Shatavari (Asparagus racemosus Willd)

NOME COMUNE

Shatavari

NOME SCIENTIFICO

Asparagus racemosus Willd

FAMIGLIA

Asparagaceae

HABITAT

Shatavari (Asparagus racemosus) è un’erba originaria dell’India, dell’Africa, dell’Australia e di alcune parti della Cina; prevalentemente cresce in regioni temperate e tropicali. È una pianta rampicante con steli legnosi e foglie che somigliano ad aghi di pino. Ha radici tuberose, che sono la parte più vitale della pianta e dove le proprietà terapeutiche sono concentrate [4].

PARTE USATA

Il rizoma; meno frequentemente i fiori e le foglie

PREPARAZIONI FARMACEUTICHE CONSIGLIATE

  • Polvere micronizzata delle radici
  • Estratto secco delle radici titolato in polisaccaridi totali min. 20%

COMPOSIZIONE CHIMICA

Le radici di Asparagus racemosus contengono mediamente : Shatavarine IV , che sono saponine steroidali ( 8.53+/-0.38%) e Shatavarine I, che sono ritenuti i principali componenti bioattivi ; Shatavaroside C e Shatavarolo ; Immunoside (0,038 +/- 0,003%) che è un glucoside delle sarsapogenine ; Racemoside A presente anche nei frutti ; isoflavoni ( 57.8mcg / 100g) cioè 8-methoxy-5,6,4′-trihydroxyisoflavone e 7-O-beta-D-glucopyranoside (due isoflavoni presenti anche nella soia) ; Secoisolariciresinolo(68.4mcg / 100g) ; Acido ursolico ; Beta-sitosterolo e Stigmaterolo ; una minima quantità di ecdisteroidi ; vitamina C (42,4 +/- 5.1mg / estratto di base 100mL); zinco (44-148mg / kg), Rame (fino a 34mg / kg), Manganese (fino a 84 mg / kg), Ferro (fino a 2 g / kg) e cobalto (talvolta fino a 122mg / kg, principalmente inosservabile) ; Asparagus Racemosus, in polvere, può contenere anche inulina (fibre alimentari). Le shatavarine e gli shatavarosidi sono comunemente ritenuti i principali componenti bioattivi anche se altri chemiotipi possono avere attività farmacologica. I frutti contengono prevalentemente Racemoside A, B e C ( una sarsasapogenina) oltre all’aglicone del Racemosides A-C [6,2,7,4,8,9,10,11,12,13,14,55].

PROPRIETA’ SALUTISTICHE

Shatavari è il nome sanscrito di Asparagus racemosus Willd. La traduzione significa letteralmente “ Colei che possiede cento mariti”! Noto per i suoi effetti tonici e rinvigorenti (Rasayana), sin dall’antichità, nel sistema della medicina tradizionale Ayurvedica ,il suo uso è citato , con le stesse finalità, anche nei sistemi medici Siddha ed Unani . Il suo uso medicinale è riportato nelle Farmacopee indiane e britanniche. In questi sistemi di medicina tradizionale Shatavari è stato impiegato per contrastare dispepsia ed ulcere gastriche, oltre che per stimolare la galattogenesi e favorire l’allattamento .Agli estratti dalle radici vengono inoltre attribuite proprietà idratanti ed emollienti, rinfrescanti , toniche nervine, pro-intestinali, afrodisiache, diuretiche, rigeneranti, carminative, eupeptiche ed antisettiche . Per l’uso medicinale si utilizzano prevalentemente le radici, dal noto sapore agro-dolce e, più raramente, i fiori e le foglie alle quali si ascrive una azione antinfiammatoria. Alla famiglia delle Asparagaceae appartengono più di 300 specie tra le quali si ricorda anche l’uso medicinale della specie “adscendes” e “ganaclades”. La specie comunemente utilizzata per scopi alimentari è invece l’Asparagus “officinalis”, che pur appartenendo alla stessa famiglia, non vanta gli stetti effetti bioattivi di Asparagus racemosus .
Nell’uso tradizionale Shatavari è stato prevalentemente utilizzato per trattare le tipiche sintomatologie a carico sistema riproduttivo femminile ed a sostegno della fertilità. Questi effetti derivano dalle proprietà farmacologiche di Shatavari che contribuiscono a modulare l’equilibrio ormonale a favore della cura ed in prevenzione di condizioni come la sindrome dell’ovaio policistico (PCSO). Analogamente Shatavari trova storico impiego nel lenire la sintomatologia premestruale e climaterica (vampate, irritabilità, depressione, instabilità dell’umore), per favorire l’ovulazione e nel contrastarne l’irregolarità così come quella delle mestruazioni. Tradizionalmente Shatavari ha trovato utile impiego nel favorire il desiderio sessuale nelle donne, incrementare la produzione del latte materno e come tonico-adattogeno post-partum. Altro uso tradizionale è relativo al trattamento di disturbi gastrointestinali, guarigione di ferite e contrasto alla tosse [1,2,3,4].

AZIONE SUL SITEMA NERVOSO CENTRALE

Depressione
Nello studio di Ojha R, et Al. nel 2010, Asparagus Racemosus dimostra una certa azione antidepressiva valutata con il Forced Swim Test e il Learned Helplessness Test, somministrando un estratto concentrato ( 62.2 % in saponine) a dosaggi compresi tra 100 e 400 mg/kg. Il meccanismo di attività ipotizzato è ricondotto ad un miglioramento di modulazione serotoninergica 5-HTP correlato, senza induzione di iperattività L-dopa mediata. Altra ipotesi di meccanismo è legata alla possibile capacità di Asparagus racemosus di inibire l’espressione delle MAO senza dimostrare una specifica attività nel migliore globalmente il sotto insieme, ma inibendo rispettivamente MAO-A e MAO-B con un IC50 di 11.72 +/- 0.82mg / ml e 14,70 +/- 0,93 mg / ml. L’inibizione di entrambi gli enzimi MAO risulta competitiva, ma più debole rispetto ai farmaci utilizzati per il confronto utilizzati (Moclobimide e selegelina) . Sono stati condotti altri studi sulla capacità antidepressiva dei Asparagus racemosus, anche in associazione con altri officinali (Ashwagandha, Bacopa monnieri, Clitoria ternatea, Ashwagandha e Tulsi) . Asparagus Racemosus può possedere probabili effetti anti-depressivi, ma sono necessari ulteriori studi per verificarne la potenza d’effetto sull’uomo [19,20,21,22,54].

Funzioni cognitive e memoria
Asparagus Racemosus sembra dimostrare effetti pro-cognitivi a dosaggi tra 50 e 200mg / kg, attraverso una probabile modulazione sul sistema colinergico per inibizione dell’attività dell’enzima acetilcolinesterasi . Uno studio sperimentale ha determinato la capacità di Asparagus racemosus di inibire l’enzima acetilcolinesterasi a concentrazioni IC50 di 12,35 +/- 1.16mg / ml anche se questo effetto è stato meno potente rispetto al farmaco di confronto Galantamina che ha agito a concentazioni di 0,30 +/- 0,01 mg / mL) . Nello stesso studio sono state anche riportate osservazioni sulla inibizione della butirril colinesterasi a concentrazioni IC50 di 15,92 +/- 1.57mg / ml, anche se meno potente rispetto alla droga di confronto Fisostigmina, che ha agito a concentrazioni più basse (0,09 +/- 0,01) ; le rispettive capacità di inibizioni sembrano di tipo competitivo ed in vivo si dimostrano dose-dipendenti [20,23,63].
Sempre nello studio condotto da Ojha R, et Al. nel 2010, in cui è stato valutato l’effetto di un estratto idroalcolico di Asparagus racemosus contenente il 62.2 % in saponine, è stato riportato che tutte le concentrazioni testate (50, 100, 200 mg / kg) hanno migliorato i parametri di memoria spaziale in modo simile al miglioramento ottenuto con 500mg / kg di Piracetam, utilizzato come farmaco di riferimento, senza evidenziare effetti dose-dipendenti. Asparagus racemosus sembra avere proprietà nootropiche a dosi relativamente basse, attraverso l’inibizione dell’acetilcolinesterasi [23,63].

Stress
In uno studio sperimentale sula ratto è stato somministrato un estratto etanolico di Asparagus Racemosus a dosaggi di 100, 200, e 400 mg / kg. I ratti sono stati poi sottoposti a test di stress (costrizione spaziale , resistenza nel nuoto, e stress chimico indotto) . Le conclusioni dello studio indicano che Asparagus racemosus ha prodotto effetti anti-stress in modo dose-dipendente, anche se con effetti meno potenti di 2mg/kg Diazepam che è risultato il 7% più efficace rispetto a 400mg / kg di Asparagus Racemosus . Sempre nello stesso studio 100 mg/ kg di Asparagus Racemosus sono risultati meno efficaci di 100 mg / kg di Ashwagandha nel ridurre gli effetti dello stress da costrizione e limitazione spaziale , ma Asparagus racemosus si è rivelato più potente, quando la dose è stata aumentata a 400 mg/kg .Lo studio di Kanwar AS et Al. del 2010, ha valutato gli effetti antistress di Asparagus racemosus anche in confronto con altri officinali. I ratti sono stati esposti a stress fisico in un modello di nuoto forzato per 5 ore consecutive misurando i livelli di corticosterone nel siero, utilizzato come biomarker dello stress. Lo studio conclude che estratti acquosi e alcolici di Asparagus racemosus sono stati in grado di ridurre significativamente i livelli di corticosterone . Come controllo attivo è stato utilizzato un estratto di Panax ginseng che si è dimostrato capace di ridurre l’incremento di stress indotto del 25,6%, tuttavia Panax ginseng è risultato meno efficace di sia Arundinaceum Chlorophytum sia di Asparagus adscendens che sono stati in grado di ridurre i livelli di corticosterone in stato di riposo . Asparagus racemosus dimostra di avere moderati effetti antistress anche se inferiori rispetto a ad altri officinali [24,25,54,60].

AZIONE SUL METABOLISMO DEGLI ZUCCHERI

Assorbimento. Uno studio condotto da Hannan JM et AL. nel 2011, ha concluso che una dose orale di 1250mg / kg di un estratto etanolico di Asparagus Racemosus, somministrata con i carboidrati, sembra ridurre l’assorbimento del glucosio (rilevando un tempo di transito più veloce ed una riduzione di AUC del glucosio nel siero) nell’intestino di ratti inibendo di circa il 25 % l’attività delle sucrasi [26,59].
Insulina. Sempre lo stesso studio di Hannan JM et Al. ha concluso che, l’estratto etanolico di Asparagus Racemosus sembra indurre un incremento dell’assorbimento del glucosio negli adipociti 3T3-L1 , ma la velocità di assorbimento è risultata significativamente migliorata quando nel mezzo è stata introdotta insulina . Dopo 28 giorni di somministrazione di 1250 mg / kg, nel ratto, l’estratto etanolico sembra aumentare i livelli di insulina nel siero del 30% , e fa ipotizzare anche possibili effetti diretti sulle beta-cellule pancreatiche [26,27,59].

MODULAZIONE IMMUNITARIA ED ADATTOGENA

Immunità antigene-specifica
Uno studio di Gautam M, et Al nel 2004 ha concluso che, nel ratto, dosaggi orali tra, compresi tra 6.25 e 200 mg / kg di Asparagus Racemosus, per una settimana prima dell’esposizione ad un antigene sono stati in grado di incrementare globalmente la percentuale di cellule T in termini di positiva espressione di CD3 + e CD4 + / CD8 +, suggerendo la potenziale capacità di Asparagus racemosus di attivare le cellule T in modo dose-dipendente, ottenendo i migliori risultati al dosaggio di 100 mg / kg. A questo dosaggio, rispetto al Levamisolo (2,5 mg / kg), utilizzato come controllo attivo, Asparagus Racemosus è stato in grado di migliorare del 31,5 %, rispetto al controllo, le cellule totali T totali migliorando le cellule T-helper del 23,7%, e cellule T citotossiche del 19,7%. Tuttavia tutti i tre parametri risultano inferiori a quelli ottenuti con il Levamisolo, che risultano essere rispettivamente più attivi in misura del 90,9%, 88,4% e del 85,4% . Uno studio condotto da Sharma P et Al nel 2011 ha concluso che una saponina specifica, isolata in un estratto in etil acetato (EtOAc) di Asparagus racemosus, a dosi di 1, 3, o 10 mg / kg, è risultata più efficace dell’estratto integrale di Asparagus Racemosus, ma ancora meno potente del Levamisolo a dosaggi di 2.3mg / kg . Nel 2011 Sidiq T et Al, in uno studio hanno confrontato l’attività, sulla risposta anticorpale, dell’immunoside (Sarsasapogenina glicosidica), in un estratto di Asparagus racemosus, rispetto ai sali di alluminio, utilizzati come controllo attivo. Nello studio, dopo 15 e 28 giorni di sensibilizzazione, l’immunoside, a dosaggi di 3, 10 e 30 mcg, ha migliorato l’efficacia della risposta anticorpale (HBsAg) 1.69, 2.03 e 2.79 volte rispetto al controllo attivo di sali di alluminio (0,5 mg / mL) che ha migliorato l’efficacia della risposta anticorpale (HBsAg) di 1,3 volte . A questi dosaggi l’immunoside ha incrementato la proliferazione splenocitaria del 43%, 72% e 158%, mentre l’ossido di alluminio solo del 24%. Il dosaggio di 30mcg / ml di immunoside si è dimostrato significativamente superiore al controllo nello stimolare la proliferazione di CD3, CD19, e CD4 / CD8 . Come Panax ginseng, Asparagus racemosus può migliorare la risposta dell’organismo agli antigeni, suggerendo un potenziale razionale di terapia aggiuntiva alla vaccinazione [2,8,28,56,65].

Cellule Natural Killer
Thakur M et Al, in uno studio del 2012, hanno concluso che un estratto acquoso di Asparagus racemosus, in colture di cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC), a dosaggi di 5.6mcg/ ml, è stato in grado di migliorare i livelli di picco delle cellule Natural Killer (NK) del 16,9 +/- 4,4% rispetto ai frutto-oligosaccaridi utilizzati come controllo, a dosaggio di 25 mcg/ml, che hanno incrementato il picco di cellule NK del 51,8 + / -1.2% . Le due sostanze confrontate hanno dimostrato una elevata bio-attività già a concentrazioni di 0.2 mcg/ml. I frutto-oligosaccaridi sono risultati dell’8% più efficaci del controllo con Polisaccaride-K (PSK). Asparagus racemosus dimostra una apprezzabile capacità di migliorare i livelli di cellule NK già a concentrazioni che possono essere biologicamente interessanti [30,56,61,65].

MODULAZIONE ORMONALE

Asparagus Racemosus, nell’uso tradizionale, e secondo attuale letteratura scientifica è noto come fonte di fitoestrogeni , e gli effetti estrogenici di Asparagus racemosus sono stati ipotizzati, in uno studio condotto dall’azienda produttrice, anche in uno studio che ha valutato gli effetti uterotropici di un poli formulazione contenente anche Saraca Indica e Glycyrrhiza glabra . Secondo gli studi di Thompson LU et A (1991) e Horn-Ross PL et Al (2000), la famiglia delle Asparagaceae sembra avere un certo contenuto del lignano secoisolariciresinolo e la sua forma diglucoside mostra effetti estrogenici ; per questo motivo si è ritenuto che Asparagus racemosus, non rappresentando un genere genomicamente diverso, e per appartenenza alla famiglia delle Aparagaceae, potesse avere effetti simil-estrogenici . Secondo l’attuale letteratura scientifica non esiste alcuna prova che ricolleghi Asparagus racemosus ad effetti estrogenici. I dati attualmente disponibili sono insufficienti per ipotizzare un’implicazione di Asparagus racemosus nell’aumento di estrogeni [4,31,32,33,10,58].

EFFETTI SULLA SESSUALITA’

Nel 2011 uno studio condotto sul ratto da Thakur M et Al, ha concluso che un estratto acquoso di Asparagus racemosus, somministrato ai ratti maschi al dosaggio di 200 mg/kg, è stato in grado di incrementare leggermente le dimensioni del testicolo (6,8%) , probabilmente per effetti secondari determinanti un aumento della spermatogenesi . Nello studio di Thakur M et Al del 2009, i ratti maschi trattati hanno dimostrato un incremento di attrazione verso i ratti femmina, doppio rispetto al gruppo non trattato. Questi effetti si sono dimostrati sovrapponibili a quelli ottenuti con Curculigo orchioides e leggermente inferiori rispetto a Chlorophytum borivilianum. Tutti e tre gli officinali testati a 200 mg / kg, sono risultati più potenti rispetto a 0.5mg / kg di testosterone iniettato due volte alla settimana . Nello stesso studio i ratti trattati con Asparagus racemosus, hanno ridotto del 32 % il tempo di attesa per l’atto di accoppiamento ed il tempo di attesa della penetrazione del 31 %, mentre hanno dimostrato un incremento dell’indice di erezione del 143 % [35]; parimenti il gruppo trattato ha evidenziato un incremento della frequenza di penetrazione con un incremento del trend di eiaculazione al limite della significatività statistica. Questi miglioramenti delle performaces sessuali sono stati osservati anche in altri studi al dosaggio di 100 mg / kg . Asparagus racemosus sembra possedere proprietà afrodisiache [34,35].

EFFETTI GASTRICI

In uno studio del 2005 sul ratto, Bhatnagar et Al, hanno concluso che un estratto a base di Asparagus racemosus, al dosaggio di 100 mg/kg, mostrava effetti di riduzione delle ulcere gastriche indotte da stress e soprattutto da Indometacina (FANS) . Successivamente, nel 2006, sempre Bhatnagar et Al, hanno replicato il modello sperimentale con la sola indometacina, concludendo che 100 mg / kg di estratto di Asparagus Racemosus mostravano effetti di riduzione del secrezione acida gastrica, con un effetto protettivo simile a 30 mg / kg di ranitidina cloridrato . Nel 2003 Sairam K, et Al hanno valutato l’effetto protettivo di Asparagus racemosus su diversi tipi di ulcere indotte chimicamente . Lo studio conclude che l’estratto di Asparagus racemosus, a 100 mg/kg, dimostra effetti protettivi sull’11 % delle ulcere indotte da Alcool, sul 85.3 % delle ulcere indotte da Cisteamina, sul 75.1 % delle ulcere indotte da acido acetil salicilico e sul 93.6 % delle ulcere indotte da legatura pilorica . In tutte le situazioni l’effetto gastroprotettivo di Asparagus racemosus si è dimostrato dose-dipendente e superiore al sucralfato, al dosaggio di 250mg/kg, utilizzato come farmaco di controllo. Solo sulle ulcere indotte da alcool l’effetto protettivo è stato minimo a tutte le concentrazioni . Asparagus racemosus sembra dimostrare una moderata azione antiulcera ad eccezione dei casi alcool-dipendenti [36,37,38].

EFFETTI INTESTINALI

Venkatesan N et Al nel 2005 hanno condotto uno studio sul ratto per valutare gli effetti di estratti acquosi ed etanolici di Asparagus racemosus sulla motilità intestinale. Le conclusioni dello studio indicano che dosaggi di 150, 200, e 250 mg / kg di Asparagus Racemosus (estratto acquoso o etanolico) hanno dimostrato buona capacità antidiarroica riducendo la durata degli effetti dell’olio di ricino, usato per indurre la diarrea . Sempre nello stesso studio si sono valutati gli effetti di Aparagus racemosus velocità generale del transito intestinale utilizzando l’ atropina come farmaco di controllo, al dosaggio di 0,1 mg / kg, attraverso iniezione intra-peritoneale. L’estratto etanolico di Asparagus racemosus al dosaggio di 200mg / kg si è dimostrato efficace come l’atropina nel 86% dei casi mentre l’estratto acquoso solo nel 22,5% dei casi . Asparagus racemosus dimostra effetti antidiarroici e di rallentamento del transito intestinale [39].

EFFETTI GALATTOGENI

Forinash AB et Al, nel 2012, hanno concluso che Asparagus Racemosus è una delle poche erbe che può influenzare positivamente l’allattamento così come il fieno greco e il cardo mariano. [40,52]

EFFETTI SULLA VESCICA ED URINARI

In uno studio condotto da Jagannath N et Al nel 2012 si è concluso che l’estratto etanolico di Asparagus racemosus , a elevati dosaggi tra 800 e 1600 mg/kg ,dimostra effetti protettivi contro i calcoli renali e uno studio condotto da. Christina AJ, et Al, nel 2005, ha concluso che l’estratto di Asparagus racemosus è stato in grado di esercitare effetto protettivo contro i calcoli renali indotti da glicole etilenico . Asparagus racemosus può ridurre la formazione di calcoli renali , anche se non ne è nota la rilevanza pratica. Nell’uso tradizionale, e già da uno studio condotto da Gaitondé BB et AL nel 1969, si conoscono le proprietà diuretiche di Asparagus racemosus . In uno studio del 2010 Kumar MC et Al hanno osservato l’effetto diuretico di Asparagus racemosus , utilizzando dosaggi multipli, ed hanno concluso che gli effetti migliori si sono ottenuti ad un dosaggio elevato di 3200mg / kg, che ha incrementato la produzione di urina nel 36.8 % in confronto alla furosemide, usata come farmaco di controllo, al dosaggio di 25mg / kg, che ha determinato un aumento della minzione del 60,5 %. Asparagus racemosus possiede un effetto diuretico, significativo a dosaggi elevati [41,42,43,44].

EFFETTI RENALI

Somania R, et Al, nel 2012, hanno concluso che dosaggi di 100-250mg / kg di estratto etanolico di Asparagus racemosus somministrato per 4 settimane, dopo aver indotto il diabete nel ratto con streptozotocina, dimostrano moderati effetti protettivi sui reni, riducendo gli eventi avversi correlati con l’attività dei marcatori ossidativi ( enzimi MDA,) e la creatinina . Sempre nel 2012 Jagannath N, et Al, in uno studio sulla calcolosi urinaria, hanno osservato un effetto nefroprotettivo correlato con una riduzione significativa dei livelli di creatinina indotti, utilizzando un estratto di Asparagus racemosus ad elevati dosaggi (800, 1600 mg / kg) di un estratto etanolico di Asparagus Racemosus con un miglioramento del quadro istologico [41,45].

EFFETTI EPATICI

Uno studio condotto da Palanisamy N et Al, nel 2012, ha valutato la capacità anti-ossidante di Asparagus Racemosus sul fegato di ratto concludendo che 50 mg / kg di Asparagus racemosus sono stati in grado di ridurre il danno indotto da isoniazide, che provoca epato tossicità per induzione dellA CYP2E1 coinvolta nel fenomeno di tossicità e che può essere secondaria alla deplezione di glutatione S-transferasi. Nello studio Asparagus racemosus sembra ridurre del 86 % l’aumento della CYP2E1 rispetto al controllo e sembra avere effetti protettivi più significativi sugli enzimi epatici con un miglioramento di ALP,ALT ed AST . Questi effetti sono stati correlati a proprietà antiossidanti di Asparagus racemosus [46,47,48,53,57,62,64].

AZIONE PREVALENTE

tonica, adattogena, immunomodulante anche in caso di stanchezza e affaticamento fisici e mentali prevalentemente correlati con i disturbi pre-mestruali ed i disturbi climaterici.

ALTRE AZIONI

Gastroprotettiva, epatoprotettiva-antiossidante

CONTROINDICAZIONI

Non dovrebbe essere assunta in gravidanza, durante l’allattamento, in caso di fibrosi cistica e di disturbi causati da estrogeni, non è indicata per le persone con disturbi renali, con malattie cardiache e congestione polmonare. In rari casi può provocare ansia, vertigini e stanchezza, mal di stomaco e flatulenza

EFFETTI COLLATERALI

Segnalati rari casi di allergia

INTERAZIONI CON FARMACI

Non note

DATI TOSSICOLOGICI

Nel modello sperimentale animale , dosaggi fino a 2500 mg/kg di estratto acquoso e 2000 mg/kg di estratto etanolico appaiono ben tollerati.  [2,41,49]

 

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