 10 giorni per 30 giorni (750 mg/giorno × 10 giorni, 1000 mg/giorno × 10 giorni, 1250 mg/giorno × 10 giorni). I volontari sono stati valutati per sintomi/segni, funzioni vitali, test di funzionalità d’organo ematologici e biochimici. L’attività muscolare è stata misurata mediante la forza della presa della mano, la forza del quadricipite e la forza dell’estensore della schiena. La tolleranza all’esercizio è stata determinata utilizzando il cicloergometro. Il peso corporeo magro e la percentuale di grasso sono stati calcolati attraverso la misurazione dello spessore delle pieghe cutanee. Gli eventi avversi sono stati registrati, come riferito volontariamente dai soggetti. Sono state utilizzate misure ripetute ANOVA, test di McNemar e test t per dati appaiati. Tutti i volontari, tranne uno, hanno tollerato Ashwagandha senza alcun evento avverso. Un volontario ha mostrato aumento dell’appetito, della libido ed effetti allucinogeni con vertigini alla dose più bassa ed è stato ritirato dallo studio. In sei soggetti è stato riscontrato un miglioramento della qualità del sonno. I test di funzionalità organica erano nella norma prima e dopo l’intervento. La riduzione del colesterolo totale e LDL e l’aumento della forza nell’attività muscolare sono stati significativi. La percentuale di grasso corporeo totale ha mostrato una tendenza alla riduzione. Ashwagandha in dose incrementata, è stato ben tollerato. La formulazione è apparsa sicura e ha rafforzato l’attività muscolare. Alla luce delle evidenze viene studiato anche il potenziale di questo farmaco nei pazienti affetti da sarcopenia. [37]

 

Raut, A. A., Rege, N. N., Tadvi, F. M., Solanki, P. V., Kene, K. R., Shirolkar, S. G., … & Vaidya, A. B. (2012). EXPLORATORY STUDY TO EVALUATE TOLERABILITY, SAFETY, AND ACTIVITY OF ASHWAGANDHA (WITHANIA SOMNIFERA) IN HEALTHY VOLUNTEERS. Journal of Ayurveda and integrative medicine, 3(3), 111. PubMed 

Ashwagandha è sempre più utilizzata come pianta medicinale per l’integrazione specifica a favore dell’incremento della massa muscolare e della forza in soggetti impegnati in allenamenti di resistenza. Uno studio clinico randomizzato, prospettico, in doppio cieco, controllato con placebo è stato condotto per di 8 settimane arruolando 57 giovani maschi (18-50 anni) con poca esperienza nell’allenamento di resistenza. I partecipanti sono stati randomizzati al trattamento (29 soggetti) e al gruppo placebo (28 soggetti). I soggetti del gruppo di trattamento hanno assunto 300 mg di estratto di radice di Ashwagandha due volte al giorno, mentre il gruppo di controllo ha assunto placebo a base di amido. Dopo le misurazioni di base, entrambi i gruppi dei soggetti sono stati sottoposti ad un allenamento di resistenza per 8 settimane e le misurazioni sono state ripetute alla fine della settimana 8. La misura primaria di efficacia era la valutazione della variazione della forza muscolare. Le misure di efficacia secondarie erano la dimensione muscolare e la composizione corporea, i livelli sierici di testosterone e recupero muscolare. La forza muscolare è stata valutata utilizzando il carico 1-RM per gli esercizi alla panca piana e quelli di estensione delle gambe. Il recupero muscolare è stato valutato utilizzando il livello della creatina chinasi sierica come indicatore di lesioni muscolari derivanti dagli effetti dell’esercizio. Lo studio ha concluso che rispetto ai soggetti trattati con placebo, il gruppo trattato con Ashwagandha aveva valori significativamente maggiori negli aumenti della forza muscolare durante l’esercizio alla panca (Placebo: 26,4 kg, IC 95%, 19,5, 33,3 rispetto ad Ashwagandha: 46,0 kg, IC 95% 36,6, 55,5; p = 0,001) e nell’esercizio di estensione delle gambe (placebo: 9,8 kg, IC 95%, 7,2,12,3 vs. Ashwagandha: 14,5 kg, IC 95%, 10,8,18,2; p = 0,04) e un aumento significativamente maggiore della dimensione muscolare delle braccia (Placebo: 5,3 cm2 , IC al 95%, 3,3,7,2 rispetto ad Ashwagandha: 8,6 cm2 , IC al 95%, 6,9,10,8; p = 0,01) e del torace (placebo: 1,4 cm, IC al 95%, 0,8, 2,0 rispetto ad Ashwagandha: 3,3 cm, IC al 95%, 2,6, 4,1; p<0,001). Rispetto ai soggetti del gruppo placebo, i soggetti trattati con Ashwagandha hanno avuto anche una riduzione significativamente maggiore del danno muscolare indotto dall’esercizio fisico come indicato dalla stabilizzazione della creatinchinasi sierica (placebo: 1.307,5 U/L, IC al 95%, 1.202,8, 1.412,1, vs. Ashwagandha: 1.462,6 U/L, IC al 95%, 1.366,2, 1.559,1; p = 0,03), un aumento significativamente maggiore del livello di testosterone (Placebo: 18,0 ng/dL, IC 95%, -15,8, 51,8 rispetto ad Ashwagandha: 96,2 ng/dL, IC 95%, 54,7, 137,5; p = 0,004), e una diminuzione significativamente maggiore della percentuale di grasso corporeo (placebo: 1,5%, IC 95%, 0,4%, 2,6% rispetto ad Ashwagandha: 3,5%,IC 95%, 2,0%, 4,9%; p = 0,03). Lo Studio conclude che l’integrazione di Ashwagandha è associata ad aumenti significativi di massa muscolare e forza e suggerisce che l’integrazione di Ashwagandha può essere utile in combinazione con un programma di allenamento di resistenza. [24]

 

Mehta, V. (2022). EFFECT OF ASHWAGANDHA (WITHANIA SOMNIFERA) ROOT POWDER SUPPLEMENTATION ON AGILITY LEVEL OF PLAYERS: A CASE STUDY OF HOCKEY PLAYERS. EPRA International Journal of Multidisciplinary Research (IJMR), 8(9), 292-295.

Questo studio si è posto l’obiettivo di valutare il valore ergogenico di Ashwagandha come integratore nutrizionale sul livello di agilità nei giocatori di hockey. Trentadue (32) giocatori di hockey maschi (con un’età media di 17,3 ± 1,8 anni e un BMI di 20,7 ± 2,8 kg/m2) si sono offerti volontari per lo studio. I soggetti sono stati assegnati in modo casuale in due gruppi Gruppo I (n = 24): gruppo Withania somnifera (gruppo sperimentale) e Gruppo II (n = 24): gruppo Placebo (controllo). Il gruppo sperimentale ha ricevuto capsule da 500 mg di estratto di radici di Ashwagandha due volte al giorno per otto settimane, mentre il gruppo placebo ha ricevuto capsule di amido. Il livello di agilità è stato valutato con il test Illinois Agility Run Test Getchell (1979) sia nei gruppi sperimentali che in quelli di controllo prima e dopo la somministrazione di Withania somnifera e placebo. In questo studio è stato riscontrato un miglioramento significativo nel livello di agilità dopo 4 settimane (t = 1,83, p < 0,10) e 8 settimane (t = 2,45, p < 0,02) nel gruppo sperimentale. Invece, non è stato riscontrato alcun miglioramento significativo nel gruppo di controllo per quanto riguarda il livello di agilità dopo 8 settimane di integrazione con placebo. In questo studio l’integrazione di Withania somnifera migliora il livello di agilità nei giovani giocatori di hockey. [20] 

 

YADAV, S. (2014). EFFECT OF ASHWAGANDHA (WITHANIA SOMNIFERA) CONSUMPTION ON THE SELECTED PHYSICAL FITNESS VARIABLES OF MALE SPRINTERS. Turkish Journal of Sport and Exercise, 16(3), 45-47.

Lo scopo dello studio era di indagare l’effetto del consumo di Ashwagandha (Withania Somnifera) su specifiche variabili di fitness in velocisti maschi. Un totale di 20 velocisti maschi è stato diviso equamente in 10 partecipanti in ciascun gruppo, cioè quello sperimentale e quello di controllo. I partecipanti sono stati scelti tra coloro che avevano gareggiato, a livello interuniversitario, con il Lakshmibai National Institute di educazione fisica, nella fascia di età compresa tra 18 e 25 anni. Ashwagandha è stata somministrata ai 10 partecipanti del gruppo sperimentale per 12 settimane, tre volte a settimana, a giorni alterni con latte. Dopo 12 settimane è stato effettuato un test di idoneità fisica sui 20 velocisti nei gruppi sperimentali e di controllo. Sulla base dei risultati ottenuti questo studio suggerisce che Ashwagandha ha avuto un effetto migliorativo significativo sui velocisti nel salto in lungo da fermo (metri), nello scatto sulle 50 iarde (secondi), nelle trazioni (minuti), nelle ripetizioni di addominali (minuti), nella corsa in navetta (secondi). [38]

  

Cesanelli, L., Vici, G., Camilletti, D., Ceci, R., Belli, L., & Polzonetti, V. (2020). IMPACT OF 8 WEEKS OF SUPPLEMENTATION WITH WITHANIA SOMNIFERA ON STRENGTH IN TRAINED INDIVIDUALS. International Journal on Nutraceuticals, Functional Foods and Novel Foods.

Tra le potenzialità benefiche per la salute di Ashwagandha vi è il suo possibile utilizzo come integratore come aiuto ergogenico. Recentemente è stata dimostrata l’efficacia del WS (Ashwagandha) come adiuvante della resistenza fisica. La maggior parte degli studi che indagano questa area di ricerca hanno considerato principalmente soggetti non allenati e questo studio si è posto lo scopo di valutare l’impatto di otto settimane di integrazione con Ashwagandha sulle variazioni degli adattamenti nell’allenamento della forza in individui allenati. Sedici individui maschi (16) allenati (25,7 ± 3,0 anni; 74,7 ± 6,9 kg; 178,9 ± 4,5 cm; 23,3 ± 1,1 BMI), con almeno quattro anni di allenamento di resistenza esperienza, hanno partecipato allo studio. Gli individui hanno continuato con i loro programmi di allenamento per la forza e la resistenza, e le diete e le strategie di somministrazione di integratori sono rimaste invariate. Otto dei 16 soggetti (gruppo trattato) sono trattati con integrazione con WS (500 mg/giorno di estratto in polvere di WS titolato in withanolidi 2,5%) per un periodo di otto settimane, mentre gli altri otto soggetti (gruppo di controllo) non hanno ricevuto integrazione. Per valutare la forza i test 1RM sono stati eseguiti per quattro esercizi selezionati all’inizio (T1), a metà (T2) e alla fine (T3) dello studio. Rispetto al gruppo non trattato, gli individui trattati hanno mostrato un aumento significativo della forza massima totale (la somma dei risultati 1RM) (p=0,05); tuttavia, non sono emerse differenze significative tra i singoli esercizi nei confronti della forza massimale. [6] 

 

Ziegenfuss, T. N., Kedia, A. W., Sandrock, J. E., Raub, B. J., Kerksick, C. M., & Lopez, H. L. (2018). EFFECTS OF AN AQUEOUS EXTRACT OF WITHANIA SOMNIFERA ON STRENGTH TRAINING ADAPTATIONS AND RECOVERY: THE STAR TRIAL. Nutrients, 10(11), 1807.

Withania somnifera (Ashwagandha) è una pianta medicinale nota per possedere proprietà “rasayana” (ringiovanente) a favore di longevità e proprietà rivitalizzanti. Un estratto acquoso standardizzato ottenuto da radici e foglie di Withania somnifera (Sensoril®) è stato studiato per valutarne sugli adattamenti nell’allenamento della forza. Con questo scopo sono stati arruolati 38 uomini praticanti sport per motivi ricreativi (non professionisti) (26,5 ± 6,4 anni, 181 ± 6,8 cm, 86,9 ± 12,5 kg, 24,5 ± 6,6% di grasso) e sono stati randomizzati in doppio cieco al placebo (PLA, n = 19) o 500 mg/die di estratto di Ashwagandha (S500, n = 19). Al basale sono state misurate composizione corporea (DEXA), forza muscolare, potenza e resistenza, e corsa ciclistica a cronometro di 7,5 km; sono stati poi eseguiti gli esami ematochimici clinici dopo 12 settimane di integrazione e allenamento. Ai soggetti veniva richiesto di mantenere la loro normalità nelle abitudini alimentari e di seguire un programma di allenamento di resistenza al sovraccarico specifico e progressivo (4 giorni/settimana, divisione parte superiore/parte inferiore del corpo). Dallo studio è emerso che nel gruppo trattato rispetto al placebo si sono ottenuti guadagni nello squat 1-RM (S500: +19,1 ± 13,0 kg rispetto al PLA+10,0 ± 6,2 kg, p = 0,009) e nella distensione su panca (S500: +12,8 ± 8,2 kg rispetto a PLA: +8,0 ± 6,0 kg, p = 0,048). Nello studio, da DEXA, sono stati osservati cambiamenti favorevoli verso placebo nel rapporto androide/ginoide (S500: +0,0 ± 0,14 vs PLA: +0,09 ± 0,1, p = 0,03). Non sono state trovate altre differenze per composizione corporea, scale analogiche visive per il recupero o nell’emodinamica sistemica, tuttavia, solo il gruppo trattato con Ashwagandha ha dimostrato miglioramenti statisticamente significativi nella potenza media dello squat, potenza massima della distensione su panca, prestazioni nella corsa ciclistica a cronometro di 7,5 km e punteggi di recupero percepiti. In questo studio si conclude che l’integrazione una dose di 500 mg di un estratto acquoso di Ashwagandha migliora la forza della parte superiore e inferiore del corpo, supporta una distribuzione favorevole della massa corporea ed è stato ben tollerato in atleti non professionisti in un allenamento di resistenza di 12 settimane. [39] 

 

Malik, Arvind, Vikas Mehta, and Vishal Dahiya. (2013) “EFFECT OF ASHWAGANDHA (WITHANIA SOMNIFERA) ROOT POWDER SUPPLEMENTATION ON THE VO2 MAX. AND HEMOGLOBIN IN HOCKEY PLAYERS.” International Journal of Behavioral Social and Movement Sciences 2.3 (2013): 91-99.

Questo studio è stato tra i primi ad essere progettato per studiare l’effetto dell’integrazione nutrizionale di Withania somnifera (Ashwagandha) sul VO2max ed emoglobina nei giocatori di hockey. Trentadue (32) giocatori di hockey maschi, (età media di 17,4 ± 1,7 anni e BMI 20,9 ± 2,9 kg/m2) sono stati assegnati casualmente in due gruppi: Gruppo I (n=16): gruppo Withania somnifera (gruppo sperimentale) e gruppo II (n=16): Placebo (gruppo di controllo. Il gruppo sperimentale ha ricevuto capsule da 500 mg di un estratto di radici di Ashwagandha, due volte al giorno, per otto settimane, mentre il gruppo placebo ha ricevuto capsule di amido. Prima e dopo la somministrazione rispettivamente di Withania somnifera e placebo sono state misurate la Capacità massima di consumo di ossigeno in ml/kg/min (VO2max.) e è stato eseguito il test dell’emoglobina (Hb). In questo studio è stato dimostrato che nel gruppo sperimentale si è ottenuto un miglioramento significativo di VO2max (t = 2,98, p< 0,01) ed emoglobina (t = 2,78, p < 0,01) mentre non è stato osservato alcun cambiamento significativo nei valori pre-test e post-test di VO2max e Hb nel gruppo placebo. Secondo questo studio l’integrazione di Withania Somnifera migliora le concentrazioni di VO2max e emoglobina in giovani giocatori di hockey. [16] 

 

Pérez-Gómez, J., Villafaina, S., Adsuar, J. C., Merellano-Navarro, E., & Collado-Mateo, D. (2020). EFFECTS OF ASHWAGANDHA (WITHANIA SOMNIFERA) ON VO2MAX: A SYSTEMATIC REVIEW AND META-ANALYSIS. Nutrients, 12(4), 1119.

Lo scopo di questo studio era di rivedere sistematicamente la letteratura scientifica sugli effetti dell’integrazione con Ashwagandha (Withania somnifera) sul consumo massimo di ossigeno (VO2max), nonché di fornire indicazioni per la pratica clinica. È stata condotta una ricerca sistematica in tre database elettronici seguendo le linee guida Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA). I criteri di inclusione erano: (a) dati VO2max, con medie ± deviazione standard prima e dopo l’intervento di integrazione, (b) se lo studio era uno studio randomizzato e controllato (RCT), (c) se l’articolo era scritto in inglese. La qualità delle prove è stata valutata secondo l’approccio GRADE (Grading of Recommendations, Assessment, Development and Evaluation). È stata eseguita una meta-analisi per determinare le dimensioni dell’effetto. Cinque studi sono stati selezionati nella revisione sistematica (162 partecipanti) e quattro sono stati inclusi nella meta-analisi (142 partecipanti). I risultati hanno mostrato un miglioramento significativo del VO2max negli adulti e negli atleti sani (p = 0,04). La differenza media era 3,00 (IC 95% da 0,18 a 5,82) con elevata eterogeneità. In conclusione, l’integrazione di Ashwagandha potrebbe migliorare il VO2max negli atleti e nei non atleti. [22] 

 

Tiwari, S., Gupta, S. K., & Pathak, A. K. (2021). A DOUBLE-BLIND, RANDOMIZED, PLACEBO-CONTROLLED TRIAL ON THE EFFECT OF ASHWAGANDHA (WITHANIA SOMNIFERA DUNAL.) ROOT EXTRACT IN IMPROVING CARDIORESPIRATORY ENDURANCE AND RECOVERY IN HEALTHY ATHLETIC ADULTS. Journal of ethnopharmacology, 272, 113929.

L’Ashwagandha è una pianta molto apprezzata in Ayurveda ed è utilizzata per vari disturbi e per migliorare il benessere generale. Una migliore resistenza cardiorespiratoria può aiutare a raggiungere migliori capacità fisiologiche, metaboliche e funzionali negli esseri umani. Scopo di questo studio era di valutare l’efficacia e la sicurezza dell’estratto di radice di Ashwagandha nel migliorare la resistenza cardiorespiratoria in adulti sportivi sani. Cinquanta (50) adulti sportivi sani sono stati selezionati in modo casuale e equamente assegnati ai gruppi Ashwagandha e placebo. Il gruppo Ashwagandha ha ricevuto 300 mg di capsule di estratto di radice di Ashwagandha, due volte al giorno, per 8 settimane. La resistenza cardiorespiratoria è stata valutata misurando la capacità aerobica massima (VO2 max). La stima della gestione dello stress è stata effettuata attraverso i questionari Total Quality Recovery Scores (TQR), Recovery-Stress Questionnaire for Athletes (RESTQ) e Daily Analysis of Life Demands for Athletes (DALDA) insieme alla misurazione del livello di antiossidanti. Alla fine dello studio, è stato osservato un miglioramento statisticamente significativo nel risultato del VO2 max nel gruppo Ashwagandha rispetto al gruppo placebo (P = 0,0074) così come i soggetti del gruppo Ashwagandha hanno mostrato in generale aumenti statisticamente significativi alla fine dello studio rispetto al basale (P < 0,0001). Sono stati osservati punteggi TQR significativamente migliorati nei soggetti del gruppo Ashwagandha rispetto al placebo (P <0,0001). L’analisi del questionario DALDA (Daily Analysis of Life Demands for Athletes questionnaire) nel gruppo Ashwagandha si è dimostrata statisticamente significativa (P <0,0001) rispetto al gruppo placebo. Anche la valutazione RESTQ (The Recovery-Stress-Questionnaire for Athletes) ha prodotto risultati migliori, soprattutto per il recupero dalla fatica (P < 0,0001), la mancanza di energia (P < 0,0001) e l’analisi della forma fisica (P < 0,0001). Il potenziamento del livello antiossidante era significativo (P <0,0001) nel gruppo Ashwagandha. I risultati di questo studio suggeriscono che l’estratto di radice di Ashwagandha può migliorare con successo la resistenza cardiorespiratoria e migliorare la qualità della vita in adulti sportivi sani. Nessun evento avverso è stato segnalato da nessuno dei soggetti in questo studio. [33]

 

Shenoy, S., Bhaskaran, U. C., Sandhu, J. S., & Paadhi, M. M. (2012). THE EFFECT OF ASHWAGANDHA (WITHANIA SOMNIFERA) ON ANAEROBIC PERFORMANCE ON ELITE INDIAN CYCLIST. Medicina Sportiva: Journal of Romanian Sports Medicine Society, 8(3), 1909.

Questo studio è stato progettato per studiare gli effetti dell’Ashwagandha sui parametri anaerobici in ciclisti d’élite indiani. Lo studio sperimentale è stato condotto presso il dipartimento di medicina dello sport e fisioterapia, Guru Nanak Dev University (Amritsar India), su 40 ciclisti d’élite (maschi e femmine) selezionati casualmente e ugualmente assegnati in due gruppi cioè gruppo sperimentale e di controllo. Nel gruppo sperimentale è stata somministrata una integrazione di estratto di radici di Ashwagandha, sotto forma di capsule mentre nel gruppo placebo sono state somministrate capsule di amido per 8 settimane. Per i risultati sono stati misurati i parametri della potenza anaerobica (watt, potenza di picco, la potenza media misurata dall’analisi del sistema di movimento cinematico e velocità misurate mediante un test di 50 metri). In questo studio è emerso che vi è stato un miglioramento significativo sia nei maschi che nelle femmine in tutti i parametri. Watt (P<0,001), picco potenza (P<0,05), potenza media (P<0,05), tuttavia non vi è stato alcun miglioramento statisticamente significativo nella velocità. Maschi e femmine si sono dimostrati ugualmente sensibili all’integrazione con Ashwagandha. Secondo questo studio l’integrazione di 8 settimane con Ashwagandha porta ad un miglioramento della capacità anaerobica del ciclista d’élite. [30]

 

Shenoy, S., Chaskar, U., Sandhu, J. S., & Paadhi, M. M. (2012). EFFECTS OF EIGHT-WEEK SUPPLEMENTATION OF ASHWAGANDHA ON CARDIORESPIRATORY ENDURANCE IN ELITE INDIAN CYCLISTS. Journal of Ayurveda and integrative medicine, 3(4), 209.

Questo studio è stato progettato sul presupposto che il ciclismo è uno sport di resistenza che si basa principalmente sulla capacità aerobica per fornire “carburante” all’organismo durante gli eventi ciclistici di lunga durata. Gli atleti sono costantemente alla ricerca di nuovi metodi per migliorare questa capacità attraverso vari aiuti nutrizionali ed ergogenici. Lo scopo dello studio pertanto è stato quello di valutare l’effetto dell’Ashwagandha sulla capacità di resistenza cardiorespiratoria, cioè la capacità aerobica in ciclisti indiani d’élite. Quaranta (40 partecipanti) ciclisti indiani d’élite (élite qui si riferisce alla partecipazione dell’atleta almeno a eventi a livello statale) sono stati scelti in modo casuale e sono stati equamente divisi in gruppi sperimentali e placebo. Il gruppo sperimentale ha ricevuto capsule da 500 mg di radici di Ashwagandha due volte al giorno per otto settimane, mentre il gruppo placebo ha ricevuto capsule di amido. Il test di base sul tapis roulant per i ciclisti è stato eseguito per misurare la loro capacità aerobica in termini di capacità aerobica massima (VO2 max), equivalente metabolico, rapporto di scambio respiratorio (RER) e tempo totale impiegato dall’atleta per raggiungere la fase di esaurimento. Dopo otto settimane di integrazione, è stato eseguito nuovamente il test sul tapis roulant e sono stati ottenuti i risultati. Nel gruppo trattato con Ashwagandha c’è stato un miglioramento significativo in tutti i parametri, mentre il gruppo placebo non ha mostrato alcun cambiamento rispetto ai parametri di base. Nel gruppo trattato con Ashwagandha c’è stato un miglioramento significativo in tutti i parametri, cioè VO2 max (t = 5,356; P < 0,001), METS (t = 4,483; P < 0,001) e tempo di esaurimento sul tapis roulant (t = 4,813; P < 0,001) rispetto al gruppo placebo che non ha mostrato alcun cambiamento rispetto ai parametri basali. In questo studio Ashwagandha ha dimostrato di migliorare la resistenza fisica. [31] 

 

Verma, N., Gupta, S. K., Patil, S., Tiwari, S., & Mishra, A. K. (2023). EFFECTS OF ASHWAGANDHA (WITHANIA SOMNIFERA) STANDARDIZED ROOT EXTRACT ON PHYSICAL ENDURANCE AND VO 2MAX IN HEALTHY ADULTS PREFORMING RESISTANCE TRAINING: AN EIGHT-WEEK, PROSPECTIVE, RANDOMIZED, DOUBLE-BLIND, PLACEBO-CONTROLLED STUDY. F1000Research, 12(335), 335.

Ashwagandha è una nota pianta medicinale utilizzata per il vigore e il benessere giovanile. Questo studio ha studiato gli effetti di 300 mg di un estratto di radice standardizzato di Ashwagandha (Withania somnifera) sulla massa muscolare, sulla forza e sulla resistenza cardiorespiratoria dopo un allenamento di resistenza. In questo studio clinico di otto settimane, a gruppi paralleli, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, 80 partecipanti sani maschi e femmine di età compresa tra 18 e 45 anni, che praticavano attività fisica regolare, sono stati assegnati casualmente in uno studio 1 :1 per ricevere Ashwagandha (AG, n=40) capsule da 300 mg due volte al giorno per otto settimane o placebo identico (PB, n=40). Sette partecipanti (3 AG, 4 PB) sono stati esclusi a causa della scarsa compliance. Tutti i partecipanti hanno condotto un allenamento di resistenza di otto settimane. I risultati dello studio includevano la forza muscolare (distensione su panca 1RM ed estensione della gamba), la dimensione muscolare (circonferenza del braccio, del torace e della parte superiore della coscia) e la resistenza cardiorespiratoria (VO2max) valutata al basale e dopo otto settimane. L’analisi della covarianza (ANCOVA) è stata utilizzata per stimare le differenze aggiustate in base al sesso, al BMI e alla circonferenza toracica al basale. Lo studio ha evidenziato che Ashwagandha ha indotto un miglioramento maggiore nel chest press (maschi: p = 0,0084; femmine: p = 0,0005), leg press (maschi: p = 0,0049; femmine: p = 0,018) e nella resistenza (maschi: p <0,0001; femmine: p <0,0001) rispetto al placebo. Inoltre, nel gruppo trattato con Ashwagandha sono stati osservati miglioramenti maggiori nella circonferenza muscolare del braccio, del torace e della coscia sia nei partecipanti maschi che in quelli femminili. Nello studio non sono stati segnalati eventi avversi. In questo studio si conclude che otto settimane di integrazione con l’estratto di radice di Ashwagandha, insieme all’allenamento di resistenza, sono efficaci nel migliorare la forza muscolare, la crescita, la resistenza e il recupero sia nei partecipanti maschi che in quelli femminili. L’estratto di radice di Ashwagandha potrebbe essere un’alternativa sicura, efficace ed economica per migliorare la resistenza muscolare. [35]

 

Choudhary, B., Shetty, A., & Langade, D. G. (2015). EFFICACY OF ASHWAGANDHA (WITHANIA SOMNIFERA [L.] DUNAL) IN IMPROVING CARDIORESPIRATORY ENDURANCE IN HEALTHY ATHLETIC ADULTS. Ayu, 36(1), 63.

L’Ashwagandha (Withania somnifera [L.] Dunal) è tradizionalmente nota per varie azioni che vanno dal rivitalizzare, migliorare la resistenza, promuovere la longevità, migliorare l’immunità e la fertilità maschile e femminile inoltre, più di recente Ashwagandha viene indicato per migliorare e sostenere soprattutto la resistenza cardiovascolare e le prestazioni fisiche. Questo studio prospettico, in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo ha valutato l’efficacia dell’estratto di radici di Ashwagandha nel migliorare la resistenza cardiorespiratoria e nel migliorare la qualità della vita (QOL) in 50 partecipanti adulti atletici (sportivi) sani di sesso maschile/femminile. Anche in questo studio la resistenza cardiorespiratoria è stata valutata misurando il consumo di ossigeno ai livelli di picco dello sforzo fisico (VO2 max) durante un test di corsa a navetta di 20 m. Per valutare la QOL è stato utilizzato il questionario QOL auto-riportato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (salute fisica, salute psicologica, relazioni sociali e fattori ambientali). Il test t di Student è stato utilizzato per confrontare le differenze nella media e la variazione rispetto ai livelli VO2 max basali, mentre il test dei ranghi con segno di Wilcoxon è stato utilizzato per valutare le variazioni nei punteggi QOL rispetto al basale nei due gruppi. Dallo studio è emerso che si è verificato un aumento maggiore rispetto al basale (P < 0,0001) del VO2 max medio nel gruppo trattato con Ashwagandha (n = 24) rispetto al placebo (n = 25) a 8 settimane (4,91 e 1,42, rispettivamente) e a 12 settimane (5,67 e 1,86 rispettivamente). I punteggi QOL per tutti i sottodomini sono migliorati significativamente in misura maggiore nel gruppo Ashwagandha a 12 settimane rispetto al placebo (P < 0,05). I risultati di questo studio suggeriscono che l’estratto di radice di Ashwagandha migliora la resistenza cardiorespiratoria e migliora la qualità della vita negli adulti atletici sani. [7] 

 

Sukumar, B. S., Tripathy, T. B., Shashirekha, H. K., & Shetty, S. K. (2021). EFFICACY OF ASHWAGANDHA (WITHANIA SOMNIFERA (L.) DUNAL) IN IMPROVING CARDIORESPIRATORY ENDURANCE (VO2 MAX TEST) IN HEALTHY SUBJECTS. International Journal of Research in Pharmaceutical Sciences, 12(1), 911-918.

In Ayurveda, alcune formule a base di erbe sono considerate Rasayana e vengono generalmente assunte a cicli di tempo per rigenerare sia il cervello che i tessuti corporei. Ashwagandha (Withania somnifera Dunal) è una pianta medicinale nota come adattogeno, antiossidante, modulatore immunitario, scavenger di radicali liberi, antistress, antiartritico, antispasmodico, antinfiammatorio, tonico nervoso, calmante nervoso e agente antitumorale; attualmente è molto affermato anche il suo uso come integratore nutrizionale. Il massimo consumo di ossigeno (VO2 max) è un gold standard come riferimento per valutare l’attività cardiopolmonare, insieme alla valutazione della salute delle cellule muscolari. Questo studio ha valutato l’efficacia dell’Ashwagandha nel migliorare la resistenza cardiorespiratoria (VO2 max) in soggetti sani. Per lo studio (clinico comparativo controllato in cieco singolo) sono stati randomizzati 54 partecipanti volontari sani in ciascun gruppo, il gruppo di studio ha ricevuto Ashwagandha Choorna 12 g con latte (200 ml) a stomaco vuoto al mattino e il gruppo di controllo solo latte (200 ml). Nel gruppo di trattamento e in quello di controllo è stato misurata la capacità massima di assunzione di ossigeno in ml/kg/min (VO2 max) con il test Rockport Fitness Walking, prima dell’intervento (0° giorno), dopo l’intervento (60° giorno) e al follow-up (90° giorno). Nello studio è emerso che nel gruppo trattato con Ashwagandha si è avuto un miglioramento significativo del VO2 max (F=20.675, P <0,0001) e dell’emoglobina (X2=74,150 P <0,0001). Lo studio conclude che l’integrazione con Ashwagandha (Withania somnifera) con latte migliora l’emoglobina e la VO2 max (capacità aerobica massima). [32]

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F1000Research, 12(335), 335

Effects of Ashwagandha (Withania somnifera) standardized root extract on physical endurance and VO 2max in healthy adults preforming resistance training: An eight-week, prospective, randomized, double-blind, placebo-controlled study. 

Narsingh Verma 1, Sandeep Kumar Gupta 2, Sayali Patil 3, Shashank Tiwari 4, Ashok Kumar Mishra 5 (2023).

Author information:

1 Physiology, King George’s Medical University, Lucknow, Uttar Pradesh, 226003, India
2 Internal Medicine, M V Hospital and Research Centre, Lucknow, Uttar Pradesh, 226003, India
3 Pharmacology, D. Y. Patil deemed to be University – School of Medicine, Navi Mumbai, Maharashtra, 400607, India
4 Physiology, King George’s Medical University, Lucknow, Uttar Pradesh, 226003, India
5 Clinical Research, M V Hospital and Research Centre, Lucknow, Uttar Pradesh, 226003, India

 

Abstract

Background: Ashwagandha is a well-known Ayurvedic herb used for youthful vigor and wellbeing. This study investigated the effects of 300 mg standardized root extract (>5% withanolides) of Ashwagandha (Withania somnifera) on muscle mass, strength and cardiorespiratory endurance following resistance training.

Methods: In this eight-week, parallel-group, multicenter, randomized, double-blind, placebo-controlled clinical study, 80 healthy male and female participants aged 18-45 years, who engaged in regular physical activity were randomly allocated in a 1:1 ratio to receive Ashwagandha (AG, n=40) 300 mg capsules twice daily for eight weeks, or identical placebo (PB, n=40). Seven (3 AG, 4 PB) participants were excluded due to poor compliance. All participants conducted eightweek resistance training. Study outcomes included muscle strength (1RM bench press and leg extension), muscle size (circumference of arm, chest and upper thigh) and cardio-respiratory endurance (VO 2max) assessed at baseline and at eight weeks. Analysis of covariance (ANCOVA) was used to estimate adjusted differences based on sex, BMI and chest circumference at baseline.

Results: AG caused greater improvement in chest press (males: p = 0.0084; females: p = 0.0005), leg press (males: p = 0.0049; females: p = 0.018) and endurance (males: p <0.0001; females: p <0.0001) as compared to PB. Also, greater improvements in muscle girth for arm, chest and thigh were seen in both male and female participants with AG. No adverse events were reported in the study.

Conclusions: Eight weeks of AG root extract supplementation along with resistance training is effective in improving muscle strength, growth, endurance and recovery in both male and female participants. AG root extract could be a safer, effective and low-cost alternative for athletes to improve muscle endurance.

Keywords: Withania somnifera; withanolide glycosides; immunomodulation; immunity; Th1–Th2 pathway.

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