Phyllanthus (Phyllanthus niruri L.)

NOME COMUNE

Fillanto, Erba spaccapietra, Chancapiedra, Chanca Piedra, Amala, Bhumyamlaki, Sukshmadala, Vitunika, Bhoodatri (Sanscrito)

NOME SCIENTIFICO

Phyllanthus niruri L. 1737 (sin: Phyllanthus amarus L.) da non confondersi con Phyllanthus urinaria che è la specie della pianta maggiormente diffusa in Brasile.

L’etimologia del nome Phyllanthus è di origine greca e significa “foglia e/con fiore”

I nomi Phyllanthus niruri L. e Phyllanthus amarus L. vengono generalmente ritenuti sinonimi per indicare la stessa pianta; dal punto di vista pratico questo fatto non è del tutto sbagliato perché il Phyllanthus amarus è la specie di origine amazonica e Phyllanthus niruri è in origine la specie andina della stessa pianta tuttavia questo non esclude che queste due varianti possono crescere in altre regioni; queste due piante sono morfologicamente molto simili ed entrambe sono usate come “Chanca Piedra” (“Stonebreaker”). Le differenze fitochimiche prevalgono a causa dei diversi ambienti in cui le piante crescono tuttavia con effetti anche stagionali. In realtà tutto dipende dai fattori regionali e climatici che influenzano infine i fitocostituenti e le successive azioni farmacologiche; In Malesia si trova il Phyllanthus reticulatus come una delle specie prevalente dell’analoga pianta [90-91-92].

Il genere Phyllanthus è molto vasto e comprende arbusti, alberi ed erbe rare della famiglia delle Euphorbiaceae, in più di 600 specie, tra cui P. accuminatus, P. amarus, P. pulcher, P. niruroides, P. anisolobus, P. orbiculatus, P emblica, P. oxyphyllus, P. flexuosus, P. raticulatus, P. fraternes, P. simplex, P. mullernus, P. urinaria, P. mytrifolis, P. virgatus, Phyllanthus niruri e P. watsonii; tutte queste sottospecie sono state studiate per le proprietà fitochimiche e farmacologiche. Il genere Phyllanthus si trova in quasi tutte le parti più calde del mondo [90-91-92].

Tra le varie specie Phyllanthus niruri è una piccola erba annuale eretta che cresce fino a 30-70 cm di altezza ed è originaria della foresta pluviale amazzonica e di altre aree tropicali, tra cui l’Asia sud-orientale, l’India meridionale e la Cina [90-91-92].

P. amarus e P. sellowianus sono strettamente imparentati con Phyllanthus niruri per morfologia, contenuti fitochimici e storia, ma rispetto a quest’ultimo crescono in regioni più secche dell’India e del Brasile, e si ritrovano persino in Florida e in Texas [90-91-92].

In un recente rapporto, l’analisi cladistica ha indicato che il genere Phyllanthus è parafiletico e quindi le due specie, Phyllanthus niruri e P. amarus, generalmente confuse sono scientificamente da ritenere due singole specie [90-91-92].

Come precisazione tuttavia, se oggi comunemente si ritiene che Phyllanthus amarus, P. fraternus e Phyllanthus niruri siano tre specie separate, la monografia in “Siddha Pharmacopoeia of India Vol I 2008” (Kilkkainellic Camulam Whole Plant) riporta tutti e tre questi nomi come sinonimi della stessa specie. La monografia in Farmacopeia Brasileira (QUEBRA-PEDRA) descrive Phyllanthus niruri come due sottospecie e cioè Phyllanthus niruri L. “ssPhyllanthus niruri” L. Phyllanthus niruri “ssp. lathyroides” (Kunth) G.L. Webster. La monografia della Farmacopea degli Stati Uniti (USP 39) descrive solo le parti aeree essiccate come P. amarus. Le Monografie delle erbe malesi (MHM Vol 3 2013) includono “Dukung anak herb” (Phyllathus niruri) [90-91-92-93].

FAMIGLIA

Euphorbiaceae (genere Phyllanthaceae)

HABITAT

Le piante appartenenti al genere Phyllanthus (Euphorbiaceae) sono ampiamente distribuite in tutto il mondo e la maggior parte in paesi tropicali e subtropicali. Linneo descrisse questo genere per la prima volta nel 1737. È un genere molto ampio (circa 600 specie) che è suddiviso in 10-11 sottogeneri, tra cui Isocladus, Kirganelia, Cicca, Emblica, Conani, Gomphidium, Phyllanthodendron, Xylophylla, Botryanthus, Ericocus e Phyllanthus. Si ritiene che circa 200 specie di piante di questo genere siano distribuite ampiamente nelle Americhe, principalmente nei Caraibi e in Brasile; cresce in zone diverse dell’india ma è ampiamente diffusa nelle sue aree costiere [89]. 

BREVE DESCRIZIONE BOTANICA

Phyllanthus niruri è un’erba annuale eretta, che varia dai 40 ai 70 cm di altezza con ramificazione erbacea ascendente; le foglie piumate reggono fiore e frutto. Le foglie sono numerose piccole, verdi, sub sessili, strettamente disposte tra loro, di forma allungata ellittica, con il picciolo corto e stipole, disposte alternativamente su ciascun lato dello stelo. I fiori sono giallastri, piccoli, numerosi e ascellari, unisessuali, monoici, maschili con 1-3 stami sessili, femminili. Il frutto è una capsula globosa molto piccola, superiormente schiacciata di 2-3 mm di diametro. Lo stelo porta rami orizzontali. La radice mediamente di ampie dimensioni si presenta molto ramificata [89].

PARTE USATA

le foglie, le radici (prevalentemente per attività epatica), la pianta intera (prevalentemente per attività urinaria) [118].

PREPARAZIONI FARMACEUTICHE CONSIGLIATE

le polveri, i decotti, l’estratto secco titolato in polifenoli totali (dette anche sostanze amare) circa 10% (min 0,2% in sesquiterpeni ed in 0.02% in ipofillantoina) [14, 119].

COMPOSIZIONE CHIMICA

Alcaloidi (4-metossi-nor securina; nirurina; ent-norsecurina), Benzenoidi (acido gallico; corilagina),Cumarine (acido ellagico; etuil-brevifolin-carbossilato), Flavonoidi (quercetina; rutina; astragalina; quercitrina; isoquercitrina), Lignani (phyllantina; ipofillantina; nirantina; nirtetralina; filtetralina, inokinina, isolitentralina), Lipidi (acido ricinoleico), Steroli (estradiolo; ß-sitosterolo; isopropynil-24-colesterolo), Tannini: (geranina,;acido geranico; acido amariinico, amariina, furosina), Triterpeni (luppolo; luppolo acetato; phyllanthenolo; phyllanthenone; phyllanteolo) [14].

USO MEDICINALE TRADIZIONALE ED ETNOBOTANICA

Chanka piedra (Phyllanthus niruri Linn.), è una pianta medicinale diffusa in tutto il mondo tropicale e subtropicale e ampiamente presente nelle aree costiere dell’India dove viene impiegata nel sistema ayurvedico da più di 2000 anni. Il genere Phyllanthus comprende 600-700 specie con caratteristiche distintive minori tra di loro [89]; è comunque una pianta popolarmente coltivata in tutto il mondo ed ha una lunga storia nel sistema sanitario dei paesi tropicali [89].

In India è usato per diverse patologie come l’asma, l’anemia, come astringente, per la congiuntivite, la bronchite, la tosse, l’idropisia, la diarrea, il diabete, come diuretico, per i disturbi agli occhi, come galattageno, contro la gonorrea, per i disturbi genitourinari, contro l’ittero, l’epatite, la menorragia, la leucorrea, la tigna, l’oligogalattia, come stomachico, anti scabbia, anti tubercolosi, contro le infezioni urogenitali, nei tumori (addome) [89].

In particolare lo stato di Chhattisgarh ha una lunga tradizione medicinale nell’uso di questa erba ed è usata per il morso del serpente; in India Phyllanthus niruri è più comune nelle regioni meridionali e centrali [89].

Specificatamente nella medicina ayurvedica l’estratto di Phyllanthus niruri è raccomandato per diversi disturbi tra i quali le bronchiti, le anemie, la lebbra, l’asma, i disturbi urinari, i disturbi epatici; già in Charaka Samhita Phyllanthus niruri è indicato come efficace trattamento dell’asma, per la stimolazione del fegato, per il miglioramento della digestione, per l’aumento dell’appetito e per effetti lassativi [89].

Maharshi Charaka classifica Phyllanthus niruri come Kasahara: allevia la tosse, Swasahara: allevia l’asma, Mootrarogahara: cura i disturbi urinari, Kaphapittahara: allevia il dosha kaphapitta, Kaamalaahara: cura l’ittero e Bhava prakasa Nighantu: cura tosse e disturbi del sangue. Ha un sapore amaro ma dolce nell’effetto post digestivo (vipaka) ed è usato anche come astringente [89].

Nella medicina Siddha 20 ml di succo della pianta intera di Phyllanthus niruri, assunti tre volte al giorno, vengono raccomandati per la cura dell’ittero e per lo stesso problema viene consigliata una preparazione a base di polvere fresca della pianta mescolata con latte da assumere la mattina; le foglie schiacciate con sale vengono raccomandate in genere per le malattie della pelle mentre il decotto della pianta intera viene ritenuto un rimedio efficace per il diabete ed il dolore toracico. Il decotto di foglie e radici viene raccomandato per le ulcere gastriche cosi come la polvere essiccata della pianta intera, mescolata con acqua per la macinazione, viene applicata localmente su ulcere e ferite. Il succo della pianta intera (40-50 ml al giorno la mattina presto) viene raccomandato per il trattamento di leucorrea, gonorrea, menorragia e altre problematiche urinarie [89].

Nella medicina Unani le radici di questa pianta sono utilizzate come rimedio per le malattie del fegato ed i semi nel trattamento di ulcere, ferite e scabbia e vermi [89].

In Africa la tribù estafricana dei Korokoro usa uno infuso a freddo di foglie di Phyllanthus amarus (chiamato Mokichinenento) per trattare il mal di stomaco mentre la tribù dei Digo (estafrica) impiega le radici del Phyllanthus niruri (chiamato Chihumbo utsungu) in forma di decotto, molto amaro, come emetico [94].

Sempre in Africa le foglie e frutti di una specie molto simile al Phyllanthus niruri e cioè il Phyllanthus engleri, vengono masticati per tosse e mal di stomaco mentre le radici vengono fatte bollire e il liquido ottenuto viene bevuto per trattare bilharzia (schistosomiasi), malattie veneree, dolori addominali, problemi mestruali. La corteccia e le radici del Phyllanthus engleri sembrano essere tossici [95].

In Amazzonia viene impiegato come aperitivo/stomachico, anodino, anticolico, carminativo, digestivo, antidiabetico, per il trattamento dell’idropisia, come diuretico, antidiarroico, antiinfluenzale, antifebbrile, nel trattamento della gonorrea, dei calcoli biliari, per il prurito, per i calcoli renali, per l’ittero, come lassativo, nel trattamento della proctite, nelle vaginiti, come antitumorale, vermifugo [89].

Nei Caraibi (Bahamas) viene raccomandato come antivirale, aperitivo, antispasmodico, antiepatotossico, stimolante dell’appetito, battericida, per la costipazione, per il raffreddore, come diuretico, come antifebbrile, anti tifoide, anti influenzale, lassativo, ipoglicemizzante, per il mal di stomaco [89].

Ad Haiti viene impiegato come anti colico, carminativo, diuretico, digestivo, anti-indigestione, antifebbrile, spasmolitico, nella malaria, nel mal di stomaco [89].

In Brasile è tradizionalmente prescritto come analgesico, abortifacente, aperitivo, antibatterico, antinfiammatorio, anticancro, antivirale, anti artritico, per il dolore articolare, antilitiasico, anti albuminuria, antispasmodico, per i calcoli alla vescica, nelle cistiti, contro il catarro, come anti diabetico, come stimolante della digestione, come diaforetico, diuretico, antifebbrile, nel trattamento della gotta, nei problemi gastrointestinali, come epato-protettore, nelle epatiti, nell’idropisia, come ipoglicemizzante, come anti ipertensivo, anti itterico, nella calcolosi renale, nella malaria, nell’obesità, come rilassante muscolare, purgante, nelle prostatiti, nei problemi renali, come stomachico, tonico, nell’iperuricemia, come rilassante uterino ed in generale in tutti i problemi urinari [89].

In Malesia il Phyllanthus niruri viene impiegato per curare le punture delle vespe, nella diarrea, nella dermatite, come diuretico, contro il prurito, come abortifacente, nelle problematiche renali, come purgante, contro le vertigini e nella sifilide [89].

In Perù il Phyllanthus niruri è conosciuto come diuretico, anti litiasico renale, anti litiasico biliare, come emmenagogo, utile nelle epatiti, per curare i problemi ai reni (dolore ai reni, calcoli renali, infezioni urinarie) e come vermifugo [89].

Negli Stati Uniti viene impiegato contro la bronchite, come analgesico, come deostruente, colagogo, antifebbrile, anti diabetico, nella calcolosi biliare, nei problemi alla cistifellea, nelle epatiti, nella gotta, nell’ipertensione, nei calcoli renali, nei problemi renali, nell’eccesso di acido urico, nella malattie del fegato, nelle infezioni del tratto urinario [89]. 

SINTESI DELLE ATTIVITA’ MEDICAMENTOSE

Secondo letteratura scientifica l’estratto di questa pianta può essere un efficace aiuto in caso di epatite [83] ed analogamente in caso di infezioni da HIV [48] inoltre ne sono state accertate le capacità antiinfiammatorie [76], anti-fungine, anti-virali, antibatteriche [21], antiossidanti [3,8,30], epatoprotettive [56], ipoglicemizzanti [77,28], ipotensive, analgesiche [7,57], inibitrici della formazione di calcoli renali [20]. Phyllanthus niruri è un ingrediente in quasi 175 formulazioni ayurvediche, ed i frutti di questa pianta sono comunemente usati nel trattamento di emorragie, diarree, dissenteria, ittero, tosse e anemia inoltre Phyllanthus rientra nella preparazione di vari prodotti integrativi come Chavanprash e per la cura della persona come tinture per capelli, crema per il viso, polveri dentifrice [55].

In generale le infusioni acquose di tutta la pianta vengono consigliate ancora oggi come stomachiche, come stimolatrici dell’appetito, anti-spasmodiche, lassative, diuretiche [80], carminative, antifebbrili, anti malariche, anti – epatite B [70], in caso di dissenteria, gonorrea, sifilide, tubercolosi, tosse, diarrea, vaginite [44, 47].

Negli ultimi anni la ricerca scientifica si è concentrata sull’attività epatoprotettiva di Phyllanthus niruri, in particolare dell’estratto metanolico e degli estratti acquosi che evidenziano significativi effetti epatoprotettivi in modelli di tossicità epatica indotta da CCl4 nei ratti [24] inoltre gli estratti in esano evidenziano effetti epatoprotettivi nei confronti dal danno indotto da CCl4 e Gal N (D-Galactosamine/Lipopolysaccharide) in colture di epatociti di ratto [60]; l’estratto acquoso dimostra inoltre capacità scavenging epatoprotettiva nei confronti dei radicali liberi [12].

La radice fresca Phyllanthus niruri è ritenuta un ottimo rimedio nelle infezioni da ittero, nell’idropisia e nei disturbi delle vie urinarie [13,78,83].

Phyllanthus niruri, sull’uomo, dimostra di favorire l’eliminazione dei calcoli renali e di normalizzare i livelli di Ca nei pazienti ipercalciurici [43], ed è ritenuto un rimedio utile in caso di calcoli biliari e renali nel continente indiano [75].

L’estratto mostra un effetto inibitorio sulla crescita e l’aggregazione di CaOx nel modello in vitro di cristallizzazione dei calcoli [10]. I frutti sono usati nel trattamento delle ulcere tubercolari, ferite, piaghe, scabbia e vermi [1].

Phyllanthus niruri viene attualmente studiato per il potenziale antitumorale e per l’alto contenuto di agenti antiossidanti [29], per curare l’epatite virale [33] e per la capacità di aumentare la potenza della vinblastina nei confronti di cellule tumorali multi resistenti al farmaco [61]. E’dimostrato che Phyllanthus niruri inibisce la DNA polimerasi endogena nel virus dell’epatite B sia in vitro che in vivo [83].

Il niruside, un componente attivo del Phyllanthus niruri dimostra una evidente attività antivirale anche sui virus da immunodeficienza umana inibendo l’enzima trascrittasi inversa [48].

Gli estratti etanolici e diclorometanici e l’estratto acquoso liofilizzato di Phyllanthus niruri mostrano anche attività anti-plasmodiale [73,74].

In Phyllanthus niruri sono contenute diverse molecole bioattive come i lignani, fillantina, ipofillanthina, flavonoidi, glicosidi, tannini, alcaloidi, ellagitannini, triterpeni, fenil propanoidi, steroidi, acido ricinolico, niruride e ftaletralina [14, 54, 31, 84].

Phyllanthus niruri contiene anche acido arabinogalactano [32] e diterpeni [25].

Gli alcaloidi sono responsabili dell’attività anti spasmodica attraverso il rilassamento della muscolatura liscia.

Una proteina isolata dall’estratto acquoso di Phyllanthus niruri possiede attività protettiva contro un certo numero di sostanze e dalla fisiopatologia organica indotta dalle tossine; questa proteina ( A 35 kD) possiede attività antiossidante e anche attività scavenging nei confronti dei radicali liberi, inoltre migliora anche le funzioni anti ossidanti cellulari [62].

I semi della pianta contengono acido ricinoleico e linolenico (54%), e nelle parti aeree è stato isolato il “fisetin-4-0-glucoside” che è un nuovo flavonglicoside [89].

Phyllanthus possiede significative e numerose attività farmacologiche antivirali contro l’epatite-B, antimicrobiche, epatoprotettive, anticancerose e come agente ipocalcemico. L’estratto metanolico di Phyllanthus niruri evidenzia attività immunomodulatoria e attività anti-HIV [89].

La fillantina e l’ipofillantina evidenziano attività farmacologiche antitumorali [89]. 

ATTIVITA’ NELLA CALCOLOSI RENALE

La calcolosi renale è un problema comune dovuto in prevalenza all’accumulo di cristalli ossalato di calcio che determina la formazione di calcoli urinari in più fasi come la nucleazione, la crescita e l’aggregazione di cristalli.

L’estratto di Phyllanthus niruri interferisce con la crescita e con l’aggregazione di cristalli di ossalato di calcio [CaOx] nei calcoli; in particolare l’estratto ha dimostrato, nell’urina di ratto, di inibire l’aggregazione dei cristalli di CaOx nelle prime fasi della formazione soddisfacendo al razionale dell’utilità di trattare la formazione di calcoli nelle fasi iniziali [10]. L’estratto di Phyllanthus niruri [5% v/v] dimostra di ridurre significativamente il limite metastabile di CaOx, arrivando ad eliminare i cristalli di CaOx ed anche ad inibire significativamente la fase di nucleazione della formazione del calcolo [51].

In generale gli estratti di Phyllanthus niruri dimostrano la capacità di prevenire la crescita dei calcoli ed anche di modificarne la forma e la consistenza, infatti sui calcoli preformati questi estratti possono formare una matrice materica che modifica il loro aspetto e la loro consistenza [11].

L’estratto di Phyllanthus niruri somministrato in pazienti sovrappeso per dieta iper calorica può diminuire i livelli di calcio urinario [43] e ridurre i livelli di acido urico in soggetti iperuricemici; questi effetti sarebbero dovuti principalmente ai lignani con azione uricosurica contenuti nell’ estratto [34].

Un recente studio clinico (2019) disponibile in PubMed ha valutato verso placebo un estratto di Phyllanthus niruri somministrato per 12 settimane in 56 pazienti con litiasi urinaria (calcoli renali <10 mm) valutando i parametri metabolici urinari. Al termine dello studio nel gruppo trattato non sono stati osservati cambiamenti significativi sui parametri antropometrici ma è stato osservato un significativo aumento del potassio urinario da 50,5 ± 20,4a 56,2 ± 21,8 mg / 24 ore (p = 0,017); una variazione del rapporto magnesio / creatinina 58 ± 22,5 a 69,1 ± 28,6 mg / gCr24-ora (p = 0,013) e del rapporto potassio / creatinina 39,3 ± 15,1 a 51,3 ± 34,7 mg / gCr24- ora (p = 0,008) rispetto al basale. I calcoli renali sono diminuiti da 3,2 ± 2 a 2,0 ± 2 per paziente (p <0,001). Nei pazienti con iperossaluria, l’ossalato urinario è stato ridotto da 59,0 ± 11,7 a 28,8 ± 16,0 mg / 24 ore (p = 0,0002), e nell’iperuricosuria è stata osservata una diminuzione di acido urico urinario da 0,77 ± 0,22 a 0,54 ± 0,07 mg / 24 ore (p = 0,0057). Secondo lo studio l’assunzione di Phyllanthus niruri è risultata sicura e non ha causato effetti avversi significativi; aumenta l’escrezione urinaria di magnesio e potassio e determina una diminuzione significativa dell’ossalato urinario e dell’acido urico nei pazienti con iperossaluria e iperuricosuria. Il consumo di Phyllanthus niruri contribuisce all’eliminazione di calcoli urinari [96].

Nel 2010 Boim et al. hanno pubblicato una complessa recensione che riassume i dati sperimentali e clinici che valutano l’effetto della pianta Phyllanthus niruri come potenziale agente per prevenire e / o trattare l’urolitiasi. La revisione conclude che il Phyllanthus niruri dimostra di interferire con molti stadi della formazione del calcolo, riducendo l’aggregazione dei cristalli, modificandone la struttura e la composizione e alterando l’interazione dei cristalli con le cellule tubulari, portando a una ridotta endocitosi successiva. Gli effetti benefici clinici del Phyllanthus niruri possono essere correlati al rilassamento ureterale ed al suo contributo all’eliminazione dei calcoli o all’eliminazione dei frammenti degli stessi dopo la litotripsia ed anche ad una presunta riduzione dell’escrezione dei promotori della cristallizzazione urinaria come il calcio. In nessuno degli studi esaminati sono stati rilevati effetti avversi renali, cardiovascolari, neurologici o tossici. Complessivamente, questi studi suggeriscono un effetto preventivo del Phyllanthus niruri nella formazione o eliminazione dei calcoli [100].

Uno studio clinico condotto da Micali e Coll. nel 2006 ha valutato l’effetto dell’estratto di Phyllanthus niruri quando somministrato in pazienti dopo litotrisia extracorporea ad onde d’urto. 150 pazienti con calcoli renali di ossalato di calcio (mediamente 25 mm di diametro) sono trattati con litotripsia extracorporea ad onde d’urto e successivamente sono stati divisi in due gruppi ed in uno di questi (78 pazienti) è stata iniziato un trattamento con estratto di Phyllanthus niruri (2 g al giorno) per almeno 3 mesi. I 72 pazienti dell’altro gruppo sono stati studiati come controllo. I due gruppi risultavano omogenei per dimensioni dei calcoli. A 30, 60, 90 e 180 giorni, mediante radiografia addominale e ecografia, è stata valutata la clearance dei calcoli. Al termine dello studio (180 giorni) nel gruppo trattato con Phyllanthus niruri la percentuale di pazienti “stone free” (cioè con assenza di qualsiasi calcolo o frammenti residui inferiori a 3 mm) era del 93,5 % mentre nel gruppo non trattato era inferiore (83,3%) e l’assenza di calcoli caliceali inferiori era maggiore nel gruppo trattato (93,7 %) mentre era inferiore (70,8 %) nel gruppo di controllo. Nel gruppo trattato la percentuale di pazienti con assenza di calcoli caliceali inferiori era maggiore (93,7 %) e risultava statisticamente significativa (p = 0,01) mentre era inferiore (39,7%) nel gruppo di controllo. La necessità di re-trattamento risultava inferiore nel gruppo trattato (39,7%) e maggiore nel gruppo non trattato (43,3%). Nel gruppo trattato non sono stati osservati effetti collaterali. Lo studio ha concluso che la somministrazione regolare di Phyllanthus niruri dopo litotripsia dei calcoli renali si traduce in un aumento della clearance dei calcoli che appare statisticamente significativa per la posizione caliceale inferiore. L’efficacia di Phyllanthus niruri e la mancanza assoluta di effetti collaterali rende questo trattamento adatto a migliorare complessivamente i risultati dopo litotripsia extracorporea ad onde d’urto [97].

Un studio clinico randomizzato verso placebo, condotto da Nishiura et al., nel 2004, su 69 pazienti ha concluso che la somministrazione di un estratto di Phyllanthus niruri (450 mg tre volte al giorno) induceva una riduzione significativa del calcio urinario medio nei pazienti ipercalciurici (4,8 ± 1,0 vs 3,4 ± 1,1 mg / kg / 24 ore, P <0,05) senza differenze statisticamente significative sul dolore, suggerendo che l’assunzione di Phyllanthus niruri riduce il calcio urinario in pazienti che presentano ipercalciuria [98].

Freitas et al. (2002) hanno valutato nel ratto l’effetto di una somministrazione cronica di Phyllanthus niruri sull’escrezione urinaria di inibitori endogeni di litogenesi, citrato, magnesio e glicosaminoglicani (GAG) in un modello di litiasi urinaria. Ai ratti per 42 giorni sono stati somministrati per via orale 1,25 mg di Phyllanthus niruri in un modello di urolitiasi indotta con ossalato di calcio. I ratti sono stati suddivisi in quattro gruppi dei quali uno di controllo che non riceveva nessuna sostanza, uno che riceveva solo Phyllanthus niruri, uno che riceveva ossalato di calcio e acqua; uno che riceveva ossalato di calcio e Phyllanthus niruri. Dopo 42 giorni di trattamento nei diversi gruppi sono stati raccolti plasma e urine per le analisi biochimiche e per determinare l’escrezione di citrato urinario, magnesio e GAG. Attraverso esame autoptico sono stati poi analizzati i calcoli. Lo studio ha concluso che il trattamento con Phyllanthus niruri ha fortemente inibito la crescita della matrice del calcolo e ridotto il numero di calcoli satelliti rispetto al gruppo che riceve solo acqua; in un certo numero di animali nel gruppo trattato con Phyllanthus niruri i calcoli sono stati eliminati o sciolti. Nel gruppo trattato non è stata osservata una significativa influenza dell’estratto sull’escrezione urinaria di citrato e magnesio ma è stata osservata una significativa riduzione della concentrazione urinaria di GAG nel gruppo che riceveva ossalato di calcio e Phyllanthus niruri con un miglioramento della creatinina rispetto al gruppo che riceveva ossalato di calcio ed acqua. Il contenuto di GAG nei calcoli era più alto nei ratti trattati con CaOx + Phyllanthus niruri rispetto al gruppo trattato con CaOx + acqua. Lo studio ha concluso che Phyllanthus niruri nell’urolitiasi esercita un effetto inibitorio sulla crescita dei cristalli, che è indipendente dai cambiamenti nell’escrezione urinaria di citrato e Mg, ma potrebbe essere correlata alla maggiore incorporazione di GAG nei calcoli [99]. 

ATTIVITA’ DIURETICA

Le piante del genere Phyllanthus si dimostrano capaci di modulare la contrazione della vescica urinaria provocata da vari neurotrasmettitori . Questo meccanismo risulta indipendente da quello dell’acetilcolina o dei meccanismi adrenergici o peptidergici [14, 119].

ATTIVITA’ EPATOPROTETTRICE, DISINTOSSICANTE ED ANTIOSSIDANTE

L’estratto in esano di Phyllanthus niruri riduce gli effetti citotossici sugli epatociti nel ratto indotti da tetracloruro di carbonio e dalla galattosamina; la fillantina e l’ipofillantina proteggono dalle lesioni cellulari indotte da CCl4 e dall’epato tossicità indotta da GalN [60]. Il Phyllanthus niruri può ridurre il danno epatico indotto da nimesulide infatti le misurazioni dei livelli di glutammato ossalacetato transaminasi (GOT), glutammato piruvato transaminasi (GPT) e fosfatasi alcalina (ALP) nel siero mostrano una diminuzione nel siero del gruppo trattato con l’estratto; il trattamento intraperitoneale è risultato essere più efficace della somministrazione orale indicando che Phyllanthus niruri protegge il fegato dalla tossicità epatica indotta dalla nimesulide [12] e dallo stress ossidativo [35].

Un dosaggio eccessivo di paracetamolo induce epatotossicità come un’infezione virale ed il Phyllanthus niruri nel ratto si dimostra in grado di ridurre i livelli serici delle transaminasi glutammico piriflastiche (GPT) [41]; sempre nel ratto, in vivo, Phyllanthus niruri ha determinato una riduzione nel siero delle glutammato piruvato transaminasi (SGPT) e delle glutammato ossalacetato transaminasi (GOT) [56].

In un ulteriore modello di tossicità indotta da paracetamolo gli estratti etanolici ed in esano di Phyllanthus niruri hanno agito positivamente su diversi parametri serici come bilirubina sierica, siero fosfatasi alcalina, AST, alanina transferasi sierica (ALT), e glutatione epatico ridotto (GSH); lo studio ha ulteriormente confermato che Phyllanthus niruri può controllare l’epatotossicità indotta dal paracetamolo [27].

Una proteina isolata negli estratti di Phyllanthus niruri dimostra di migliorare la vitalità cellulare in modelli di citotossicità terziaria e di contrastare la morte cellulare indotta da butilidroperossido; in generale Phyllanthus niruri protegge gli epatociti da citotossicità indotta da tioacetammide. Le forme estrattive della pianta prevengono le alterazioni dei livelli di GSH e riduce anche la lipo perossidazione indotta da TAA. Attraverso il dosaggio DPPH è stato chiarito che una proteina isolata ha attività di scavenging dei radicali liberi, Questa proteina protegge il fegato da epatotossicità indotta da tetra cloruro di carbonio; questo effetto è stato dimostrato dalla misurazione degli enzimi epatici e degli enzimi antiossidanti [36,37,50].

Gli estratti di Phyllanthus niruri, analizzando il miglioramento di enzimi epatici antiossidanti e attraverso studi istopatologici, dimostrano la capacità di ridurre lo stress ossidativo e l’epatotossicità derivanti dall’associazione degli effetti tossici dell’alcol con gli acidi grassi polinsaturi (PUFA) [38].  

ATTIVITA’ ANTINFIAMMATORIA, ANTIDOLORIFICA, ANTISPASMODICA, PRO CICATRIZIALE

Nel modello sperimentale nel ratto sono stati isolati i principali composti efficaci contro l’infiammazione e il dolore, confermando le proprietà antinfiammatorie, anti nocicettive e antipiretiche della frazione solubile in cloroformio (PNF1) dell’estratto metanolico di Phyllanthus niruri.

In diversi modelli di infiammazione indotta da acido acetico, albumina d’uovo, nel test di Randall-Selitto, nel test della piastra calda e nel modello di piresi indotta dal lievito, l’estratto di Phyllanthus niruri (PNF1), testato in più dosaggi, ha significativamente inibito la risposta nel test dell’acido acetico dal 56,2% al 66,7% e ha causato una riduzione significativa (p <0,05, p <.01) della piressia indotta da lievito (21,6 % – 40,9%); nel modello di infiammazione da albumina d’uovo l’estratto in questione ha indotto una riduzione significativa (p <.01) dell’infiammazione paragonabile all’effetto prodotto dall’aspirina (100 mg / kg di peso corporeo). A 50 e 100 mg / kg di peso corporeo, PNF1 ha aumentato significativamente (p <.05, p <.01) la soglia del dolore del tessuto infiammato nel test di Randall-Selitto ma non ha aumentato la risposta al dolore indotto termicamente nel test della piastra calda. Si è concluso che il PNF1 possiede effetti antipiretici, antinfiammatori e antinocicettivi mediamente periferici; queste conclusioni giustificano l’uso di Phyllanthus niruri nella medicina tradizionale [101].

L’attività antispasmodica di alcuni generi di  Phyllanthus dipende dalla sua componente alcaloidea; uno studio pioniere del 1984 ha indagato gli effetti antispasmodici di un particolare alcaloide ALK-1 isolato nella variante Phyllanthus sellowianus e in Phyllantus niruri che sono molto usati in Brasile in forma di decotto in caso di calcolosi renale. Gli effetti antispasmodici di questo alcaloide sono stati confrontati, nel ratto, con quelli della papaverina. Lo studio ha concluso che questo potente alcaloide antispasmodico giustifica l’uso popolare di infusioni di questa pianta. Il rilassamento del muscolo liscio all’interno del tratto urinario o biliare probabilmente facilita l’espulsione dei calcoli renali o della vescica [102].

Phyllanthus niruri somministrato oralmente o topicamente facilita la guarigione delle ferite dimostrando una capacità significativa sulla contrazione della ferita e sulla epitelizzazione.

In un modello di rallentamento di guarigione (cicatrizzazione) della ferita con desametasone, il pre trattamento con Phyllanthus niruri sia per via orale che per somministrazione topica ha indotto un aumento significativo della cicatrizzazione della ferita [71].

ATTIVITA’ ANTINOCICETTIVA

L’attività analgesica di Phyllanthus niruri è dimostrata in un modello di nocicezione indotta da formalina nei ratti. L’estratto idroalcolico di Phyllanthus niruri somministrato per via orale (25-200 mg / kg) o intraperitoneale (1-30 mg / kg) ha determinato una riduzione dose-dipendente del dolore indotto da capsaicina [7, 57, 59].

Le piante del genere Phyllanthus posseggono elevate proprietà analgesiche e gli estratti idroalcolici isolati  di quattro nuove specie di Phyllanthus hanno mostrato una significativa inibizione delle contrazioni addominali indotte da acido acetico [6, 58, 59].

Uno studio clinico del 2015, pubblicato in PubMed ha valutato gli effetti di un estratto di Phyllanthus niruri sullo stress ossidativo, i danni muscolari, la conta dei leucociti, l’infiammazione e l’indolenzimento muscolare dopo sforzo fisico ad alta intensità in soggetti sani. Come noto la riduzione dello stress ossidativo può diminuire il danno muscolare con più veloce recupero dal dolore muscolare. 12 soggetti sani sono stati randomizzati in doppio cieco in due gruppi e sono stati avviati a due fasi di allenamento di tre giorni intervallate da una settimana di washout. Il primo giorno di allenamento venivano somministrate 2 capsule di estratto di Phyllanthus oppure placebo 20 minuti prima di un singolo allenamento di ciclismo ad alta intensità per 20 minuti; successivamente venivano somministrate altre 4 capsule (2 dopo pranzo e 2 dopo cena) e 6 capsule nei due giorni successivi. Ai partecipanti allo studio venivano prelevati campioni di sangue prima, subito dopo e 24 e 48 ore dopo l’esercizio. La soglia del dolore era misurata a metà coscia su entrambe le gambe. 48 ore dopo il termine dell’esercizio ad alta intensità  nel gruppo trattato con Phyllanthus niruri la concentrazione di malondialdeide era inferiore a quella riscontrata nel gruppo placebo (p <0,05) e immediatamente al temine dell’esercizio la concentrazione di vitamina C risultava maggiore nel gruppo trattato rispetto al gruppo placebo (p <0,05); la soglia del dolore in entrambe le gambe nel gruppo trattato con Phyllanthus era più alta rispetto al gruppo placebo a 24 e 48 ore dopo l’esercizio ad alta intensità. Non c’erano differenze significative nella creatinchinasi, nella conta dei leucociti o nell’infiammazione tra i due gruppi. Lo studio suggerisce che l’integrazione acuta con Phyllanthus niruri  ha ridotto lo stress ossidativo e l’indolenzimento muscolare indotto da esercizi ad alta intensità [115].

AZIONI ANTI CANCEROSE E PROTETTIVE CELLULARI

Phyllanthus niruri mostra un alto potenziale di inibizione della crescita di cellule tumorali nella pelle di topo indotte  con DMBA (7, 12 dimetil benz (a) antracene)  e olio di croton (1%) [46] che generano un drastico aumento delle catalasi, una riduzione dei livelli di glutatione e di proteine ​​della pelle. Nei topi albini Phyllanthus niruri dimostra un’azione chemiopreventiva nei confronti della papillomagenesi della pelle indotta con DMBA [45].

AZIONI IMMUNOMODULATORIE

Phyllanthus niruri dimostra di avere proprietà immunomodulatorie sui macrofagi nel ratto. Il glicoside ha mostrato la stessa attività sia in condizioni acide (gastriche) sia in condizioni neutre [39].

AZIONE ANTIVIRALE CONTRO L’EPATITE B

Le piante del genere Phyllanthus sono state utilizzate come rimedio naturale da migliaia di anni in Asia per le malattie epatiche [76] e Phyllanthus niruri è stato usato per inibire il virus Hepadna, in particolare il virus dell’epatite B, e trattare l’ittero [78].

Gli studi farmacologici hanno dimostrano in generale che le piante del genere Phyllanthus inibiscono il virus dell’epatite B da esempio nell’anatra inibendo il 50% della DNA polimerasi [4]. L’estratto di Phyllanthus niruri può prevenire l’epatite B legandosi alle DNA polimerasi endogene e persino legandosi, in vitro, all’antigene di superficie dell’epatite B.

L’estratto di Phyllanthus niruri è stato testato contro il virus dell’epatite WHV (Woodchuck hepatitis virus) nelle marmotte (Marmota monax), contribuendo all’eliminazione dell’antigene di superficie e della DNA polimerasi [83].

La REV (proteina di regolazione dell’espressione virionica) è una proteina dell’HIV che regola il trasporto di RNA virale verso il citoplasma; il niruride isolato dall’estratto di metanolico di Phyllanthus niruri mostra attività inibitoria contro il legame della proteina REV con RNA [48].

L’attività antivirale di Phyllanthus niruri fu approfondita negli anni ’80 quando  si concluse che l’estratto di Phyllanthus amarus (originariamente classificato come Phyllanthus niruri) produce una consistente inibizione, in vitro, del titolo dell’antigene di superficie del virus dell’epatite B [103, 118].

Come anticipato successivamente si dimostrò che un estratto acquoso di Phyllanthus niruri era stato in grado di inibire l’attività delle DNA polimerasi endogene e di diminuire i livelli di antigene di superficie del virus dell’epatite B nella marmotta (WHV), un modello animale in cui questa malattia è simile a quella dell’uomo. In sei marmotte portatrici da lungo tempo del virus WHV, la somministrazione di detto estratto è stata in grado di indurre una rapida diminuzione del titolo dell’antigene di superficie rispetto al gruppo controllo. Negli animali infettati di recente con WHV, l’estratto risultava essere in grado di eliminare in 3-6 settimane dal siero sia il titolo antigenico che l’attività della DNA polimerasi virale, solo se somministrato per via i.p e non os. Terminata la somministrazione dopo 10 settimane, gli animali trattati rimanevano liberi dai markers per più di 45 settimane [83, 118].

Niu e coll. (1990) conclusero che nell’anatra la somministrazione di estratti di Phyllanthus amarus aveva lievi effetti nell’aepatite B [105, 118].

Nel 1996 Lee e coll. dimostrarono come un estratto di Phyllanthus amarus fosse in grado di inibire, in culture cellulari di epatociti umani HepG2 infettati con virus dell’epatite B, l’attività della polimerasi virale, il contenuto cellulare di DNA episomale ed il rilascio del virus nel medium cellulare. Presi insieme questi dati sosterrebbero il concetto che gli estratti di Phyllanthus amarus e di Phyllanthus niruri abbiano un effetto benefico sulle epatiti di tipo B, probabilmente attraverso l’inibizione dell’attività delle polimerasi, della trascrizione del mRNA e della replicazione virale [104, 118];

Nel 1997 Ott e coll. dimostrarono come l’estratto di P. amarus sia in grado di sopprimere l’attività del virus dell’epatite B (HBV) attraverso l’interruzione dell’interazione tra promotori virali e fattori di trascrizione cellulari. Questo specifico meccanismo d’azione è probabilmente alla base dell’azione inibitoria degli estratti di questa pianta sulla attività della polimerasi virale, della trascrizione del mRNA e della replicazione del virus [107, 118].

Negli studi clinici sono stati in parte confermati i promettenti dati in vitro; un primo studio venne condotto somministrando un preparato di 200 mg di polvere secca di Phyllanthus amarus, tre volte al giorno, per 30 giorni in 37 soggetti portatori di epatite virale B. Dopo 15-20 giorni 22 dei 37 (59%) pazienti trattati aveva perso l’antigene di superficie del virus dell’epatite B, rispetto ad uno solo (4%) dei 23 soggetti controllo; 13 tra i 14 (93%) soggetti che all’inizio erano positivi per HBsAg ma negativi per HBeAg e anti-HBc IgM negativizzarono il loro stato. Dei 9 soggetti trattati che erano positivi per HBsAg e HBeAg ma negativi per anti-HBcIgM, solo 4 di 9 (44%) negativizzarono il loro stato. Degli 8 soggetti positivi per tutti e tre i marker, solo 1 (13%) negativizzò il suo stato, mentre 4 dei 6 soggetti trattati (67%), che erano positivi per HBsAg e anti-HBc IgM, ma negativi per HbeAg, avevano perso lo stato di portatori. Nel complesso i soggetti HBsAG-positivi e HBeAG-positivi rispondevano meno al trattamento rispetto a quelli HbeAg-negativi [108, 118].

E’ importante sottolineare che attualmente l’attività di Phyllanthus niruri è ancora oggetto di studio per poterne confermare l’utilità clinica terapeutica mentre le evidenze ne confermerebbero il potenziale ruolo coadiuvante.

Rispetto alla letteratura scientifica sull’argomento (che è piuttosto ampia: circa 4000 citazioni in Scholar per la ricerca “Phyllanthus niruri hepatitis”, di cui 21 in PubMed) è deducibile che i risultati dei principali studi scientifici siano spesso discordanti per conclusioni e una possibile spiegazione delle discrepanze tra i risultati dei vari studi sull’argomento potrebbe essere riconducibile alla diversità del tipo di materiale vegetale impiegato, al periodo e al luogo di raccolta, all’età della pianta, ed ad una serie di altri fattori sperimentali; sussistono inoltre altre diversità nei criteri di arruolamento della popolazione (ad esempio differenze nell’età nei soggetti, livelli del titolo antigenico, etc).

La difficoltà della comprensione degli effetti antivirali di Phyllanthus niruri è dovuta anche al fatto che non si conoscono in modo completo quali siano i principali principi attivi responsabili dell’effetto.

I tannini, del tipo dell’acido ellagico, contenuti nella pianta sono attivi contro numerosi virus di piante e animali [19].

Dagli studi risulterebbe che la principale responsabile degli effetti sopradescritti potrebbe essere l’ipofillantoina, un lignano, che in altri studi ha dimostrato un’attività antivirale piuttosto ampia. In ogni caso la fillantoina e l’ipofillantoina sono i composti che in test in vitro hanno dimostrato la maggior attività epatoprotettiva [60].

Non esiste ad oggi un completo accordo sulla specie di Phyllanthus da impiegarsi; tutti i principali studi sono stati condotti impiegando principalmente Phyllanthus amarus, tuttavia uno studio cinese su 123 pazienti, di cui 11 ricevevano 300-900 mg polvere secca di Phyllanthus amarus, 42 soggetti 300-900 mg di polvere secca di Phyllanthus niruri e 35 soggetti 300-900 mg di povere secca di Phyllanthus urinaria, mostrava un beneficio clinico sui livelli di HbeAg, nei gruppi trattati con Phyllanthus niruri e P. urinaria ma non in quello trattato P. amarus [112].

INIBIZIONE DELLE REPLICAZIONE DELL’HIV

Un alcaloide isolato nell’estratto di Phyllanthus niruri dimostra di inibire in vitro la replicazione del virus HIV 1 in cellule MT-4 (linea di cellule T derivanti da linfociti cordali) [43].

ATTIVITA’ IPOLIPEMIZZANTE

Il Phyllanthus niruri dimostra la capacità di ridurre i livelli sierici dei lipidi; un estratto somministrato per via orale (250 mg / kg b.w) in ratti iperlipemici, dimostra di ridurre i livelli di lipidi [29].

L’estratto metanolico di Phyllanthus niruri è stato testato nel ratto contro la fragilità eritrocitaria e le alterazioni lipoperossidative indotte da clorpirifos (CPF) (un insetticida/pesticida) dimostrando la capacità dell’estratto di indurre cambiamenti e protezione dalla fragilità eritrocitaria indotta da clorpirifos [67].

ATTIVITA’ IPOGLICEMIZZANTE

Alcune piante del genere Phyllanthus sono note per le proprietà ipoglicemizzanti e per contrastare le complicanze della malattia diabetica; tra queste piante spicca il Phyllanthus emblica L.

Anche Phyllanthus niruri è stato impiegato nei vari sistemi di medicina tradizionale come ipoglicemizzante anche se ad oggi il supporto scientifico nell’evidence non è particolarmente ampio. La maggiore attività ipoglicemizzante dell’officinale deriverebbe dalle forme estratti ve delle foglie o comunque delle parti aeree.

In uno studio del 2010, in vivo sul ratto, sono stati studiati i potenziali antidiabetici dell’estratto metanolico (ME) delle parti aeree di Phyllanthus niruri L. in un modello di diabete indotto con alloxan. Lo studio ha concluso che l’estratto metanolico testato ha ridotto la glicemia a digiuno in modo dose-dipendente (P <0,05) [117].

Un recente studio (2018) ha indagato il potenziale antidiabetico di un estratto acquoso e di un estratto etanolico delle parti aeree di Phyllanthus niruri, valutando l’α-glucosidasi, il trasporto di glucosio muscolare, la produzione di glucosio nel fegato e l’adipogenesi. Gli estratti in questione hanno mostrato di inibire l’attività dell’α-glucosidasi con valori IC50 di 3,7 ± 1,1 8acquoso) e 6,3 ± 4,8 μg / mL (etanolico). Nello studio la corilagina e l’acido repandusinico A sono stati identificati come i responsabili dell’inibizione dell’α-glucosidasi nell’estratto acquoso di Phyllanthus niruri con valori IC50 di 0,9 ± 0,1 (corilagina) e 1,9 ± 0,02 μM (acido repandusinico). Nei biotest su cellule in vitro, le cellule sono state trattate per 18 ore con concentrazioni massime non tossiche dell’estratto etanolico di Phyllanthus niruri, che sono stati determinati dal test di citotossicità del lattato deidrogenasi; l’estratto etanolico di Phyllanthus niruri non è stato in grado di ridurre il glucosio-6-fosfatasi tuttavia l’estratto ha aumentato l’assorbimento di desossiglucosio nelle cellule di muscolo C2C12 e ha migliorato l’adipogenesi in cellule adipose 3T3-L1; questi effetti sono stati dimostrati in questo studio per la prima volta. Lo studio suggerisce che Phyllanthus niruri potrebbe quindi avere potenziale applicazione per il trattamento e / o la gestione del diabete di tipo 2 [116].

EFFETTI SULLA FERTILITA’

Il Phyllanthus niruri, nel ratto, mostra una significativa diminuzione dei livelli di fruttosio nei liquidi seminali, nella conta degli spermatozoi, nella motilità degli spermatozoi e nella loro vitalità con una riduzione dei livelli di testosterone dei ratti trattati [82].

ATTIVITA’ ANTIMICROBICA

Gli estratti di Phyllanthus niruri e Betel (Piper betle) sono stati testati contro microrganismi infestanti di piante edibili. Gli estratti secchi etanolici di Phyllanthus niruri hanno inibito la crescita di microrganismi [16].

L’attività antimicrobica del Phyllanthus niruri fermentato con lactobacilli isolati migliora la superficie della pianta dall’infestazione di microorganismi e l’associazione con i lattobacilli migliora l’attività antimicrobica dell’80-170% rispetto all’estratto grezzo [81].

L’estratto metanolico di Phyllanthus niruri risulta un potente antimicrobico contro Bacillus pumillus, Bacillus ceraus, E. coli e Vibrio cholera a concentrazioni di 750μg / ml su disco quando confrontato verso cloramfenicolo (10μg / ml / disco) [88].

L’estratto di Phyllanthus niruri concentrato in alcaloidi risulta antibatterico in conigli infetti da E.Coli [5].

ATTIVITA’ ANTIMALARICA

La malaria è uno dei più importanti problemi di salute nei paesi tropicali e subtropicali; alcune piante medicinali mostrano proprietà antagoniste contro la malaria ed in particolare gli estratti etanolici di Phyllanthus niruri e Mimosa pudica, somministrati per via orale nei ratti, dimostrano attività antiplasmodiale [40]. L’estratto etanolico di Phyllanthus niruri raccolto da un mese mostrava una maggiore attività antiplasmodiale rispetto all’estratto preparato dal gambo apicale fresco [49].

ATTIVITA’ ANTIULCERA

L’acido etossilico ed un altro polisaccaride contenuti in Phyllanthus niruri hanno mostrato attività antiulcera; questi composti hanno ridotto le lesioni gastriche indotte dall’etanolo dal 65% al 78%. Phyllanthus niruri si è dimostrato efficace contro le ulcere peptiche [69].

ATTIVITA’ NEMATOCIDA

Due flavoni prenilati isolati dall’estratto di esano di Phyllanthus nirur, hanno mostrato attività nematocida nei confronti di Meloidogyne incognita e Rotylenchulus reniformis. I due composti hanno mostrato una moderata attività Nematocida nei confronti dei nematodi [68].

DATI TOSSICOLOGICI

Il Phyllanthus niruri in generale è caratterizzato da bassa tossicità nei mammiferi mentre l’estratto idroalcolico ha mostrato tossicità per i batraci ed i pesci [89]; uno studio di tossicità condotto su un estratto di foglie di Phyllanthus niruri non ha mostrato nessuna anomalia negli organi del ratto senza evidenze di tossicità ai dosaggi somministrati. La LD50 dell’estratto acquoso è > 5 000 mg / kg di in peso corporeo [113]. L’uso prolungato anche nell’uomo non ha evidenziato effetti collaterali degni di nota [97].

AZIONE PREVALENTE

Anti urolitiasica (prevenzione), epatoprotettrice, coadiuvante nelle epatiti (virali ed altre epatopatie).

AZIONI SECONDARIE

Ipolipemizzante, antidiabetica, antimicrobica, diuretica, litiasi biliare (prevenzione), ritenzione idrica.

AVVERTENZE PER L’ASSUNZIONE

Da dati sperimentali emerge la teorica possibilità che le foglie di Phyllanthus niruri possano modificare i livelli di glucosio nel sangue, interagendo con farmaci ipoglicemizzanti in pazienti sofferenti di diabete insulino dipendente. Non esistono dati clinici.

Phyllanthus niruri agendo come diuretico sembrerebbe interagire con il litio riducendo la capacità del corpo di liberarsene. Ciò potrebbe aumentare la quantità di litio presente nel corpo e provocare gravi effetti collaterali. In caso di assunzione di litio potrebbe essere necessario modificarne la dose [114].

CONTROINDICAZIONI

Allattamento al seno, gravidanza.

 

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