Carvi (Carum carvi L.)

NOME COMUNE

Carvi

L’etimologia del nome “Carvi” viene ricondotta da alcuni autori ad origini diverse; il nome potrebbe derivare dalla parola greca κάρον (káron) utilizzata da Dioscoride per identificare il Carum carvi oppure sempre dal termine greco κάρυον (káryon) per identificare il guscio legnoso del frutto; secondo Plinio invece il nome Carvi deriverebbe dal nome greco del paese di origine Κᾱρία (Karίa) in Asia Minore, nome poi latinizzato in “Carvi”; ancora il nome potrebbe derivare dall’arabo “Karwija” poi latinizzato in “Caria” per identificare l’antica regione dell’Asia Minore nel sud occidente della Turchia, definendo quindi la pianta, anche in questo caso, come originaria della “Caria”. Il Carvi ha comunemente il nome anche di Caraway, Carvi tedesco o Kummel (Treben M, 2000). Il Carvi (Carum Carvi) viene impropriamente ma frequentemente chiamato anche Cumino che invece è il nome comune del Cuminum cyminum, che è una pianta della stessa famiglia (Umbelliferae), ma con caratteristiche diverse [106]

NOME SCIENTIFICO

Carum Carvi L. (1753)

FAMIGLIA

Apiaceae (Umbelliferae)

HABITAT:

La crescita del Carvi spazia dal Nord Europa fino alle regioni mediterranee, dalla Russia, all’Iran, all’Indonesia e al Nord America ma è presente anche nel Nordafrica. Cresce spontaneo nei luoghi erbosi incolti, nei prati in montagna (tra 800 e 2200 m s.l.m.), ai bordi delle strade e nei fossi rurali di tutta Europa; viene coltivato correntemente in Germania, Olanda, Polonia, Spagna e Nordafrica e la raccolta avviene prima della piena maturazione dei semi (nel periodo estivo, per tradizione prima del 24 giugno), per sfruttarne il massimo contenuto di olio essenziale; il Carvi ama il clima caldo e soleggiato in terreni ben drenati.
Morfologicamente la pianta si presenta simile alla carota con foglie finemente sepimentate in forma di piuma in ramificazione su rami di circa 30 cm, su fusto che può raggiungere i 60 cm di altezza. I fiori possono essere di colore bianco o rosato. Del Carvi si utilizzano i frutti (tecnicamente diacheni) che spesso vengono erroneamente chiamati semi come per altre specie della famiglia delle Umbelliferae. La pianta è biennale e non deve essere confusa con un’altra specie di Carvi (Cuminum cyminum), che presenta frutti simili ma aromaticamente molto diversi [100÷106].

PARTE USATA:

i frutti impropriamente detti “semi” che sono tecnicamente diacheni.

PREPARAZIONI FARMACEUTICHE CONSIGLIATE:

– Olio essenziale micro incapsulato titolato in essenza min. 8% (Farmacopea Francese X), la cui dose giornaliera va da 6 a 8 mg per kg di peso corporeo, da assumere circa 30 minuti prima dei due pasti principali.
– Estratti secchi o estrazioni acquose.
Secondo l’uso tradizionale nell’adulto e nell’anziano sono consigliati 0,15-0,3 ml di olio essenziale in tre dosi giornaliere. Prudenzialmente la somministrazione orale di olio essenziale di Carvi non sarebbe raccomandata, per i bambini e negli adolescenti sotto i 18 anni (per insufficienza di dati), durante l’allattamento e gravidanza. Sempre secondo l’uso tradizionale preparazioni semisolide (es . impiastri) di olio di Carvi in concentrazione del 2% possono essere applicate quotidianamente sulla zona addominale di neonati, nei bambini negli adolescenti, negli adulti e negli anziani [89]. I frutti di Carvi (1,5-6 g) o il loro olio essenziale (0,15-0,3 mL) vengono impiegati come carminativi, nei disturbi spasmodici gastro-intestinali, nel gonfiore, nella flatulenza e nella difficoltà digestiva gastrica; 0,3 ml di olio di Carvi corrispondono circa a 273 mg di olio di Carvi (densità 0,91 g / ml). Estratti acquosi o etanolici di Carvi, a dosaggi superiori a 200 mg / kg, hanno dimostrato effetti estrogenici [66].

COMPOSIZIONE CHIMICA: 

Dai frutti del Carvi si ottengono diversi composti tra cui un olio essenziale (3-7%), acidi grassi (10-18%), proteine (20%), carboidrati (15%) [14], acidi fenolici (acido caffeico), flavonoidi (quercetina, kempferolo) [15, 16]; nell’estratto acquoso dei frutti si ritrovano analogamente tannini, alcaloidi e terpenoidi [17]. L’olio di Carvi è presente in tutte le parti di pianta, ma la sua concentrazione è più alta nei suoi frutti e la forma estrattiva generalmente impiegata è l’idro-distillazione.
Le condizioni ambientali di coltivazioni concorrono in modo determinante alla bio diversità del Carvi che produce frutti di bassa qualità quando la pianta cresce in climi eccessivamente caldi e secchi [18÷22]; le variabili della qualità dei frutti determinano una variazione della quantità delle componenti principali come ad esempio gli acidi grassi [19].
Uno studio comparativo sulle principali componenti di frutti di Carvi, di diverso ecotipo, ha ad esempio concluso che l’ecotipo tunisino conteneva una maggior quantità di acidi grassi (7,3%) rispetto all’ecotipo tedesco (5,7%) e a quello egiziano che è risultato il meno ricco di acidi grassi (2,9%). Analogamente è risultato per circa tutti i componenti fitochimici dei frutti [20].
Il Carvone ed il limonene sono due dei componenti principali dell’olio essenziale di Carvi, che ne rappresentano circa il 95% [21]. Il carvone è un terpenoide solubile in alcol e cloroformio. I suoi enantiomeri sono entrambi reperibili in natura, soprattutto nell’olio dei semi di Carvi dei prati (Carum carvi), del mentastro verde (Mentha spicata) e dell’aneto [23]. Secondo la Farmacopea Europea i frutti del Carvi dovrebbero contenere minimo il 3% di olio essenziale contenente D-carvone (min. 50-65%) e limonene (fino al 45%) come componenti principali e contenere meno dell’1,5% di carveolo e diidrocarveolo. Il D-carvone, risulta il principale componente del Carvi, è il responsabile del suo profumo caratteristico [24].

PROPRIETA’ SALUTISTICHE:

La storia dell’uso del Carvi come rimedio risale ai tempi degli antichi greci, che conoscevano e usavano abitualmente l’erba come spezia e per scopi medicamentosi. Il carvi è menzionato da Plinio (Libro XX,LVII,159) e da Dioscoride (III,68).
Nel medioevo il Carvi era ben conosciuto e comunemente usato come spezia e come rimedio medicamentoso (carminativo e digestivo) e rappresentava un importante bene di scambio commerciale in Europa e la Polonia, attraverso il porto di Danzica, fu tra i paesi maggiormente al centro delle esportazioni del Carvi, come evidenziato anche da un antico listino prezzi del 1410 [97].
Il Carvi, (o Cumino dei prati), è un frutto tradizionalmente impiegato per scopi culinari e come aromatizzante soprattutto in Germania, dove conosciuto anche come “anice del Vosgi”, veniva e viene largamene impiegato per aromatizzare diversi alimenti (pane, dolci, formaggi) per migliorarne la digeribilità ed evitarne i problemi di flatulenza soprattutto da cavolo o verza. Il Carvi è uno degli ingredienti principali del famoso liquore tedesco Kummel che viene assunto, secondo l’uso popolare, per facilitare la digeribilità dei cibi grassi.
A differenza di oggi nell’antichità si riteneva che alcune piante medicinali possedessero proprietà straordinarie o addirittura magiche e per questo motivo queste piante venivano impiegate frequentemente per usi molto comuni, con una approfondita conoscenza dei diversi effetti delle varie specie.
Il Carvi è una delle piante, della famiglia delle Umbelliferae, che si credeva, in generale, proteggesse contro il male. Ad esempio nell’uso tradizionale tedesco il Carvi veniva aggiunto alla preparazione del pane per scacciare i demoni e per proteggere la casa in situazioni di rovina economica o quando colpita da disgrazie; i frutti cosparsi di sale venivano spesso messi nelle bare dei defunti come protezione contro magia nera, stregoneria e demoni; sempre i frutti venivano ritenuti efficaci nel trattare l’irrequietezza dei bambini e si credeva che un vaso di frutti di Carvi posto sotto la culla dei bambini avesse potenti poteri sedativi (Mathias 1994) .
Inoltre il Carvi era uno dei componenti presenti nelle pozioni amorose che facevano innamorare le persone a cui venivano servite.
Nella culture cristiane veniva ritenuto che i poteri di guarigione del Carvi fossero massimi in occasione della festa di San Giovanni (24 giugno) o comunque in coincidenza con il solstizio d‘estate. Come oggi indicato anche dalla moderna farmacognosia applicata [96] nei secoli la pianta è stata impiegata in medicina per trattare ad ampio spettro le malattie digestive e la flatulenza ma anche, con diversità geografica, per trattare disturbi degli occhi, tosse e persino l’isteria [97].
La crescita del Carvi, che propriamente può essere definita un pianta euroasiatica, spazia dal Nord Europa fino alle regioni mediterranee, alla Russia, all’Iran, all’Indonesia e al Nord America e in questi paesi, risultando una specie botanica molto diffusa, è entrata a far parte integrante dei relativi sistemi di medicina popolare. Ad esempio in Polonia il Carvi è comunemente raccomandato come rimedio contro l‘indigestione, la flatulenza, la mancanza di appetito, e come galattogeno naturale. In Russia è anche utilizzato per il trattamento della polmonite mentre in gran Bretagna e negli Usa viene prevalentemente consigliato come stomachico e carminativo. Nella penisola Malese il Carvi è associato a nove erbe, macinate insieme e trasformate in decotto, per essere bevuto a intervalli dopo il parto, e in Indonesia le sue foglie mescolate con aglio e applicate sulla pelle vengono impiegate per ridurre le forme infiammatorie eczematose (Perry,1980) .
Alcune proprietà medicinali del Carvi, ampiamente sperimentate nell’uso tradizionale, sono oggi ben supportate da ricerca e osservazioni scientifiche e rappresentano le ragioni di ampio utilizzo nella medicina contemporanea.
Il Carvi, prevalentemente nella forma estrattiva olio essenziale, viene oggi largamente impiegato in moderne formulazioni nutraceutiche ed in preparati di matrice fitoterapica specifici per contrastare la sintomatologia tipica della Sindrome dell’Intestino Irritabile.
Dell’officinale vengono prevalentemente sfruttate le capacità antifermentative di contrasto alla formazione dell’eccesso di bio gas intestinali e per favorirne l’eliminazione ed, in generale, antispasmodiche. Le linee guida ministeriali internazionali ed anche in Italia [98], sono concordi nel riconoscere queste generali proprietà medicinali dell’officinale coerentemente con quanto indicato sin dalle origini della moderna farmacognosia [99].
I frutti del Carvi sono conosciuti da sempre come carminativi potenti ed esercitano una altrettanto significativa azione stomachica dovuta alla presenza dell’olio essenziale che sostiene la generale attività dello stomaco facilitando anche il transito gastro intestinale; i prevalenti effetti anti meteorici del Carvi (spasmi, flatulenza, gonfiore, coliche gassose nei bambini, Sindrome dell’Intestino Irritabile) derivano dalla capacità del fitocomplesso di inibire i processi di fermentazione intestinale; l’olio essenziale di Carvi ha dimostrato nel ratto e nell’uomo di agire come rilassante della muscolatura liscia intestinale ed, in misura minore, anche su quella della trachea (effetto comune a diverse Apiaceae); l’azione combinata di questi due effetti prevalenti rispetta ad altri spiega l’utilità dell’olio essenziale di Carvi nel trattamento dei sintomi della colite spastica. Il Carvi è altamente utile in associazione ad altre piante della stessa famiglia (Finocchio, Anice verde) oppure in associazione a Melissa e alla Menta piperita.
Le vigenti linee guida del Ministro della salute Italiano indicano per Carum carvi le seguenti attività : (fructus, aetheroleum fructus, aetheroleum) : Funzione digestiva; Regolare motilità gastrointestinale ed eliminazione dei gas; Fluidità delle secrezioni [98].
Il genere Carum è rappresentato da 25 specie e tra queste Carum carvi o Carvi è l’unica biennale (in alcune zone annuale) e per questo motivo rappresenta una variante anche economicamente impiegabile come spezia, pro-appetito e come carminativo, sia nell’industria alimentare sia nell’industria farmaceutica.
Nell’industria alimentare il Carvi viene ampiamente utilizzato (molto nel Nord Europa) nei prodotti alimentari grazie al suo gradevolissimo sapore e per le sue proprietà conservanti.
Come anticipato i frutti del Carvi sono stati ampiamente impiegati come rimedio per curare l’indigestione, come galattogeno e come rimedio contro la polmonite, in diversi sistemi di medicina tradizionale [1, 2].
Le monografie delle piante medicinali dell’Unione Europea indicano il Carvi come tradizionale sintomatico dei disturbi digestivi (gonfiore e flatulenza); i frutti masticati vengono tradizionalmente impiegati per mascherare l’alitosi alcolica, l’anemia e come antidoto contro i veleni e, sempre i frutti, vengono impiegati per aromatizzare il pane di segale ed in infusione come rimedio contro le coliche addominali e come vermifughi [3].
AI frutti del Carvi si attribuiscono proprietà stimolanti, espettoranti ed antispasmodiche e vengono utilizzati come rimedio, in varie forme di preparazione, contro i dolori di stomaco, la stitichezza e la nausea.
Globalmente le sostanze fitochimiche contenute nei frutti del Carvi aumentano la secrezione di succo gastrico ed hanno effetto colagoghi; stimolano l’appetito e facilitano i processi digestivi [4].
Il Carvi è tradizionalmente raccomandato nella medicina tradizionale persiana, anche attualmente, per alleviare la flatulenza poiché agisce migliorando i sistemi digestivi facilitando l’eliminazione dei gas accumulati nel tratto gastrointestinale che contribuiscono a generare il dolore addominale.
Ad esempio In Persia, un pluri composto contenente Trachyspermum ammi (Ajwain), Pimpinella anisum (Anice verde) e Carum carvi (Carvi), viene consigliato tre volte al giorno per contrastare il meteorismo [5] e Ibn Sina, celebre medico dell’antica Persia lo prescriveva per la perdita di peso [6], per il mal di stomaco, per le eruttazioni, la flatulenza e gli spasmi intestinali [7] . Il carvi è il costituente principale del Safoof-e-Mohazzil che è un pluri composto tradizionalmente consigliato per la perdita di peso [8]. Sempre la medicina tradizionale persiana ci tramanda l’uso del Carvi come anti epilettico [9] mentre in Indonesia le foglie del Carvi, associate all’aglio, vengono utilizzate nelle forme infiammatorie cutanee eczematose.
Alcuni composti del Carvi, assunto come tè, si ritrovano nel latte materno e facilitano, con effetto anticolico, i processi digestivi del lattante [10] mentre un unguento a base di frutti di Carvi e vaselina viene utilizzato come anti-scabbia.
Dai frutti del Carvi si estrae un olio essenziale (3-7%,) dal prezioso valore terapeutico, utilizzato in molte formulazioni dai tempi antichi.
Miscele di olio di Carvi, olio di Oliva e olio di Timo oppure di olio di Carvi estratto in etanolo ed olio di Ricino, vengono impiegate per il trattamento della scabbia ed in generale delle micosi [11, 12].
Alcune gocce di olio oppure di olio essenziale di Carvi, mescolate con olio di Oliva, possono essere applicate e massaggiate topicamente, in regione addominale, per facilitare la funzione digestiva e alleviare coliche e flatulenza [4, 13].
Anche se i frutti di Carvi sono stati impiegati per il trattamento di molti disturbi i secondo l’uso tradizionale, gli effetti antiepilettici, anti-infiammatori, galattogeni dell’olio di Carvi sono stati confermati per ora in studi pre-clinici.
L’elevata resa in olio essenziale del Carvi ne favorisce un largo uso come antiossidante [50, 59] e conservante [94] nell’industria alimentare, inoltre attualmente se ne sfruttano in potenziali come coadiuvante nell‘incrementare la bio disponibilità di altre sostanze naturali [49, 95]. Gli effetti anti aflatossigenici, quello antiossidanti ed antimicrobici rappresentano, a livello industriale, un’alternativa come conservanti ed antiossidanti naturali in alternativa a quelli chimici.

LE PRINCIPALI ATTIVITÀ BIOLOGICHE DEL CARVI

Attività antimicrobica 

Diversi studi in vitro hanno confermato l’attività antimicrobica dell’olio essenziale di Carvi che, con diversità rispetto alla coltivazione di provenienza della pianta, ha dimostrato generale  attività antibatterica , con valori di MIC inferiori a 1 mcg / ml [40] ed un olio di Carvi (limonene 46,8%, e carvone 52,3%) ha dimostrato evidente attività inibitoria contro Staphylococcus aureus, Salmonella typhi, Candida albicans, Aspergillus niger e Listeria innocua.
L’olio di Carvi, in uno studio clinico nell’uomo ha dimostrato un’interessante attività contro di S. aureus in lesioni cutanee (MIC 18,8 ± 10,3 mcl / ml) [41]; analogamente un olio essenziale a diverse diluizioni (0,12-10%) sui vegetali (carota) ha inibito la crescita di Salmonella enteritidis, S. aureus, Saccharomyces cerevisiae, e Aspergillus niger e sempre nello stesso modello sperimentale l’olio essenziale di Carvi ha inibito S. cerevisiae, Candida krusei (MIC = 0,06, MFC = 0,12%), S. aureus, B. subtilis, Penicillium expansum (MIC = 0,12%, MLC = 0,12%), seguito da S. enteritidis, Escherichia coli e A. niger con valori di MIC e MLC dello 0,12% e dello 0,25% [42].
In un altro studio l’olio essenziale di Carvi ha mostrato effetti anti micotici contro C. albicans con valori di MIC 0,03-0,11 mg / ml e di MFC 0,06-0,11 mg / ml. [43]; analogamene in un ulteriore studio l’olio di Carvi ha mostrato attività antibatterica contro S. aureus (1 mg / g) ed E. coli (10 mg / g) [45]; l’olio essenziale di Carvi si dimostra in grado di inibire significativamente la produzione di aflatossine senza effetti sulla crescita di Aspergillus parasiticus [39].
Sull’uomo un moderno estratto idroalcolico di carvi (c-terpinene 37,2%; Carvi aldeide 18,4%; p-cimene-7-olo 13,6%; p-cimene 10,9%) ha mostrato un elevato effetto antibatterico contro S. epidermidis (MIC = 0,39, MBC = 1,56 mg / ml), S. intermedius (MIC = 0,76, MBC = 1,56 mg / ml), seguito da Streptococcus sanguinis (MIC = 1,56, MBC = 3,125 mg / ml), S. mitis e Campylobacter spp. (MIC = 1,56, MBC = 6,25 mg / ml), rispettivamente [46]; composti fenolici del Carvi dimostrano effetti antibatterici contro B. cereus, S. aureus, seguiti da E. coli e S. typhimurium [47].
Complessivamente gli studi scientifici esistenti sono concordi nell’indicare il ruolo antibatterico, anti fungino e anti-candida dell’olio di Carvi, ed indicano inoltre che i componenti principali dell’olio essenziale di Carvi svolgono un ruolo importante nel determinare i suoi effetti antimicrobici, infatti un alto contenuto di limonene risulta positivamente correlato con una maggiore attività antimicrobica [48]. Dagli studi scientifici emerge che il Carvi sia un inibitore delle pompe di efflusso collegate all’attività della glicoproteina di permeabilità (P-gp).

Attività antiossidante 

Il ruolo antiossidante dell’olio essenziale di Carvi risulta molto interessante verso l’attività dei radicali liberi che determina il deterioramento di diversi composti in più ambiti (es. alimentare) e che nell’organismo è la ragione di disturbi di diversa natura [50].
Nel modello sperimentale l’olio essenziale di Carvi, irradiato con carbonio ridotto, si è dimostrato in grado di ridurre il radicali DPPH in modo superiore al trolox senza influenze dell’irradiazione sul processo di perossidazione dell’acido linoleico [44].
Nel ratto l’olio di Carvi, somministrato per via orale (10 mg / kg), ha esercitato effetti protettivi nei confronti della nefrotossicità indotta da gentamicina contrastando l’aumento della malondialdeide plasmatica (MDA ed inducendo un aumento di superossido dismutasi (SOD), catalasi (CAT) e glutatione perossidasi (GSHPx) [51].
In un modello di diabete indotto da streptozotocina nel ratto, l’olio essenziale di Carvi, somministrato oralmente (5, 10, 20 mg / kg), ha dimostrato di migliorare i livelli serici di GSH-Px, CAT e SOD e di ridurre i livelli sierici di MDA suggerendo il potenziale ruolo dell’olio essenziale di Carvi nel ridurre lo stress ossidativo nel diabete mellito [52].
Un interessante studio nel modello murino ha concluso che l’olio essenziale di Carvi ha avuto effetti preventivi nei confronti del danno ossidativo settico epatico indotto da legatura cecale e puntura (CLP) dimostrando attività di mieloperossidasi (MPO) e di riduzione della Barriera Antiossidante (T-BAR). L’olio essenziale di Carvi ha dimostrato di poter invertire in modo significativo l’impoverimento del glutatione cellulare epatico (GSH) in modo paragonabile a 10 mg di indometacina e ha dimostrato di avere effetti soppressivi significativi sull’aspartato transaminasi (AST) e sull’alanina-transaminasi (ALT). Nello studio l’olio essenziale di Carvi ha dimostrato di ridurre l’infiltrazione ed il sequestro di leucociti polimorfonucleati (PMN), l’edema interstiziale, la congestione, la necrosi e la gravità dell’indice di danno epatico in modo paragonabile all’indometacina [53].
L’olio essenziale di Carvi somministrato oralmente, nel ratto reso diabetico con streptozotocina, ha dimostrato effetti di normalizzazione dei livelli di GSH-Px rispetto al gruppo di controllo con miglioramenti di lievi alterazioni patologiche dovute alla nefropatia diabetica (danni glomerulari, lieve infiltrazione cellulare nel tessuto interstiziale) [54].
Dosaggi orali di Carvi hanno dimostrato interessanti effetti di riduzione dei livelli dei lipidi intestinali e dei prodotti di perossidazione nel colon parallelamente ad un effetto di incremento di enzimi antiossidanti (SOD, CAT, GSH) e di glutatione reduttasi in ratti con carcinogenesi del colon.
I frutti del Carvi potrebbero contribuire alla riduzione della dimensione del tumore e la relativa l’incidenza. Secondo le conclusioni dello studio il Carvi renderebbe le cellule resistenti all’attacco dei radicali liberi che risultato determinanti nel processo della proliferazione delle cellule cancerose; l’attivazione di enzimi antiossidanti contribuirebbe a ridurre i radicali liberi nei ratti con cancro del colon [55].
Nel modello animale un estratto acquoso di semi di Carvi, somministrato per via orale, ha dimostrato di esercitare effetti protettivi dalla tossicità del Cadmio su fegato, rene e apparato riproduttivo; l’estratto sperimentato nello studio ha ridotto significativamente i livelli degli enzimi AST e ALT inoltre è stato osservato che nel gruppo trattato il livello di creatinina aveva gli stessi valori del gruppo di controllo.
Sempre nello studio è stata osservato un aumento della capacità antiossidante totale con una riduzione significativa dei livelli serici di malondialdeide (MDA); i campioni istologici del fegato dei ratti del gruppo trattati mostravano strutture normali con forte reattività degli epatociti alla colorazione con fucsina . Nei ratti esposti alla tossicità del Cadmio il pre trattamento con estratto di semi di Carvi ha migliorato la struttura istopatologica tubulare del rene con un miglioramento delle funzioni epatiche dedotto dalla normalizzazione degli enzimi epatici; complessivamente il Carvi ha determinato effetti di contrasto dei cambiamenti istologici indotti dal cadmio sul fegato [56].
In un modello animale di mucosite orale indotta con 5-fluorouracile, un estratto idroalcolico applicato topicamente, ha migliorato i paramenti istologici indicando la capacità del Carvi di ridurre lo stress ossidativo sulla mucosa orale [46].
L’olio di Carvi estratto a freddo offre un alto contenuto fenolico totale che dimostra una levata attività scavenging in diversi sistemi ossidativi inibendo anche i fenomeni ossidativi sulle LDL umane [57]; in generale l’olio di Carvi ad alto contenuto fenolico totale dimostra un buon potere riducente in diversi modelli di ossidazione in vitro [58]; sempre in generale è stato osservato che un alto contenuto in flavonoidi ed alcuni composti simil steroidali contenuti nel Carvi sono in grado di inibire l’espressione del gene CYP1A1, a livello del mRNA, che genera metaboliti reattivi tossici o cancerogeni con alta affinità di legame al DNA [60].

Attività ipoglicemizzante

In uno studio l’olio essenziale di Carvi, somministrato per via orale, ha ridotto significativamente la glicemia a digiuno nel sangue di ratti resi diabetici con streptozotocina [54], mentre in un altro studio sempre condotto su ratti resi diabetici con streptozotocina, dosaggi orali di olio di Carvi hanno ridotto la glicemia in modo statisticamente significativo, con effetto dose-dipendente, in assenza di variazioni dei livelli plasmatici di insulina [52]; pertanto la capacità dell’olio di Carvi di ridurre la glicemia sarebbe regolato da un meccanismo indipendente dal meccanismo di secrezione dell’insulina [61]. L’attività antiossidante dell’olio di Carvi potrebbe essere coinvolta negli effetti antidiabetici dell’olio di Carvi.

Attività antinfiammatoria

L’olio essenziale di Carvi somministrato per via orale ha dimostrato di ridurre le citochine pro infiammatorie (IFN-c, IL-6 e TNF-a) in ratti esposti a gentamicina [51] e le somministrazioni orale e intraperitoneali di un estratto idroalcolico di Carvi e del suo olio essenziale, in un modello immunologico di colite indotta da acido trinitrobenzenico solfonico (TNBS), nei ratti ha ridotto le lesioni del tessuto del colon e l’indice di colite in modo paragonabile al prednisolone e all’Asacol; nello stesso studio è stato osservato che l’estratto di Carvi ed il suo olio essenziale hanno ridotto il processo infiammatorio e l’infiltrazione dei globuli bianchi nel muco e negli strati sub-mucosi [62]. Gli effetti generali immunologici del Carvi sono stati ben confermati [63].
Pertanto il Carvi può essere ritenuto un buon candidato nella gestione di disturbi con componente infiammatoria come la Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) o come coadiuvante nelle malattie infiammatorie intestinali (IBD).

Attività anticonvulsivante 

Sulla base delle credenze popolari gli effetti antiepilettici del Carvi [9] sono stati oggetto di uno studio nel quale un estratto acquoso di Carvi ed il suo olio essenziale sono stati somministrati in un modello animale,a diversi dosaggi, per iva intra peritoneale, confrontando gli effetti con quelli di diazepam; nello studio le convulsioni sono state indotte con pentilentetrazolo (PTZ); nello studio è stato osservato che le due forme estrattive del Carvi hanno ridotto, in modo dose dipendente, il tempo di latenza dell’insorgenza di mioclonica e convulsioni cloniche; i risultati dello studio hanno evidenziato che le due forme estrattive di Carvi hanno esercitato effetti preventivi nei confronti dell’insorgenza di convulsioni e della morte indotte con pentilentetrazolo. Gli effetti anticonvulsivanti sono risultati maggiori per l’olio essenziale rispetto all’estratto acquoso ed entrambe le due forme estrattive non hanno dimostrato effetti diretti sulla coordinazione muscolare facendo escludere che gli effetti anticonvulsivanti del Carvi possano derivare, in questo caso, da eventuali suoi effetti sul rilassamento muscolare [17].

Attività diuretica 

Nella medicina tradizionale in Marocco i frutti maturi del Carvi sono usati come diuretici. Per confermare gli effetti biologici diuretici del Carvi uno studio sul ratto Wistar ha valutato la somministrazione acuta e subcronica di 100 mg/kg di un estratto acquoso di semi di Carvi, in confronto a 10 mg/kg di furosemide.
I risultati dello studio hanno evidenziato che l’estratto di semi di Carvi ha stimolato la diuresi incrementando il volume totale di urina escreta in modo paragonabile alla furosemide tuttavia senza modificare l’escrezione di K e Na urinario ed analogamente l’estratto in questione non ha indotto modificazioni dei livelli plasmatici di K e Na . Nello studio l’estratto acquoso di Carvi, somministrato per 8 giorni, ha dimostrato potenti effetti diuretici senza modificare l’escrezione di K urinario e senza indurre tossicità renale [64].

Attività anti-colesterolemica 

L’estratto acquoso di semi di Carvi ha dimostrato di ridurre il colesterolo ed i trigliceridi in ratti sani e resi diabetici con streptozotocina. In uno studio, una singola somministrazione di 20 mg/kg di un estratto acquoso di semi di Cumino, nei ratti sani, ha ridotto, in 6 ore, il livello plasmatico dei trigliceridi e del colesterolo totale mentre la singola somministrazione dello stesso dosaggio, nei ratti resi diabetici con streptozotocina, ha determinato solo una riduzione del colesterolo plasmatico e non dei trigliceridi. La somministrazione ripetuta per 15 giorni ha invece ridotto in modo statisticamente significativo i trigliceridi plasmatici sia nei ratti sani sia in quelli resi diabetici con streptozotocina [65].

Attività sugli organi riproduttivi

La cultura medica in Egitto ha sfruttato il Carvi come modulatore della funzione sessuale e della fertilità femminile.
Uno studio sulla femmina di ratto albino esposta alla tossicità del Cadmio, ha concluso che 150 mg/kg di un estratto acquoso di semi di Carvi somministrato per via orale, ha incrementato i livelli serici degli estrogeni nella fase proestro dell’animale; nel gruppo trattato con Carvi si sono osservati alcuni effetti positivi dell’estratto sull’atresia follicolare e sui cambiamenti degenerativi indotti dal Cadmio, tuttavia l’estratto in questione ha mostrato effetti di incremento significativo del livello di estrogeni e ridotto quelli del progesterone e di FSH nella fase del proestro [56].
In un altro studio l’estratto acquoso e quello etanolico di Carvi, a dosaggi superiori a 200mg/kg, hanno mostrato effetti estrogenici. Dopo 30 giorni di somministrazione degli estratti di Carvi studiati, sono state osservate modificazioni nello striscio vaginale con un incremento del peso dell’utero e dei livelli di estrogeni ed una diminuzione dei livelli di gonadotropine [66].

Altre attività biologiche  [89]

Le proprietà farmacocinetiche del paracetamolo (somministrazione orale e intraperitoneale) sono influenzate dall’assunzione cronica di olio di Carvi [67]. La somministrazione di estratto non oleoso di Carvi (100 mg/kg/die) unitamente a rifampicina, isoniazide e pirazinamide in 20 volontari sani, ha dimostrato di aumentare i livelli plasmatici degli antibiotici aumentandone gli indici di biodisponibilità Cmax e AUC [68]. In altri studi il Carvi ha potenziato l’azione di rifampicina [69], isoniazide e pirazinamide nei ratti [69, 70]. L’olio essenziale di Carvi ha dimostrato di inibire, in modo dose-dipendente, la contrazione tonica correlata a KCl (80 mM) e la contrazione fasica all’acetilcolina (320 nM) nell’utero del ratto implicando la potenziale utilità dell’olio essenziale di Carvi nel controllo dello spasmo uterino [71]. Nella mucca in allattamento, l’aggiunta di 0,2 e 1 g di olio di Carvi per ogni chilo di sostanza secca alimentare, per 24 giorni, non ha avuto alcun effetto sul consumo di cibo, sull’emissione di metano e sulla produzione di latte, tuttavia il latte aveva un aroma migliore e più fresco [72]. L’olio di Carvi, aggiunto al mangime del maialino in fase di svezzamento, non ha dimostrato effetti di promozione della crescita [73]. L’olio di Carvi, ed il carvone isolato, si dimostrano buoni inibitori della germinazione della patata [74]. La polvere di semi di Carvi dimostra attività molluschicida e l’estratto etanolico (140,58 mg / L in 96 ore e 130,61 mg / L in 24 ore) dimostra una evidente attività contro la lumaca Lymnaea acuminata probabilmente per il contenuto di limonene degli estratti [75].

L’EFFICACIA DEL CARVI NEI TEST CLINICI DELLE MALATTIE UMANE

Carvi nel trattamento della funzione tiroidea 

In uno studio sull’uomo un estratto di Carvi ha aumentato il livello di TSH in pazienti con carcinoma papillare della tiroide in trattamento con dose fissa di levotiroxina. Una capsula di Carvi (40 mg/ kg) al giorno, aggiunta a Levotiroxina, in pazienti con ipotiroidismo, ha determinato l’aumento del livello di TSH in due settimane. Cinque mesi dopo la sospensione del Carvi, il livello di TSH è ritornato al livello normale. I livelli di T4 e T3 sono diminuiti con il consumo di Carvi [76]. Gli effetti migliorativi del Carvi su T3 e T4, l’effetto sul TSH [77] ed i suoi effetti anti-ipotiroidismo, stimolano il metabolismo aiutando a ridurre il grasso corporeo e il peso corporeo [78].

Il Carvi nel trattamento dell’obesità

Secondo gli antichi testi della medicina Unani, l’obesità (Saman-e-Mufrat) è definita come un eccessivo accumulo di grasso nel corpo, cioè una malattia “flegmatica” (“flegma”: uno dei quattro umori fondamentali del corpo considerato causa della debolezza e della pigrizia) in cui appunto prevale “balgham”. “Flegma” determina l’eccessiva viscosità del sangue e la costrizione dei vasi sanguigni; la conseguente deposizione di grasso impedisce l’ossigenazione degli organi causando anche la morte. In questi sistemi di medicina tradizionale viene raccomandato di assumere due volte al giorno 5 g di “Safoof-e-Muhazzil” insieme a 20 ml di “Arq-e-Zeera” (acqua di Carvi o distillato di Carvi contenente gli oli essenziali). Alcuni studi clinici hanno valutato l’efficacia di questa preparazione tradizionale.
Uno studio clinico in triplo cieco, controllato verso placebo, ha valutato, l’efficacia di un estratto acquoso e di un estratto oleoso di Carvi sulla perdita di peso in donne in sovrappeso con BMI 25-39,9 kg / m2.
Ai pazienti di ciascun gruppo è stato raccomandato di assumere 30 ml di uno dei due estratti di Carvi oppure placebo, 20 minuti prima di pranzo, per 3 mesi. I pazienti sono stati visitati ogni settimana per tutto il trattamento monitorando eventuali effetti collaterali, parametri clinici, parametri ematici e biochimici .
Al termine dello studio il peso medio, l’indice BMI, la circonferenza della vita, il rapporto vita-fianchi e la percentuale di grasso corporeo sono risultati significativamente diminuiti nel gruppi trattati con entrambi gli estratti di Carvi. Nel gruppo trattato con estratto acquoso di Carvi si è osservato anche un aumento della massa muscolare. I parametri clinici vitali inclusa la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa sistolica e diastolica, il peso delle urine e il profilo lipidico non ha avuto alcuna differenza significativa con il gruppo placebo [79].
In un altro studio, condotto su pazienti in sovrappeso è stata osservata una significativa riduzione del livello di appetito e dell’assunzione di carboidrati dopo 90 giorni di trattamento con un estratto oleoso di Carvi che non ha avuto nessun effetto significativo, rispetto al placebo, sull’assunzione di grassi e proteine. Nello studio tutti gli indici antropometrici (circonferenza della vita, rapporto vita-fianchi, circonferenza della coscia, e la circonferenza del braccio medio-superiore) hanno mostrato un riduzione significativa nel gruppo trattato con l’olio di Carvi, rispetto al placebo gruppo; nello studio l’estratto di Carvi ha ridotto il livello medio di appetito in modo significativo rispetto al placebo [80].

Il Carvi nella gestione della Dispepsia Funzionale

L’uso più importante e tradizionale del Cumino è quello come rimedio per i problemi digestivi. Nella gestione della dispepsia funzionale, l’olio di Cumino risulta particolarmente attivo in combinazione con mentolo o l’olio di menta piperita, oppure con altri officinali con funzione di antiacido.
Uno studio clinico ha valutato l’efficacia e la tollerabilità di una miscela di olio di Carvi e mentolo verso placebo; ai pazienti, con diagnosi di dispepsia funzionale (criteri di Roma III) e che erano in trattamento con la terapia convenzionale (farmaci PPI, H2RA, anticonvulsivi, beta-bloccanti, antistaminici, antidepressivi / TCA, modulatori del dolore e antiacidi), è stata somministrata una capsula contenente 25 mg di olio di Carvi e 20,75 mg di L-mentolo oppure placebo, due volte al giorno, 30-60 minuti prima di un pasto principale al mattino e prima di cena, per 28 giorni. Lo studio ha valutato nei due gruppi di trattamento i cambiamenti dei sintomi globali della dispepsia, le impressioni globali cliniche, la sicurezza e la tollerabilità del preparato; i risultati dello studio hanno indicato che la riduzione dei sintomi era numericamente superiore nel gruppo di intervento rispetto a quello del placebo inoltre il 61% dei pazienti ha definito “buono” e il 49% “molto buono ”, attraverso la Clinical Global Impression Scale, il miglioramento della sintomatologia (p = 0,23); nel gruppo di intervento non sono stati segnalati eventi avversi gravi [81].
Gli autori dello studio precedente hanno anche valutato l ‘effetto della capsula contenente 25 mg di olio di Carvi e 20,75 mg di L-mentolo versus placebo sulla funzionalità gastrica a 24 ore dall’assunzione del preparato; in questo studio, 100 soggetti con dispepsia funzionale (Criteri di Roma III), hanno assunto due capsule del preparato oppure placebo al mattino e all’ora di cena. I pazienti sono stati classificati in PDS (Postprandial distress syndrome) o EPS (Epigastic pain syndrome) basandosi su i loro sintomi; i pazienti hanno continuato i loro trattamenti farmacologici di routine. Lo studio ha valutato i miglioramenti della GOS (Global Overall Symptoms) a 24 ore dall’assunzione del preparato. A 24 ore dall’assunzione i dati dello studio hanno indicato nel gruppo di trattamento una riduzione significativa nei sintomi PDS (p = 0,04) ed un miglioramento significativo dei sintomi EPS p = 0,076) [83]; in questo stesso studio è stato valutato verso placebo anche un preparato a base di olio di Carvi (50 mg) e di menta piperita (41,5 mg) nella sua capacità di ridurre, in 28 giorni, il punteggio della GOS (Global Overall Symptoms) e di migliorare la CGI (Clinical Global Impressions) in pazienti con dispepsia funzionale; alla fine del trattamento nel gruppo di trattamento il 78% dei pazienti ha definito “buono” ed il 72 % “molto buono” il trattamento attraverso la valutazione della CGI mentre nel gruppo placebo il 50 % dei pazienti ha definito il trattamento “buono” (p = 0.09) ed il 40 % “molto buono” (p = 0,046). La sensazione di pressione gastrica, pesantezza, pienezza, la riduzione del dolore ed del disagio, risultavano significativamente migliorate nel gruppo di trattamento rispetto al gruppo placebo [83].
Un altro studio ha valutato gli effetti di due diverse capsule, contenenti 90 mg di menta piperita e 50 mg di olio di Carvi, una gastroresistente ed una non gastroresistente, sul Complesso Motorio Migrante (CMM) in volontari sani; lo studio ha concluso che il preparato in questione ha diminuito il numero e l’ampiezza delle contrazioni in più fasi dell’attività del Complesso Motorio Migrante (CMM). Entrambe le capsule contenenti oli essenziali si sono dimostrate sicure e avevano effetto rilassante sulla muscolatura liscia locale [84].
In 118 pazienti con dispepsia funzionale un preparato in capsule gastroresistenti contenente 90 mg di menta piperita e 50 mg di olio di Carvi (due volte ogni giorno), è stato valutato in confronto a 30 mg di cisapride al giorno valutando il punteggio della cala VAS del dolore, la frequenza del dolore ed il punteggio della sintomatologia dispeptica (DSS); al termine dello studio dopo 29 giorni di trattamento, nel gruppo trattato con il preparato è stata osservata una riduzione del dolore da 6,6 ± 1,3 a 2,0 ± 2,2 mentre i valori nel gruppo trattato con cisapride erano variati da 6,5 ± 1,3 a 1,9 ± 2,3, indicando che la riduzione media della frequenza del dolore e della DSS era paragonabile nei due gruppi. Nel gruppo trattato con il preparato hanno abbandonato lo studio 12 pazienti e nel gruppo cisapride 14 pazienti per effetti collaterali non gravi quali più frequentemente la diarrea [85].
In un altro studio multicentrico prospettico, randomizzato, controllato verso placebo, è stato valutato l’effetto di una miscela di Carvi e olio essenziale di menta sui sintomi dispeptici e la qualità della vita dopo 2 e 4 settimane di trattamento valutando il punteggio della scala di valutazione del dolore, il punteggio della scala di disagio gastrico, l’indice Nepean di dispepsia ed il relativo indice di dispnea; al termine dello studio il preparato ha mostrato una superiorità significativa rispetto al placebo su tutte le variabili (Indice di dispnea: p = 0.0001; indice di Nepean di dispepsia: p = 0.0037); il trattamento è stato ben tollerato e ha migliorato la qualità della vita in pazienti [86].

Il Carvi nella gestione della Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS)

L’impiego del Carvi come rimedio nella sintomatologia della Sindrome dell’Intestino Irritabile [107] ricorre in moderni prodotti integratori fitoterapici; in questi prodotti, somministrati per via orale, si sfrutta prevalentemente l’attività carminativa del Carvi [102, 105]. Tra le piante appartenenti alla famiglia della apiaceae il Carvi dimostra di agire significativamente sulla motilità intestinale [104].
Nelle formulazioni orali per il trattamento dei disturbi gastrointestinali il Carvi contribuisce al supporto della fisiologica motilità gastrointestinale, come antinfiammatorio, antiossidante ed antiacido [101, 88].
Un singolare trial crossover controllato e randomizzato, ha valutato anche l’efficacia dell’olio di Carvi attraverso somministrazione topica mediante un impiastro applicato in regione addominale, in pazienti con IBS.
Nel trial crossover controllato randomizzato, in 48 pazienti con IBS, un impiastro caldo a base di olio di Carvi è stato applicato in regione addominale per 3 settimane alle quali sono seguite 2 settimane di “wash-out”; l’efficacia dell’impiastro è stata confrontata con gli effetti di impacchi caldi o freddi di olio d’oliva. I pazienti mostravano una sintomatologia con diarrea dominante (IBS-D). Al termine dello studio due terzi dei pazienti trattati con il cataplasma a base di Carvi hanno definito il trattamento “buono” o “molto buono”. Nel gruppo trattato con l’impiastro di Carvi è stata osservata una differenza significativa nella gravità dei sintomi rispetto al gruppo trattato olio di oliva caldo o freddo, con un tasso di risposta positiva del 43,9% per l’impiastro con Carvi, del 20% per l’impacco con olio di oliva caldo e del 18,9% per l’impacco di olio di oliva freddo .
Nel gruppo trattato con l’impiastro di Carvi è stata osservata una positiva differenza significativa del punteggio totale dell’ IBS-QOL, che indicava miglioramenti in tutte le sottoscale come la preoccupazione per la salute, la disforia, la scala delle feci di Bristol. Il trattamento con olio di Carvi non ha evidenziato effetti avversi. I pazienti hanno definito il sollievo dei trattamenti adeguato in misura del 51,8 % per l’impiastro di Carvi, del 23,5% per l’impacco di olio di oliva caldo, del 25,8 % per l’impacco di olio di oliva freddo [87].

 

AVVERTENZE PER L’ASSUNZIONE:

Non deve essere assunto  in gravidanza e durante l’allattamento.

EFFETTI COLLATERALI:

In alcuni pazienti l’uso dell’olio essenziale, assunto oralmente o applicato sulle mucose (sconsigliato), può determinare allergia, in genere con sintomi buccali quali infiammazioni alla lingua e alle gengive con prurito e bruciori.

CONTROINDICAZIONI: 

L’uso dell’olio di Carvi, durante la gravidanza e l’allattamento, è sconsigliato a causa di dati insufficienti a supporto della sicurezza d’uso.
L’uso di preparazioni contenenti olio di Carvi su lesioni cutanee, intorno agli occhi o sulle mucose non è raccomandato [89]; precauzionalmente viene sconsigliato l’uso dell’olio essenziale di Carvi in pazienti con epatopatie, acloridria, colangite, calcoli biliari o altri disturbi biliari, poiché in volontari sani, dosaggi elevati di olio essenziale di Carvi, hanno inibito lo svuotamento della cistifellea [90].

AZIONE PREVALENTE: 

Antimeteorica, carminativa, pro-digestiva gastrica (stomachica)

Altre azioni:

Supporto alla fluidità delle secrezioni

INDICAZIONI PRINCIPALI: 

sintomatologia gastrointestinale quale meteorismo, difficoltà digestive, alterazioni della motilità intestinale, difficoltà digestive gastriche

DATI TOSSICOLOGICI: 

Alle dosi terapeutiche il Carvi è ben tollerato e non ha mostrato tossicità nell’uomo [10]. La tossicità acuta del Carvi, per esposizione massima non letale di olio essenziale di Carvi e dell’ estratto acquoso, sono rispettivamente di 400 e 3200 mg / kg [17]. Nell’uomo l’ADI (Assunzione giornaliera accettabile) stabilita per il D-carvone è di 0,6 mg / kg di peso corporeo al giorno [92].
Le LD50 acute orali e dermiche di olio di Carvi nei ratti e nei conigli, sono rispettivamente di 3,5 e 1,78 ml / kg. L’olio di Carvi puro non ha esercitato effetti irritanti sul dorso glabro dei topi. L’applicazione di olio di Carvi al 4 % in vaselina, con patch test per 48 ore, su 25 persone, non ha esercitato reazioni irritanti o effetti di sensibilizzazione [91]. Nella monografia ESCOP, la LD50 orale acuta del Carvi nei ratti è analogamente segnalata da due studi diversi come 3,5 e 7,4 ml / kg. La LD50 dermica acuta dell’olio di Carvi nei conigli è segnalata come 1,8 ml / kg; la LD50 intraperitoneale e per via endovenosa di D-carvone nei topi risulta 482,2 e 1500 mg / kg, LD50 orale di D-carvone nei ratti e nei porcellini d’India risulta di 1640 e 766 mg / kg. Nel ratto l’ADI (Assunzione giornaliera accettabile) per il D-carvone risulta di 0-1 mg / kg al giorno [90].
In uno studio randomizzato, in triplo cieco, controllato con placebo, la sicurezza dell’estratto acquoso di Carvi è stata valutata su 35 donne sane in sovrappeso e obese; le pazienti hanno ricevuto 30 ml di estratti di Carvi o placebo, per 12 settimane e sono stati valutati lo stato di salute generale, le urine, la pressione sanguigna, la funzione cardiaca ed i parametri biochimici del sangue; nello studio non sono stati segnalati eventi avversi in 12 settimane di trattamento: la funzione cardiaca, fegato, funzioni renali non sono stati influenzati dall’assunzione degli estratti di Carvi [79]. In uno studio clinico, estensione del precedente, è stato osservato che l’estratto acquoso di Carvi ha determinato effetti significativi, rispetto al placebo, aumentando globuli rossi e riducendo l’ampiezza della distribuzione piastrinica implicando un potenziale beneficio dell’estratto di Carvi nel trattamento dell’anemia [78].

 

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