Ashwagandha (Withania somnifera Dunal)

NOME COMUNE

Ashwagandha (Ginseng indiano; Winter Indian Cherry)

NOME SCIENTIFICO

Withania somnifera Dunal

FAMIGLIA

Solanaceae

HABITAT

[9,328,329,330]

Ashwagandha (Withania somnifera), noto anche come ginseng indiano è un’ importante antica pianta che cresce in zone  secche nelle regioni sub-tropicali come  Rajasthan, Punjab, Haryana, Uttar Pradesh, Gujarat, Maharashtra e Madhya Pradesh.
In India  la produzione di radici di Ashwagandha è stimata in più di 1500 tonnellate annue contro  il fabbisogno annuo di circa 7000 tonnellate che  richiedendo un aumento della sua coltivazione per una  maggiore produzione.

PARTE USATA

Le radici, le foglie (più raramente).

PREPARAZIONI FARMACEUTICHE CONSIGLIATE

Estratto secco delle radici  titolato in witanolidi totali min. 1.5% ; estratto secco delle foglie titolato min. 1% in witanolide A.

COMPOSIZIONE CHIMICA

[10,11,12,13,14,15,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25,27,28,29,30,31,32,33]

Ashwagandha  prevalentemente contiene :
Withanone ( lattone steroidale ) nelle radici e nelle foglie, 27-deoxywithanone nelle foglie e nelle radici , e 27-hydroxywithanone nelle radici e nelle foglie.  Lattoni steroidei 5,6-epossidici come la witaferina A nelle radici e nelle foglie; 17-idrossi-27-desossi-Withaferin A nelle radici e nelle foglie; tra i withanolidi  6,7-epossidici si ritrova il withanolide A sia nelle radici sia nelle foglie oltre a withonolidi B e D.
Tra i lattoni steroidali si ritrova inoltre il Withanoside IV  sia nelle radici che nelle foglie oltre a ulteriori varianti di questa superfamiglia; inoltre sia nelle radici che nelle foglie sono riconoscibili particolari withanolidi come i dienolidi ed il withanolide Z. Si riconoscono inoltre withanolidi glicosilati chiamati sitoindosidi  (glicowitanolidi ).
Nelle foglie e nelle radici si ritrova il 12-deoxywithastromonolide  mentre la Physagulina e varianti della stessa,  solo nelle  foglie, e non nella radice . Nel fitocomplesso si riconosce inoltre l’ Ashwagandhanolide cioè un tiowithanolide; lattoni viscosi;   lattoni steroidali solfati;  Kempferolo solo nei frutti;  Naringenina solo nei frutti; catechina; acido gallico solo nelle foglie ; acidi fenolici come l’acido siringico nelle foglie; l’acido p-cumarico nelle foglie; l’acido vanillico nelle foglie; l’acido benzoico nelle foglie;  un derivato 1,4-diossano (2,5-diosso-3-tetratriacont-3′-enil-1,4-diossano); ß-sitosterolo e stigmaterolo; Trigonellina nelle foglie;  acido palmitico nelle foglie e nelle radici ; acido oleico nelle foglie;  acido linoleico nelle foglie e nelle radici.  Ashwagandha è quindi  una fonte di strutture withanolidiche , principalmente  lattoni steroidei e delle loro forme glicosidiche. I withanolidi sembrano essere i componenti principali e  unici  per questa.
E’ utile ricordare  che i Withanolidi  sono presenti in tutte le piante della famiglia delle  solanacee, ma in Withania somnifera (Ashwagandha) se ne trova la più alta concentrazione.  Il contenuto fenolico di ashwagandha può raggiungere 17.8-32.6mg / g di peso a  secco prevalentemente nelle radici e nelle foglie mentre i frutti ne contengono una quantità intermedia. Circa l’ 80% degli estratti etanolici contiene 530 +/- 80 mg / 100 g di flavonoidi nelle radici  (equivalenti quercetina) e 520 +/- 60 mg / 100g nelle foglie.
Esiste una elevata variabilità nella quantità di withanolidi attivi contenuti negli integratori alimentari comuni prevalentemente dovuta alla mancanza di standardizzazione della  polvere della radice. Le valutazioni fisico-chimiche evidenziano che il Witaferin A è  più solubile in etanolo che in acqua, e se conservato in condizioni standard in etanolo al 90%  appare stabile al 90% dopo 6 mesi e al  80% dopo un anno.

PROPRIETA’ SALUTISTICHE

[1,2,3,4,5,6,7,8,9,159,160]

Withania somnifera Dunal , generalmente  nota  come Ashwagandha, è un’erba utilizzata nella medicina ayurvedica da millenni. Il  termine Ashwagandha è traducibile come “odore di cavallo” riferendosi al tipico  odore di stallatico di cavallo della radice fresca, inoltre è convinzione tradizionale che  l’assunzione di Ashwagandha possa conferire la forza e la  virilità proprie  di un cavallo. Ashwagandha è classificabile come  un adattogeno e la sua supplementazione è indicata  anche   per la sua capacità di prevenire l’ansia. Ashwagandha aiuta a lenire l’insonnia e le sensazioni depressive indotte dallo stress e può ridurre in modo significativo le concentrazioni di cortisolo e gli  l’effetti  immunodepressivi derivanti  dallo stress. Oltre a questi effetti Ashwagandha può migliorare le prestazioni fisiche così come dimostrato in studi sull’uomo ed anche  negli atleti; inoltre può contribuire alla riduzione  del colesterolo riducendo i livelli di LDL. Ashwagandha può migliorare le performances della memoria ,e, secondo letteratura scientifica recente ,  potrebbe essere di aiuto nella malattia di Alzheimer, anche se, per questa finalità,  sono necessari ulteriori dati prima che se ne possa raccomandare, nell’uomo, una supplementazione specifica. Anche se è noto ormai il coinvolgimento specifico del fitocomplesso di Ashwagandha nel modulare i principali neurotrasmettitori prevalentemente dopaminergici e serotoninergici, sono ancora  necessarie ulteriori ricerche per determinarne ulteriormente  il completo  meccanismo specifico di attività.  Tradizionalmente Ashwagandha è anche  raccomandato come  supplementazione nelle patologie oncologiche  . E ‘ tuttavia importante sottolineare, a questo riguardo, che attualmente non c’è  nessuna  prova, nell’uomo, della eventuale potenzialità terapeutica di Ashwagandha nella cura del  cancro. Ashwagandha invece, secondo letteratura si dimostra un significativo  supplemento per ridurre l’immunosoppressione. Ashwagandha può inoltre dimostrarsi utile per alleviare il dolore durante  un trattamento di chemioterapia, riducendo notevolmente  stress e  fatica correlati. Sulla base dei dati della recente letteratura scientifica Ashwagandha non può e non  deve essere utilizzato per il trattamento del cancro, ma rappresenta una significativa supplementazione  adiuvante con i trattamenti convenzionali. Secondo esperienza e letteratura scientifica l’estratto della  radice di Ashwagandha sembra essere praticamente non tossico, mentre  alte dosi di witaferina A isolata , una molecola ad attività antitumorale, possiedono una certa  tossicità,  tuttavia  a dosaggi 4 volte superiori alla dose terapeutica consigliata ,  e non  raggiungibili  attraverso l’estratto di radice.

Sempre secondo letteratura scientifica vi sono prove sufficienti sulle interazioni farmacologiche di  Ashwagandha con il citocromo  P450.L’estratto secco della radice di Ashwagandha è la forma farmaceutica preferibile , ai fini della supplementazione. La  dose minima  efficace, per l’uso acuto di Ashwagandha, e sicuramente quella prevalentemente consigliata, , è di 300-500 mg al giorno di estratto secco della radice,  titolato in withanolidi totali minimo 1.5 %. Ashwagandha dovrebbe essere assunto con i pasti principali, mediamente due-tre volte al giorno, tuttavia , se  preso una volta al giorno, dovrebbe essere preso con la prima colazione.  Withania somnifera Dunal non deve essere confusa con Withania coagulans che è una pianta del tutto diversa. Sulla matrice umana gli studi, che escludono  i dati sull’animale animali e in vitro,  confermano i significativi effetti di Ashwagandha sull’organismo.

In Ayurveda Withania somnifera è prevalentemente citata come  “Ashwagandha”, anche se ricorrono altri nomi comuni come “King of Ayurveda”,  “Indian ginseng” e Wintercherry.  Nella farmacopea Ayurvedica  Ashwagandha   è classificata come “rasayana” (ringiovanente) ed è stata sempre stata considerata come un tonico generale (fisico e mentale)  analogamente ai moderni adattogeni,  inoltre , sempre in Ayurveda è anche  stata classificata come “bhalya” (Aumenta la forza) e “vajikara” (afrodisiaco).

Ashwagandha , è stato tradizionale usato anche per altre finalità  come analgesico, astringente, antispasmodico, e immunostimolante così anche come antinfiammatorio ,coadiuvante nel trattamento delle patologie oncologiche, antistress, antifatica, antidiabetico e    nelle complicanze cardiovascolari;  sempre in Ayurveda il suo principale  utilizzo come adattogeno  è stato   raccomandato anche    in soggetti stressati con problemi di insonnia  , debolezza, stanchezza e affaticamento fisici e mentali, alterazione dell’umore. Anche nell’uso tradizionale si è sfruttata  la valenza  immunomodulante di Ashwagandha ,  in particolare, nei confronti della immunodepressione correlata allo stress. Ashwagandha è  da sempre considerata dalla medicina tradizionale indiana  una “pianta medicinale”  molto apprezzata  in diverse tipologie  di disturbi, tuttavia prevalentemente e maggiormente correlati con lo  stress, come sostegno immunitario, anti-ansia e anti depressivo.  Tradizionalmente Ashwagandha , utilizzato come integrazione alla dieta  quotidiana,  è noto per la sua ottima tollerabilità.

COINVOLGIMENTO DEI PRINCIPALI TARGET MOLECOLARI

Razionali di attività su  NF-kB [45,46,47,48,49,50]

L’NF-κB (“nuclear factor kappa-light-chain-enhancer of activated B cells”) è un complesso proteico funzionante come fattore di trascrizione. NF-κB si può trovare in tutti i tipi di cellule ed è interessata in tutte le reazioni delle cellule agli stimoli, quali stress, citochine, radicali liberi, irradiazione con ultravioletti e attacco proveniente dagli antigeni dei batteri o virus. NF-κB gioca un ruolo chiave nella regolazione della risposta immunitaria alle infezioni e sue disfunzioni sono state collegate al cancro , ai processi infiammatori, alle patologie autoimmuni, agli shock settici, alle infezioni virali e alle malattie del sistema immunitario. L’NF-κB è considerato coinvolto anche nei processi di plasticità sinaptica e di  memoria. NF-kB svolge un ruolo chiave nella  sopravvivenza cellulare ed  è mantenuto inattivo  dal suo inibitore (IkB) che crea un complesso che  impedisce i segnali di  NF-kB.  IκB è fosforilato da IKK (IκB chinasi) che induce rilascio di  NF-kB, il che significa che IKK influenza direttamente  l’attività di NF-kB. IKK  è un complesso formato da  due subunità( IKKα e IKKβ,) e da una subunità regolatoria nota come NEMO . IKKβ sembra essere in grado  di inibire  la formazione di IKKβ e NEMO con conseguente soppressione di NF-kB.Il Withanolide A ha dimostrato di legarsi direttamente  alla NEMO  e di interferire con essa  riducendo l’ attivazione di NF-kB. Conseguentemente ad una minore attivazione di NF-kB si riduce al sopravvivenza delle cellule tumorali e si verifica un incremento  di altri agenti che inducono apoptosi. Witaferin A sarebbe  inoltre  anche in grado di inibire l’attivazione di NF-kB con meccanismo indiretto  inibendo  la degradazione di IKBa necessaria  alla liberazione in forma   attiva  di NF-kB.

Razionali di attività su  proteine anti-apoptotiche [58,59,60,61,62,63,64].

Il Withanone ha dimostrato avere una  forte affinità verso la proteina nota come survivina che è una proteina anti-apoptotica delle  cellule tumorali; per  inibizione della survivina  si ottiene un incremento di  apoptosi nelle cellule tumorali . Un’altra  proteina chiamata mortalin che risulta aumentata nelle cellule tumorali   è responsabile dell’aumento  della vita in cellule sane  , ma può anche indurre le cellule cancerose a diventare più resistenti  alla chemioterapia.  Il Withanone sembra anche legarsi alla proteina  mortalin così come avviene per la Survivina, risultandone un inibitore diretto   legandosi ad esse;  poiché nelle cellule tumorali ,entrambe queste piccole proteine di segnalazione, sono coinvolte nel rendere le cellule tumorali più resistenti , la  loro inibizione permetterà di abbattere più facilmente le  cellule tumorali.

Razionali di attività su  proteine da shock termico (Hsp90) [78,79,80,81,82,83,84,85,86,87,88]

Le proteine da shock termico (HSP) sono piccole proteine di segnalazione intracellulare coinvolte  nel favorire la piegatura e la configurazione di altre strutture proteiche.  Tra queste proteine  Hsp90 è una delle  più importanti ed abbondanti (1,2% delle proteine totali in una cellula in condizioni normali. Molte proteine dipendenti da Hsp90 proliferano  in presenza di tumori e per questo motivo l’inibizione dell’attività di  Hsp90 è stata ritenuta avere un potenziale  terapeutico nel cancro.  Witaferina, A ha dimostrato di inibire il segnale Hsp90 nelle cellule tumorali pancreatiche . Hsp90 è una proteina che si esprime in situazioni di  shock  in risposta a stress cellulare  ed è coinvolta  nella formazione e riparazione  di altre proteine della cellula; essa  è iperattiva nelle cellule tumorali  e witaferin A sembra inibire il suo legame con altre proteine necessarie per il suo funzionamento.

Razionali di attività su  protein fosfo chinasi C (PKC) [75,76,77].

Sia il withanone sia il withaferin A hanno dimostrato una correlazione diretta con l’inibizione dell’attività della protein fosfo chinasi C soprattutto nelle cellule della pelle

Razionali di attività su  proteosomi [51,52,53,54,55,56]

Witaferina A si è dimostrato essere un inibitore  della chimotripsina in correlazione all’attività del proteasoma 20s  nel modello sperimentale sul coniglio (IC50 di 4.5μM) e  su colture di cellule di cancro della prostata  (5-10μM).  La struttura a maggiore attività sembra essere quella chetonica  del witaferin-A che dimostra effetti  simili  a quelli di  celastrol (Tripterygium wilfordii alias Thunder Dio Vine) che dimostra significativa attività sul proteosoma  confrontata con l’epoxomicina che è un  inibitore accertato del proteosoma. Witaferin-A  dimostra di  legarsi alla subunità specifica  β  del proteosoma 20 S ,  determinandone l’ inibizione già in tre ore  e dimostrando la  massima attività di inibizione (30-60% ) dopo 6 ore. Questi effetti si rilevano a  concentrazioni  di witaferin A ( 10nM)  analoghe a quelle utilizzate per il  confronto con bortezomib.   Witaferin A risulta quindi attivo nell’inibizione dell’attività del proteosoma in vitro anche se l’effetto principale sul proteosoma sembra prevalentemente dipendente dall’attività di degradazione della vimentina. In uno  studio sul mesotelioma pleurico,10 uM di withaferin A,  hanno determinato l’inibizione del proteosoma con una prevedibile  sottoregolazione di una grande quantità di proteine antiapoptotiche, così come l’attività di inibizione del  proteosoma è stata confermata in vivo al dosaggio di  4-8mg / kg di witaferin A ,  iniettati per via intraperitoneale, determinando una inibizione della crescita del tumore.

Razionali di attività su  chinasi aurora [65,66,67,68,69,70,71,72,73,74,75]

Le chinasi Aurora (serina/treonina kinasi o Aurora/Ipl1p,related kinase (AIRK)) sono delle chinasi della serina e della treonina. Esse sono essenziali per la duplicazione delle cellule, infatti l’enzima aiuta la separazione di materiali genetici cellulari per produrre le cellule figlie. Le chinasi Aurora giocano un ruolo critico nella divisione cellulare controllando la segregazione cromatidica. Le alterazioni di questa segregazione per instabilità genetica sono una condizione che è altamente associata con lo sviluppo di tumori (tumorigenesi). Sono chiamati enzimi Aurora perché i fusi mitotici sparsi, presenti nelle forme mutanti, somigliano all’Aurora boreale. Il complesso TPX2,Aurora A   è un oncogene che tende ad essere iperattivo in diversi tumori   e la sua inibizione  è stata ritenuta come potenzialmente utile, come soluzione terapeutica, in diversi tipi di cancro. Ashwagandha ha dimostrato  effetti apoptotici su  cellule tumorali ed il  withanone ha dimostrato di interagire direttamente con Aurora A riducendo l’attivazione dell’istone H3 per immunoprecipitazione del complesso;  il Withanone ha dimostrato di  ostacolare fisicamente l’interazione  di formazione del complesso  di Aurora A e TPX2 ostacolando interazioni con il genoma;  in ultima analisi, questi effetti  si traducono  in una minore loro attività e poiché aurora  A è un promotore oncogenico , gli effetti inibitori sullo stesso,  del withanone, sono stati interpretati come potenzialmente utili nella terapia del  cancro.

Razionali di attività su  vimentina [36,37,38,39,40,41,42,43]

Witaferin A si è dimostrato in grado di degradare irreversibilmente una proteina cioè la vimentina, (una proteina dei filamenti intermedi cellulari) che è coinvolta nella guarigione delle ferite, nell’angiogenesi,nella crescita del cancro delle metastasi. Il meccanismo ipotizzato è che  Witaferin A  induca la frammentazione o depolimerizzazione della vimentina oltre a  fosforilare la serina 56 sulla vimentina a concentrazioni molto basse osservando questa capacità di fosforilazione, in vivo,  su ratti  con cancro al seno.La diminuzione vimentina può verificarsi a  concentrazioni nanomolariWitaferina A sembra legarsi direttamente alla  Vimentina e indurne  la degradazione. La riduzione della  vimentina è ritenuta  uno dei principali meccanismi di azione di  witaferin A in relazione alla sottesa inibizione del proteosoma correlato con molti  meccanismi anti-cancro poichè ostacola metastasi e angiogenesi.Withaferin A sembra coinvolgere  tutte le quattro proteine dei  filamenti intermedi (KIFS, FP, NIF, e VIF), apparentemente ostacolando la formazione  di microtubuli e di microfilamenti nel citoscheletro della cellula tumorale.

Razionali di attività su  bioaccumulo di minerali [90,91,92,93,94,95,96]

Ashwagandha ha dimostrato di  ridurre la bioaccumulazione di cadmio  nel corpo quando somministrato alla dose di 0,1% della dieta nei polli alla cui dieta era stato aggiunto  cadmio al dosaggio di 100ppm per 28 giorni. Ashwagandha  ha dimostrato la capacità, per via orale,  di ridurre la  bioaccumulazione  di cadmio dell’81% ( fegato) e del  55% (reni) in due settimane  con effetti paragonabili a quelli di  ocimum sanctum (Tulsi) . Ashwagandha ha dimostrato inoltre capacità di  protezione contro nitrato di piombo. Ashwagandha sembra essere in grado di ridurre il  bioaccumulo minerali nel corpo , quando somministrato per via orale, e la sua  potenza (tra gli adattogeni)  sembra essere paragonabile a quella  di Ocimum sanctum  e maggiore rispetto ad altri.

Farmacologia  [89]

Nel ratto  10 mg / kg di  witaferina , somministrati per via orale, raggiungono una Cmax di 8,41 +/, 1.4μg / mL in 3 ore con un’emivita di 7,1 +/, 1,2 ore e un’AUC complessiva di 55.01 ± 8.4 mg / h / ml.  Un estratto acquoso di ashwagandha (0,046% witaferina A  e 0,048%  withanolide A) somministrato per via orale   nel ratto ( 1.000 mg / kg)  ha determinato valori Cmax rapidi di  16.69 +/, 4.02ng / mL  per witaferina A e di 26.59 +/, 4.47ng / mL per withanolide A  a  Tmax di 20 e 10 minuti.  I Rispettivi tempi di  dimezzamento sono  stati di 60 e 45 minuti, con valori AUC di 1673,10 +/, 54.53ng / h / ml e 2516,41 +/, 212.10ng / h / ml.  Il volume di distribuzione di witaferina A è di  0.043L e il Tempo Medio di Residenza (MRT) è di 6.52 ore.

PRINCIPALI RAZIONALI D’EFFICIENZA

Razionali  relativi a conservazione della salute  e  longevità  [76,77,97,98,99,281,282]

Withanone è in grado di regolare negativamente p21WAF1 (p21 / WAF1 conosciuto anche come inibitore delle chinasi ciclina,dipendenti 1 [CKI1]  o CDK,interacting protein 1 che  è una proteina codificata nell’uomo dal gene CDKN1A situato sul cromosoma 6).La funzione svolta da p21 è  fondamentale anche per prevenire la trasformazione di una cellula che ha subito un danno genetico in cellula tumorale. Il Withanone sembra down regolare  p21WAF1 nelle cellule normali e nelle  cellule tumorali, e questo sembra ritardare il tasso di invecchiamento cellulare già a concentrazioni ragionevolmente  basse.Alcuni studi scientifici hanno dimostrano effetti , di biocomponenti  Ashwagandha , a supporto del benessere di pelle e capelli.  Sulla pelle i fenomeni di  pigmentazione indotta dall’  endotelina,1, in   melanociti isolati,  è inibito da  Ashwagandha (10 pg / mL) . In un altro studio è stato osservato che  ashwagandha esercita effetti inibitori sulla fosforilazione ERK nei melanociti, con conseguente melanogenesi. Ashwagandha può possedere  proprietà di depigmentazione nelle cellule della pelle, e sia il  Withanone sia  la  witaferina,A  hanno mostrato proprietà inibitorie dirette su una delle proteine di  segnalazione  della pigmentazione  a cascata (PKC).   Esiste uno studio nel quale in un gruppo di  uomini anziani in India (50,59 anni), 3g  d Ashwagandha al giorno per un anno,  ha determinato  una maggiore quantità di contenuti di melanina nei capelli  preservandone il colore  ( Applicazioni cliniche di erbe ayurvediche e cinesi., Kuppurajan, K, et al; 1980, non disponibile on-line ).

Razionali  neurologici [100]

In uno  studio nel ratto è stato  indotto  un incremento  dell’ inibizione nel cervello  delle MAO,A (109,1%) e delle MAO,B (70,6%) con  pentilentetrazolo e si è osservato che   i glycowithanolidi di un estratto di  Ashwagandha (1,13%  dalla radice) al dosaggio di   20,50mg / kg, erano  in grado di prevenire l’ attività inibitoria delle MAO farmacologicamente indotta, confrontando gli effetti del l’estratto  con il lorazepam come farmaco di riferimento  (500μg / kg) e  suggerendo che i withanolidi modulino il segnale GABA,ergico .

Razionali di attività  sulla   neurotrasmissione serotoninergica [122,123,124,125,126,127]

Nel ratto normale la somministrazione orale di un estratto di  radice di Ashawagandha (100 mg / kg)  per otto settimane,   ha  modulato, riducendolo, il segnale serotoninergico  5,HT1A  in risposta a sostanze  ad attività agonista mentre ha incrementato  la sensibilità di segnale  5,HT2.  In uno studio nel ratto stressato,  un estratto di Ashwagandha ha incrementato i livelli di  serotonina plasmatica oltre ad evidenziare effetti antidepressivi, tuttavia in questo studio Ashwagandha è stata  somministrata anche  con altre erbe (Clitoria ternatea, Bacopa monnieri, e Asparagus racemosus). In un ulteriore studio su ratti  depressi, si è osservato che l’estratto di radice di  Ashwagandha da solo,  era efficace nel prevenire perdite serotonina,  probabilmente in relazione  a riduzione di corticosterone. In letteratura scientifica si ritrovano prove che suggeriscono che Ashwagandha sia in  grado di aumentare  il segnale 5,HT2 e di ridurre il segnale  5,HT1A , modulando globalmente,  in tal modo, il segnale  della serotonina. I recettori 5,HT2 sembrano  essere coinvolti  nella soppressione dell’ attività  nNOS nei neuroni (nNOS è correlato  ai  recettori NMDA glutaminergici  ed è coinvolto con  NMDA nei fenomeni di tossicità eccitatoria per cui l’inibizione di  5,HT2 aumenta l’attività nNOS ).   Si è osservato che Ashwagandha migliora i segnali  di questo  sottoinsieme recettoriale   e riduce l’attività  nNOS correlata a seguito di  stress. È possibile che questa effetti di miglioramento di segnale  nel  sottogruppo 5,HT2 sottenda alcuni degli effetti neuroprotettivi di Ashwagandha.

Razionali di attività  sulla   neurotrasmissione adrenergica [120,121]

Ashwagandha dimostra alcuni effetti antidepressivi che vengono inibiti da  pretrattamento con  prazosina (general α,adrenergici) . Ashwagandha, a dosaggio antidepressivo,  utilizzato come pretrattamento, negli studi ha dimostrato di contrastare  i sintomi depressivi indotti da clonidina (α2 adrenergico e imidazolino agonista) e reserpina (depletore delle catecolamine) , ma non quelli dell’ aloperidolo (dopamina antagonista). Questi effetti antidepressivi sono simili a quelli osservati per yohimbina (che è  un bloccante del recettore alfa2,adrenergico)  e dipendono dal contrasto diretto degli effetti depressivi della  clonidina . Ashwagandha e yohimbina possono potenziare gli effetti dei farmaci  SSRI. Gli effetti antidepressivi di Ashawagandha sembrano dipendere direttamente da una capacità di modulazione adrenergica similmente a quelli osservati per la  yohimbina  (un alcaloide con effetti stimolanti sul sistema nervoso centrale contenuto  Pausinystalia yohimbe e dalle foglie della Rauwolfia serpentina nota anche come radice di serpente indiana) .

Razionali di attività  sulla  neurotrasmissione dopaminergica [119]

In uno studio nel ratto gli effetti della somministrazione di Oxydopamina, una  tossina neurotossica, sono stati antagonizzati da un dosaggio di 100,300 mg/kg di estratto di radice di Ashwagandha somministrato per via orale. Nello studio, dopo 3 settimane,  si è osservata una parziale conservazione di neuroamine (25,60 %).   Sempre nello stesso studio si è osservato che l’estratto di Ashwagandha è stato in grado di contrastare gli effetti di incremento di legame con il recettore D2 dello spiperone indotti da 6,OHDA  , senza modificare l’affinità di legame per  questi recettori.

Razionali di attività  sulla   neurogenesi [136,137,138,139,140,141,142,143,144,326]

Secondo letteratura scientifica gli  effetti neuroprotettivi di Ashwagandha sono  conseguenti alla sua capacità di  indurre neurogenesi, suggerendone un ruolo riabilitativo nel  declino cognitivo. Nel fitocomplesso di Ashwagandha alcune molecole isolate, come  il  withanolide A,  a concentrazioni basse di  1 um , il Withaonside IV e VI, l’aglicone del  Withanoside IV noto come Sominone,  hanno dimostrato capacità di incrementare la  neurogenesi e la lunghezza assonale dei neuroni  nella malattia  di Alzheimer . Un estratto di foglie di Ashawagandha (800ng / ml) ed il withanone (5 ug / mL) , ma non la witaferina A (200 ng / mL), in colture di cellule gliali hanno dimostrato capacità di promuovere la differenziazione astrociti.  A livello cellulare, i componenti di  Ashwagandha possono indurre neurogenesi e impedire la produzione di  neurotossine (Aβ25,35) che sopprimono la neurogenesi.  Questi effetti si osservano a concentrazioni piuttosto basse  attraverso la somministrazione per via orale.  Il Sominone sembra essere in grado di indurre estensione dell’assone (con efficacia massima a 100 nM ) e l’estensione dei dendriti (con efficacia massima a 1 um) probabilmente  per una fosforilazione diretta del recettore RET (al 124,3% del controllo con 1 um sominone),  migliorando il fattore neurotrofico GDNF correlato. Rispetto al BDNF (fattore di crescita neurologico), gli  estratti di foglie Ashwagandha ( 200mg / kg)  sembrano modulare positivamente, nel cervello maturo del ratto , il  BDNF fino al 130% dei livelli di controllo,  nel corso di una settimana.Se si esaminano i meccanismi di neurogenesi derivanti da  ashwagandha, il sominone sembrerebbe essere un agonista diretto per il recettore RET,  mentre  altri componenti di  Ashwagandha sembrano  stimolare la produzione di BDNF. In un modello di amnesia indotta da scopolamina nel ratto,  la somministrazione orale di Ashwagandha (100,300mg / kg) prima dell’induzione di amnesia con scopolamina,   ha dimezzato le riduzioni di BDNF e GFAP indotte da scopolamina   al dosaggio  più basso  e  li ha completamente invertite  al dosaggio di  200,300 mg / kg .L’assunzione orale di 200 mg / kg di foglie di  Ashwagandha ha dimostrato di ostacolare ed invertire    la riduzione di BDNF  indotta scopolamina.

Razionali di attività  di  neuroprotezione [16,124,128,129,130,131,132,133,134,135]

Si è osservato che i Withanolidi e i sitoindosidi  VII,X  sono in grado di migliorare la glutatione perossidasi, la  superossido dismutasi e   le catalasi  nella corteccia frontale e nello  striato del ratto, attraverso somministrazione orale   di un dosaggio di  10,20 mg / kg, con  una potenza simile a 2mg / kg  di deprenyl. Gli effetti neuroprotettivi di  Ashwagandha, per somministrazione orale, sembrano derivare  dall’induzione della produzione di   enzimi antiossidanti nel cervello. A seguito della   commutazione del segnale serotoninergico da 5,HT1A  a  5,HT2 si verifica una catena di eventi che modulano anche  la soppressione nNOS con riduzione  di produzione  di ossido nitrico e  un aumento di corticosterone con  successiva perdita di memoria .  Sembra che Ashwagandha contrasti questi fenomeni incrementando la produzione  di  ossido nitrico. In relazione al miglioramento del segnale  serotoninergico , attraverso i recettori 5,HT2,  Ashwagandha impedisce un eccessivo aumento di  nNOS e ossido nitrico, ed ostacola la produzione di eccessivi livelli di corticosterone esercitando  un effetto neuroprotettivo ed adattogeno. In un modello di tossicità indotta con reserpina, che provoca discinesia tardiva nel ratto, Ashwagandha ha dimostrato effetti dose,dipendenti nel ridurre i sintomi orofacciali della discinesia tardiva. Questi effetti sui sintomi si sono osservati in caso di discinesia tardiva indotta anche  da  aloperidolo ed in entrambi i casi si è ipotizzato che il miglioramento dei sintomi secondari dipenda dalla capacità di Ashwagandha di  aumentare  l’espressione di enzimi  antiossidanti. Con Ashwagandha è possibile ottenere protezione dei  neuroni dopaminergici  nello svezzamento da morfina, riducendo l’associata  tendenza neuronale dopaminergica all’atrofia localizzata. La capacità di Ashwagandha di indurre produzione di enzimi antiossidanti sembrerebbe essere  secondaria all’induzione di produzione  di eme,ossigenasi 1, derivando da attività sulla KEAP,1 ed  induzione di  attivazione Nrf2. Uno studio pubblicato da  PLoS One  ha dimostrato che  Ashwagandha (specificamente, il  withanone isolato) era in grado di inibire la prematura senescenza delle cellule ( indotta da fenomeni ossidativi),  tramite induzione di Nrf2, mantenendo i livelli degli  enzimi antiossidanti piuttosto stabili  rispetto ai livelli di controllo (10uM) . Questa induzione di produzione di enzimi antiossidanti  è stata superiore a quella registrata per gli  isoflavoni della soia. In relazione ai meccanismi relativi agli enzimi antiossidanti sembra che Ashwagandha possa mediare meccanismi di  protezione nei confronti di  diverse  malattie cognitive associate allo stress ossidativo. Questo effetto deriverebbe  dalla capacità di Ashwagandha di indurre produzione di  Nrf2, con effetti molto  simili a quelli di  molti altri composti polifenolici.

Razionali di attività  sulla  neurotrasmissione colinergica [101,102,103,104,105]

In vitro il  withanolide A sembra inibire direttamente l’enzima aceticolinesterasi  ad IC50 di 84,0 +/, 1.5μM, mentre in un altro studio  una associazione di withanolide A e sitoindosidi, somministrata per via iniettiva  al dosaggio di 40mg / kg, ha dimostrato di influenzare l’aceticolinesterasi, inducendo  un lieve aumento di attività nelle regioni del  setto e  del globo pallido laterali del cervello,  ed ha determinato una diminuzione dell’attività  nei nuclei proencefalici  correlata con inibizione dell’aceticolinesterasi. Sempre nello stesso studio si è osservato un miglioramento di legame del recettore muscarinico  M1 in alcune regioni cerebrali (setto laterale e mediale) ed un miglioramento di legame  del  recettore M2 in altre regioni del cervello (cingolo, piriforme, parietali e cortecce retrospleniale), mentre nella corteccia frontale  i miglioramenti si notavano su entrambi i recettori. Un estratto acquoso di radice di  Ashwagandha , somministrato per via orale al dosaggio di 100 mg / kg, ha indotto nel ratto  una lieve riduzione   dell’attività dell’acetilcolinesterasi di circa il 10 % , rispetto ai controlli . Il Withanolide A possiede capacità di inibizione diretta della funzione  dell’  acetilcolinesterasi, tuttavia questo avviene a concentrazioni molto elevate che non sono utilizzabili nella supplementazione orale , tuttavia  l’estratto acquoso di radice, somministrato per via orale,   ha dimostrato, nel ratto,  una  debole attività inibitoria delle funzioni dell’aceti colinesterasi. Un  estratto acquoso di radice di  Ashwagandha, al dosaggio di 100mg / kg , somministrato oralmente insieme a Propoxur (un pesticida che contiene una tossina ossidativa neurologica)  per oltre un mese, nel ratto  è stato in grado di attenuare in modo significativo i disturbi alla memoria. Ashwagandha dimostra una capacità di  modulazione positiva del segnale colinergico a livello dei  recettori  specifici , anche se non ancora sfruttabile attraverso la somministrazione orale.

Razionali di attività  sulla   neurotrasmissione GABA,ergica [113,114,115,116,117,118]

I recettori GABA A sono la sottoclasse di recettori GABA  che  recettori che rispondono al legame del Acido γ,amminobutirrico (GABA), uno dei più importanti neurotrasmettitori inibitori nel sistema nervoso centrale dei vertebrati. Ashwagandha, in forma di estratto etanolico di radice , somministrato per via orale al dosaggio di 100,200 mg / kg, nel ratto ,  sembra essere coinvolto nel segnale mediato dal recettore GABA A , dimostrando effetti benefici sul sonno in modo simile al diazepam .Questo miglioramento di  segnale  GABA-A mediato è simile a quella osservato  con Scutellaria baicalensis, e  sembra  essere alla base degli effetti ansiolitici di Ashwagandha.

Razionali di attività  sulla neurotrasmissione glutaminergica [103,106,107,108,109,110,111,112]

Una concentrazione  relativamente bassa di un  estratto etanolico di Ashwagandha (400ng / ml) è stata  in grado di indurre depolarizzazione neuronale migliorando il segnale del recettore  NMDA.  La somministrazione sistemica dei componenti bioattivi (witaferin A  ed una serie di sitoindosidi) di Ashwagandha  non sembra modificare l’attività dei recettori del glutammato NMDA o AMPA , tuttavia in uno studio in ratti epilettici sia Ashwagandha polvere  (100 mg / kg) sia  il withanolide A  isolato (100 um / kg ) hanno ridotto la crescita anormale di glutammato con potenza simile alla  carbamazepina; inoltre entrambi sono stati  in grado  di normalizzare parzialmente le variazioni avverse AMPA correlate.  Questo effetto protettivo ha coinvolto anche i recettori NMDA. L’estratto etanolico di Ashwagandha  sembra potenziare  il segnale NMDA correlato tramite interazione con il sito di legame della glicina, e mentre non risulta modificare  intrinsecamente i recettori glutaminergici, rivela un effetto  conservativo  secondario, utile a generale neuroprotezione. Nel glioma e  in modelli cellulari neuronali,  un estratto acquoso  di Ashwagandha ha dimostrato effetti protettivi  sulla morfologia cellulare ed in relazione ai biomarker di morte cellulare, spiegabili con un possibile   aumento delle concentrazioni di glutatione ed il contrasto dei fenomeni ossidativi sui recettori NMDA. Ashwagandha  evidenzia  proprietà neuroprotettive contro la neurotossicità indotta da glutammato, anche se questi effetti devono ulteriormente essere chiariti.

Razionali di attività  sulla ossigenazione e nello stroke [147,326]

In uno studio nel ratto il pretrattamento con estratto idroalcolico di  Ashwagandha (1.000 mg / kg per via  orale) per 15,30 giorni prima di una occlusione dell’arteria cerebrale indotta con  MCAO (Middle Cerebral Artery Occlusion Model) , è  stato in grado di preservare tempo,dipendente la  funzione motoria dopo  lo stroke (valutata mediante test specifici), con significatività statistica  a 30 giorni, con  un miglioramento della funzione fisica e  modulando positivamente la  perossidazione lipidica, e   meno segni  di  danni neurologici.

Razionali di attività  su  memoria, apprendimento ed effetti procognitivi [105,138,162,163,164,165,317,321]

In uno studio si sono valutati gli  effetti anti,amnesia  di un estratto acquoso di radice di   Ashwagandha (100 mg / kg) per un mese per via orale  ,  somministrandolo  ad  un gruppo di soggetti sani. Nello studio l’estratto in questione ha supportato le performances di memoria ma non  ne ha incrementato la  formazione. Nei ratti trattati con scopolamina per indurre amnesia, un estratto etanolico  al 50% etanolo da foglie  (alta concentrazione di withanone e witaferina A ) ha attenuato  l’amnesia indotta,  con una diminuzione dell’  Arc (proteina del citoscheletro ) nell’ippocampo e nella corteccia frontale.  Gli effetti amnesiaci  delle  proteine beta,amiloidi  sembrano  essere efficacemente contrastati da  10umol / kg di withanolide A somministrato per via orale per 13 giorni. L ‘estratto di radice testato ha dimostrato di ridurre gli effetti amnesiaci  da  ipossia, contrastando la produzione eccessiva di ossido nitrico.  Ashwagandha sembra avere effetti  anti-amnesiaci  nei confronti degli effetti di tossine neurologiche associate alla  malattia di Alzheimer. Questi effetti sembrano  dovuti  al  withanolide A e al  withanone oltre cha ad altri lattoni steroidei.

Razionali di attività  su stress e ansia [6,124,148,149,150,151,152,153,154,155,156,157,159,160,318]

Ashwagandha è noto  come sostanza  adattogena, per la presenza nel fitocomplesso dei  glicosidi dei withanolidi  (es. Withanoside IV e  witaferina a). Le sostanze adattogene  aiutano a ridurre la percezione dello  stress, e se in generale i loro meccanismi d’azione non sono sempre noti,  nel caso di Ashwagandha si è dedotto che l’attività adattogena dipende anche dalla capacità di contrastare  la NADPH diafosforasi indotta dallo stress e  di modulare i meccanismi globali di regolazione dei livelli di serotonina,  contrastando gli effetti di glutammato e corticosterone che aumentano in situazioni di stress.  Ashwagandha è un potente antistress, e questo effetto  sembra essere  direttamente riferibile alla sua capacità di regolazione soppressiva  dei livelli di corticosterone e alla soppressione dell’ eccitazione neuronale (nNOS e glutammato) in risposta allo stress.  Sono stati poi osservati effetti secondari, rispetto all’effetto anti stress , di riduzione dell’ansia ricollegabili a meccanismi intrinseci serotoninergici  e   di regolazione  del segnale  GABA,ergico. Un estratto etanolico al  70% delle radici  sembra fornire la frazione bioattiva principale, e a dosaggi  di 12.5,100mg / kg , evidenzia, a tutti i dosaggi , una capacità di  aumentate il tempo del test  di  nuoto forzato  (35,03,93,68%) ed una capacità di ridurre lo stress,  valutando la capacità di protezione sulla formazione  di  ulcere dello stomaco (protezione 12,58%  nel test di nuoto forzato  e nel test di stress indotto da immobilità).  Si è inoltre osservata una riduzione significativa  dei fenomeni di ossidazione sul fegato  simile  a quella  indotta  Panax ginseng (100 mg / kg) , in un modello di stress cronico  utilizzando 25,50mg / kg di un estratto alcolico di  Ashwagandha. Anche l’estratto acquoso della radice è efficace, ma a dosaggi dose di 360mg / kg. Gli estratti di Withania somnifera evidenziano anche  un significativo effetto antifatica fisica (valutato  con  test specifici  sulle capacità di mantenimento dell’ equilibrio dopo nuoto forzato) al dosaggio medio di 100 mg / kg , contrastando la fatica fisica da stress; mediamente dopo 30 minuti tutte le dosi comprese tra 25,100 mg / kg si sono rivelate pienamente efficaci. L’attività anti,stress di Ashwagandha sostiene il suo ruolo  di  adattogeno che è   ampiamente correlato alla capacità di riduzione  di  cortisolo circolante ,  con miglioramento  delle prestazioni  fisiche in situazioni di  stress psicologico. Un dosaggio di 20,50mg / kg di withanolidi glicosilati , somministrato  per cinque giorni nel ratto,  dimostra di  aumentare l’interazione sociale senza alterare la  locomozione.  Il dosaggio standard di estratto di radice di Ashwagandha  (100,500 / kg) sembra anche essere efficace in modelli di  ratti sottoposti a isolamento sociale , mentre dosaggi  sub efficaci  potenziato gli effetti del  diazepam.  Nell’uomo un dosaggio di  300mg/die  di Ashwagandha per due mesi , ha comportato  miglioramenti nelle interazioni sociali valutati  attraverso questionari specifici sulla auto percezione di salute generale, evidenziando una riduzione della “disfunzione sociale” del 68.1 % rispetto al placebo che la ha aumentata del 3.7 % . Nei pazienti oncologici l’utilizzo di  Ashwagandha come coadiuvante (2.000 mg tre volte al giorno),  ha comportato miglioramenti nelle interazioni  sociali  e nella percezione di benessere. Relativamente all’interazione sociale, correlata con i meccanismi della neurotrasmissione serotoninergica e a quelli dell’ansia,  Ashwagandha sembra  promuovere l’interazione sociale e attenuare gli effetti negativi che l’isolamento prolungato  ha sulla funzione sociale.

Razionali di attività  degli effetti ansiolotici e sul  sonno [115,169,170,171]

Nel ratto Ashwagandha (100,200 mg / kg) dimostra potenza simile a 500mcg  di diazepam nel ridurre la latenza del sonno e migliorarne la qualità, ipotizzando una implicazione di Ashwagandha  con i recettori GABA,A.   Un estratto di radice di Ashwagandha ha ridotto lo stress ossidativo relativo al sonno disturbato nei ratti , attraverso somministrazione orale di 100,200 mg / kg gamma per cinque giorni. Si è ipotizzato che Ashwagandha favorisca  il sonno attraverso una modulazione di attività sui  recettori GABA,A, e per questo motivo possa potenziare gli effetti  degli  agonisti del GABA,A. Nel ratto, studi non relativi alla qualità del sonno, dosaggi di 3.000 mg / kg di Ashwagandha (un dosaggio più alto del normale) sembra indurre sedazione , mentre dosi più basse  promuovono la libido.  Effetti simili sono stati notati con  dosaggi di 100 mg / kg Ashwagandha in ratti  con disturbo  ossessivo  compulsivo,  nei quali si è osservata una riduzione dei sintomi  , ma anche una riduzione delle funzioni motorie  che indica sedazione. Dosaggi molto elevati di Ashwagandha, nel ratto, evidenziano sedazione come effetto collaterale del trattamento.Due studi sull’uomo includono  un gruppo  trattato con un composto ‘Ayurvedico ‘ costituito da poche erbe (10g totali , di cui 2.000 mg  radice Ashwagandha e altri componenti principali come 1,000mg di Emblica officinalis, 250mg di  Sida cordifolia e Terminalia arjuna).  Il gruppo trattato è stato confrontato con gli  effetti dello yoga, e la supplementazione a base di erbe ha mostrato un trend  significativo nel  migliorare il sonno, anche se  non possono essere tratte conclusioni definitive  a causa della presenza di più  nutrienti. Uno studio sull’uomo sano  ha  utilizzato  750,1,250mg/kg  di  estratto acquoso di radice di Ashwagandha  (6,10g radice equivalente) ed ha rivelato che  6 su 17 soggetti hanno segnalato di dormire meglio. Gli studi sull’uomo, dove Ashwagandha viene utilizzata tutti i  giorni, anche se non per  trattare esclusivamente  lo stress, tendono a riportare  un miglioramento della qualità del sonno.

Razionali di attività  nei disturbi ossessivi  e nelle  dipendenze [168,172,173,312]

Un importante  studio ha suggerito che Withania somnifera (Ashwagandha) può aiutare nel disturbo ossessivo,compulsivo. Sul presupposto che Ashwagandha è stato tradizionalmente usato per curare  i ‘disturbi dell’umore’, in uno studio, che ha utilizzato il test Marble burying  (un modello di ricerca istituito per lo studio dell’ OCD ), si è scoperto che 10,100mg / kg di  estratto etanolico di Withania somnifera è stato in grado di ridurre i sintomi dell’OCD; i dosaggi più efficaci sono stati tra i 25 e 50 mg / kg , mentre 10 mg / kg era statisticamente inefficaci;  dosaggi di 100 mg / kg erano associati  ad effetti di sedazione . Ashwagandha si è dimostrato efficace come  10 mg / kg di  fluoxetina a 5 mg / kg di peso corporeo e  la combinazione delle due sostanze ha  eliminato il comportamento OCD;  invece l’associazione di  Ashwagandha con ritanserina (un antagonista serotoninergico) ha annullato i benefici di entrambe le sostanze  suggerendo  che Ashwagandha eserciti benefici nell’ OCD con  meccanismi serotoninergici.Ashwagandha può ridurre i  comportamenti ossessivi, e sembra essere sinergico con i farmaci SSRI (testata con fluoxetina).Nel modello animale in cui è stata indotta una dipendenza da alcool con somministrazione continua, un estratto di radice di  Ashwagandha (200,500mg / kg), al temine della somministrazione dell’alcool ha ridotto la suscettibilità alle convulsioni nei ratti in astinenza da alcol che è stata  completamente abolita  da  500 mg / kg di Ashwagandha che ha  avuto effetti antidepressivi e ansiolitici con potenza  simile a 1 mg / kg di diazepam.

Razionali di attività  nella depressione [6,35,100,120,122,154,161]

Nel modello animale Ashwagandha ha ripetutamente dimostrato effetti anti,depressivi, al dosaggio di 20,50mg / withanolidi glicosilati / kg,   somministrato per alcune settimane anche se con potenza non superiore  rispetto al farmaco di  riferimento imipramina  (10mg / kg).   In uno studio si è osservato che l ’aloperidolo non era in grado di bloccare gli effetti antidepressivi di Ashwagandha (escludendo quindi meccanismi dopaminergici) mentre la prazosina era in grado di bloccare gli effetti antidepressivi di Ashwagandha , suggerendo una modulazione di  segnale  adrenergico.  In un altro studio 50,150 mg / kg  di estratto di radice di Ashwagandha, somministrati  per 14 giorni prima dei  test,  sono stati  in grado di causare, nel ratto,  effetti antidepressivi dose,dipendenti,   con una potenza statisticamente paragonabile a 32,64mg / kg Imipramina ,  mentre dosaggi inferiori a  50 mg / kg di Ashwagandha, confrontati  con imipramina (16mg / kg),  sono stati efficaci, da soli,  nel  migliorare la sensazione di impotenza  e le prove del test di nuoto forzato. In questo studio si è anche osservato  che  Bacopa monnieri sinergizzava  con l’ imipramina, ma risultava essere, da sola ,  debolmente efficace ed in ultima analisi meno sinergica di Ashwagandha; al contrario anche dosaggi  sub efficaci  di Ashwaganhda (50mg / kg) hanno dimostrato attività sinergica con il  Diazepam nel ridurre  la depressione  e  sinergia  con l’ Imipramina ( conclusioni replicate anche in altri studi) e la fluoxetina, e in altri studi con la classe dei farmaci SSRI.  Ashwagandha, da sola,  sembra esercitare effetti antidepressivi con una potenza simile a quella dell’  Imipramina (pur richiedendo una dose leggermente superiore), e sembra essere altamente sinergica con altri antidepressivi quali la  fluoxetina.  Nelle persone coinvolte da stress cronico , 300mg di ashwagandha/die  per due mesi , hanno ridotto del  77,79,2%  i sintomi della depressione (valutati con  GHQ,28 e DASS).

COINVOLGIMENTO DEL SISTEMA CARDIOVASCOLARE

Razionali di attività sull’assorbimento  [174,175]

La combinazione di Radici di Ashwagandha con altre erbe (Glycyrrhiza glabra, Chlorophytum borivilianum, Asparagus racemosus e Sesamo indicum) incrementa l’escrezione del  Colesterolo fecale (11,19%), degli steroli (12,23%), e degli li acidi biliari  (18 , 34%). La sola radice di  Ashwagandha, in ratti ipercolesterolemici  ha incrementato l’escrezione del  colesterolo fecale (14,21,17,68%),degli  steroli neutri (12,4,18,85%)  e degli acidi  biliari (22, 43,28,52%). Effetti simili sono stati osservati in ratti non ipercolesterolemici ma in misura minore. Non è noto il significato pratico di questi effetti.

Razionali di attività sui trigliceridi [30,171,175,181,182]

In  ratti trattati supplementando la dieta con  0,75,1,5% di radice di  Ashwagandha, in quattro settimane si ha una riduzione dei trigliceridi sia nei ratti normali  (18,1,34,2%) sia nei ratti ipercolesterolemici  (31,2,44,8%).  In ratti resi  diabetici con l’Alloxan , Ashwagandha (100,200 mg / kg di un estratto etanolico all’80%) riduce  l’aumento trigliceridi  del  23,35% , con  una potenza simile a 600μg / kg di glibenclamide utilizata come farmaco di riferimento (28%). I frutti (1000 mg / kg di estratto al  60% in  acetato di etile) hanno dimostrato effetti  paragonabile all’ atorvastatina, normalizzando completamente i trigliceridi  in ratti resi diabetici con  streptozotocina. L’assunzione orale di  Ashwagandha evidenzia una lieve riduzione dei trigliceridi.  In persone con sindrome metabolica, la supplementazione di 400 mg di estratto Ashwagandha,  tre volte al giorno,  per 30 giorni è stata in grado di ridurre i trigliceridi di circa il 12% rispetto al basale (il placebo non ha avuto alcun beneficio).  In persone  sane 750,1,250mg dell’estratto acquoso  (6,10g radice equivalente) non sono riusciti a determinare cambiamenti nei  trigliceridi. La riduzione dei trigliceridi, in soggetti con sindrome metabolica,  sembra essere moderata , mentre  non v’è alcuna effetto  di Ashwagandha sui trigliceridi di persone sane.

Razionali di attività sul colesterolo [171,181]

In  ratti diabetici, le alterazioni del colesterolo (totale, LDL,C e HDL,C),  sembrano  essere completamente normalizzate con la somministrazione orale  di 1.000 mg / kg di estratto del  frutto  di Ashwagandha  (60% acetato di etile) rispetto al gruppo di  controllo con una potenza paragonabile alla  atorvastatina. Sempre sul ratto Ashwagandha sembra migliorare il profilo delle lipoproteine con un lieve aumento di HDL,C e riduzioni più importanti in C,LDL e del  colesterolo totale. La riduzione del colesterolo LDL effettivamente sembra dipendere da  un meccanismo di azione specifico   si verifica in ratti normali e in quelli con disturbi metabolici. In uno studio su uomini  sani , 750,1,250mg dell’estratto acquoso di radice (6,10g radice equivalente) in dosaggi crescenti per più di 30 giorni,  ha determinato alla fine dello studio una significativa riduzione dei livelli di LDL,C del 9,7% (175.9mg / dL fino a 159.6mg / dl); le variazioni di HDL,C e di  colesterolo totale non erano statisticamente significative .La riduzione del colesterolo LDL è stata confermata  anche in soggetti sani  che non avevano  elevato colesterolo LDL al basale.

Razionali di attività sulla glicemia [183,305]

Withania somnifera può influenzare significativamente la glicemia.

Razionali di attività sul diabete di tipo II [30,181,182,183,184]

Un dosaggio di 200,400 mg / kg di estratto acquoso  di radice  (3,9% withaolides) ha determinato  la normalizzazione della  glicemia (dal 76,89%,)  in ratti resi diabetici con streptozotocina in cinque settimane, in correlazione anche a  miglioramenti dei biomarker ossidativi e della struttura delle  β,cellule pancreatiche. Dosaggi  di Ashwagandha (100,200 mg / kg), per via orale nel ratto,  hanno dimostrato di ridurre variazioni avverse al metabolismo del glucosio; il dosaggio  più elevato  di 200 mg / kg si è dimostrato  efficace come 0,6 mg / kg di  glibenclamide (farmaco anti,diabetico ) nella riduzione della glicemia e di  HbA1c  con un  aumento dei  livelli di glicogeno nel  fegato e l’emoglobina epatica.  Si è inoltre osservata una diminuzione dell’attività della  glucosio,6,fosfatasi nel fegato dei ratti  diabetici trattati che Ashwagandha ha determinato con  una potenza simile alla  glibenclamide.  Un dosaggio 1000mg / kg di estratto del frutto  (60%  in acetato di etile) si è dimostrato attivo   nella riduzione di  glucosio nel sangue in ratti resi diabetici  con streptozotocina, con una potenza comparabile ad  1 mg / kg glipizide,  in quattro settimane, e la loro  combinazione sembra essere sinergica  nella riduzione della glicemia . Ashwagandha sembra essere in grado di ridurre  la glicemia  in modelli di ratti diabetici,   quando somministrato alle dosi orali standard, con una potenza simile ai farmaci di  riferimento, dimostrando effetto sinergico  con la  glipizide. Uno studio sui ratti ha concluso  che la supplementazione della dieta con il 6,25% Ashwagandha potrebbe attenuare le variazioni avverse luteinizzanti e follicolo – stimolanti ormonali  associate  al diabete. Non sono stati osservati effetti sulla estrogeni e progesterone  mentre i  cambiamenti di testosterone non erano correlati allo stato diabetico . Può anche normalizzare altri parametri associati con la malattia  diabetica , ipotizzando il meccanismo  indiretto  di riduzione del glucosio nel sangue. In soggetti con sindrome metabolica,  la supplementazione di 400mg estratto di radice di ashwagandha,  tre volte al giorno,  per 30 giorni è stata in grado di ridurre la glicemia a digiuno di circa il 13%; nello studio non si sono fatte valutazioni rispetto a farmaci di riferimento   ma Ashwagandha  è stato superiore al  placebo.   In persone con sindrome metabolica, la supplementazione di 400 mg di estratto ashwagandha,  tre volte al giorno,  per  30 giorni sono stati  in grado di ridurre i trigliceridi di circa il 12% rispetto al basale (placebo non ha avuto benefici).  Ashwagandha sembra determinare una lieve riduzione del glucosio nel sangue quando somministrato  in  persone con sindrome metabolica (insulino,resistenza).

Razionali di attività sul tessuto cardiaco [176,177,178,179]

La supplementazione orale di Ashwagandha (25,100 mg / kg di un estratto idroalcolico) per un mese prima dell’esposizione  a stimoli cardiotossici (come la tossicità indotta da  isoproterenolo ) ha evidenziato  che il dosaggio medio di 50 mg / kg è stato il più efficace e significativo nel conservare  tutti gli enzimi antiossidanti (catalasi, SOD, glutatione perossidasi) con effetti maggiori di 100 mg / kg di vitamina E, normalizzando la perossidazione lipidica. Nell’esame istologico del  tessuto cardiaco , Ashwagandha al dosaggio di  50mg / kg,  risulta essere altamente protettivo dalla necrosi  e questo  stesso dosaggio ha  altrove evidenziato la capacità di  ridurre i tassi di apoptosi cellulare successivi ad  ischemia e riperfusione,  assieme ad un  miglioramento del profilo antiossidante. Questo effetto protettivo è stato anche osservato anche nei confronti di cardiotossicità indotta da  doxorubicina , rispetto alla quale un estratto ashwagandha,  contenente 1,5% di withanolidi totali,  somministrato alla dose di 300 mg / kg,  nei ratti, per una settimana prima e dopo la somministrazione di  doxorubicina,  è stato  in grado di impedire completamente  l’aumento di cellule positive al  Tunel assay  (apoptosi). La supplementazione orale di Ashwagandha,  a dosi relativamente basse di estratto idroalcolico (50mg / kg nei ratti corrispondenti  a 8mg / kg negli esseri umani),  sembra esercitare effetto   cardioprotettivo contro una varietà di danni, con media attività contro l’ischemia e forte protezione contro gli effetti indotti da doxorubicina. La supplementazione orale  di Ashwagandha,  da sola,  (500 mg di estratto di radice acquoso) ha determinato un miglioramento di velocità  (2,9%), potenza (media dell’8,8% e relativa del 10%) e VO2 max (6,8%) in soggetti non atleti  agonisti. La supplementazione orale di Ashwagandha in soggetti sani  ha migliorato  i parametri cardiorespiratori durante l’esercizio fisico, in particolare il VO2 max.

RAZIONALI D’ATTIVITA’ SULL’APPARATO MUSCOLOSCHELETRICO E PERFORMANCES FISICHE

Razionali di attività sulla forza esplosiva [171,186,314]

In uno studio condotto su  persone sedentarie  sane,  si è  notato che l’integrazione  di un  estratto acquoso di Ashwagandha a  dosaggi di 750,1,250mg al  giorno per  più di 30 giorni, nonostante i soggetti non fossero sottoposti a programmi specifici di esercizio fisico ,ha comportato  un aumento  della produzione di forza fisica  nella  parte bassa della schiena (15,4%) e nei  quadricipiti (21,5%); i risultati sono stati osservati dopo 30 giorni di trattamento.  In un altro studio in soggetti sani  non allenati,  sottoposti ad un programma  di allenamento di incremento di  forza per 8 settimane, 300 mg di estratto di Ashwagandha (standardizzato al 5% withanolidi), in confronto con  placebo, somministrati  due volte al giorno,  hanno determinato un miglioramento del parametro One,repetition maximum  sulla panca  di 20 kg (44 libbre) in più rispetto al gruppo placebo.  Prove preliminari suggeriscono che Ashwagandha può aumentare la potenza esplosiva  in soggetti  sedentari quando iniziati ad allenamento  di resistenza sia in quelli che non vengono sottoposti a specifici programmi di allenamento.

Razionali di attività sull’esercizio aerobico [187,308,310]

In ciclisti professionisti,  500 mg di estratto di radice acquoso, due volte al giorno per  otto settimane, hanno aumentato in modo  statisticamente significativo il VO2 max (12,5%) ed  il tempo di fatica nel test VO2 (7,2% o 1.14m).  Ashwagandha ha determinato un aumento del VO2 max in  ciclisti professionisti   a dosaggi standard.

Razionali di attività su massa magra [171]

Aswagandha, a  dosaggi di 750,1,250mg al giorno,  per un mese,  in soggetti sedentari, ha determinato   una tendenza ad incrementare  la massa magra ed a ridurre  la massa grassa, anche se non in modo statisticamente significativo.

RAZIONALI D’ATTIVITA’ SU OBESITA’ E MASSA GRASSA

Razionali di attività sull’adipogenesi [185]

Il Witaferin A  sembra indurre apoptosi negli  adipociti 3T3,L1 quando incubati  con 1,25μM  di witaferin A per  24 ore;  la concentrazione  praticamente rilevante (1 um)  ha determinato  la riduzione  della vitalità dei preadipociti  preconfluenti del 16.73% e la vitalità dei preadipociti postconfluenti  del 22,5%  mentre non ha avuto un’influenza significativa sugli  adipociti maturi.  Ashwagandha possiede il potenziale per indurre la morte cellulare per apoptosi nelle cellule adipose, ma le concentrazioni utili per la supplementazione orale sono troppo elevate per l’uso pratico.

Razionali di attività sul peso e grasso corporeo [143,186,313]

Atleti sani, sottoposti ad  programma di allenamento di sviluppo  forza   per 8 settimane, hanno assunto nello stesso periodo  anche 300 mg di un estratto di ashwagandha  (standardizzato per 5% withanolidi),  due volte al giorno,  perdendo  il 2% in più di grasso corporeo rispetto al gruppo placebo, come misurato con impedenza bioelettrica.

RAZIONALI D’ATTIVITA’ SU OSSA ED ARTICOLAZIONI

Razionali di attività sull’osteoartrite [193,194,195,196,320,325]

In vitro, un estratto acquoso di radice di Ashwagandha ha evidenziato  proprietà antinfiammatorie su  cartilagine prelevata da pazienti affetti da osteoartrosi cronica (50 pg / mL oltre otto giorni); questo effetto non è stato associato ad un meccanismo condroprotettivo intrinseco.   Studi condotti per valutare l’efficacia di terapie naturali ayurvediche , in particolare, sembrano suggerire l’efficacia di Ashwagandha  contro l’artrosi, inoltre si è testato il trattamento con una combinazione ayurvedica per l’osteoartrosi (Ashwagandha, Boswellia serrata, Zenzero e Curcuma), che è risultato superiore al placebo.

Razionali di attività sui reumatismi  [191,192]

Nel ratto, in un modello di artrite gottosa acuta (reumatismi associati con la  deposizione di cristalli di urato monosodico), dosaggi di 500,1,000mg / kg di estratto di radice di Ashwagandha sono stati in grado di ridurre l’infiammazione con potenza simile a 3 mg / kg di  indometacina,  con simile efficacia parziale anche analgesia. Evidenze, anche se limitate, suggeriscono, nel modello sperimentale,  un effetto protettivo di Ashwagandha contro i reumatismi.

Razionali di attività sulla massa ossea [54,197,316]

Nei topi femmine ovarectomizzate , con conseguenti lesioni ossee,  l’assunzione orale  di 5,10mg / kg /die di witaferin,A ,  ha evidenziato che entrambi i dosaggi hanno incrementato, in modo dose dipendente, la rimineralizzazione ossea,  mentre in ratti  osteopenici 10mg  / kg hanno determinato benefici sul la struttura ossea , con una conseguente maggiore richiesta di forza di compressione, necessaria per rompere le ossa.  Un estratto etanolico  al 50% di  radici di Ashwagandha (65mg / kg) somministrato  per via orale  in  un modello di ratto in menopausa,  per 16 settimane,  sottoposte anche ad  una dieta povera di calcio, è stato in grado   di ridurre l’escrezione urinaria di calcio e  di fosforo  ed  ha aumentato la quantità di forza richiesta per fare  scattare la tibia, suggerendo possibili  effetti  conservativi sul tessuto  osso.  Questi effetti si sono osservati a dosaggi orali praticamente utili.

Razionali di attività sugli osteoblasti [54,188,189,190]

Ashwagandha, attraverso l’attività inibitoria del witaferin,A dell’attività del proteosoma,  sembra promuovere la proliferazione degli osteoblasti; il witaferin,A  sembra capace di incrementare i tassi di mineralizzazione dell’osso  più del bortezomib usato come riferimento, alle stesse concentrazioni .   Il meccanismo ipotizzato è che l’inibizione del proteosoma dipenda dalla capacità di Ashwagandha di indurre l’espressione di risposta dei geni BMP2 (Bone morphogenetic protein 2)  e di preservare le proteine Smad (small mother against decapentaplegic) ; le proteine Smad influenzano poi l’enzima  Smurf 2 che  incrementa l’espressione di Runx2  (Runt,related transcription factor 2)  che determina l’incremento di mineralizzaione dell’osso.   Sembra che l’inibizione del proteosoma, dipendente dai componenti bioattivi di Ashwagandha (witaferin,a), possa  anche promuovere la differenziazione osteoblastica e  la relativa crescita, che porterebbe a maggiore accumulo minerale osseo ; questi effetti sono stati osservati ad  una concentrazione relativamente bassa con rilevanza per la supplementazione orale.

Razionali di attività sugli osteoclasti [54]

Sugli osteoclasti, una concentrazione  10nM di witaferin,A,   ha ridotto gli osteoclasti  TRAP dipendenti (Tartrate,resistant acid phosphatase) del 30,40% dopo nove giorni di incubazione,  in un modo simile al bortezomib,  probabilmente per  inibizione del proteosoma. La riduzione nella differenziazione degli osteoclasti indica anche che witaferin,a stato ulteriormente in grado di ostacolare la produzione di TNF,α e di  aumentare l’attività di NF,kB in vitro;  si è notato inoltre che le concentrazioni sieriche di TNF,α nel ratto  ovarectomizzato, trattato  con  10 mg / kg witaferin,A per via orale, erano  ridotte  come dal bortezomib.  La stessa inibizione del proteosoma che determina la differenziazione degli osteoblasti  può anche sopprimere la differenziazione degli osteoclasti , correlandosi con l’aumento della massa ossea.

INFIAMMAZIONE ED IMMUNOLOGIA

Razionali di attività Immunomodulatori [198,199,200,201,319]

Su splenociti in incubazione , Ashwagandha si è dimostrato in grado di incrementare la proliferazione cellulare  LPS,indotta e la risposta dei linfociti si è dimostrata  incrementata dal withanolide A isolato . Il withanolide A in Ashwagandha sembra stimolare la proliferazione delle cellule della milza. Tradizionalmente Ashwagandha è conosciuto  per avere potenziali  anti,infiammatori così come dimostrato in un modello di artrite indotta nel ratti nel quale 1.000 mg / kg di estratto al giorno,  per una settimana, hanno ridotto la sintomatologia artritica. La proliferazione dei linfociti esercitata da Ashawagandha  può verificarsi in situazioni normali, ed anche in casi di elevato livello di infiammazione.

Razionali di attività sull’Immunosoppressione [33,199,202,203,204,205,206,207]

La soppressione indotta da desametasone  dell’attività delle cellule Th1 viene contrastata  in vitro da 0.1,10ng / mL di withanolide nel modello di coincubazione con  un mitogeno (PHA), mentre la soppressione di IL,4 che si osserva con withanolide A da solo ,  non si osserva nel modello di coincubazione . In  ratti, con elevate concentrazioni nel siero di corticosteroidi, l’estratto acquoso della radice di ashawagandha ,  a 25,200mg / kg,  è stato  in grado di contrastare significativamente la riduzione della conta delle cellule T  associandosi  ad una riduzione del cortisolo circolante . Il  withanolide A  isolato  è stato in grado di ridurre le concentrazioni di corticosterone, a dosaggi di 0.25,1mg / kg  per via orale,   in ratti  stressati associandosi  con la conservazione della funzione delle  T,cellule.  Il Witaferina A dimostra di essere in grado di sopprimere la secrezione di IL,10 da parte di  cellule mieloidi e di  ridurre la  formazione di ROS, correlandosi con un meccanismo STAT3,dipendente  (Signal transducer and activator of transcription 3);  in relazione agli effetti soppressivi sul MDSCs,  witaferina A ha  conservato positivamente  l’equilibrio di CD4 + e CD8 + T,cellule e ridotto peso del tumore nei topi.  La secrezione di IL,10 da MDSCs (myeloid,derived suppressor cells)  che è  STAT3 ,dipendente  è mediata  dall’assunzione orale  di 100,400mg / kg  di estratto etanolico al 50 % , che ha dimostrato di  sopprimere l’attività in vivo di STAT3 in  nove giorni.  Witaferina A e il  withanolide A sembrano  ridurre  la soppressione, indotta da corticosteroidi, dell’attività delle cellule Th1.  Questo effetto  è in parte dovuto alle capacità  antistress di Ashwagandha (riducendo il  cortisolo) ma può anche essere correlato alla inibizione STAT3 riducendo  la soppressione delle cellule T  non cortisolo dipendenti.  L’espressione di CD4 + e CD8 + recettori su cellule T, dopo immunosoppressione indotta con  ciclosporina (immunosoppressore) viene preservata in maniera inferiore da Ashwagandha  , ma questo effetto  può essere comunque  associato alla capacità di  Ashwagandha ( per assunzione orale di 100,200 mg / kg  di estratto metanolico al 50% , per 14 giorni) di incrementare  intrinsecamente  i livelli di questi recettori.  La neutropenia (riduzione della conta dei neutrofili) indotta con paclitaxel (Taxolo)  sembra essere significativamente ridotta  dall’ingestione orale di 200 mg / kg di estratto di  Ashwagandha  al giorno, per quattro giorni prima dell’iniezione paclitaxel e per gli  altri otto giorni successivi, osservando una totale soppressione della riduzione neutrofili , con un aumento della conta dei neutrofili rispetto al controllo,  nel gruppo Ashwagandha,  nonostante le iniezioni di paclitaxel, con effetti  paragonabili a iniezioni di  25μg / kg di Colony Stimulating Factor (GM,CSF) dei   granulociti,monociti . Ashwagandha dimostra azioni a supporto del sistema immunitario nei confronti degli effetti immunosoppressori della ciclosporina o  del paclitaxel, e gli effetti di contrasto della neutropenia sembrano essere molto efficaci.

Razionali di attività su Interferoni e immunoglobuline [33,229]

Nel modello sperimentale, 30 mg / kg di un estratto etanolico al  50% di Ashwagandha somministrati  per 15 giorni, dopo la somministrazione dell’antigene specifico SRBC  il nono giorno  (SRBC), hanno determinato un  titolo anticorpale di immunoglobuline M (IgM) del 128%, mentre  il profilo globale dell’immunoglobulina G (IgG)  ha evidenziato  un miglioramento  correlato con  un forte aumento, di circa quattro volte,  di  IgG2a.  Ashwagandha dimostra la capacità di incrementare le  IgM  e    IFNy associato anche  con la stimolazione delle cellule T .

Razionali di attività sui macrofagi [33,208,209]

Nel modello sperimentale nel ratto sottoposto a stress da freddo, Ashwagandha al dosaggio di  512.5mcg/die (20.5,25.625mg / kg),  è stato in grado di incrementare  la fagocitosi da parte dei macrofagi rispetto al controllo ed è stato superato solo dai  beta,glucani da Maitake (a 30.75μg;. 1.25,1.5mg / kg). L’assunzione orale di Ashwagandha,  a dosi relativamente basse, sembra contrastare significativamente  la riduzione dell’attività dei macrofagi  in situazioni di stress.  L’ aumento dell’attività di fagocitosi, fino al 142 %,  è stato osservato in vivo  anche in altri studi,  somministrando  l’estratto metanolico al  70% di ashwagandha a 20mg / kg,  tramite iniezioni intraperitoneali. Un estratto etanolico al 50 % di  Ashwagandha (30 mg / kg a topi per 15 giorni) ha determinato  un aumento della produzione  delle  IL,12 e del TNF,α ma non della IL,10,  in un modello di riduzione dell’attività dei macrofagi desametasone indotta . Ashwagandha può stimolare l’attività dei macrofagi (produzione nitriti) quando inibita  da corticosteroidi esogeni, ma anche in situazioni di  normalità.

Razionali di attività sulle Cellule Natural Killer [198,205,210,211,212]

Ashwagandha da solo o associato ad altre piante medicinali come il Guduchi, Il Tulsi e l’Amla è in grado di stimolare le   cellule NK in ratti portatori di tumori.Ciò si verifica in topi portatori di tumore anche con la sola somministrazione orale di 100,400mg / kg di un estratto etanolico al 50 %  di radice di Ashwagandha con un aumento della popolazione di cellule NK del 20,40% in  nove giorni.Nel modello sperimentale , Ashwagandha si è dimostrato in grado di in grado di aumentare l’attività delle cellule NK e la loro popolazione sia in  animali sani sia in quelli portatori di  tumori.Nell’uomo , un infuso  medicinale contenente Ashwagandha (0,5%),  con altre erbe medicinali (per un totale del  4,0%), somministrato a pazienti adulti che dimostravano una  bassa attività delle cellule NK,  al dosaggio di 2.06 g per due mesi, ha aumentato  l’attività delle cellule NK del  60% in più rispetto all’infuso placebo; questo effetto  è stato confermato anche  in uno studio più ampio in cui , in due mesi,    si è osservato l’aumento dell’attività delle cellule NK che è cessato, in tutti i soggetti della sperimentazione,  alla cessazione della somministrazione dell’infuso. In un altro studio, un’ estratto di radice di Ashwagandha (3: 1 estratto etanolico), somministrato due volte al giorno, per quattro giorni insieme a latte intero,  ha determinato  un aumento delle cellule NK (CD56) e della relativa attività recettoriale  anche se con differenze interindividuali. Gli studi sulla matrice umana, al momento, non sono omogenei per tipologia di somministrazione e dosaggi e spesso confusione di  estratti di solo Ashwagandha con miscele con altre piante medicinali, tuttavia l’attivazione delle cellule NK osservata nel modello sperimentale sembra valere anche sull’uomo.

Razionali di attività sui Linfociti B [ 33,206,209]

Un estratto etanolico al  50% di Ashwagandha, somministrato oralmente nel ratto per 15 giorni (somministrando l’antigene specifico SRBC al giorno 9), a dosaggi di 30 mg/kg , è stato  in grado di promuovere la proliferazione di cellule B più di un dosaggio di  10 mg / kg e  più del dosaggio maggiore di 100 mg / kg dello stesso estratto , accompagnandosi  ad  un aumento delle cellule CD19 +.  In un modello sperimentale in cui i ratti sono stai esposti all’antigene specifico SRBC, sia in uno stato di normalità   sia  in uno stato di immunosoppressione indotta con  ciclofosfamide, la somministrazione  orale di 100,200 mg / kg di  estratto metanolico  di radice al 50%,  sembra aumentare il titolo anticorpale complessivo  del 11,16%  in condizioni normali e  del 14, 30% in condizioni di  immunosoppressione, tuttavia  con potenza  inferiore rispetto al levamisolo utilizzato come  farmaco di riferimento di (2,5 mg / kg).  Analogamente un aumento del titolo anticorpale è stato osservato  in ratti  trattati con 20mg / kg di estratto metanolico al 70 % attraverso iniezioni intraperitoneali, tuttavia si è ipotizzato  che questo effetto sia stato  dovuto  al proliferare  di cellule che producono anticorpi nella milza. Malgrado per Ashwagandha sia riportato  un effetto stimolante indiretto sulla cellule B, l’ argomento non è stato particolarmente approfondito nella ricerca ai fini della sua integrazione orale .

Razionali di attività sui Linfociti  T [33,202,205,206]

Un estratto etanolico al  50% di Ashwagandha, somministrato  oralmente a ratti,  per 15 giorni (con somministrazione di antigene specifico  SRBC al  giorno 9),  ha determinato, a dosaggi  medi di  30 mg / kg , la promozione della proliferazione delle cellule T ,dei  CD3 + e  del rapporto CD4 + / CD8 + ; si è ipotizzato che  questo effetto  sia dovuto  al withanolide A che è in grado di sopprimere l’ IL,4  e  che è in grado di aumentare l’  IFNy e l’IL,1.  Questi effetti sono stati osservati in ratti  portatori di tumori  dove il dosaggio orale di maggior potenza dell’estratto etanolico al 50 % è stato di 200 mg / kg.In un altro studio , 25,200mg / kg di un estratto metanolico al 50 % di  Ashwagandha,  sono stati in grado di aumentare la secrezione cellulare di IFN,gamma (interferone gamma)  con minor potenza di  400mg / kg dello stesso estratto, e la potenza dell’estratto di  Ashwagandha ha superato quella  di 2,5 mg / kg Levamisolo usato come riferimento; l’effetto stimolante su iL,2 a 100,200 mg / kg dell’estratto di Ashwagandha era paragonabile a quello del Levamisolo, ed in entrambi i casi si è osservato un aumento dei recettori  CD4 + e CD8 + correlati; questi effetti sono stati anche osservati, con potenza simile, con la sperimentazione di  un estratto base acquoso di radice a 100,200 mg / kg  ed  in vitro, questi effetti,  sono risultati massimi  con dosaggi di 100,1,000ng / ml di estratto etanolico al  50%.  Ashwagandha sembra avere un effetto stimolante dose,dipendente sulle cellule Th1, e sia in grado di  aumentarne  il numero di recettori e le citochine che secernono (IFNy e IL,2).  Questi effetti si evidenziano  dose,dipendenti  fino a dosaggi di  200 mg / kg (equivalenti nell’uomo   a 32mg/kg) dell’estratto di radice,  e sembrano riferibili anche  alla somministrazione orale  di dosaggi standard di Ashwagandha. Sempre con l’estratto etanolico al 50 % è stata osservata una diminuzione costante, nel range del 15,30 %, dell’IL,4 così come avviene  per dosaggi di 0.1,100ng / mL di withanolide A isolato. Viene inoltre osservato, per gli estratti di Ashwagandha , un lieve effetto soppressivo sulle cellule Th2 tuttavia senza alcuna influenza significativa sulla loro funzione, solitamente valutata attraverso la citochina IL,4.

Razionali di attività antibatterica [213,214,215]

Ashwagandha sembra essere moderatamente attivo nell’inibire Trichophyton mentagrophytes (valore MIC di 3.125mg / mL), Staphylococcus aureus (valore MIC di 6,25 mg / ml) e il suo ceppo resistente alla Meticillina noto come MRSA (valore MIC di 12.5mg / mL).Nella tubercolosi polmonare, si sono ottenute risposte positive somministrando  500 mg di Ashwagandha due volte al giorno per  28 giorni  insieme ai farmaci anti,tubercolosi standard (rifampicina, pirazinamide, Ethambutol, isoniazide); nello studio si è notato  un aumento significativo delle IgG e delle  IgM nonché della conta totale dei globuli bianchi (monociti e eosinofili) senza influenzare  neutrofili e  linfociti,  con una  significativa  riduzione della   carica batterica rispetto al gruppo di  controllo.

COINVOLGIMENTO DEL SISTEMA ORMONALE

Razionali di attività su corticosteroidi [6,153,158,199,202,217,224]

Nei  ratto sottoposti a stress, si è osservato che l ‘assunzione orale di 100,200 mg / kg di estratto acquoso di radice  di Ashwagandha,  riduce totalmente   l’aumento del cortisolo sierico derivante dallo  stress  ed una riduzione parziale del cortisolo serico  si ottiene già a dosaggi di 50mg / kg .Dosaggi inferiori (25,50mg / kg) di withanolidi glicosilati  (Withanoside IV) sembrano  abolire  completamente (100 %)  l’aumento  di corticosteroidi derivanti dallo stress con una potenza superiore a 100 mg / kg  di Panax ginseng che porta ad una riduzione dei corticosteroidi  del 57% . Effetti analoghi sono stati osservati anche per il   withanolide A a dosaggi di  0.25,1mg / kg (1,2 mg / kg portano alla  piena normalizzazione di corticosterone serico  nei topi stressati, così efficacia massima a 1 mg / kg), pur non essendo un withanolide  glicosilato.  Ashwagandha sembra ridurre l’aumento, dei corticosteroidi nel  siero, e alle dosi più elevate raccomandate per l’ integrazione nell’uomo,  sembra controllare e normalizzare pienamente i livelli di cortisolo . In un caso clinico, una donna con iperplasia surrenalica non classica,  è stata trattata con radice di Ashwagandha per sei mesi e si è osservata  diminuzione terapeutica  dei  corticosteroidi (18,OH,hydroxycorticoserone del 31%, 17,OH,pregnenolone del 66%, corticosterone da 69 %, e 11,desossicortisolo del 55%) con una diminuzione degli  effetti collaterali clinici,  associati a livelli eccessivi corticosteroidi,  come perdita di capelli.  Altri studi sull’uomo hanno concluso che l’integrazione con Ashwagandha ha comportato una riduzione   media del 14.5 % del cortisolo in soggetti che riferivano di essere  cronicamente stressati assumendo  dosaggi di 250,500mg di estratto ,  in due somministrazioni  al giorno,  per sessanta giorni,   e, in altri studi,  è stata riportata  una riduzione del cortisolo fino al 27,9 % (integrazione di 300mg di un integratore,  con almeno il 5% withanolidi totali, per sessanta giorni)  così come riduzioni significative di cortisolo sono state osservate utilizzando  5 g di radice secca al giorno,  per tre mesi,  con maggiore effetto  in coloro che riportavano  di essere altamente stressati.  Le riduzioni di cortisolo,  ottenute  con preparati da  radice di  Ashwagandha,  ottenute  nell’uomo sono riferite a dosaggi integrativi normali  (300,500mg di estratti o 5.000 mg della radice stessa), e sono  nell’intervallo del  15,50%, con maggiore effetto  in chi riporta di  ad essere molto  stressato.

Razionali di attività su ormoni tiroidei [219,220,221,222,223]

In uno studio sperimentale sul ratto  Ashwagandha ha dimostrato di aumentare i livelli di T4 circolante senza influenza sulla produzione di T3 ( 1,4 g di estratto di radice / kg al giorno, nei topi, per 20 giorni ). In un altro studio si è notato un incremento di  entrambi gli ormoni T3 e T4, conducendo la sperimentazione su topi maschi e topi femmine e portando a conclusioni diverse: ad esempio   nel gruppo di  topi femmina in isolamento,  si è osservato un aumento degli enzimi antiossidanti epatici (catalasi + 12%) ed una  diminuzione della perossidazione lipidica (34%) oltre ad un  aumentato del T4 di circa il  60% senza variazioni  significative del  T3 .  Ashwagandha è stato anche valutato  in combinazione con guggulsteroni  ( da Commiphora Mukul)  e con estratti da corteccia di  Bauhinia Purpuirea ; la miscela è stata ben tollerata  ed ha incrementato i livelli di T3 in maniera statisticamente significativa ma probabilmente per la presenza degli altri officinali. Per i motivi sopra menzionati  Ashwagandha potrebbe avere beneficio come trattamento integrativo in alcuni casi.  In uno studio nel ratto,   la somministrazione di  Metformina,  ha contrastato con efficacia la malattia diabetica di tipo II  indotta, tuttavia riducendo  ulteriormente i livelli circolanti di T4; nello studio la somministrazione di  Ashwagandha, a dosaggi di 1.4g / kg, ha contrastato questo evento avverso.  Ashwagandha sembra avere la capacità di stimolare la produzione di T4 a livello della tiroide, ma questo effetto può essere diverso rispetto al genere maschile o femminile  con, ad esempio,  una maggiore risposta di produzione dei T3 nel genere maschile  piuttosto che nel genere femminile.

Razionali di attività su estrogeni [218]

E’ stato osservato che i l Withaferin,A è stato in grado di  sopprimere (riduzione variabile del 50,90% ) l’espressione del sottoinsieme alfa dei  recettori  degli estrogeni (ERα) su  cellule di carcinoma mammario (MCF,7 e T47D) a concentrazioni 1.25,2.5μM  con un concomitante aumento (del 20,30%) dell’ espressione di ERβ.  Pur esistendo alcune prove che suggeriscono che Ashwagandha possa alterare l’espressione dei recettori per gli estrogeni, questi studi sono attualmente condotti su  cellule tumorali e non possono applicarsi a cellule normali.

Razionali di attività su ormone follicolo-stimolante [183, 216,217]

In uno studio si è osservato  che  i livelli di FSH negli uomini infertili ,  tendevano  alla normalizzazione, rispetto al controllo fertile, in modo statisticamente significativo e riproducibile,  somministrando 5 g di estratto di radice al giorno . Questi effetti sono stati osservati anche nel modello sperimentale su ratti diabetici e sani.

Razionali di attività su ormone luteinizzante [183,216,217]

In uno studio si è osservato l’effetto di Ashwagandha  nel normalizzare i livelli di LH negli uomini infertili, determinato come una capacità  di  aumento del LH ed una tendenza ad una sua  normalizzazione verso i livelli degli uomini fertili;  5 g di estratto di radice al giorno,  per tre mesi,  hanno  determinato  un aumento dei livelli di LH nel siero tra 11 e  21% .

Razionali di attività su testosterone [183,186,216,217]

Somministrando Ashwagandha, in ratti non diabetici utilizzati come controllo  , si è osservato un leggero aumento del testosterone  insieme ad un picco molto più rilevante di  progesterone.  Esistono alcune  evidenze  supporto dell’utilizzo di Ashwagandha per stimolare la produzione di  testosterone negli uomini infertili. In uno studio , 5g di polvere di radice Ashwagandha al giorno per 6 mesi, ha  determinato  aumenti di testosterone in  tre gruppi  di soggetti  infertili (negli astenozoospermici del  121% rispetto al  valore basale, negli oligozoospermici del  140% rispetto al valore basale, negli  normozoospermici del  114% del valore basale) tuttavia in nessun gruppo si sono superati il livelli di testosterone del gruppo fertile. In un altro studio , tre gruppi di uomini sterili e normozoospermici ( tuttavia alcuni non avevano dichiarato di essere fumatori) , lo stesso  dosaggio  di Ashwagandha, per tre mesi, ha determinato un  miglioramento del  testosterone nel range del 10,22%, con un picco maggiore nei soggetti stressati.  Un aumento del testosterone sierico è stato osservato  anche in uomini sani che non facevano  allenamento fisico e  che hanno iniziato un protocollo di allenamento della forza fisica; in questi soggetti,  nel periodo di assunzione di 300 mg, due volte al giorno,  di estratto di radice di ashwagandha il  testosterone del gruppo placebo (misurato prima di allenamenti) è rimasto invariato, mentre nel  gruppo trattato con Ashwagandha il testosterone  è aumentato di circa il 15%.  Studi preliminari indicano che Ashwagandha può normalizzare  livelli ridotti  di testosterone negli uomini infertili, e può anche aumentare i livelli di testosterone negli uomini che sono anche sottoposti a un allenamento di resistenza fisica.

RAZIONALI DI ATTIVITA’ SUI PRINCIPALI ORGANI TARGET

Razionali di attività sull’intestino [213,228,322]

In cellule epiteliali intestinali incubate con estratto di Ashwagandha (100 ug / mL)  ,l’interleuchina  IL,7 mRNA  viene raddoppiata in modo concentrazione dipendente,  stimolando la funzione delle cellule T.

Razionali di attività sul fegato [30,95,175,199,227]

In ratti sani,  la cui dieta è stata integrata con  0,75,1,5%  di Ashwagandha per quattro settimane, sembra manifestarsi una riduzione di peso del fegato ( 6,1,9,77% ) rispetto al valore basale,   con una  riduzione dei trigliceridi epatici e del colesterolo ed il  relativo aumento negli  acidi biliari. L’effetto di riduzione del peso del fegato non è associato ad alcuna tossicità apparente. Negli animali resi diabetici, sia la radice sia la  foglia di Ashwagandha si sono dimostrate in  grado di diminuire gli enzimi epatici circolanti (45% AST e ALT , 31% ACP e 16% ALP) ,   a dosaggi di  200 mg / kg. Nel modello animale si osserva inoltre che gli aumenti degli enzimi epatici correlati ad un trattamento di radioterapia sono completamente eliminati   e l’aumento delle  ALT, correlato con lo  stress psicologico cronico , viene leggermente ridotto somministrando 0.25,1mg / kg di  withanolide A  isolato che è in grado di ridurre  il corticosterone. 100 mg / kg di radice di ashwagandha al  giorno,  per una settimana prima della radioterapia, sembrano abolire completamente i danni epatici indotti dalla radioterapia come emerge dalle variazioni  delle alterazioni steatosiche epatiche  e degli enzimi antiossidanti;  si è ipotizzato che questo effetto derivi dalla capacita di Ashwagandha di modulare positivamente le variazioni di  HO,1 correlate con la  radioterapia.  Ashwagandha evidenzia anche un effetto protettivo contro i danni da  sovraccarico di ferro,  utilizzando un estratto di radice a 50mg / kg che dimostra   efficacia  uguale a quella di  20mg / kg di silimarina da Cardo mariano,  nel normalizzare gli  enzimi epatici e la  perossidazione lipidica.

Razionali di attività sul pancreas [184,226]

Il Witaferin ,  A (1,25 mg / kg  per iniezione ) somministrato per una settimana  in un modello di  trapianto di cellule del pancreas ,  sembrava facilitare il trapianto,  riducendo l’apoptosi delle cellule  pancreatiche con    riduzione di NF,kB  e riduzione del  degrado di  IκB.   Questi effetti sono stati osservati   in vitro su beta cellule  pancreatiche isolate , sulle quali  500 ng / mL di witaferina A hanno  completamente impedito un aumento di NF,kB da citochine . La somministrazione orale di radice di  Ashwagandha (estratto acquoso al  3,9% in withanolidi , 200,400 mg/kg per cinque settimane) ha dimostrato  di preservare significativamente la vitalità  delle β,cellulare in ratti resi  diabetici.

Razionali di attività sulla vescica [231,232]

Alcune altre specie  del  genere  withania hanno attività diuretico come la  withania aristata il cui effetto  diuretico può essere correlato al suo contenuto di witaferina A , infatti la witaferina A  isolata,  a  dosaggi di 5,10mg / kg nel ratto,  risulta  in grado di aumentare, in  6 ore, la  diuresi del  76 ,147%, tuttavia con  potenza inferiore rispetto al farmaco di riferimento idroclortiazide a  10 mg / kg .

Razionali di attività sui reni [230]

500mg / kg di estratto di radice di  Ashwagandha ,somministrati  nel  ratto  per due settimane, prima dell’induzione di nefrotossicità indotta con  gentamicina, sono stati in grado di attenuare in modo significativo l’aumento di peso  del rene e  di ridurre i biomarker di danno renale (proteine urinarie e glucosio, creatinina sierica), anche se gli effetti protettivi non sono totali.

Razionali di attività sul polmone [25,26]

La componente polisaccaridica di Ashwagandha sembra esercitare  effetti antitosse in un modello di tosse chimicamente indotta: in un  modello animale di tosse   chimicamente indotta    50mg / kg  di frazione polisaccaridica di  Ashwagandha, misurando la tosse nell’intervallo di tempo 30,300 minuti dopo l’assunzione orale , dimostrano un trend di  potenza antitosse    più efficace di 10 mg / kg di fosfato di codeina, ma meno efficace del polisaccaride da  Glycyrrhiza;  queste conclusioni sono state confermate anche in altri studi utilizzando la stessa metodologia sperimentale. La frazione polisaccaridica di  Ashwagandha sembra avere proprietà antitosse che possono ridurre la tosse indotta da sostanze chimiche irritanti. Il dosaggio di 50 mg / kg utilizzato nelle  cavie è  di 11mg / kg  e corrisponde nell’uomo (di circa 70 kg)  a 750mg/die. Poiché la frazione polisaccaridica corrisponde a  196mg ogni 20 g di peso secco della droga , gli effetti antitosse possono essere ottenuti con la somministrazione di elevate quantità di droga in polvere o di estratti della stessa .

Razionali di attività verso fenomeni ossidativi [97,175,225]

In uno studio nel  ratto, la supplementazione alimentare della dieta   del 0,75,1,5%  con radice di  Ashwagandha,  per quattro settimane, ha ridotto la  perossidazione lipidica (MDA) nel fegato, del 12,4,18,2% ed  ha raggiunto una riduzione più significativa in ratti con colesterolo alto (36,3,36,5%).  Sempre nello stesso studio si è osservato un aumento dell’attività delle catalasi nel fegato sia in ratti normali  (11,15,2%)  sia in ratti con ipocolesterolemia indotta dalla dieta (37.1 ,43,3%). Analogamente nello stesso studio si è osservato un aumento delle superossido dismutasi nel fegato sia in ratti sani (2,9,3%) sia in ratti con  ipocolesterolemia indotta dalla dieta (20,31%).E’ stato dimostrato che il Withanone sia in grado di aumentare la vitalità cellulare (sopravvivenza) in fibroblasti umani normali quando le cellule sono aggredite  dai  raggi UV o da H2O2.

RAZIONALI IN ONCOLOGIA

Razionali  integrativi in oncologia [156,323,324,327]

In uno studio in aperto ad un gruppo di  donne con cancro al seno,  è stato somministrato  Ashwagandha (2.000 mg di radice   tre volte al giorno) ed il gruppo trattato è stato confrontato con un gruppo di controllo nel corso di sei cicli di chemioterapia standard. Le valutazioni sono state condotte  sullo stato  di affaticamento delle  pazienti  con  PFS, SCFS,6 ed il questionario  EORTC QLQ,C30. Nel gruppo trattato si è  ha osservata una significativa riduzione della  fatica così come da altri risultati del test EORTC QLQ,C30, nel gruppo trattato,  si sono osservati miglioramenti fisici, emotivi ed  un miglioramento delle relazioni sociali, con una riduzione di  insonnia e dolore. Ashwagandha è stato sperimentato  per ridurre la fatica e migliorare il benessere e la funzioni generali in  persone sottoposte a chemioterapia.

Razionali di attività  sulle metastasi [34, 37,40,245,246,247]

Witaferina A ha dimostrato di poter sopprimere l’espressione di MMP9 (Matrix metallopeptidase 9)  in cellule tumorali invasive (CaSki  cells e SK,Hep1) e di prevenire l’attivazione di Akt (protein,chinasi B)  da parte di TGF,β (transforming growth factor beta) .  Il  fenomeno noto come , epithelial,to,mesenchymal transition (EMT), si verifica in  una cella prima che diventi migratoria ed invasiva; l’ EMT è caratterizzata da cambiamenti a livello della membrana,  con una perdita di E,Cadrin,  ed un  aumento di  vimentina e fibronectina;  la  witaferina,A si  lega direttamente alla  vimentina ( Cys328) in modo inibitorio e la  witaferina A,  o estratti contenenti  elevate   concentrazioni (70%) di  witaferina,A  possono  inibire l’attività della  vimentina ( 500,1,000nM)  e il fenomeno  EMT su   cellule del cancro al seno, con efficacia nel range di dosaggio  nanomolare  (100,1,000nM);  in ratti  alimentati  con un estratto di Ashwagandha  (withanolidi puri; 79% witaferina A) ,  mediante sonda gastrica, a dosaggi di  1,8mg / kg , tre volte alla settimana, si è osservata una significativa riduzione delle metastasi  del 50 % rispetto al controllo. Le proprietà anti,invasive di witaferina,A  risultano  più deboli  in  cellule prive di  vimentina.   La witaferina,A  sembra possedere effetti  anti,metasi così come anti,angiogenetici , suggerendo che, a concentrazioni inferiori a quelle  citotossiche,  possa sopprimere la proliferazione delle cellule tumorali

Razionali di attività  nel cancro del seno [1,20,97,218,248,249, 250,251,252,253,254,255,256,257,258,259,260,261,262]

La witaferina,A e il  withanone,E  sono in grado di indurre apoptosi sulle cellule tumorali  attraverso la via mitocondriale. La Witaferina,A, contrariamente al withanone,  è  in grado di indurre citotossicità sulle cellule tumorali danneggiandone il DNA,  e la presenza del withanone sarebbe responsabile del contrasto di eventuale  citotossicità che witaferina,a potrebbe esercitare su cellule sane. L’ Ashwagandhanolide (thiowithanolide), a concentrazioni di  1.45μg / mL,  ha dimostrato una capacità di inibizione del 50 %  della crescita su  MCF,7 che sono  cellule tumorali estrogeno sensibili. Sia la Witaferina,A sia il  Withanone,E  sono entrambi in grado di indurre apoptosi in cellule di carcinoma mammario attraverso la via mitocondriale. Come già riportato, la Witaferina,A (2,4μM )  si è dimostrata capace di inibire (anche più del  80 %)  l’ attivazione mediata dalla proteina   STAT3 (la proteina STAT3 media  positivamente la sopravvivenza delle cellule di cancro)  sia  su cellule tumorali di cancro al seno sensibili agli estrogeni (MCF,7), sia su quelle non sensibili agli estrogeni  (MDA,MB, 231) . Iniezioni di witaferina,A (4mg / kg witaferina ,  cinque volte la settimana)  in  topi femmine portatrici di tumori ( MDA,MB,231),  in  10 settimane,  hanno comportato  una riduzione delle dimensioni del tumore di circa il 50 %  rispetto al gruppo di controllo.  La  somministrazione orale di radice Ashwagandha  ( 150mg / kg per  155 giorni)  in ratti femmina portatori di  carcinoma mammario indotto,   sembra essere in grado di ridurre l’incidenza  del tumore (23%) e la relativa dimensione (21%).  Nel ratto,  la somministrazione iniettiva di withaferin,A isolato e la somministrazione orale di estratto di radice, sembrano esercitare effetti antitumorali.

Razionali di attività  su proliferazione ed angiogenesi [37,244]

La witaferina –A  ha dimostrato la capacità di  sopprimere la proliferazione di cellule HUVEC (Human umbilical vein endothelial cells )  alla concentrazione IC50 di 12 nm,  così come di sopprimere  l’attivazione, in queste cellule,  di NF,kB ; questi potenti effetti sono stati confermati anche  in vivo con iniezioni di 7μg / kg witaferina  in topi, ottenendo riduzione  dell’indice angiogenetico fino a quasi un quarto dei valori di  controllo.  Questi effetti appaiono secondari a  degradazione di vimentina, e risultano  evidenti solo in presenza di vimentina , raggiungendo riduzione dell’angiogenesi del 73 %. La Witaferina,A si dimostrerebbe  essere un inibitore dell’angiogenesi molto potente sulle  cellule endoteliali , e, alle dosi efficaci,  non risulta essere citotossica.

Razionali di attività sul sistema immunitario [49,203,205,207,233,234,235,236,237,238,239,240,241,242,243]

L’assunzione  orale di 200 mg/ kg di  estratto di radice di  Ashwagandha,  per quattro giorni prima delle iniezioni  di  paclitaxel (taxolo,farmaco chemioterapico), e continuata per altri otto giorni successivi, sembra eliminare completamente il fenomeno di neutropenia indotta dal paclitaxel, ed ha dimostrato  effetti protettivi nei confronti del danno ossidativo indotto  dal paclitaxel nelle cellule normali , migliorando le capacità citotossiche contro i tumori, in modelli animali con cancro del polmone indotto da  benzo (a) pirene. Ashwagandha sembra molto sinergico con la terapia con paclitaxel , determinando una riduzione dei fenomeni di immunosoppressione indotti dal paclitaxel, probabilmente dovuta alla capacità secondaria di Ashwagandha di preservare i neutrofili e di rafforzare le difese citotossiche cellulari contro il tumore.  La Witaferina A sembra essere in grado di  sopprimere la secrezione di IL,10 da parte delle  cellule mieloidi e di ridurre la formazione di ROS;  si ipotizza che questo effetto dipenda da una modulazione STAT3 correlata  (Signal transducer and activator of transcription 3),  secondaria agli effetti soppressivi sul MDSCs (myeloid,derived suppressor cells) ;  la witaferina –A sembra  conservare la citotossicità cellulare contro  il tumore, coinvolgendo CD4 + e CD8 + e le T,cellule, riducendo il  peso del tumore nei topi. La secrezione di IL,10  MDSCs dipendente , è  direttamente dipendente  da STAT3  e Ashwagandha, a dosaggi  di 100,400mg / kg, per  assunzione orale di un estratto etanolico al  50% ,  ha dimostrato  di sopprimere , in vivo nel modello animale,  l’attività di STAT3 in nove giorni.  Ashwagandha può migliorare il profilo delle  cellule T , favorendole nel  causare la morte delle cellule tumorali; questo effetto sembra dipendente  dalla soppressione di STAT3 che favorisce la citotossicità antitumorale  T mediata.   L’ apoptosi  mediata dal TRAIL (TNF,related apoptosis,inducing ligand) è un meccanismo recettoriale che programma la morte delle cellule tumorali e dipende  dalle  citochine (TRAIL o TNF,α) delle  cellule immunitarie ; questo meccanismo di apoptosi, indotto da Ashwagandha,  rivela una buona selettività poiché non si verifica nessuna  tossicità verso le cellule non tumorali. Una proteina correlata con il meccanismo di apoptosi cellulare,  nota come FADD così come  l’enzima antiapoptotico c,FLIP ,  vengono  soppressi  da   witaferina A in un modello di cellule tumorali Caki (human epithelial colorectal adenocarcinoma cells) ,  per inibizione  secondaria di  NF,kB  e sottoregolazione  del c,FLIP, tendendo  a potenziare il  recettore  di segnale di morte cellulare  (TRAIL).  Una concentrazione 1.2μM di witaferina A,  su  cellule TRAIL  resistenti  (Caki, SK,Hep1, Hep3B e Huh,7), aumenta  i livelli di recettore di morte cellulare   (DR5) CHOP (Cyclophosphamide) correlati, riducendo le    specie reattive dell’ossigeno con un meccanismo simile alla  curcumina  o al  sulforaphano  e la  sottoregolazione del c,FLIP si è ipotizzato che contribuisca all’inibizione di NF,kB e alla apoptosi TRAIL  mediata.  In un altro studio si è osservato che  Ashwagandha (al dosaggio di  20 pg / mL di estratto etanolico al 50 %  della radice ) in cellule HL,60 è stato in grado di aumentare il segnale di morte cellulare tramite  il recettore TNF,α (TNF,R1) ed ha anche aumentato il recettore  di morte 4 (altro recettore per TRAIL ).  L’inibizione di NF,kB  sottoregola il recettore di  morte cellulare 5 (DR5), sostenendo  la capacità di alcune cellule del sistema immunitario di  distruggere le cellule tumorali; questo meccanismo predispone  le cellule tumorali a morte per intervento del  sistema immunitario.

Razionali di attività  in Altre forme oncologiche [13,19,20,44,51,87,88,205,252,263,264,265,266,267,268,269,272,275,276,277]

COINVOLGIMENTO CON SESSUALITA’ E FERTILITA’

Razionali di attività  sulla difficoltà erettile [280,306]

In uno studio sull’uomo, condotto su soggetti con  ‘disfunzione erettile psicogena’  (mancanza di erezione a causa di ansia e di paura di fallimento ),  diagnosticata secondo i criteri del DSM,IV, non si sono osservati effetti statisticamente significativi  tuttavia si sono osservati vantaggi significativi su tutti i parametri misurati (International Index of Erectile Dysfunction).

Razionali di attività  sulla libido [153,167,315]

Ashwagandha è stato tradizionalmente  come afrodisiaco, per  effetti  indirettamente collegati alla sua attività adattogena e capacità di  riduzione dello stress  (lo stress cronico può indurre  disfunzione sessuale).

Razionali di attività  sulla fertilità [216,217,278,279,307]

In uno studio,  in uomini infertili, 5g di polvere di radice Withania somnifera al giorno,  hanno migliorato tutti i parametri seminali misurati (motilità, stato di antiossidazione, conta cellulare, concentrazione e volume) con un miglioramento dei  biomarker dello stato nutrizionale dello sperma (vitamina C e fruttosio). Successivamente, in un altro studio , lo  stesso  dosaggio di radice di Ashwagandha ha determinato  miglioramenti su  tutti i  biomarker  spermatici  (lattato, citrato, glicerofosforilcolina, ecc.) associati ad  un aumento dei parametri seminali quali  la motilità e la  conta spermatica. Attualmente si ritiene che questo effetto protettivo derivi  dalla  promozione di produzione di  enzimi antiossidanti e dalla riduzione dello stress ossidativo, così come confermato dalla capacità di ashwagandha di ridurre le speci reattive all’ossigeno nelle cellule spermatiche. In uno studio si sono valutati gli effetti di 5 g di radice in polvere al giorno, per 3 mesi, in soggetti   normozoospermici  sterili,  in soggetti sterili e pesanti fumatori e in soggetti  infertili per motivi psicologici. In tutti i soggetti si sono osservati  miglioramenti per quanto riguarda il numero degli  spermatozoi (17, 20 e 36%) ,  la loro  motilità (9, 10 e 13%) ed una  diminuzione del tempo di liquefazione del  seme (19, 20 e 34%).In uomini infertili, Ashwagandha sembra aumentare tutti i parametri seminali e questi effetti, si ritiene,   migliorino  la fertilità in correlazione ad un  miglioramento dello status antiossidante nei  testicoli e negli spermatozoi.

RAZIONALI IN PATOLOGIE NEUROLOGICHE DEGENERATIVE

Razionali di attività  nella Malattia di Alzheimer  [57,142,143,283,284, 285,287,288]

In uno studio si è osservato che Ashwagandha è stato in grado  di  sopprimere la  proteina precursore dell’amiloide (APP) mRNA nei ratti , e di influenzare la  β,secretasi (che è un enzima coinvolto nel processo di formazione di fibrille Ap42). Questi effetti si sono osservati con  l’assunzione orale di un estratto Ashwagandha (75% withanolidi e 20% withanosidi  ) a 1.000 mg / kg per 7,30 giorni.  Un estratto acquoso di radici di Ashwagandha (6.25,50μg / mL)  sembra inibire la formazione di fibrille Aβ1,42, con  potenza massima (50% inibizione)  al dosaggio di  25μg / ml.  Relativamente alla formazione di aggregati proteici (fibrille), sembra  che Ashwagandha possa  ridurre leggermente la loro formazione. Su cellule PC12 incubate,  che evidenziavano formazione di fibrille  Aβ1,42 , un estratto acquoso ( concentrazione di 50,100μg /ml)  di Ashwagandha è stato in grado di  ridurre il danno neuronale da fibrille, preservando  i neuroni al 80% rispetto al  controllo, con riduzione di Aβ1,42 del  30% ; questi effetti sono stati osservati  anche con il Withanoside IV ed il sominone,  che è un suo metabolita,  con la somministrazione  orale di 10μmol / kg IV Withanoside nei  ratti.  Su fibrille già formate, il danno che queste  esercitano sui neuroni sembra essere attenuato da Ashwagandha. Questo effetto  sembra essere  più rilevante con  l’assunzione  orale di  Withanoside IV isolato. Quando somministrato in ratti  con malattia di Alzheimer  geneticamente indotta, dosaggi orali  di 1000 mg / kg,  di un estratto altamente purificato (75% e 20% withanolidi  e withanosides),  per 7,30 giorni,  può ridurre l’accumulo di  Ap42 nella corteccia (49,77%) e nell’ ippocampo (52,78%) . Questo studio ha anche osservato  una  riduzione nel cervello di  Ap40 ed il rapporto plasmatico  di Ap42 / 40 dopo 30 giorni. Ashwagandha sembra indurre l’espressione della proteina correlata LDL (LRP), che promuove il trasferimento  delle fibrille Ap42 dal cervello nel  plasma; questo ridurrebbe l’accumulo di  Ap42 nel cervello e conserverebbe  le funzioni  cognitive  nei  ratti  con l’Alzheimer.

Razionali di attività  nel Parkinson [119,143,289,290,291,292,293,294,295]

In un modello sperimentale sul  ratto  con  morbo di Parkinson Paraquat indotto  ( il Paraquat provoca neurotossicità con profilo istologico e clinico simile al  Parkinson),  Ashwagandha (a 100 mg / kg, somministrato contemporaneamente  al  paraquat per nove settimane)  ,  sembra attenuare parzialmente le alterazioni in termini di prestazioni motorie  ed i  biomarker infiammatori neurologici. Effetti simili sono stati anche osservati in un modello di tossicità indotta con   rotenone (un insetticida) , in cui 100,400mg / kg di Ashwagandha sono stati in grado di ridurre lo stress ossidativo nel cervello, normalizzando   alcuni parametri (es. ossido nitrico)  a dosaggi comunque elevati;  in un altro studio in un modello di tossicità indotto da 6,hydroxydopamina (6,OHDA), che è in grado di indurre sintomatologia simile  Parkinson, 100,300mg / kg di radice di  Ashwagandha per 21 giorni, sono stati in grado di attenuare le sintomatologie motorie . Ashwagandha (100 mg / kg per 7,28 giorni), in un modello di tossicità indotta  MPTP (1,metil 4,fenil 1,2,3,6,tetraidro,piridina)  nel ratto, ha contribuito alla conservazione delle concentrazioni di dopamina nel corpo  striato circa  già dopo una settimana,  con mantenimento delle concentrazioni di glutatione ; In un altro studio  di  tossicità MPTP indotta , un estratto di radice di  Ashwagandha( 100mg/kg) per un mese,  è stato  in grado di migliorare  significativamente i risultati di test funzionali quali il tempo di apprendimento  e test di equilibrio, correlandosi  con miglioramenti dello  stato ossidativo nel cervello.  Una pre,somministrazione  di estratto di foglie (100 mg / kg), per una settimana prima di iniezioni di MPTP,  ha confermato che questa parte della pianta è in grado anche di indurre una  parziale attenuazione dei cambiamenti ossidativi nel corpo striato e nella corteccia,  migliorando le  prestazioni fisiche.  Ashwagandha (in  pretrattamento o in un  trattamento riabilitativo) sembra esercitare benefici in modelli di Parkinson indotto  nel ratto , con effetti protettivi  a dosaggi che sono circa la metà di quelli utili per finalità conservazione o di  riabilitazione;  questo suggerisce che lievi effetti protettivi sono raggiungibili  a dosaggi ritenuti   utili  per l’integrazione orale.

Razionali di attività  nella Schizofrenia [182,309]

In un studio pilota in doppio  cieco, la supplementazione di un estratto di Ashwagandha (400 mg tre volte al giorno,  per un mese) in pazienti schizofrenici che soffrivano anche di sindrome metabolica,  ha comportato   (insieme alla loro terapia abituale  ) una  riduzione  della glicemia e  dei trigliceridi senza causare effetti avversi.

Razionali di attività in  altre patologie [296-297-298]

INDICAZIONI PRINCIPALI:

Stanchezza e affaticamento fisici e mentali , sintomatologia da stress.

ALTRE AZIONI: 

Immunomodulante, antinfiammatoria, antiossidante .

AVVERTENZE PER L’ASSUNZIONE:

Non deve essere assunta  in gravidanza e  durante l’allattamento.

EFFETTI COLLATERALI:

A dosaggi elevati di polvere   sono stati segnalati rari casi di disturbi gastrointestinali.

INTERAZIONI CON FARMACI: 

Potrebbe potenziare l’effetto dei farmaci antidepressivi, anche triciclici,  e dei farmaci ansiolitici

Dati tossicologici :  [17,180, 299,300,301,302,303,311]

Il valore LD50 acuta di un  estratto di Ashwagandha  (2% alcaloidi puri) è risultata essere 465 mg / kg nei ratti e 432 mg / kg nei topi.  In altri studi in cui sono stati sperimentati estratti alcolici di Ashwagandha il valore di  DL50  è risultato di 1750 +/, 41 mg / kg per i sitoindosidi VII e VIII e di  1076 +/, 78 mg / kg – 1564 +/, 92 mg / kg per il withaferin,A rispettivamente  mentre un estratto acquoso di Ashwagandha,  a 2.000 mg / kg nel ratto,  non ha esercitato nessuna tossicità clinica o biochimica in 28 giorni.  In vitro  i risultati suggeriscono che non esiste  tossicità  sugli eritrociti umani a  dosi standard di estratto.

 

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