Rodiola (Rhodiola rosea L.)

NOME COMUNE

Rodiola (Rhodiola, Rosenroot, Goldenroot, Radice artica, Arctic Root, Orpin Rose, Rhodiole Rougeatre)

NOME SCIENTIFICO

Rhodiola rosea L. (Crassulaceae, syn. Sedum rhodiola – DC. Sedum rosea – (L. ) Scop cop)

FAMIGLIA

Crassulaceae

HABITAT

La Rodiola, che appartiene alla famiglia dei “sedum” (Crassulaceae) di solito cresce in terreni calcarei e granitici ad alta quota (da 3500 a 5000 m), sebbene alcune specie si possano trovare anche nelle praterie alpine o arbustive ad altitudini di circa a 2000 m. La pianta che si contraddistingue per i tipici fiori a forma di rosellina di un luminoso colore giallo predilige i climi freddi del nord Europa come Lapponia e Scandinavia e della Russia (Siberia orientale ed occidentale) ma si può ritrovare anche su alcune coste del Nord America, sui Pirenei ed in Estremo Oriente. La pianta può crescere anche Svizzera, Austria, Italia (nel Cuneese) e Bulgaria ma è presente anche in Alaska, Montagne Rocciose del Colorado, Utah e Nevada ed è ugualmente presente in Minnesota, New York, Pennsylvania, Vermont e Maine. [186,115,149]
E’ tradizionalmente coltivata in Cina e la principali zone di coltivazione commerciale di Rhodiola sono la zona della Montagna Altai e la regione meridionale del territorio pedemontano Altai, principalmente nelle regioni Ust-Kanski, Ust-Koksinski, Charishki. [186,115] Nel mondo si ritrovano 96 specie di Rodiola, la maggior parte in diverse regioni della Cina. La Cina è considerata la principale area geografica di coltivazione della Rhodiola con 73 specie, due sottospecie e sette varietà, il 90% delle quali nelle regioni nord-ovest, sud-ovest e nord-est come Tibet, Qinghai, Yunnan, Sichuan ed in altre province alpine. [115]

PARTE USATA

le radici

PREPARAZIONI FARMACEUTICHE CONSIGLIATE

Estratto secco delle radici titolato in rosavine min. 3 % (apporto in salidroside min. 1%); le titolazioni in solo salidroside risultano imprecise poiché il salidroside è una sostanza contenuta in molti altri officinali e quindi non specifica per la metodica di titolazione.
Nell’adulto, come supplementazione quotidiana in contrasto alla fatica, il dosaggio raccomandato dell’estratto sopra descritto risulta già efficace a 50 mg/die, mentre in situazioni di affaticamento e stress acuto, il dosaggio può raggiungere i 680 mg/die che è un dosaggio che non dovrebbe essere superato poiché dosi superiori risultano generalmente essere inefficaci (riposta curva a campana).
Per un gran numero di studi sull’uomo è stato impiegato il SHR-5 che è un estratto standardizzato di radice di Rhodiola rosea. [186,111,34] Il SHR- 5 è un estratto standardizzato in rodoloside (4 mg per compressa da 144 mg) ed è un estratto etanolico al 70% con un rapporto 4: 1 farmaco: estratto, quindi 200 mg di SHR-5 sono bio-equivalenti a 800 mg di droga secca. [186,106]

CLAIMS MINISTERO DELLA SALUTE ITALIANO

Radix: Tonico-adattogeno. Tonico (stanchezza fisica, mentale). Normale tono dell’umore. [95]
Attualmente L’EFSA ha in fase di approvazione un claim internazionale più articolato: “helps organism to adapt for emotional stress, physical effort, helps to stimulate the nervous system, has beneficial effect in fatigue and headaches induced”.

COMPOSIZIONE CHIMICA

La radice di Rhodiola rosea L. (droga prevalentemente utilizzata per scopi medicinali) contiene: Tirosolo (considerato uno dei principali bioattivi) e il suo glucoside chiamato Salidroside (sinonimo di Rhodioloside o Rhodosin ) che viene considerato l’altro bioattivo principale; le Rosavine (tra le quali Rosin,Rosarin, Rosavin, che sono ritenute le rosavine maggiormente bioattive; le rosavine possono includere anche altre sostanze come la rosaridina che è tuttavia chimicamente diversa); il Viridoside salidroside metilato); il Lotaustralin (glicoside cianogenico); il Gossypetin (7-O-L-rhamnopyranoside) e il Rhodioflavonoside (Gossypetin diglicoside); il Benzil-O-β-glycopyranoside; Procianidine derivate dall’EGCG (epigallocatechina gallato come nel tè verde) che possono rappresentare anche 35% di un estratto acquoso di acetone . Le procianidine sembrano consistere fino al 3,6-5,43% del peso della radice secca che dipende dalle condizioni di crescita, che la pone inferiore all’uva (7,8%) e all’olivello spinoso (8,14%) ma superiore a quella del craetagus pinnatifida (2,7%). Piccoli composti fenolici tra cui acido gallico, acido cinnamico, β-sitosterolo. Le molecole di tirosolo e salidroside nonché e le rosavine sono noti come composti fenilpropanoidi. A livello molecolare, i principali ingredienti attivi sembrano essere il tirosolo e il suo glucoside noto come salidroside tuttavia nel fitocomplesso vi sono altri bioattivi strutturalmente correlati che sono appunto le rosavine alle quali si attribuisce un ruolo farmacologicamente attivo. La Rhodiola è una fonte sorprendentemente alta di procianidine (come il pycnogenolo) rappresentate da EGCG (lepigallocatechina gallato) che è una la catechina che si riteneva un tempo che fosse contenuta solo ne il tè verde. Il salidroside ed il tirosolo isolati in soluzione si dimostrano stabili per due ore a temperatura ambiente e per un mese a temperature basse (tra 4 e -20 ° C). [182,115,111,3,94,169,174,176,48] Nella radice di Rhodiola è contenuto anche olio essenziale limpido e incolore (meno dello 0,05% del peso secco della radice che contiene principalmente: n-Decanol (30,38%), Gerianolo (12,49%),1,4-p-menthadien-7-olo (5,10%, Limonene (4,91%), α-Pinene (4,69%), β-pinene (1,47%), sabinene (1,45%),β-mircene (2,25%), 3-Carene (2. 04%), β-Phellandrene (2,31%),p-Cymene (2,97%),n-Octanolo (2,77%), Linalolo (2,31%), Dodecanolo (3,67%), Alcool di cumino (2,66%). [130] Poiché il contenuto complessivo di oli essenziali nella radice di Rodiola è molto basso è improbabile che queste molecole svolgano, nell’integrazione, un ruolo significativo.

NOTE STORICHE E USI TRADIZIONALI

La Rodiola è nota, per i suoi effetti tonici sin dall’antichità tuttavia le conoscenze scientifiche a favore del suo utilizzo tradizionale sono riferibili al periodo successivo alla caduta dell’Unione Sovietica, nel quale, con la divulgazione di numerosi studi scientifici condotti da ricercatori Russi, l’Occidente è venuto a piena conoscenza di questa pianta officinale i cui benefici sono stati per lungo tempo considerati segreto militare sovietico. [149]
Da sempre sono esistite conoscenze tradizionali ed osservazionali sulla potenza medicamentosa di questa pianta medicinale ma la ricerca scientifica sulle sue proprietà e sul suo meccanismo d’azione era limitata.
Dopo la II guerra mondiale l’Unione Sovietica iniziò una vasta ricerca scientifica su Rhodiola rosea avviando un vero e proprio programma scientifico nazionale per accrescere le prestazioni di militari, atleti, artisti, politici e scienziati.
Fu in questo periodo che Rhodiola rosea fu classificata come pianta medicinale ad effetto “adattogeno” per riportare equilibrio nell’organismo e ridurre varie forme di stress oltre che come protettivo nei confronti di diverse tipologie di aggressioni (fisiche, chimiche, virali, batteriche) e sempre a questo periodo risalgono le prime conclusioni sulla general buona tollerabilità di questa pianta medicinale.
Fu poi lo scienziato russo Zakir Ramazanov, fisiologo vegetale e biochimico dell’ l’Accademia delle scienze sovietica, a portare i risultati della ricerca russa sulla Rodiola negli Stati Uniti.
Era consuetudine dei medici mongoli prescrivere preparazioni a base di Rodiola per il trattamento della tubercolosi e del cancro e nel XIII secolo, il principe Daniele Galitsky (unificatore di Galizia e Volyn) attribuiva le sue doti di “leggendario amatore” alla sua abitudine di assumere Rodiola allora nota anche come “Golden root” (radice d’oro).[149]
In quei tempi Rodiola era assunta in forma di bevanda calda; in essa era miscelato un estratto di Rodiola ottenuto lasciando la radice di Rodiola per alcune settimane in infusione, al buio, ad esempio nella Vodka; gli abitanti dell’antica Siberia ne tramandavano l’uso di generazione in generazione, per aumentare la resistenza fisica durante i freddi inverni asiatici oltre che per curare malattie da raffreddamento, depressione e prevenire malori dovuti ad alte quote.[149]
Nell’antichità l’importanza medicinale di Rodiola era tale che, nell’antica Cina, era consuetudine degli imperatori finanziare vere e proprie spedizioni esplorative nella Siberia Orientale, per individuare i luoghi dove Rodiola crescesse spontaneamente, e ne custodivano gelosamente il segreto. Presso questa popolazione Rodiola veniva impiegata in infuso per curare raffreddori e influenza ed era conosciuta anche come “erba del Dio orientale” e “ginseng dell’altopiano” ed le veniva riconosciuto un elevato valore medicinale anche per la “conservazione” dello stato di salute, infatti secondo i principi fondamentali della medicina tradizionale cinese, Rodiola può aumentare il “qi” (l’energia vitale) e contrastare la stasi sanguigna, sbloccare i vasi sanguigni, alleviare il dolore, fortificare la milza, trattare le palpitazioni, alleviare tosse ed affanno, ridurre l’affaticamento e la debolezza.[149]
Nel XVIII secolo Linneo classificò questa pianta officinale, osservando la morfologia dell’infiorescenza, come “Rhodiola rosea”, facendone derivare il nome dalla lingua greca e cioè da ρόδον (rodon) = rosa, specificandone il diminutivo con il suffisso latino “-ìola”, nell’insieme a significare “rosellina”; contribuì anche alla classificazione linneiana il tipico profumo di rosa delle radici macinate (“roseo odore radicis”) e, in parte, anche delle sommità fiorite. Già nella classificazione linneiana si ritrovano raccomandazioni d’uso, oggi in parte confermate dalle evidenze scientifiche, in varie sintomatologie infiammatorie, di origine nervosa/mentale e ginecologiche (isteria), nelle ernie, e come astringente nelle scariche diarroiche. [115,18]
Anche i Latini conoscevano Rodiola e, il greco Dioscoride (77 d. C.), medico, farmacista e botanico che operava a Roma nel periodo di Nerone, ne conosceva le proprietà medicamentose e cita Rodiola come ρόδια ρίζα (rodia riza = “dalla radice che sa di rosa”) nel suo testo “De materia medica” mentre altri autori latini citano Rodiola come “rhodia radix”. Proprio da quest’ultima denominazione “rhodia radix” Leonard Fuchs (XVI sec.) adottò, nella sua nomenclatura, il nome generico “Rhodia-radix” : “Rhodia autem tam Graeci quam Latini dixerunt quoniam contrita Rosas redolet cioè “d’altronde tanto i Greci, quanto i Latini denominarono (la radice di questa specie) Rhodia in quanto triturata profuma di rose”. [74]
Pur essendo Rodiola una specie tipica delle regioni nordiche, sin dall’antichità il suo uso si diffuse in molte altre regioni giungendo in Grecia probabilmente nell’età del bronzo (13° secolo AC), quando i Greci attraversarono il Mar Egeo per le loro spedizioni commerciali e raggiunsero la Colchide (ora la Repubblica della Georgia) in cui vi era il clima perfetto per coltivare la pianta medicinale. Dal 77 d. C. alla prima metà del 1900, Rhodiola rosea fu ritenuta una preziosa pianta medicinale in quasi tutte le parti dell’Europa e dell’Asia. Rhodiola rosea cresceva principalmente in Siberia ed era così apprezzata che era ritenuto illegale commerciarla al di fuori dei confini russi dove veniva principalmente usata per sopravvivere agli aspri inverni siberiani.[115] Ancora oggi in Siberia si dice che chi beve “The di rosa” vivrà cent’anni e ancora oggi tradizionalmente, agli sposi, viene regalata Rodiola per aumentare la loro fertilità e promuovere la nascita di bambini sani. Alcune famiglie siberiane tengono segreta la posizione delle loro coltivazioni di Rhodiola rosea e custodiscono gelosamente i segreti per ottenere un buon raccolto e scambiano Rodiola con miele, vino e frutta. In Siberia, ancora oggi, Rodiola è consigliata per incrementare la fertilità femminile e combattere l’impotenza maschile.[149]
I Vichinghi assumevano Rhodiola rosea per aumentare la loro resistenza e loro forza; avevano infatti la necessità di mantenere alti i loro livelli di energia in modo da poter saccheggiare e fare incursioni secondo le loro migliori capacità. [115] Rhodiola rosea possiede una lunga storia come pianta medicinale a partire da una delle prime citazioni nel De Materia Medica di Dioscoride (77 d. C.) per approdare alle farmacopee anche di numerosi paesi europei. [115] L’uso della radice di Rhodiola viene citata anche nella Farmacopea Svedese [151] e in un antico libro sulle piante dell’Islanda [50] è riportato che l’infuso della radice di Rodiola può curare i calcoli renali, arrestare la diarrea, curare il mal di testa e rafforzare i capelli se lavati con l’infuso; analogamente viene riportata la capacità di curare gravi malattie della pelle e rimuovere le lentiggini. La radice macinata e pressata mescolandola con burro lenisce i gonfiori ed il mal di schiena ed i dolori articolari ed in genere le condizioni dolorose (in presenza di calore). [115] Sempre nel libro di Halldorsson (1783) è riportato che Rodiola può “migliorare l’intelletto” e che è un “tonico nelle infermità” inoltre “ripristina i nervi affetti da debolezza”. Alm nel suo lavoro del 2004 “Ethnobotany of Rhodiola rosea (Crassulaceae) in Norway “ ha menzionato l’uso della Rhodiola nella medicina popolare contro lo scorbuto ed il suo uso anche in Francia come stimolante ed astringente come riportato da Virey in un libro di medicina del 1811. [115]

SINTESI DEGLI EFFETTI FISIOLOGICI

Rhodiola Rosea è una pianta medicinale tradizionalmente usata come un “attivo adattogeno”. [130,115] Gli effetti adattogeni vengono tradizionalmente indicati come induzione di una “immunità non specifica” e di effetto normalizzante; [130] l’uso tradizionale spazia dall’ Europa fino all’ Asia dell’est (Mongolia [130] e Siberia [115] per arrivare fino in Cina (con il nome di Hong Jing Tian) [59] dove si raccomanda di prenderne da 3 a 6 grammi della radice ogni giorno per assicurarsi vitalità e longevità e, per gli stessi motivi, è stata impiegata nelle culture nordiche e specialmente in quella russa anche per combattere il declino cognitivo e fatica fisica. Rhodiola rosea viene generalmente classificata quindi come pianta medicinale ad effetto adattogeno e tonico psico-fisico come anche indicato dal Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC) di EMA (European Medicines Agency) [43] con le indicazioni: “contrasto e resistenza a stanchezza fisica e mentale” e “Stress” (2011-2012). Secondo attuale letteratura scientifica vi sono evidenze che indicano un reale beneficio dell’assunzione di Rodiola per contrastare (ridurre) l’affaticamento fisico e mentale soprattutto in situazioni di stress cronico, e, in evidenze preliminari, se ne indicano potenziali come neuro protettivo e come botanicals della longevità “anti aging”; più recentemente Rodiola è stata studiata anche come integratore specifico per l’attività sportiva [118] in riferimenti a generali effetti “ergogenici” e che sono stati tradizionalmente sfruttati con finalità adattogene nel corso di secoli ed anche recentemente in ambito militare.[6] Secondo letteratura scientifica gli effetti adattogeni di Rodiola sarebbero molto evidenti in contrasto all’esaurimento psico-emotivo, in correlazione a situazione di stress cronico o nel “burnout” ma sono significativi anche gli effetti a favore del recupero fisico o delle performances motorie, tuttavia in conformità a studi effettuati anche su atleti, se ne escludono effetti ergogenici acuti; sulla base delle attuali evidenze Rodiola si rivela di ottimale aiuto soprattutto nel miglioramento dei sintomi quali astenia, fisica, mentale, disforie dell’umore, mancanza di attenzione anche derivanti dallo “stress”.[115] Secondo letteratura scientifica i principali meccanismi d’azione del fitocomplesso di Rodiola dipenderebbero principalmente dalla sua capacità di modulare positivamente il rilascio degli ormoni dello stress e contemporaneamente di stimolare il metabolismo energetico tramite l’attivazione della sintesi di ATP nei mitocondri. L’estratto di rizoma di Rhodiola rosea contribuisce a normalizzare la sintesi del cortisolo potenzialmente attraverso l’inibizione del “pathway SAPK” che è coinvolto nella patogenesi di resistenza ai glucocorticoidi e che impedisce la formazione di NO associato alla deplezione di sintesi di ATP. Il meccanismo d’azione del fitocomplesso di Rhodiola rosea è principalmente dovuto alla presenza di composti fenolici e glicosidici tra i quali il salidroside e la rosavina (oltre a rosarina, rosina, rodiosina, etc.) e proprio quest’ultima caratterizza Rhodiola rosea L. e la differenzia dalle altre specie di Rhodiola (in cui è presente solo salidroside) e da altri noti adattogeni (ginseng, eleuterococco, schisandra, aralia). Nel fitocomplesso salidroside e rosavina dimostrano la maggiore attività biologica. [149] Gli effetti farmacologici del fitocomplesso di Rodiola coinvolgono direttamente il sistema serotoninergico e gli effetti che questo esercita nel modulare il controllo dell’appetito, il sonno, il comportamento, l’umore, la funzionalità cardiovascolare, la memoria e la capacità d’adattamento.[149,115] Secondo letteratura scientifica gli effetti terapeutici di Rodiola vengono attribuiti alla dimostrata capacità del suo fitocomplesso di inibire l’enzima Catecol-O-metiltransferasi (COMT) responsabile dell’inattivazione della serotonina e di stimolare il trasporto, attraverso la barriera ematoencefalica, del 5-idrossitriptofano (5HTTP), precursore della serotonina. Questi due effetti contribuiscono, nel loro insieme, ad un aumento dei livelli di serotonina nel sangue.[149] E’ stato inoltre dimostrato che la rosavina contenuta nella radice di Rhodiola rosea, esercita attività di stimolazione della biosintesi di ormoni quali epinefrina, norepinefrina e adrenocorticotropo ; è noto che questi ormoni attivano l’adenilatociclasi a livello delle cellule adipose, promuovendo il rilascio degli acidi grassi dal sangue. La mobilizzazione degli acidi grassi dal tessuto adiposo rappresenta un aumento di substrato per la produzione di ATP.[149] Rhodiola rosea offre inoltre una potenziale protezione nei confronti di patologie cardiache e cerebrali (es. infarto, ictus, depressione e Morbo di Alzheimer) attraverso attività antinfiammatorie e antiossidanti che contrastano il danno della funzione mitocondriale e la produzione eccessiva di specie ossidative reattive (ROS) nei mitocondri; questi eventi infatti possono causare danni, per esempio, alle proteine, agli acidi nucleici e alle membrane, contribuendo, nella cellula all’apoptosi. E’ importante sottolineare che gli effetti citati possono essere ottenuti solo con prodotti a base di estratti di Rhodiola rosea che rispettino elevati requisiti farmaceutici per qualità e sicurezza. Nella clinica l’estratto di Rhodiola rosea ha dimostrato di migliore le prestazioni di lavoro mentale, di attenzione, prestazione e l’umore oltre alle disabilità professionali, alla vita sociale e familiare, mediamente dopo quattro settimane di trattamento. Rispetto al miglioramento delle performances cognitive, questo sembrerebbero derivare dalla capacità di Rodiola di ridurre lo stato di affaticamento generale dell’individuo mentre attualmente le prove di un potenziale diretto nel miglioramento del funzionamento cognitivo sono insufficienti. In numerose valutazioni, anche se preliminari, si indicano potenziali neuro protettivi di Rodiola nei confronti degli effetti “stress-ossidativi” di tossine e di una aspecifica capacità d’inibizione delle mono amino ossidasi (MAO); le evidenze di attività sulle MAO sono ancora preliminari. A livello centrale invece, sono solide le evidenze di effetti serotoninergici e di capacità di riduzione dei corticosteroidi. Molti studi preliminari promettenti indicano un potenziale di Rodiola nel promuovere la longevità indipendentemente da regimi di restrizione calorica. La moderna fitoterapia utilizza la radice di Rodiola come adattogeno e anche come coadiuvante nelle aritmie cardiache e palpitazioni da stress, nell’impotenza sessuale e contro depressione e l’ansia. In Svezia, ancora attualmente, in particolare nella contea di Jamtland, Rhodiola viene normalmente utilizzata come rimedio fitoterapico e anche attualmente i Lapponi, durante i loro spostamenti, sono soliti masticare radici di Rodiola.[82,37] Nei manuali di farmacologia in Svezia Rhodiola rosea è citata come una pianta dall’effetto stimolante ma le viene ulteriormente attribuito un effetto vasocostrittore e emostatico sulle emorroidi.[133] In alcune pubblicazioni scientifiche (Lakemedelsboken) Rhodiola rosea è menzionata come una delle fito medicinali più comuni ed il relativo effetto è specificato come un “rafforzatore generale” e ” psicostimolante “.[154] In alcuni paesi i preparati farmaceutici a base di Rodiola sono riconosciuti dalla medicina ufficiale. [100,88,101,158,103,102,44] La Rodiola rosea è uno degli adattogeni naturali più popolari utilizzato oggi in Russia, ed possiede un ampio corredo di pubblicazioni scientifiche.[149,115] È stato raccomandato per la prima volta nel 1969 dal Comitato farmacologico del Ministero della Salute dell’URSS da utilizzare come stimolante contro l’affaticamento in pazienti che soffrivano di stati astenici e in persone sane che mostravano astenia durante i periodi di alto sforzo mentale o dopo un intenso lavoro fisico come ad esempio, atleti, militari, politici, studiosi, artisti. [149,115] Rodiola può essere utilizzata anche in caso di nervosismo mentale borderline, nevrosi, disturbi nevrotici e psicopatie; nella pratica psichiatrica, gli estratti di Rodiola rosea sono indicati come coadiuvanti per la correzione degli effetti collaterali neurologici associati alla terapia psicofarmacologica, e per migliorare e stabilizzare la fase di remissione da astenia e apatia /abulia in pazienti affetti da schizofrenia. [136,68,134,66,93,14,135] I preparati a base di estratti di Rodiola sono utilizzati come integratori alimentari in tutto il mondo.[64] L’EFSA consente per Rodiola l’indicazione funzionale “contribuisce a un mentale ottimale e attività cognitiva” ma ha in fase di valutazione un claim più articolato. In Svezia compresse a base di estratto di Rodiola (SHR-5) sono attualmente registrate come” medicinale a base di erbe tradizionali” (THMP) indicato come adattogeno in situazioni di diminuzione prestazioni come affaticamento e sensazione di debolezza. Sono molto interessanti inoltre gli effetti che Rodiola rosea può esercitare (come per altro da uso tradizionale) come integrazione specifica in aiuto alle generali capacità di adattamento dell’organismo in caso di temperature molto fredde [157] o nei disturbi d’alta quota.[142] Il globale profilo farmacologico di Rhodiola rosea la identifica come un adattogeno completo e versatile [64] nel senso più letterale del termine poiché è dimostrato che può contribuire non solo al recupero dell’affaticamento fisico e mentale ma anche alla fisiologica funzionalità del sistema immunitario.[106] Studi recenti suggeriscono i potenziali benefici di Rhodiola rosea nel contrastare i disturbi a carico dell’apparato respiratorio di origine infettiva come già osservato nell’uso tradizionale; ad esempio nell’antica Mongolia Rhodiola rosea veniva impiegata come antitubercolare;[26] nel modello sperimentale Rhodiola rosea ed i suoi bioattivi mostrano promettenti effetti antinfettivi come quelli antibatterici [67] e gli effetti antivirali di Rhodiola rosea sono stati studiati non solo in vitro ma anche nell’uomo in condizioni di maggior rischio di infezioni virali, come ad esempio quelle che si verificano a seguito di attività sportiva molto intensa, e per le quali un temporaneo indebolimento del sistema immunitario aumenterebbe la suscettibilità ad infezioni sia virali sia batteriche. Rispetto a questi razionali Rhodiola si profilerebbe nel senso più completo di adattogeno anche come un utile supplemento nei periodi dell’anno in cui le condizioni climatiche, come il freddo, predispongono ai disturbi infettivi tipici delle alte vie aeree come suggerito da alcuni studi scientifici ed in particolare da uno di questi che ha specificatamente accertato, in vitro, anche la capacità di Rhodiola rosea di contrastare l’infezione cellulare da influenza virus.[60]

FARMACOLOGIA

Il salidroside, una delle componenti principali di Rodiola, viene assorbito nell’intestino [175,97,98] e l’assunzione orale di 48 mg / kg e di 24 mg / kg determinano esattamente la stessa concentrazione sierica;[175] 12 mg / kg di assunzione orale di salidroside determinano una biodisponibilità del 32,1% 25 mg / kg di assunzione orale di salidroside determinano una biodisponibilità del 98,1%;[172] 100 mg / kg di assunzione orale di salidroside determinano una biodisponibilità tra il 51 e il 97%;[48] non sono noti i motivi di queste incongruenze. Nel ratto la somministrazione orale di salidroside, determina la relativa emivita di circa 40-46 minuti con un Tmax di 25 minuti e una Cmax di 10,47 +/- 1,08μg / mL (240 AUC di (695,62 minuti +/- 95. 39μg / h / mL).[175] In un altro studio la somministrazione orale di 100 mg / kg di salidroside ha determinato una Cmax di 3. 716,73 +/- 860,13 ng / mL, un Tmax di 0,30 +/- 0,1 ore e emivita di 1,32 +/- 0,22 ore con una AUC0-∞ di 7,724,52 +/- 446,62h / ng / mL; in questo studio non è emersa la capacità del salidroside isolato di incrementare i livelli di p-tirosolo.[48] In vitro, Rodiola sembra inibire l’enzima CYP3A4 con un IC50 nell’intervallo di 1,7-3, mcg / mL e si è osservato che inibisce la glicoproteina P con un IC50 nell’intervallo da 16,7 a 51,7 mcg / ML.[52] Nonostante le possibili influenze sul CYP3A4, è stato osservato che Rodiola non interagisce negativamente con la farmacocinetica del Warfarin nei ratti.[112]

RAZIONALI D’AZIONE SUL SISTEMA NERVOSO

In vivo, 100 μg / mL di estratti metanolici e acquosi possono inibire le MAO-A e le MAO-B mentre l’estratto di diclorometano sembra essere meno potente. La rosiridina sembra inibire potentemente le MAO-B ma non le MAO-A mentre il salidroside appare debolmente efficace solo sulle MAOB. [159] I risultati di questo studio sono stati confermati anche in un altro dove è stato anche notato che l’effetto inibitorio sull’acetilcolinesterasi è riconducibile all’idrochinone, alla rodiolgina e al rhodioflavonoside.[160] Un ulteriore studio ha suggerito che Rodiola dimostra la capacità di inibire l’enzima COMT (Catechol-o-methyltransferase).[11] Rodiola dimostra di influenzare l’attività del neuropeptide Y e il successivo rilascio di Hsp72.[111] Questi effetti possono spiegare la riduzione dello stress conseguente a supplementazione di Rodiola [29] come confermato anche nel ratto in cui una miscela di Rodiola e salidroside ha determinato aumenti nel siero di Hsp72.[110] Un effetto psicostimolante, della durata di circa 4 ore, è stato osservato dopo la somministrazione orale di 2,5 mg di salidroside (circa 250 mg di Rodiola).[114]
Il salidroside, somministrato con iniezioni intraperitoneali, nei ratti ha dimostrato di accelerare il tasso di guarigione dei nervi successivamente ad una lesione indotta al nervo sciatico.[144] Questo effetto è noto anche per altri adattogeni come avviene grazie al ginsenoside con Panax Ginseng [81] e questo effetto può essere correlato agli effetti anti-degenerativi di Hsp70 sui neuroni. [156,53] Alcuni studi hanno dimostrato che il salidroside può esercitare effetti riparativi sul tessuto nervoso ad esempio migliorando i tassi di neurogenesi nell’ippocampo di ratto diabetico attraverso una riduzione dello stress ossidativo [129] e in vitro il salidroside sembra anche preservare i tassi di differenziazione delle cellule staminali in presenza di streptozotocina. [128] E’ stato inoltre dimostrato che l’incubazione dei neuroni con salidroside ha aumentato la lunghezza media dei processi cellulari nelle cellule NF150 positive suggerendo che il salidroside può aumentare l’estensione dei processi cellulari nella differenziazione delle cellule. [129] In ratti normali e sani sottoposti a test di evitamento passivo, Rodiola (droga in povere per via orale) ha migliorato la memoria in modo dose e tempo dipendente (50-100 mg / kg per 9 giorni). [46] Conclusioni analoghe sono riportate da un altro studio che ha utilizzato un estratto idroalcolico 1: 1 di Rodiola [121] Nel ratto la somministrazione orale di un estratto di Rodiola (50-100mg / kg per 9 gg. ) ha annullato gli effetti di menomazione della scopolamina.[46] Il salidroside isolato (50-75 mg / kg) si dimostra in grado di annullare gli effetti di alterazione della memoria indotti da iniezioni di β-amiloide [178] così come le alterazioni sia nella neurogenesi [129,128] che nella funzione cognitivacome osservato nei ratti diabetici.[126] Miglioramenti della memoria sono stati osservati in persone con disabilità cognitiva (non patologica), con una formulazione nota come Vigodana ma i risultati sono difficilmente interpretabili a causa dei cofondanti magnesio e vitamine del gruppo B.[45] Il salidroside mostra effetti protettivi sui neuroni in situazioni di ipoglicemia e fame; il pretrattamento (80-320μg / mL) mostra di preservare un maggior numero di neuroni rispetto al controllo attivo con adenosina (250 μg / mL); gli effetti protettivi vengono ricondotti alla capacità del salidroside di stabilizzare i mitocondri e prevenire l’aumento di ROS (specie reattive dell’ossigeno) come osservato visto in cellule pretrattate con Rodiola.[173] Questi effetti antiossidanti possono estendersi anche alla protezione dallo stress ossidativo mediato dalla proteina β-amiloide[181] e questi effetti si dimostrano nei ratti biologicamente rilevanti con un’assunzione orale di 50-75 mg / kg nei ratti.[178] Il salidroside dimostra effetti anti ossidativi anche nei confronti del perossido di idrogeno (H2O2) così come il tirosolo galattoside isolato. [21] È stato osservato che il salidroside influisce sui livelli di mRNA degli enzimi antiossidanti heme-ossigenasi 1 (HO-1), tioredossina e peroxiredoxin-I[181] e quindi l’induzione enzimatica può essere alla base degli effetti protettivi osservati con il salidroside. Il salidroside, e quindi la Rodiola, sembrano avere effetti protettivi antiossidanti nei neuroni isolati. Sembra che i meccanismi inducano livelli di enzimi antiossidanti o altrimenti esercitino effetti antiossidanti. Anche il solfoside ha mostrato effetti protettivi contro l’eccitotossicità indotta dal glutammato o dal calcio intracellulare nei neuroni. [17,22,109] Uno studio ratti dipendenti dalla nicotina, ha valutato l’influenza di Rodiola sulla sospensione degli effetti della nicotina; in questo studio la Rodiola è stata in grado in modo dose dipendente (5-40 mg / kg) di aumentare le concentrazioni di serotonina e di 5-HIAA (13-183% ) nei ratti non dipendenti dalla nicotina (controllo) ed anche nei ratti dipendenti dalla nicotina (11-262%) dove gli effetti risultano maggiori a causa di una relativa insufficienza di serotonina; questo studio non ha rilevato alcuna alterazione nel rapporto 5-HT / 5-HIAA né nei livelli di triptofano.[83] Un altro studio in ratti depressi, i livelli diminuiti di serotonina nell’ippocampo sono stati normalizzati con l’assunzione di rodiola (1,5 -6 g / kg di rodiola al 4% di salidroside) che ha determinato un del 20% di serotonina rispetto al controllo ma che non ha avuto altrettanta efficacia quanto la fluoxetina ( 48%). [20] Sulla base delle evidenze farmacologiche Rodiola dimostra generali effetti serotoninergici con una probabile capacità di downregolazione del recettore 5-HT3 della serotonina, che è dovuta alla soppressione dell’espressione del gene HTR1A attraverso il tirosolo e salidroside. [113] Si ipotizza che queste azioni siano correlabili agli effetti di ansiolisi, poiché l’attivazione del recettore 5-HT3 induce l’ansia. [63]

RAZIONALI D’AZIONE SU FATICA E STRESS

Una meta-analisi che ha studiato l’affaticamento in ambienti accademici [57] ha preso in considerazione i seguenti studi di cui:
uno studio in cui gli studenti sono stati trattati con 100 mg di SHR-5 per 20 giorni;[152]
uno studio in cui gli studenti hanno assunto 660 mg di un prodotto chiamato Rhodaxon (estratto di radice di rodiola, non specificato) per 20 giorni; [153]
uno studio in cui sono stati somministrati 100 mg di Rodiola per 2 giorni;[36]
uno studio in cui sono stati somministrati 170 mg di SHR-5 per 42 giorni;[35]
uno studio (stress correlato al lavoro) in cui sono stati somministrati 370-555 mg di SHR-5 in una singola dose. [145]
Nel complesso, questi studi suggeriscono che l’uso di Rodiola, rispetto a placebo, è associato a miglioramenti nella fatica cognitiva,[35,152,153,145] miglioramento negli esercizi PWC (Physical Working Capacity) e fitness neuromotorio,[152] miglioramenti nella riduzione in errori di elaborazione,[153] miglioramenti nell’attenzione sostenuta e nel tempo di reazione,[36] miglioramenti del benessere generale [152,153] miglioramenti nella riduzione della frequenza cardiaca. [152] Dagli studi emerge che i miglioramenti della percezione della fatica sono affidabili e mediamente anche superiori ai miglioramenti sull’attenzione sostenuta e della velocità di reazione visiva.[57] Altri studi non inclusi nella meta-analisi includono uno studio in aperto con estratto di rhodiola (WS1375) a 400 mg al giorno (200 mg due volte al giorno) per 4 settimane che ha mostrato benefici generali sullo stress percepito, miglioramenti nella disfunzione sociale e lavorativa indotta dallo stress e riduzione della fatica;[41] uno studio che ha valutato l’affaticamento in studenti infermieri (384 mg/die). [123] Secondo gli studi disponibili l’integrazione con Rodiola sia acuta che cronica risulta efficace per ridurre l’affaticamento percepito e migliorare i riflessi negativi cognitivi derivanti dall’affaticamento in persone sane soggette a stress o ad alto carico di lavoro. Uno studio in persone con affaticamento cronico legato allo stress (non necessariamente “sindrome da stanchezza cronica”) è stato in grado di dimostrare un significativo effetto protettivo della rodiola (576 mg SHR-5 per 28 giorni) contro lo stress come valutato dal punteggio di burnout di Pines.[106]

RAZIONALI D’AZIONE SULL’ESERCIZIO FISICO

È stato osservato che il salidroside attiva l’AMPK nelle cellule muscolari scheletriche e aumenta l’assorbimento di glucosio in modo dipendente dalla concentrazione tra 1,25-80 μM senza alcuna dose che superi il controllo attivo (insulina a 100 nM). Questo studio ha anche rilevato che il consumo di glucosio indotto da insulina è leggermente aumentato con il salidroside.[76] Uno studio con supplementazione di Rodiola (170 mg al giorno per 4 settimane) ha rilevato un livello circolante ridotto di acidi grassi durante un test VO2 max (da 12,86 +/- 1,62 mg / dL a 7,31 +/- 1,31 mg / dL) senza influenzare significativamente il glucosio, che era associato a un aumento dei parametri antiossidativi nel siero e a un numero inferiore di biomarker di danno muscolare. I livelli di lattato sono stati anche ridotti dopo l’esercizio fisico quando misurati a 3 minuti dal recupero (50% in meno rispetto al controllo), 6 minuti (42%) e 9 minuti (33%).[118] Non risultano evidenze significative sulla capacità di Rodiola di aumentare l’ossigenazione del sangue.[166]
Una meta-analisi ha valutato gli effetti della supplementazione di Rodiola sulle prestazioni fisiche o sull’affaticamento fisico.[57]
Nella metanalisi sono stati esaminati 7 di studi in cui:
in uno studio sono stati somministrati 660 mg di estratto di radice di Rodiola (Rhodaxon) per 30 giorni prima dell’esercizio; [1]
in uno studio sono stati somministrati 100 mg di Rodiola per 4 giorni;[36]
in uno studio sono stati somministrati 250 mg di Rodiola 15-22 giorni prima dei test; [161]
in uno studio sono stati somministrati 447 mg di Rodiola in singola dose acuta;[166]
in uno studio sono stati somministrati 228 mg di SHR-5 per 5 giorni;[140]
in uno studio sono stati somministrati 100 mg SHR-5 per 20 giorni;[152]
La maggior parte degli studi valutati in questa meta-analisi hanno riportato generali benefici per quanto relativo alla capacità fisica legata all’esercizio fisico e questi effetti sembrano dipendere da una generale riduzione della sensazione neurale della fatica che quindi consente una maggiore possibilità di condurre più lavoro fisico come dimostrato nei test ciclistici.[152,153]
Nelle situazioni invece in cui l’affaticamento non è correlato all’esercizio fisico, la Rodiola sembra avere un significativo effetto protettivo e riabilitativo. Questo effetto è stato testato in situazioni di stress da moderato ad alto come nei medici (lavoro su turni) o studenti durante i periodi di esame. La supplementazione di Rodiola determina ad un aumento di VO2 max. e un miglioramento del tempo di esaurimento durante un test ciclistico [36] e in un altro studio in cui è stata misurata la VO2 max, è stata osservata una riduzione della creatin-chinasi e del rilascio di proteina C-reattiva (rispetto a placebo).[1] In altri studi focalizzati sull’output cardiovascolare in un test ciclistico la Rodiola si dimostra positivamente superiore rispetto al placebo [152,153] come anche dimostrato in uno studio (dose acuta di 3 mg / kg SHR-5) che ha concluso che la Rodiola, presa prima di una corsa in bicicletta di 10 km, ha consentito un tempo significativamente ridotto per completare il giro (25,4 minuti relativi rispetto 25,8 minuti) e una riduzione della frequenza cardiaca durante il riscaldamento (136 +/- 17 rispetto a 140 + 17 del placebo), che insieme alla potenza media ha registrato un trend di miglioramento; in questo studio condotto su donne che praticavano ciclismo in forma ricreativa, le partecipanti hanno riportato una minore sensazione soggettiva di affaticamento a seguito del consumo di Rhodiola Rosea.[104] In uno studio condotto su vogatori agonisti una miscela di 5 mg di zinco con 200 mg di Rodiola ha determinato un aumento della capacità antiossidante plasmatica [148] e in altri studi su atleti agonisti è stato osservato che 170 mg di Rodiola per 4 settimane mostravano un incremento della tendenza all’aumento del VO2 massimo. [118]

RAZIONALI D’AZIONE ANTIDEPRESSIVA

In modelli animali, è stato osservato che la Rodiola (estratto 10-20 mg / kg di peso corporeo al 3% di rosavine e 1% di contenuto di salidroside) esercita effetti antidepressivi in un modello di test di nuoto forzato. [120] È stato dimostrato che la Rodiola riduce gli effetti collaterali degli antidepressivi triciclici come l’Eleuterococco senticoso.[14] In soggetti con depressione da lieve a moderata dosaggi da 340 o 680 mg di Rodiola (SHR-5) al giorno per 42 giorni, hanno ridotto i sintomi totali della depressione valutati con le scale di valutazione BDI e HAMD (senza fenomeni di dipendenza) con miglioramenti dell’insonnia e dell’instabilità emotiva; solo la dose più elevata ha determinato un miglior senso di benessere.[34]

RAZIONALI D’AZIONE SULL’ANSIA

E’ stato concluso da alcuni studi che Rodiola possa aiutare nell’alleviare l’ansia in relazione alle sue capacità adattogene determinando l’aumento della serotonina. [83, 20, 63] Nei ratti, dosaggi di 10-20 mg / kg di rhodiola (3% di rosavine e 1% di salidroside) somministrati un’ora prima di uno specifico test di orientamento alla luce ed al buio hanno determinato alcuni effetti ansiolitici indipendentemente dalla dose.[120] Nell’uomo, in uno studio in aperto, Rodiola (340 mg per 10 settimane) sembra migliorare i disturbi d’ansia generalizzata.[16]

RAZIONALI D’AZIONE SUL SISTEMA CARDIOVASCOLARE

In cellule del muscolo cardiaco soggette a lesione da ischemia / riperfusione, sia il salidroside che il tirosolo (125-500μM) o la loro combinazione sono in grado di ridurre notevolmente il danno alle cellule misurato dai tassi di apoptosi; questo effetto viene ricondotto all’inibizione dell’attivazione di JNK (Chinasi JNK) da parte di tirosolo e il salidroside.[155] Questa inibizione può spiegare i risultati osservati in altri studi dove i cardiomiociti sono stati protetti dal salidroside nei confronti dell’ischemia tramite l’inibizione dell’apoptosi mitocondriale-dipendente. [184,51,163] Questa inibizione di JNK viene ricondotta agli effetti antiossidanti del salidroside; gli effetti antiossidanti possono anche essere la causa di meno legami N-acetilglucosamina. [2,72,167] In altri studi è stato concluso che il salidroside può proteggere il tessuto cardiaco dalla morte cellulare indotta da ipossia e dal danno ossidativo da H2O2.[179,185] Nei ratti diabetici con segni di insufficienza cardiaca, 75 mg / kg di un estratto etanolico al 95% di Rodiola per 21 giorni era in grado di preservare la pressione sanguigna e migliorare la gittata cardiaca tramite meccanismi dipendenti da PPARδ. Il livello di proteina PPARδ e i livelli di mRNA nel cuore dei ratti diabetici sono stati ridotti rispetto al controllo con l’ingestione di Rodiola che ha normalizzato questi parametri;[25] PPARδ è un recettore che regola la funzione ionotrofica nei cardiomiociti (cellule del muscolo cardiaco) sui quali l’ assunzione orale di estratto di Rodiola dimostra una certa bioattività.[23,24,9] In uno studio in pazienti con carcinoma mammario il salidroside isolato (600 mg al giorno) somministrato 1 settimana prima della chemioterapia ha completamente contrastato la riduzione della funzione sistolica (valutata mediante Strain Rate Imaging) indotta dal farmaco chemioterapico epirubicina così come ha contrastato significativamente l’aumento di ROS plasmatico (a differenza del placebo).[163] In vitro le cellule staminali ematopoietiche incubate con salidroside dimostrano un aumento della sintesi del DNA (secondaria alla stimolazione dell’attività di PARP-1) e i globuli rossi dimostrano di ricevere protezione dai danni ossidativi con un parallelo aumento dell’efficacia dell’eritropoeitina. L’induzione di PARP-1 sembra verificarsi anche nei linfociti ed è stata confermata nei topi a una dose orale di 75 mg / kg; questa attività di PARP-1 sembrava essere vitale per gli effetti antiossidanti.[77,124,183] In vitro l’estratto acquoso di Rodiola sembra avere effetti inibitori dell’ACE con circa il 30% di inibizione a 100-200 μg / mL e del 50% a 500 μg / mL. Questo effetto inibitorio ACE è stato notato anche in un altro studio con un estratto etanolico al 12% di Rodiola che induceva un’inibizione del 38,5%.[185,25]

RAZIONALI D’AZIONE SULL’INVECCHIAMENTO

Rodiola aggiunta al mangime dei nematodi (C. Elegans) per tutta la loro vita ha ritardato l’invecchiamento dell’intera popolazione (ritardandone la morte) e ne ha prolungato la vita di circa il 10-20 %; in questo studio è stata studiata anche l’efficacia di Eleutherococcus senticosus (a concentrazioni 10 volte superiori) suggerendo meccanismi comuni; in questo studio si è concluso che il meccanismo pro longevità di Rodiola sui nematodi sia dipendente da una induzione della traslocazione nucleare del gene DAF-16 (che è una riposta di resistenza allo stress),[164] che risulta vitale per migliorare la tolleranza al calore nei nematodi,[33] si ritiene infatti che la traslocazione DAF-16 sia correlata alla longevità e alla resistenza allo stress;[91,119] si pensa che gli effetti della Rodiola su DAF-16 siano correlati a una modulazione ormonale dello stress. [116] Risultati analoghi sono stati ottenuti sulla mosca drosofila nella quale la supplementazione di specifici dosaggi di Rodiola ha ridotto significativamente la mortalità e ne ha promosso la longevità;[59] questi risultati sono stati ottenuti anche in ulteriori studi. [137,138] Un aumento della longevità si verifica anche nel lievito,[10] e quando si confrontano i due studi sulle mosche, quello condotto con una maggiore concentrazione di salidroside e rosavin [137] sembra ottenere risultati superiori rispetto a quello condotto con concentrazioni standard, suggerendo che questi due componenti sono i principali bioattivi. [59]

RAZIONALI D’AZIONE ANTIOSSIDANTE

La Rodiola grazie al salidroside, sembra indurre l’attività di PARP-1 (Poly [ADP-ribose] polymerase 1 ) che appare cruciale per la protezione in vivo del DNA da danni da H2O2, che è stata osservata nei globuli rossi e bianchi e nei fibroblasti. PARP-1 è un enzima dipendente dal NAD (+) che viene attivato dal DNA danneggiato e agisce per preservare l’integrità del DNA e indurre la riparazione che è stata osservata con il salidroside nei topi. [77] È noto che il salidroside aumenta i livelli proteici degli enzimi antiossidanti thioredoxin-1[181,1] e glutatione perossidasi [78,124] e coinvolge anche eme ossigenasi-1 e peroxiredoxin –I [181], catalasi e superossido dismutasi. [78] La maggior parte di questi enzimi sono coinvolti nella protezione da perossido di idrogeno (H2O2) che in vitro sembra essere il radicale principale bersaglio della difesa antiossidativa del salidroside nelle ossa [180], nei globuli rossi [125,77], nei neuroni [127, 21, 109], nei fibroblasti, [85] e nelle cellule del fegato. [47] Uno studio ha concluso, tuttavia, che gli effetti antiossidanti non sono in grado di spiegare pienamente gli effetti citoprotettivi della Rodiola. [139] Il salidroside sembra attivare entrambi gli enzimi antiossidanti e agire anche su PARP-1 agendo con meccanismi utili alla riparazione del DNA.

RAZIONALI D’AZIONE SULL’APPETITO E SUL METABOLISMO DEL GLUCOSIO

Rodiola sembra avere meccanismi capaci di ridurre l’assorbimento di carboidrati, tuttavia con limitata potenza. Attualmente per la sola Rodiola non ci sono studi significativi in vivo che valutino e confermino questi effetti. In ratti forzati ad un eccesso di alimentazione in condizioni di stress la Rodiola (3% di rosavin e 3,12% di salidroside) un’ora prima del “binge eating” sembrava determinarne una significativa riduzione del consumo a 10mg / kg mentre 20mg / kg abolivano completamente il “binge eating”; questo effetto è stato ricondotto alla presenza del salidroside e non sembrava dimostrarsi in altri modelli di alimentazione anomala. [28] Questi effetti bidirezionali di Rodiola sono simili a quelli osservati con il Panax ginseng e suggeriscono un meccanismo comune, e uno studio ha osservato che la riduzione del “binge eating” visto con il salidroside è sinergica con Hypericum perforatum. [92] Si ritiene in generale che questi effetti anti-appetito siano maggiormente dovuti agli effetti adattogeni della Rodiola piuttosto che agli effetti serotoninergici.[27] In vitro gli estratti di acquosi di Rodiola sembrano avere un potenziale inibitorio dell’ α-glucoside, (100-200 μg / mL assoluta; 50 μg / ml hanno inibito poco meno del 50% dell’attività enzimatica); questo effetto inibitorio risulta sinergico con l’estratto di mirtillo rosso. La Rodiola possiede un IC80 di 93μg / mL su α-glucoside e un IC80 di 100μg / mL su α-amilasi. [4] Questo effetto inibitorio è stato osservato anche in altri studi (con valori di IC50 per α-glucoside di 44,7-52,3 μg / m ) e α-amilasi di 173,4 μg / mL) che si pensa sia legato al tirosolo (IC50 di 70,8 μg / mL) [69] e al contenuto di salidroside. [70] Il salidroside sembra ridurre la formazione del prodotto finale glicemico (AGE) in topi sottoposti a iniezioni di D-galattosamina che è un modello di studio di invecchiamento accelerato che è, almeno parzialmente, dovuto alla produzione di AGE;[162,32,150] in questo modello di studio alte dosi di salidroside (1. 000 mg / kg) riducevano significativamente il contenuto di AGE. [84] Il salidroside mostra un’attività ipoglicemizzante, in ratti resi diabetici con alloxan, a 50, 100 e 200 mg / kg di dosaggio orale per 28 giorni, in modo tempo e dose dipendente (senza differenze significative tra le dosi). [75] In un altro studio su ratti diabetici, 200 mg / kg di Rodiola per 12 settimane, hanno determinato una riduzione del glucosio ematico come 200 mg / kg di cannella. [65]

RAZIONALI D’AZIONE SULLA MASSA GRASSA

In vitro la Rodiola sembra essere in grado di prevenire l’accumulo di lipidi durante la differenziazione degli adipociti a 1 mg / ml con concentrazioni più basse non significativamente efficaci. [72]

INTERAZIONI ORMONALI 

Un estratto standardizzato di Rodiola (3% di rosavine e 1% di salidroside) è in grado di inibire competitivamente il legame degli estrogeni al recettore in modo dipendente dalla concentrazione e quando somministrato a ratti ovarectomizzati non mostra effetti estrogenici. [39]

INTERAZIONI IMMUNITARIE

Nei ratti e nei topi il salidroside contrasta significativamente la soppressione di linfociti T e la secrezione di IL-2. [84]

AZIONI SUL TESSUTO OSSEO

Il salidroside in cellule MC3T3-E1 (tessuto osseo ) alla concentrazione di 0,1-10 μM è in grado di ridurre il danno ossidativo causato dall’H2O2 (inibendo tutti i meccanismi dannosi conseguenti), con 0,1μM di salidroside che è già efficace quanto le altre concentrazioni e altrettanto efficace del controllo attivo della N-acetilcisteina (10mM ); somministrando salidroside (5-20 mg / kg) in ratti ovarectomizzati, è stato osservato un aumento dose-dipendente della densità minerale ossea e la dose più elevata preservava il 55% della massa ossea nel gruppo verum (rispetto al femore di controllo nel ratto ovarectomizzato). [180]

RAZIONALI D’AZIONI SUL TESSUTO EPATICO

Uno studio ha concluso che il salidroside è in grado di indurre la divisione cellulare mesenchimale verso gli epatociti e, quando si valutano le proteine biomarker (EROD, PROD e LDL), il salidroside, in 4 settimane, a 2μM sembra essere altrettanto efficace quanto il fattore di crescita degli epatociti. [39] Il salidroside sembra indurre la proliferazione delle cellule del fegato da un comune precursore delle cellule staminali ma il significato pratico di questi risultati attualmente è sconosciuto. Il salidroside (25-100 mg / kg) riduce lo stress ossidativo nel fegato; [78] questi effetti sono stati osservati anche con il p-tirosolo, rosavin e rosidrina così anche per il consumo di estratti di Rodiola. [56]

STUDI IN ONCOLOGIA

Una piccola studio (n = 12) ha suggerito che la supplementazione con Rodiola abbia ridotto il rischio di recidiva del cancro alla vescica [12] e uno studio in vitro successivamente ha concluso che il salidroside ha effetti soppressivi sulle cellule carenti di p53 che dipendevano in parte dall’espressione di TSC2; lo studio ha concluso in definitiva che Rodiola indurrebbe un’attivazione di AMPK e la soppressione della segnalazione mTOR e dei suoi bersagli a valle (S6 e 4E-BP1) con conseguente morte delle cellule autofagiche. Concentrazioni a partire da 5 μg / mL erano attive sulle cellule cancerose e 25 μg / mL non erano in grado di sopprimere le cellule non cancerose. [79] È stato osservato che il salidroside induce apoptosi nelle cellule di cancro al seno sia su cellule MDA-MB-231 che MCF-7, con un IC50 rispettivamente di 10μM e 20μM; in questo studio è stato confermato che il salidroside non si comporta come un antagonista del recettore degli estrogeni (che può indurre apoptosi nelle cellule MCF-7) ed è stato osservato che induce l’apoptosi in entrambe le linee cellulari in modo dipendente dalla concentrazione. [55] Il salidroside ha anche dimostrato di esercitare protezione contro gli effetti cardiotossici di un comune chemioterapico per il cancro al seno noto come epirubicina. [177] Il salidroside (di 6,1 μg / ml) ha mostrato effetti inibitori sulla linea cellulare di cancro gastrico SGC-7901 con un valore IC50 con inibizione della proliferazione cellulare. [54]

RAZIONALI NELLO SVEZZAMENTO DA NICOTINA

La nicotina è l’alcaloide stimolante primario nelle sigarette. In topi trattati con nicotina (tramite iniezioni che inducevano poi comportamenti di astinenza come ansia e cambiamenti locomotori), l’assunzione orale di Rodiola a (10-20 mg / kg) durante la somministrazione di nicotina ha ridotto l’ansia di oltre il 50% . Questo studio ha anche concluso che Rodiola è stata in grado di abolire tutti i sintomi somatici di astinenza da nicotina. [89] Uno studio successivo su ratti, con metodologia simile, ha confermato questi effetti e ha osservato che i meccanismi sembrano essere di natura serotoninergica poiché l’antagonista del recettore della serotonina (WAY 100635) aboliva gli effetti e gli animali trattati con nicotina sembravano avere livelli più bassi di serotonina nella loro cervello. [83]

TOSSICOLOGIA

Uno studio ha riscontrato problemi relativi alla possibile etichettatura imprecisa degli integratori a base di Rodiola; lo studio ha preso in esame 39 prodotti a base di Rodiola (mercato britannico) e ha concluso rilevato che il 23% di questi prodotti non conteneva livelli rilevabili di rosavin, che è un marker chiave che distingue la Rhodiola rosea da altre specie di Rodiola. Due dei prodotti non contenevano affatto salidroside, che si trova in altre specie di Rhodiola, inclusa la Rhodiola rosea, indicando di fatto che questi prodotti non contenevano Rodiola inoltre, l’80% dei campioni di estratti che contenevano rosavin ne contenevano livelli inferiori a un campione di erba tradizionale utilizzato come riferimento. Infine, un integratore conteneva 5-HTP, che normalmente non si trova nel fitocomplesso di Rodiola, ed è una sostanza usata per scopi antidepressivi o di perdita di peso. [13] Negli studi sull’uomo che usano la supplementazione di Rodiola, non si tende ad avere effetti collaterali associati al trattamento ritenuti clinicamente rilevanti. [57]

INTERAZIONI CON FARMACI

Polveri di radice di Rodiola e estratti concentrati di Rodiola possono interferire con la concomitante assunzione di farmaci antidepressivi e ansiolitici.

AVVERTENZE

Rodiola non deve essere somministrata in gravidanza o nel periodo dell’allattamento.

 

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