Ashwagandha (Withania somnifera Dunal)

NOME COMUNE
Ashwagandha (Ginseng indiano; Winter Indian Cherry)
NOME SCIENTIFICO
Withania somnifera Dunal
FAMIGLIA
Solanaceae
HABITAT
[9,328,329,330]
Ashwagandha (Withania somnifera), noto anche come ginseng indiano è un’ importante antica pianta che cresce in zone secche nelle regioni sub-tropicali come Rajasthan, Punjab, Haryana, Uttar Pradesh, Gujarat, Maharashtra e Madhya Pradesh.
In India la produzione di radici di Ashwagandha è stimata in più di 1500 tonnellate annue contro il fabbisogno annuo di circa 7000 tonnellate che richiedendo un aumento della sua coltivazione per una maggiore produzione.
PARTE USATA
Le radici, le foglie (più raramente).
PREPARAZIONI FARMACEUTICHE CONSIGLIATE
Estratto secco delle radici titolato in witanolidi totali min. 1.5% ; estratto secco delle foglie titolato min. 1% in witanolide A.
COMPOSIZIONE CHIMICA
[10,11,12,13,14,15,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25,27,28,29,30,31,32,33]
Ashwagandha prevalentemente contiene :
Withanone ( lattone steroidale ) nelle radici e nelle foglie, 27-deoxywithanone nelle foglie e nelle radici , e 27-hydroxywithanone nelle radici e nelle foglie. Lattoni steroidei 5,6-epossidici come la witaferina A nelle radici e nelle foglie; 17-idrossi-27-desossi-Withaferin A nelle radici e nelle foglie; tra i withanolidi 6,7-epossidici si ritrova il withanolide A sia nelle radici sia nelle foglie oltre a withonolidi B e D.
Tra i lattoni steroidali si ritrova inoltre il Withanoside IV sia nelle radici che nelle foglie oltre a ulteriori varianti di questa superfamiglia; inoltre sia nelle radici che nelle foglie sono riconoscibili particolari withanolidi come i dienolidi ed il withanolide Z. Si riconoscono inoltre withanolidi glicosilati chiamati sitoindosidi (glicowitanolidi ).
Nelle foglie e nelle radici si ritrova il 12-deoxywithastromonolide mentre la Physagulina e varianti della stessa, solo nelle foglie, e non nella radice . Nel fitocomplesso si riconosce inoltre l’ Ashwagandhanolide cioè un tiowithanolide; lattoni viscosi; lattoni steroidali solfati; Kempferolo solo nei frutti; Naringenina solo nei frutti; catechina; acido gallico solo nelle foglie ; acidi fenolici come l’acido siringico nelle foglie; l’acido p-cumarico nelle foglie; l’acido vanillico nelle foglie; l’acido benzoico nelle foglie; un derivato 1,4-diossano (2,5-diosso-3-tetratriacont-3′-enil-1,4-diossano); ß-sitosterolo e stigmaterolo; Trigonellina nelle foglie; acido palmitico nelle foglie e nelle radici ; acido oleico nelle foglie; acido linoleico nelle foglie e nelle radici. Ashwagandha è quindi una fonte di strutture withanolidiche , principalmente lattoni steroidei e delle loro forme glicosidiche. I withanolidi sembrano essere i componenti principali e unici per questa.
E’ utile ricordare che i Withanolidi sono presenti in tutte le piante della famiglia delle solanacee, ma in Withania somnifera (Ashwagandha) se ne trova la più alta concentrazione. Il contenuto fenolico di ashwagandha può raggiungere 17.8-32.6mg / g di peso a secco prevalentemente nelle radici e nelle foglie mentre i frutti ne contengono una quantità intermedia. Circa l’ 80% degli estratti etanolici contiene 530 +/- 80 mg / 100 g di flavonoidi nelle radici (equivalenti quercetina) e 520 +/- 60 mg / 100g nelle foglie.
Esiste una elevata variabilità nella quantità di withanolidi attivi contenuti negli integratori alimentari comuni prevalentemente dovuta alla mancanza di standardizzazione della polvere della radice. Le valutazioni fisico-chimiche evidenziano che il Witaferin A è più solubile in etanolo che in acqua, e se conservato in condizioni standard in etanolo al 90% appare stabile al 90% dopo 6 mesi e al 80% dopo un anno.
PROPRIETA’ SALUTISTICHE
[1,2,3,4,5,6,7,8,9,159,160]
Withania somnifera Dunal , generalmente nota come Ashwagandha, è un’erba utilizzata nella medicina ayurvedica da millenni. Il termine Ashwagandha è traducibile come “odore di cavallo” riferendosi al tipico odore di stallatico di cavallo della radice fresca, inoltre è convinzione tradizionale che l’assunzione di Ashwagandha possa conferire la forza e la virilità proprie di un cavallo. Ashwagandha è classificabile come un adattogeno e la sua supplementazione è indicata anche per la sua capacità di prevenire l’ansia. Ashwagandha aiuta a lenire l’insonnia e le sensazioni depressive indotte dallo stress e può ridurre in modo significativo le concentrazioni di cortisolo e gli l’effetti immunodepressivi derivanti dallo stress. Oltre a questi effetti Ashwagandha può migliorare le prestazioni fisiche così come dimostrato in studi sull’uomo ed anche negli atleti; inoltre può contribuire alla riduzione del colesterolo riducendo i livelli di LDL. Ashwagandha può migliorare le performances della memoria ,e, secondo letteratura scientifica recente , potrebbe essere di aiuto nella malattia di Alzheimer, anche se, per questa finalità, sono necessari ulteriori dati prima che se ne possa raccomandare, nell’uomo, una supplementazione specifica. Anche se è noto ormai il coinvolgimento specifico del fitocomplesso di Ashwagandha nel modulare i principali neurotrasmettitori prevalentemente dopaminergici e serotoninergici, sono ancora necessarie ulteriori ricerche per determinarne ulteriormente il completo meccanismo specifico di attività. Tradizionalmente Ashwagandha è anche raccomandato come supplementazione nelle patologie oncologiche . E ‘ tuttavia importante sottolineare, a questo riguardo, che attualmente non c’è nessuna prova, nell’uomo, della eventuale potenzialità terapeutica di Ashwagandha nella cura del cancro. Ashwagandha invece, secondo letteratura si dimostra un significativo supplemento per ridurre l’immunosoppressione. Ashwagandha può inoltre dimostrarsi utile per alleviare il dolore durante un trattamento di chemioterapia, riducendo notevolmente stress e fatica correlati. Sulla base dei dati della recente letteratura scientifica Ashwagandha non può e non deve essere utilizzato per il trattamento del cancro, ma rappresenta una significativa supplementazione adiuvante con i trattamenti convenzionali. Secondo esperienza e letteratura scientifica l’estratto della radice di Ashwagandha sembra essere praticamente non tossico, mentre alte dosi di witaferina A isolata , una molecola ad attività antitumorale, possiedono una certa tossicità, tuttavia a dosaggi 4 volte superiori alla dose terapeutica consigliata , e non raggiungibili attraverso l’estratto di radice.
Sempre secondo letteratura scientifica vi sono prove sufficienti sulle interazioni farmacologiche di Ashwagandha con il citocromo P450.L’estratto secco della radice di Ashwagandha è la forma farmaceutica preferibile , ai fini della supplementazione. La dose minima efficace, per l’uso acuto di Ashwagandha, e sicuramente quella prevalentemente consigliata, , è di 300-500 mg al giorno di estratto secco della radice, titolato in withanolidi totali minimo 1.5 %. Ashwagandha dovrebbe essere assunto con i pasti principali, mediamente due-tre volte al giorno, tuttavia , se preso una volta al giorno, dovrebbe essere preso con la prima colazione. Withania somnifera Dunal non deve essere confusa con Withania coagulans che è una pianta del tutto diversa. Sulla matrice umana gli studi, che escludono i dati sull’animale animali e in vitro, confermano i significativi effetti di Ashwagandha sull’organismo.
In Ayurveda Withania somnifera è prevalentemente citata come “Ashwagandha”, anche se ricorrono altri nomi comuni come “King of Ayurveda”, “Indian ginseng” e Wintercherry. Nella farmacopea Ayurvedica Ashwagandha è classificata come “rasayana” (ringiovanente) ed è stata sempre stata considerata come un tonico generale (fisico e mentale) analogamente ai moderni adattogeni, inoltre , sempre in Ayurveda è anche stata classificata come “bhalya” (Aumenta la forza) e “vajikara” (afrodisiaco).
Ashwagandha , è stato tradizionale usato anche per altre finalità come analgesico, astringente, antispasmodico, e immunostimolante così anche come antinfiammatorio ,coadiuvante nel trattamento delle patologie oncologiche, antistress, antifatica, antidiabetico e nelle complicanze cardiovascolari; sempre in Ayurveda il suo principale utilizzo come adattogeno è stato raccomandato anche in soggetti stressati con problemi di insonnia , debolezza, stanchezza e affaticamento fisici e mentali, alterazione dell’umore. Anche nell’uso tradizionale si è sfruttata la valenza immunomodulante di Ashwagandha , in particolare, nei confronti della immunodepressione correlata allo stress. Ashwagandha è da sempre considerata dalla medicina tradizionale indiana una “pianta medicinale” molto apprezzata in diverse tipologie di disturbi, tuttavia prevalentemente e maggiormente correlati con lo stress, come sostegno immunitario, anti-ansia e anti depressivo. Tradizionalmente Ashwagandha , utilizzato come integrazione alla dieta quotidiana, è noto per la sua ottima tollerabilità.
COINVOLGIMENTO DEI PRINCIPALI TARGET MOLECOLARI
Razionali di attività su NF-kB [45,46,47,48,49,50]
L’NF-κB (“nuclear factor kappa-light-chain-enhancer of activated B cells”) è un complesso proteico funzionante come fattore di trascrizione. NF-κB si può trovare in tutti i tipi di cellule ed è interessata in tutte le reazioni delle cellule agli stimoli, quali stress, citochine, radicali liberi, irradiazione con ultravioletti e attacco proveniente dagli antigeni dei batteri o virus. NF-κB gioca un ruolo chiave nella regolazione della risposta immunitaria alle infezioni e sue disfunzioni sono state collegate al cancro , ai processi infiammatori, alle patologie autoimmuni, agli shock settici, alle infezioni virali e alle malattie del sistema immunitario. L’NF-κB è considerato coinvolto anche nei processi di plasticità sinaptica e di memoria. NF-kB svolge un ruolo chiave nella sopravvivenza cellulare ed è mantenuto inattivo dal suo inibitore (IkB) che crea un complesso che impedisce i segnali di NF-kB. IκB è fosforilato da IKK (IκB chinasi) che induce rilascio di NF-kB, il che significa che IKK influenza direttamente l’attività di NF-kB. IKK è un complesso formato da due subunità( IKKα e IKKβ,) e da una subunità regolatoria nota come NEMO . IKKβ sembra essere in grado di inibire la formazione di IKKβ e NEMO con conseguente soppressione di NF-kB.Il Withanolide A ha dimostrato di legarsi direttamente alla NEMO e di interferire con essa riducendo l’ attivazione di NF-kB. Conseguentemente ad una minore attivazione di NF-kB si riduce al sopravvivenza delle cellule tumorali e si verifica un incremento di altri agenti che inducono apoptosi. Witaferin A sarebbe inoltre anche in grado di inibire l’attivazione di NF-kB con meccanismo indiretto inibendo la degradazione di IKBa necessaria alla liberazione in forma attiva di NF-kB.
Razionali di attività su proteine anti-apoptotiche [58,59,60,61,62,63,64].
Il Withanone ha dimostrato avere una forte affinità verso la proteina nota come survivina che è una proteina anti-apoptotica delle cellule tumorali; per inibizione della survivina si ottiene un incremento di apoptosi nelle cellule tumorali . Un’altra proteina chiamata mortalin che risulta aumentata nelle cellule tumorali è responsabile dell’aumento della vita in cellule sane , ma può anche indurre le cellule cancerose a diventare più resistenti alla chemioterapia. Il Withanone sembra anche legarsi alla proteina mortalin così come avviene per la Survivina, risultandone un inibitore diretto legandosi ad esse; poiché nelle cellule tumorali ,entrambe queste piccole proteine di segnalazione, sono coinvolte nel rendere le cellule tumorali più resistenti , la loro inibizione permetterà di abbattere più facilmente le cellule tumorali.
Razionali di attività su proteine da shock termico (Hsp90) [78,79,80,81,82,83,84,85,86,87,88]
Le proteine da shock termico (HSP) sono piccole proteine di segnalazione intracellulare coinvolte nel favorire la piegatura e la configurazione di altre strutture proteiche. Tra queste proteine Hsp90 è una delle più importanti ed abbondanti (1,2% delle proteine totali in una cellula in condizioni normali. Molte proteine dipendenti da Hsp90 proliferano in presenza di tumori e per questo motivo l’inibizione dell’attività di Hsp90 è stata ritenuta avere un potenziale terapeutico nel cancro. Witaferina, A ha dimostrato di inibire il segnale Hsp90 nelle cellule tumorali pancreatiche . Hsp90 è una proteina che si esprime in situazioni di shock in risposta a stress cellulare ed è coinvolta nella formazione e riparazione di altre proteine della cellula; essa è iperattiva nelle cellule tumorali e witaferin A sembra inibire il suo legame con altre proteine necessarie per il suo funzionamento.
Razionali di attività su protein fosfo chinasi C (PKC) [75,76,77].
Sia il withanone sia il withaferin A hanno dimostrato una correlazione diretta con l’inibizione dell’attività della protein fosfo chinasi C soprattutto nelle cellule della pelle
Razionali di attività su proteosomi [51,52,53,54,55,56]
Witaferina A si è dimostrato essere un inibitore della chimotripsina in correlazione all’attività del proteasoma 20s nel modello sperimentale sul coniglio (IC50 di 4.5μM) e su colture di cellule di cancro della prostata (5-10μM). La struttura a maggiore attività sembra essere quella chetonica del witaferin-A che dimostra effetti simili a quelli di celastrol (Tripterygium wilfordii alias Thunder Dio Vine) che dimostra significativa attività sul proteosoma confrontata con l’epoxomicina che è un inibitore accertato del proteosoma. Witaferin-A dimostra di legarsi alla subunità specifica β del proteosoma 20 S , determinandone l’ inibizione già in tre ore e dimostrando la massima attività di inibizione (30-60% ) dopo 6 ore. Questi effetti si rilevano a concentrazioni di witaferin A ( 10nM) analoghe a quelle utilizzate per il confronto con bortezomib. Witaferin A risulta quindi attivo nell’inibizione dell’attività del proteosoma in vitro anche se l’effetto principale sul proteosoma sembra prevalentemente dipendente dall’attività di degradazione della vimentina. In uno studio sul mesotelioma pleurico,10 uM di withaferin A, hanno determinato l’inibizione del proteosoma con una prevedibile sottoregolazione di una grande quantità di proteine antiapoptotiche, così come l’attività di inibizione del proteosoma è stata confermata in vivo al dosaggio di 4-8mg / kg di witaferin A , iniettati per via intraperitoneale, determinando una inibizione della crescita del tumore.
Razionali di attività su chinasi aurora [65,66,67,68,69,70,71,72,73,74,75]
Le chinasi Aurora (serina/treonina kinasi o Aurora/Ipl1p,related kinase (AIRK)) sono delle chinasi della serina e della treonina. Esse sono essenziali per la duplicazione delle cellule, infatti l’enzima aiuta la separazione di materiali genetici cellulari per produrre le cellule figlie. Le chinasi Aurora giocano un ruolo critico nella divisione cellulare controllando la segregazione cromatidica. Le alterazioni di questa segregazione per instabilità genetica sono una condizione che è altamente associata con lo sviluppo di tumori (tumorigenesi). Sono chiamati enzimi Aurora perché i fusi mitotici sparsi, presenti nelle forme mutanti, somigliano all’Aurora boreale. Il complesso TPX2,Aurora A è un oncogene che tende ad essere iperattivo in diversi tumori e la sua inibizione è stata ritenuta come potenzialmente utile, come soluzione terapeutica, in diversi tipi di cancro. Ashwagandha ha dimostrato effetti apoptotici su cellule tumorali ed il withanone ha dimostrato di interagire direttamente con Aurora A riducendo l’attivazione dell’istone H3 per immunoprecipitazione del complesso; il Withanone ha dimostrato di ostacolare fisicamente l’interazione di formazione del complesso di Aurora A e TPX2 ostacolando interazioni con il genoma; in ultima analisi, questi effetti si traducono in una minore loro attività e poiché aurora A è un promotore oncogenico , gli effetti inibitori sullo stesso, del withanone, sono stati interpretati come potenzialmente utili nella terapia del cancro.
Razionali di attività su vimentina [36,37,38,39,40,41,42,43]
Witaferin A si è dimostrato in grado di degradare irreversibilmente una proteina cioè la vimentina, (una proteina dei filamenti intermedi cellulari) che è coinvolta nella guarigione delle ferite, nell’angiogenesi,nella crescita del cancro delle metastasi. Il meccanismo ipotizzato è che Witaferin A induca la frammentazione o depolimerizzazione della vimentina oltre a fosforilare la serina 56 sulla vimentina a concentrazioni molto basse osservando questa capacità di fosforilazione, in vivo, su ratti con cancro al seno.La diminuzione vimentina può verificarsi a concentrazioni nanomolariWitaferina A sembra legarsi direttamente alla Vimentina e indurne la degradazione. La riduzione della vimentina è ritenuta uno dei principali meccanismi di azione di witaferin A in relazione alla sottesa inibizione del proteosoma correlato con molti meccanismi anti-cancro poichè ostacola metastasi e angiogenesi.Withaferin A sembra coinvolgere tutte le quattro proteine dei filamenti intermedi (KIFS, FP, NIF, e VIF), apparentemente ostacolando la formazione di microtubuli e di microfilamenti nel citoscheletro della cellula tumorale.
Razionali di attività su bioaccumulo di minerali [90,91,92,93,94,95,96]
Ashwagandha ha dimostrato di ridurre la bioaccumulazione di cadmio nel corpo quando somministrato alla dose di 0,1% della dieta nei polli alla cui dieta era stato aggiunto cadmio al dosaggio di 100ppm per 28 giorni. Ashwagandha ha dimostrato la capacità, per via orale, di ridurre la bioaccumulazione di cadmio dell’81% ( fegato) e del 55% (reni) in due settimane con effetti paragonabili a quelli di ocimum sanctum (Tulsi) . Ashwagandha ha dimostrato inoltre capacità di protezione contro nitrato di piombo. Ashwagandha sembra essere in grado di ridurre il bioaccumulo minerali nel corpo , quando somministrato per via orale, e la sua potenza (tra gli adattogeni) sembra essere paragonabile a quella di Ocimum sanctum e maggiore rispetto ad altri.
Farmacologia [89]
Nel ratto 10 mg / kg di witaferina , somministrati per via orale, raggiungono una Cmax di 8,41 +/, 1.4μg / mL in 3 ore con un’emivita di 7,1 +/, 1,2 ore e un’AUC complessiva di 55.01 ± 8.4 mg / h / ml. Un estratto acquoso di ashwagandha (0,046% witaferina A e 0,048% withanolide A) somministrato per via orale nel ratto ( 1.000 mg / kg) ha determinato valori Cmax rapidi di 16.69 +/, 4.02ng / mL per witaferina A e di 26.59 +/, 4.47ng / mL per withanolide A a Tmax di 20 e 10 minuti. I Rispettivi tempi di dimezzamento sono stati di 60 e 45 minuti, con valori AUC di 1673,10 +/, 54.53ng / h / ml e 2516,41 +/, 212.10ng / h / ml. Il volume di distribuzione di witaferina A è di 0.043L e il Tempo Medio di Residenza (MRT) è di 6.52 ore.
PRINCIPALI RAZIONALI D’EFFICIENZA
Razionali relativi a conservazione della salute e longevità [76,77,97,98,99,281,282]
Withanone è in grado di regolare negativamente p21WAF1 (p21 / WAF1 conosciuto anche come inibitore delle chinasi ciclina,dipendenti 1 [CKI1] o CDK,interacting protein 1 che è una proteina codificata nell’uomo dal gene CDKN1A situato sul cromosoma 6).La funzione svolta da p21 è fondamentale anche per prevenire la trasformazione di una cellula che ha subito un danno genetico in cellula tumorale. Il Withanone sembra down regolare p21WAF1 nelle cellule normali e nelle cellule tumorali, e questo sembra ritardare il tasso di invecchiamento cellulare già a concentrazioni ragionevolmente basse.Alcuni studi scientifici hanno dimostrano effetti , di biocomponenti Ashwagandha , a supporto del benessere di pelle e capelli. Sulla pelle i fenomeni di pigmentazione indotta dall’ endotelina,1, in melanociti isolati, è inibito da Ashwagandha (10 pg / mL) . In un altro studio è stato osservato che ashwagandha esercita effetti inibitori sulla fosforilazione ERK nei melanociti, con conseguente melanogenesi. Ashwagandha può possedere proprietà di depigmentazione nelle cellule della pelle, e sia il Withanone sia la witaferina,A hanno mostrato proprietà inibitorie dirette su una delle proteine di segnalazione della pigmentazione a cascata (PKC). Esiste uno studio nel quale in un gruppo di uomini anziani in India (50,59 anni), 3g d Ashwagandha al giorno per un anno, ha determinato una maggiore quantità di contenuti di melanina nei capelli preservandone il colore ( Applicazioni cliniche di erbe ayurvediche e cinesi., Kuppurajan, K, et al; 1980, non disponibile on-line ).
Razionali neurologici [100]
In uno studio nel ratto è stato indotto un incremento dell’ inibizione nel cervello delle MAO,A (109,1%) e delle MAO,B (70,6%) con pentilentetrazolo e si è osservato che i glycowithanolidi di un estratto di Ashwagandha (1,13% dalla radice) al dosaggio di 20,50mg / kg, erano in grado di prevenire l’ attività inibitoria delle MAO farmacologicamente indotta, confrontando gli effetti del l’estratto con il lorazepam come farmaco di riferimento (500μg / kg) e suggerendo che i withanolidi modulino il segnale GABA,ergico .
Razionali di attività sulla neurotrasmissione serotoninergica [122,123,124,125,126,127]
Nel ratto normale la somministrazione orale di un estratto di radice di Ashawagandha (100 mg / kg) per otto settimane, ha modulato, riducendolo, il segnale serotoninergico 5,HT1A in risposta a sostanze ad attività agonista mentre ha incrementato la sensibilità di segnale 5,HT2. In uno studio nel ratto stressato, un estratto di Ashwagandha ha incrementato i livelli di serotonina plasmatica oltre ad evidenziare effetti antidepressivi, tuttavia in questo studio Ashwagandha è stata somministrata anche con altre erbe (Clitoria ternatea, Bacopa monnieri, e Asparagus racemosus). In un ulteriore studio su ratti depressi, si è osservato che l’estratto di radice di Ashwagandha da solo, era efficace nel prevenire perdite serotonina, probabilmente in relazione a riduzione di corticosterone. In letteratura scientifica si ritrovano prove che suggeriscono che Ashwagandha sia in grado di aumentare il segnale 5,HT2 e di ridurre il segnale 5,HT1A , modulando globalmente, in tal modo, il segnale della serotonina. I recettori 5,HT2 sembrano essere coinvolti nella soppressione dell’ attività nNOS nei neuroni (nNOS è correlato ai recettori NMDA glutaminergici ed è coinvolto con NMDA nei fenomeni di tossicità eccitatoria per cui l’inibizione di 5,HT2 aumenta l’attività nNOS ). Si è osservato che Ashwagandha migliora i segnali di questo sottoinsieme recettoriale e riduce l’attività nNOS correlata a seguito di stress. È possibile che questa effetti di miglioramento di segnale nel sottogruppo 5,HT2 sottenda alcuni degli effetti neuroprotettivi di Ashwagandha.
Razionali di attività sulla neurotrasmissione adrenergica [120,121]
Ashwagandha dimostra alcuni effetti antidepressivi che vengono inibiti da pretrattamento con prazosina (general α,adrenergici) . Ashwagandha, a dosaggio antidepressivo, utilizzato come pretrattamento, negli studi ha dimostrato di contrastare i sintomi depressivi indotti da clonidina (α2 adrenergico e imidazolino agonista) e reserpina (depletore delle catecolamine) , ma non quelli dell’ aloperidolo (dopamina antagonista). Questi effetti antidepressivi sono simili a quelli osservati per yohimbina (che è un bloccante del recettore alfa2,adrenergico) e dipendono dal contrasto diretto degli effetti depressivi della clonidina . Ashwagandha e yohimbina possono potenziare gli effetti dei farmaci SSRI. Gli effetti antidepressivi di Ashawagandha sembrano dipendere direttamente da una capacità di modulazione adrenergica similmente a quelli osservati per la yohimbina (un alcaloide con effetti stimolanti sul sistema nervoso centrale contenuto Pausinystalia yohimbe e dalle foglie della Rauwolfia serpentina nota anche come radice di serpente indiana) .
Razionali di attività sulla neurotrasmissione dopaminergica [119]
In uno studio nel ratto gli effetti della somministrazione di Oxydopamina, una tossina neurotossica, sono stati antagonizzati da un dosaggio di 100,300 mg/kg di estratto di radice di Ashwagandha somministrato per via orale. Nello studio, dopo 3 settimane, si è osservata una parziale conservazione di neuroamine (25,60 %). Sempre nello stesso studio si è osservato che l’estratto di Ashwagandha è stato in grado di contrastare gli effetti di incremento di legame con il recettore D2 dello spiperone indotti da 6,OHDA , senza modificare l’affinità di legame per questi recettori.
Razionali di attività sulla neurogenesi [136,137,138,139,140,141,142,143,144,326]
Secondo letteratura scientifica gli effetti neuroprotettivi di Ashwagandha sono conseguenti alla sua capacità di indurre neurogenesi, suggerendone un ruolo riabilitativo nel declino cognitivo. Nel fitocomplesso di Ashwagandha alcune molecole isolate, come il withanolide A, a concentrazioni basse di 1 um , il Withaonside IV e VI, l’aglicone del Withanoside IV noto come Sominone, hanno dimostrato capacità di incrementare la neurogenesi e la lunghezza assonale dei neuroni nella malattia di Alzheimer . Un estratto di foglie di Ashawagandha (800ng / ml) ed il withanone (5 ug / mL) , ma non la witaferina A (200 ng / mL), in colture di cellule gliali hanno dimostrato capacità di promuovere la differenziazione astrociti. A livello cellulare, i componenti di Ashwagandha possono indurre neurogenesi e impedire la produzione di neurotossine (Aβ25,35) che sopprimono la neurogenesi. Questi effetti si osservano a concentrazioni piuttosto basse attraverso la somministrazione per via orale. Il Sominone sembra essere in grado di indurre estensione dell’assone (con efficacia massima a 100 nM ) e l’estensione dei dendriti (con efficacia massima a 1 um) probabilmente per una fosforilazione diretta del recettore RET (al 124,3% del controllo con 1 um sominone), migliorando il fattore neurotrofico GDNF correlato. Rispetto al BDNF (fattore di crescita neurologico), gli estratti di foglie Ashwagandha ( 200mg / kg) sembrano modulare positivamente, nel cervello maturo del ratto , il BDNF fino al 130% dei livelli di controllo, nel corso di una settimana.Se si esaminano i meccanismi di neurogenesi derivanti da ashwagandha, il sominone sembrerebbe essere un agonista diretto per il recettore RET, mentre altri componenti di Ashwagandha sembrano stimolare la produzione di BDNF. In un modello di amnesia indotta da scopolamina nel ratto, la somministrazione orale di Ashwagandha (100,300mg / kg) prima dell’induzione di amnesia con scopolamina, ha dimezzato le riduzioni di BDNF e GFAP indotte da scopolamina al dosaggio più basso e li ha completamente invertite al dosaggio di 200,300 mg / kg .L’assunzione orale di 200 mg / kg di foglie di Ashwagandha ha dimostrato di ostacolare ed invertire la riduzione di BDNF indotta scopolamina.
Razionali di attività di neuroprotezione [16,124,128,129,130,131,132,133,134,135]
Si è osservato che i Withanolidi e i sitoindosidi VII,X sono in grado di migliorare la glutatione perossidasi, la superossido dismutasi e le catalasi nella corteccia frontale e nello striato del ratto, attraverso somministrazione orale di un dosaggio di 10,20 mg / kg, con una potenza simile a 2mg / kg di deprenyl. Gli effetti neuroprotettivi di Ashwagandha, per somministrazione orale, sembrano derivare dall’induzione della produzione di enzimi antiossidanti nel cervello. A seguito della commutazione del segnale serotoninergico da 5,HT1A a 5,HT2 si verifica una catena di eventi che modulano anche la soppressione nNOS con riduzione di produzione di ossido nitrico e un aumento di corticosterone con successiva perdita di memoria . Sembra che Ashwagandha contrasti questi fenomeni incrementando la produzione di ossido nitrico. In relazione al miglioramento del segnale serotoninergico , attraverso i recettori 5,HT2, Ashwagandha impedisce un eccessivo aumento di nNOS e ossido nitrico, ed ostacola la produzione di eccessivi livelli di corticosterone esercitando un effetto neuroprotettivo ed adattogeno. In un modello di tossicità indotta con reserpina, che provoca discinesia tardiva nel ratto, Ashwagandha ha dimostrato effetti dose,dipendenti nel ridurre i sintomi orofacciali della discinesia tardiva. Questi effetti sui sintomi si sono osservati in caso di discinesia tardiva indotta anche da aloperidolo ed in entrambi i casi si è ipotizzato che il miglioramento dei sintomi secondari dipenda dalla capacità di Ashwagandha di aumentare l’espressione di enzimi antiossidanti. Con Ashwagandha è possibile ottenere protezione dei neuroni dopaminergici nello svezzamento da morfina, riducendo l’associata tendenza neuronale dopaminergica all’atrofia localizzata. La capacità di Ashwagandha di indurre produzione di enzimi antiossidanti sembrerebbe essere secondaria all’induzione di produzione di eme,ossigenasi 1, derivando da attività sulla KEAP,1 ed induzione di attivazione Nrf2. Uno studio pubblicato da PLoS One ha dimostrato che Ashwagandha (specificamente, il withanone isolato) era in grado di inibire la prematura senescenza delle cellule ( indotta da fenomeni ossidativi), tramite induzione di Nrf2, mantenendo i livelli degli enzimi antiossidanti piuttosto stabili rispetto ai livelli di controllo (10uM) . Questa induzione di produzione di enzimi antiossidanti è stata superiore a quella registrata per gli isoflavoni della soia. In relazione ai meccanismi relativi agli enzimi antiossidanti sembra che Ashwagandha possa mediare meccanismi di protezione nei confronti di diverse malattie cognitive associate allo stress ossidativo. Questo effetto deriverebbe dalla capacità di Ashwagandha di indurre produzione di Nrf2, con effetti molto simili a quelli di molti altri composti polifenolici.
Razionali di attività sulla neurotrasmissione colinergica [101,102,103,104,105]
In vitro il withanolide A sembra inibire direttamente l’enzima aceticolinesterasi ad IC50 di 84,0 +/, 1.5μM, mentre in un altro studio una associazione di withanolide A e sitoindosidi, somministrata per via iniettiva al dosaggio di 40mg / kg, ha dimostrato di influenzare l’aceticolinesterasi, inducendo un lieve aumento di attività nelle regioni del setto e del globo pallido laterali del cervello, ed ha determinato una diminuzione dell’attività nei nuclei proencefalici correlata con inibizione dell’aceticolinesterasi. Sempre nello stesso studio si è osservato un miglioramento di legame del recettore muscarinico M1 in alcune regioni cerebrali (setto laterale e mediale) ed un miglioramento di legame del recettore M2 in altre regioni del cervello (cingolo, piriforme, parietali e cortecce retrospleniale), mentre nella corteccia frontale i miglioramenti si notavano su entrambi i recettori. Un estratto acquoso di radice di Ashwagandha , somministrato per via orale al dosaggio di 100 mg / kg, ha indotto nel ratto una lieve riduzione dell’attività dell’acetilcolinesterasi di circa il 10 % , rispetto ai controlli . Il Withanolide A possiede capacità di inibizione diretta della funzione dell’ acetilcolinesterasi, tuttavia questo avviene a concentrazioni molto elevate che non sono utilizzabili nella supplementazione orale , tuttavia l’estratto acquoso di radice, somministrato per via orale, ha dimostrato, nel ratto, una debole attività inibitoria delle funzioni dell’aceti colinesterasi. Un estratto acquoso di radice di Ashwagandha, al dosaggio di 100mg / kg , somministrato oralmente insieme a Propoxur (un pesticida che contiene una tossina ossidativa neurologica) per oltre un mese, nel ratto è stato in grado di attenuare in modo significativo i disturbi alla memoria. Ashwagandha dimostra una capacità di modulazione positiva del segnale colinergico a livello dei recettori specifici , anche se non ancora sfruttabile attraverso la somministrazione orale.
Razionali di attività sulla neurotrasmissione GABA,ergica [113,114,115,116,117,118]
I recettori GABA A sono la sottoclasse di recettori GABA che recettori che rispondono al legame del Acido γ,amminobutirrico (GABA), uno dei più importanti neurotrasmettitori inibitori nel sistema nervoso centrale dei vertebrati. Ashwagandha, in forma di estratto etanolico di radice , somministrato per via orale al dosaggio di 100,200 mg / kg, nel ratto , sembra essere coinvolto nel segnale mediato dal recettore GABA A , dimostrando effetti benefici sul sonno in modo simile al diazepam .Questo miglioramento di segnale GABA-A mediato è simile a quella osservato con Scutellaria baicalensis, e sembra essere alla base degli effetti ansiolitici di Ashwagandha.
Razionali di attività sulla neurotrasmissione glutaminergica [103,106,107,108,109,110,111,112]
Una concentrazione relativamente bassa di un estratto etanolico di Ashwagandha (400ng / ml) è stata in grado di indurre depolarizzazione neuronale migliorando il segnale del recettore NMDA. La somministrazione sistemica dei componenti bioattivi (witaferin A ed una serie di sitoindosidi) di Ashwagandha non sembra modificare l’attività dei recettori del glutammato NMDA o AMPA , tuttavia in uno studio in ratti epilettici sia Ashwagandha polvere (100 mg / kg) sia il withanolide A isolato (100 um / kg ) hanno ridotto la crescita anormale di glutammato con potenza simile alla carbamazepina; inoltre entrambi sono stati in grado di normalizzare parzialmente le variazioni avverse AMPA correlate. Questo effetto protettivo ha coinvolto anche i recettori NMDA. L’estratto etanolico di Ashwagandha sembra potenziare il segnale NMDA correlato tramite interazione con il sito di legame della glicina, e mentre non risulta modificare intrinsecamente i recettori glutaminergici, rivela un effetto conservativo secondario, utile a generale neuroprotezione. Nel glioma e in modelli cellulari neuronali, un estratto acquoso di Ashwagandha ha dimostrato effetti protettivi sulla morfologia cellulare ed in relazione ai biomarker di morte cellulare, spiegabili con un possibile aumento delle concentrazioni di glutatione ed il contrasto dei fenomeni ossidativi sui recettori NMDA. Ashwagandha evidenzia proprietà neuroprotettive contro la neurotossicità indotta da glutammato, anche se questi effetti devono ulteriormente essere chiariti.
Razionali di attività sulla ossigenazione e nello stroke [147,326]
In uno studio nel ratto il pretrattamento con estratto idroalcolico di Ashwagandha (1.000 mg / kg per via orale) per 15,30 giorni prima di una occlusione dell’arteria cerebrale indotta con MCAO (Middle Cerebral Artery Occlusion Model) , è stato in grado di preservare tempo,dipendente la funzione motoria dopo lo stroke (valutata mediante test specifici), con significatività statistica a 30 giorni, con un miglioramento della funzione fisica e modulando positivamente la perossidazione lipidica, e meno segni di danni neurologici.
Razionali di attività su memoria, apprendimento ed effetti procognitivi [105,138,162,163,164,165,317,321]
In uno studio si sono valutati gli effetti anti,amnesia di un estratto acquoso di radice di Ashwagandha (100 mg / kg) per un mese per via orale , somministrandolo ad un gruppo di soggetti sani. Nello studio l’estratto in questione ha supportato le performances di memoria ma non ne ha incrementato la formazione. Nei ratti trattati con scopolamina per indurre amnesia, un estratto etanolico al 50% etanolo da foglie (alta concentrazione di withanone e witaferina A ) ha attenuato l’amnesia indotta, con una diminuzione dell’ Arc (proteina del citoscheletro ) nell’ippocampo e nella corteccia frontale. Gli effetti amnesiaci delle proteine beta,amiloidi sembrano essere efficacemente contrastati da 10umol / kg di withanolide A somministrato per via orale per 13 giorni. L ‘estratto di radice testato ha dimostrato di ridurre gli effetti amnesiaci da ipossia, contrastando la produzione eccessiva di ossido nitrico. Ashwagandha sembra avere effetti anti-amnesiaci nei confronti degli effetti di tossine neurologiche associate alla malattia di Alzheimer. Questi effetti sembrano dovuti al withanolide A e al withanone oltre cha ad altri lattoni steroidei.
Razionali di attività su stress e ansia [6,124,148,149,150,151,152,153,154,155,156,157,159,160,318]
Ashwagandha è noto come sostanza adattogena, per la presenza nel fitocomplesso dei glicosidi dei withanolidi (es. Withanoside IV e witaferina a). Le sostanze adattogene aiutano a ridurre la percezione dello stress, e se in generale i loro meccanismi d’azione non sono sempre noti, nel caso di Ashwagandha si è dedotto che l’attività adattogena dipende anche dalla capacità di contrastare la NADPH diafosforasi indotta dallo stress e di modulare i meccanismi globali di regolazione dei livelli di serotonina, contrastando gli effetti di glutammato e corticosterone che aumentano in situazioni di stress. Ashwagandha è un potente antistress, e questo effetto sembra essere direttamente riferibile alla sua capacità di regolazione soppressiva dei livelli di corticosterone e alla soppressione dell’ eccitazione neuronale (nNOS e glutammato) in risposta allo stress. Sono stati poi osservati effetti secondari, rispetto all’effetto anti stress , di riduzione dell’ansia ricollegabili a meccanismi intrinseci serotoninergici e di regolazione del segnale GABA,ergico. Un estratto etanolico al 70% delle radici sembra fornire la frazione bioattiva principale, e a dosaggi di 12.5,100mg / kg , evidenzia, a tutti i dosaggi , una capacità di aumentate il tempo del test di nuoto forzato (35,03,93,68%) ed una capacità di ridurre lo stress, valutando la capacità di protezione sulla formazione di ulcere dello stomaco (protezione 12,58% nel test di nuoto forzato e nel test di stress indotto da immobilità). Si è inoltre osservata una riduzione significativa dei fenomeni di ossidazione sul fegato simile a quella indotta Panax ginseng (100 mg / kg) , in un modello di stress cronico utilizzando 25,50mg / kg di un estratto alcolico di Ashwagandha. Anche l’estratto acquoso della radice è efficace, ma a dosaggi dose di 360mg / kg. Gli estratti di Withania somnifera evidenziano anche un significativo effetto antifatica fisica (valutato con test specifici sulle capacità di mantenimento dell’ equilibrio dopo nuoto forzato) al dosaggio medio di 100 mg / kg , contrastando la fatica fisica da stress; mediamente dopo 30 minuti tutte le dosi comprese tra 25,100 mg / kg si sono rivelate pienamente efficaci. L’attività anti,stress di Ashwagandha sostiene il suo ruolo di adattogeno che è ampiamente correlato alla capacità di riduzione di cortisolo circolante , con miglioramento delle prestazioni fisiche in situazioni di stress psicologico. Un dosaggio di 20,50mg / kg di withanolidi glicosilati , somministrato per cinque giorni nel ratto, dimostra di aumentare l’interazione sociale senza alterare la locomozione. Il dosaggio standard di estratto di radice di Ashwagandha (100,500 / kg) sembra anche essere efficace in modelli di ratti sottoposti a isolamento sociale , mentre dosaggi sub efficaci potenziato gli effetti del diazepam. Nell’uomo un dosaggio di 300mg/die di Ashwagandha per due mesi , ha comportato miglioramenti nelle interazioni sociali valutati attraverso questionari specifici sulla auto percezione di salute generale, evidenziando una riduzione della “disfunzione sociale” del 68.1 % rispetto al placebo che la ha aumentata del 3.7 % . Nei pazienti oncologici l’utilizzo di Ashwagandha come coadiuvante (2.000 mg tre volte al giorno), ha comportato miglioramenti nelle interazioni sociali e nella percezione di benessere. Relativamente all’interazione sociale, correlata con i meccanismi della neurotrasmissione serotoninergica e a quelli dell’ansia, Ashwagandha sembra promuovere l’interazione sociale e attenuare gli effetti negativi che l’isolamento prolungato ha sulla funzione sociale.
Razionali di attività degli effetti ansiolotici e sul sonno [115,169,170,171]
Nel ratto Ashwagandha (100,200 mg / kg) dimostra potenza simile a 500mcg di diazepam nel ridurre la latenza del sonno e migliorarne la qualità, ipotizzando una implicazione di Ashwagandha con i recettori GABA,A. Un estratto di radice di Ashwagandha ha ridotto lo stress ossidativo relativo al sonno disturbato nei ratti , attraverso somministrazione orale di 100,200 mg / kg gamma per cinque giorni. Si è ipotizzato che Ashwagandha favorisca il sonno attraverso una modulazione di attività sui recettori GABA,A, e per questo motivo possa potenziare gli effetti degli agonisti del GABA,A. Nel ratto, studi non relativi alla qualità del sonno, dosaggi di 3.000 mg / kg di Ashwagandha (un dosaggio più alto del normale) sembra indurre sedazione , mentre dosi più basse promuovono la libido. Effetti simili sono stati notati con dosaggi di 100 mg / kg Ashwagandha in ratti con disturbo ossessivo compulsivo, nei quali si è osservata una riduzione dei sintomi , ma anche una riduzione delle funzioni motorie che indica sedazione. Dosaggi molto elevati di Ashwagandha, nel ratto, evidenziano sedazione come effetto collaterale del trattamento.Due studi sull’uomo includono un gruppo trattato con un composto ‘Ayurvedico ‘ costituito da poche erbe (10g totali , di cui 2.000 mg radice Ashwagandha e altri componenti principali come 1,000mg di Emblica officinalis, 250mg di Sida cordifolia e Terminalia arjuna). Il gruppo trattato è stato confrontato con gli effetti dello yoga, e la supplementazione a base di erbe ha mostrato un trend significativo nel migliorare il sonno, anche se non possono essere tratte conclusioni definitive a causa della presenza di più nutrienti. Uno studio sull’uomo sano ha utilizzato 750,1,250mg/kg di estratto acquoso di radice di Ashwagandha (6,10g radice equivalente) ed ha rivelato che 6 su 17 soggetti hanno segnalato di dormire meglio. Gli studi sull’uomo, dove Ashwagandha viene utilizzata tutti i giorni, anche se non per trattare esclusivamente lo stress, tendono a riportare un miglioramento della qualità del sonno.
Razionali di attività nei disturbi ossessivi e nelle dipendenze [168,172,173,312]
Un importante studio ha suggerito che Withania somnifera (Ashwagandha) può aiutare nel disturbo ossessivo,compulsivo. Sul presupposto che Ashwagandha è stato tradizionalmente usato per curare i ‘disturbi dell’umore’, in uno studio, che ha utilizzato il test Marble burying (un modello di ricerca istituito per lo studio dell’ OCD ), si è scoperto che 10,100mg / kg di estratto etanolico di Withania somnifera è stato in grado di ridurre i sintomi dell’OCD; i dosaggi più efficaci sono stati tra i 25 e 50 mg / kg , mentre 10 mg / kg era statisticamente inefficaci; dosaggi di 100 mg / kg erano associati ad effetti di sedazione . Ashwagandha si è dimostrato efficace come 10 mg / kg di fluoxetina a 5 mg / kg di peso corporeo e la combinazione delle due sostanze ha eliminato il comportamento OCD; invece l’associazione di Ashwagandha con ritanserina (un antagonista serotoninergico) ha annullato i benefici di entrambe le sostanze suggerendo che Ashwagandha eserciti benefici nell’ OCD con meccanismi serotoninergici.Ashwagandha può ridurre i comportamenti ossessivi, e sembra essere sinergico con i farmaci SSRI (testata con fluoxetina).Nel modello animale in cui è stata indotta una dipendenza da alcool con somministrazione continua, un estratto di radice di Ashwagandha (200,500mg / kg), al temine della somministrazione dell’alcool ha ridotto la suscettibilità alle convulsioni nei ratti in astinenza da alcol che è stata completamente abolita da 500 mg / kg di Ashwagandha che ha avuto effetti antidepressivi e ansiolitici con potenza simile a 1 mg / kg di diazepam.
Razionali di attività nella depressione [6,35,100,120,122,154,161]
Nel modello animale Ashwagandha ha ripetutamente dimostrato effetti anti,depressivi, al dosaggio di 20,50mg / withanolidi glicosilati / kg, somministrato per alcune settimane anche se con potenza non superiore rispetto al farmaco di riferimento imipramina (10mg / kg). In uno studio si è osservato che l ’aloperidolo non era in grado di bloccare gli effetti antidepressivi di Ashwagandha (escludendo quindi meccanismi dopaminergici) mentre la prazosina era in grado di bloccare gli effetti antidepressivi di Ashwagandha , suggerendo una modulazione di segnale adrenergico. In un altro studio 50,150 mg / kg di estratto di radice di Ashwagandha, somministrati per 14 giorni prima dei test, sono stati in grado di causare, nel ratto, effetti antidepressivi dose,dipendenti, con una potenza statisticamente paragonabile a 32,64mg / kg Imipramina , mentre dosaggi inferiori a 50 mg / kg di Ashwagandha, confrontati con imipramina (16mg / kg), sono stati efficaci, da soli, nel migliorare la sensazione di impotenza e le prove del test di nuoto forzato. In questo studio si è anche osservato che Bacopa monnieri sinergizzava con l’ imipramina, ma risultava essere, da sola , debolmente efficace ed in ultima analisi meno sinergica di Ashwagandha; al contrario anche dosaggi sub efficaci di Ashwaganhda (50mg / kg) hanno dimostrato attività sinergica con il Diazepam nel ridurre la depressione e sinergia con l’ Imipramina ( conclusioni replicate anche in altri studi) e la fluoxetina, e in altri studi con la classe dei farmaci SSRI. Ashwagandha, da sola, sembra esercitare effetti antidepressivi con una potenza simile a quella dell’ Imipramina (pur richiedendo una dose leggermente superiore), e sembra essere altamente sinergica con altri antidepressivi quali la fluoxetina. Nelle persone coinvolte da stress cronico , 300mg di ashwagandha/die per due mesi , hanno ridotto del 77,79,2% i sintomi della depressione (valutati con GHQ,28 e DASS).
COINVOLGIMENTO DEL SISTEMA CARDIOVASCOLARE
Razionali di attività sull’assorbimento [174,175]
La combinazione di Radici di Ashwagandha con altre erbe (Glycyrrhiza glabra, Chlorophytum borivilianum, Asparagus racemosus e Sesamo indicum) incrementa l’escrezione del Colesterolo fecale (11,19%), degli steroli (12,23%), e degli li acidi biliari (18 , 34%). La sola radice di Ashwagandha, in ratti ipercolesterolemici ha incrementato l’escrezione del colesterolo fecale (14,21,17,68%),degli steroli neutri (12,4,18,85%) e degli acidi biliari (22, 43,28,52%). Effetti simili sono stati osservati in ratti non ipercolesterolemici ma in misura minore. Non è noto il significato pratico di questi effetti.
Razionali di attività sui trigliceridi [30,171,175,181,182]
In ratti trattati supplementando la dieta con 0,75,1,5% di radice di Ashwagandha, in quattro settimane si ha una riduzione dei trigliceridi sia nei ratti normali (18,1,34,2%) sia nei ratti ipercolesterolemici (31,2,44,8%). In ratti resi diabetici con l’Alloxan , Ashwagandha (100,200 mg / kg di un estratto etanolico all’80%) riduce l’aumento trigliceridi del 23,35% , con una potenza simile a 600μg / kg di glibenclamide utilizata come farmaco di riferimento (28%). I frutti (1000 mg / kg di estratto al 60% in acetato di etile) hanno dimostrato effetti paragonabile all’ atorvastatina, normalizzando completamente i trigliceridi in ratti resi diabetici con streptozotocina. L’assunzione orale di Ashwagandha evidenzia una lieve riduzione dei trigliceridi. In persone con sindrome metabolica, la supplementazione di 400 mg di estratto Ashwagandha, tre volte al giorno, per 30 giorni è stata in grado di ridurre i trigliceridi di circa il 12% rispetto al basale (il placebo non ha avuto alcun beneficio). In persone sane 750,1,250mg dell’estratto acquoso (6,10g radice equivalente) non sono riusciti a determinare cambiamenti nei trigliceridi. La riduzione dei trigliceridi, in soggetti con sindrome metabolica, sembra essere moderata , mentre non v’è alcuna effetto di Ashwagandha sui trigliceridi di persone sane.
Razionali di attività sul colesterolo [171,181]
In ratti diabetici, le alterazioni del colesterolo (totale, LDL,C e HDL,C), sembrano essere completamente normalizzate con la somministrazione orale di 1.000 mg / kg di estratto del frutto di Ashwagandha (60% acetato di etile) rispetto al gruppo di controllo con una potenza paragonabile alla atorvastatina. Sempre sul ratto Ashwagandha sembra migliorare il profilo delle lipoproteine con un lieve aumento di HDL,C e riduzioni più importanti in C,LDL e del colesterolo totale. La riduzione del colesterolo LDL effettivamente sembra dipendere da un meccanismo di azione specifico si verifica in ratti normali e in quelli con disturbi metabolici. In uno studio su uomini sani , 750,1,250mg dell’estratto acquoso di radice (6,10g radice equivalente) in dosaggi crescenti per più di 30 giorni, ha determinato alla fine dello studio una significativa riduzione dei livelli di LDL,C del 9,7% (175.9mg / dL fino a 159.6mg / dl); le variazioni di HDL,C e di colesterolo totale non erano statisticamente significative .La riduzione del colesterolo LDL è stata confermata anche in soggetti sani che non avevano elevato colesterolo LDL al basale.
Razionali di attività sulla glicemia [183,305]
Withania somnifera può influenzare significativamente la glicemia.
Razionali di attività sul diabete di tipo II [30,181,182,183,184]
Un dosaggio di 200,400 mg / kg di estratto acquoso di radice (3,9% withaolides) ha determinato la normalizzazione della glicemia (dal 76,89%,) in ratti resi diabetici con streptozotocina in cinque settimane, in correlazione anche a miglioramenti dei biomarker ossidativi e della struttura delle β,cellule pancreatiche. Dosaggi di Ashwagandha (100,200 mg / kg), per via orale nel ratto, hanno dimostrato di ridurre variazioni avverse al metabolismo del glucosio; il dosaggio più elevato di 200 mg / kg si è dimostrato efficace come 0,6 mg / kg di glibenclamide (farmaco anti,diabetico ) nella riduzione della glicemia e di HbA1c con un aumento dei livelli di glicogeno nel fegato e l’emoglobina epatica. Si è inoltre osservata una diminuzione dell’attività della glucosio,6,fosfatasi nel fegato dei ratti diabetici trattati che Ashwagandha ha determinato con una potenza simile alla glibenclamide. Un dosaggio 1000mg / kg di estratto del frutto (60% in acetato di etile) si è dimostrato attivo nella riduzione di glucosio nel sangue in ratti resi diabetici con streptozotocina, con una potenza comparabile ad 1 mg / kg glipizide, in quattro settimane, e la loro combinazione sembra essere sinergica nella riduzione della glicemia . Ashwagandha sembra essere in grado di ridurre la glicemia in modelli di ratti diabetici, quando somministrato alle dosi orali standard, con una potenza simile ai farmaci di riferimento, dimostrando effetto sinergico con la glipizide. Uno studio sui ratti ha concluso che la supplementazione della dieta con il 6,25% Ashwagandha potrebbe attenuare le variazioni avverse luteinizzanti e follicolo – stimolanti ormonali associate al diabete. Non sono stati osservati effetti sulla estrogeni e progesterone mentre i cambiamenti di testosterone non erano correlati allo stato diabetico . Può anche normalizzare altri parametri associati con la malattia diabetica , ipotizzando il meccanismo indiretto di riduzione del glucosio nel sangue. In soggetti con sindrome metabolica, la supplementazione di 400mg estratto di radice di ashwagandha, tre volte al giorno, per 30 giorni è stata in grado di ridurre la glicemia a digiuno di circa il 13%; nello studio non si sono fatte valutazioni rispetto a farmaci di riferimento ma Ashwagandha è stato superiore al placebo. In persone con sindrome metabolica, la supplementazione di 400 mg di estratto ashwagandha, tre volte al giorno, per 30 giorni sono stati in grado di ridurre i trigliceridi di circa il 12% rispetto al basale (placebo non ha avuto benefici). Ashwagandha sembra determinare una lieve riduzione del glucosio nel sangue quando somministrato in persone con sindrome metabolica (insulino,resistenza).
Razionali di attività sul tessuto cardiaco [176,177,178,179]
La supplementazione orale di Ashwagandha (25,100 mg / kg di un estratto idroalcolico) per un mese prima dell’esposizione a stimoli cardiotossici (come la tossicità indotta da isoproterenolo ) ha evidenziato che il dosaggio medio di 50 mg / kg è stato il più efficace e significativo nel conservare tutti gli enzimi antiossidanti (catalasi, SOD, glutatione perossidasi) con effetti maggiori di 100 mg / kg di vitamina E, normalizzando la perossidazione lipidica. Nell’esame istologico del tessuto cardiaco , Ashwagandha al dosaggio di 50mg / kg, risulta essere altamente protettivo dalla necrosi e questo stesso dosaggio ha altrove evidenziato la capacità di ridurre i tassi di apoptosi cellulare successivi ad ischemia e riperfusione, assieme ad un miglioramento del profilo antiossidante. Questo effetto protettivo è stato anche osservato anche nei confronti di cardiotossicità indotta da doxorubicina , rispetto alla quale un estratto ashwagandha, contenente 1,5% di withanolidi totali, somministrato alla dose di 300 mg / kg, nei ratti, per una settimana prima e dopo la somministrazione di doxorubicina, è stato in grado di impedire completamente l’aumento di cellule positive al Tunel assay (apoptosi). La supplementazione orale di Ashwagandha, a dosi relativamente basse di estratto idroalcolico (50mg / kg nei ratti corrispondenti a 8mg / kg negli esseri umani), sembra esercitare effetto cardioprotettivo contro una varietà di danni, con media attività contro l’ischemia e forte protezione contro gli effetti indotti da doxorubicina. La supplementazione orale di Ashwagandha, da sola, (500 mg di estratto di radice acquoso) ha determinato un miglioramento di velocità (2,9%), potenza (media dell’8,8% e relativa del 10%) e VO2 max (6,8%) in soggetti non atleti agonisti. La supplementazione orale di Ashwagandha in soggetti sani ha migliorato i parametri cardiorespiratori durante l’esercizio fisico, in particolare il VO2 max.
RAZIONALI D’ATTIVITA’ SULL’APPARATO MUSCOLOSCHELETRICO E PERFORMANCES FISICHE
Razionali di attività sulla forza esplosiva [171,186,314]
In uno studio condotto su persone sedentarie sane, si è notato che l’integrazione di un estratto acquoso di Ashwagandha a dosaggi di 750,1,250mg al giorno per più di 30 giorni, nonostante i soggetti non fossero sottoposti a programmi specifici di esercizio fisico ,ha comportato un aumento della produzione di forza fisica nella parte bassa della schiena (15,4%) e nei quadricipiti (21,5%); i risultati sono stati osservati dopo 30 giorni di trattamento. In un altro studio in soggetti sani non allenati, sottoposti ad un programma di allenamento di incremento di forza per 8 settimane, 300 mg di estratto di Ashwagandha (standardizzato al 5% withanolidi), in confronto con placebo, somministrati due volte al giorno, hanno determinato un miglioramento del parametro One,repetition maximum sulla panca di 20 kg (44 libbre) in più rispetto al gruppo placebo. Prove preliminari suggeriscono che Ashwagandha può aumentare la potenza esplosiva in soggetti sedentari quando iniziati ad allenamento di resistenza sia in quelli che non vengono sottoposti a specifici programmi di allenamento.
Razionali di attività sull’esercizio aerobico [187,308,310]
In ciclisti professionisti, 500 mg di estratto di radice acquoso, due volte al giorno per otto settimane, hanno aumentato in modo statisticamente significativo il VO2 max (12,5%) ed il tempo di fatica nel test VO2 (7,2% o 1.14m). Ashwagandha ha determinato un aumento del VO2 max in ciclisti professionisti a dosaggi standard.
Razionali di attività su massa magra [171]
Aswagandha, a dosaggi di 750,1,250mg al giorno, per un mese, in soggetti sedentari, ha determinato una tendenza ad incrementare la massa magra ed a ridurre la massa grassa, anche se non in modo statisticamente significativo.
RAZIONALI D’ATTIVITA’ SU OBESITA’ E MASSA GRASSA
Razionali di attività sull’adipogenesi [185]
Il Witaferin A sembra indurre apoptosi negli adipociti 3T3,L1 quando incubati con 1,25μM di witaferin A per 24 ore; la concentrazione praticamente rilevante (1 um) ha determinato la riduzione della vitalità dei preadipociti preconfluenti del 16.73% e la vitalità dei preadipociti postconfluenti del 22,5% mentre non ha avuto un’influenza significativa sugli adipociti maturi. Ashwagandha possiede il potenziale per indurre la morte cellulare per apoptosi nelle cellule adipose, ma le concentrazioni utili per la supplementazione orale sono troppo elevate per l’uso pratico.
Razionali di attività sul peso e grasso corporeo [143,186,313]
Atleti sani, sottoposti ad programma di allenamento di sviluppo forza per 8 settimane, hanno assunto nello stesso periodo anche 300 mg di un estratto di ashwagandha (standardizzato per 5% withanolidi), due volte al giorno, perdendo il 2% in più di grasso corporeo rispetto al gruppo placebo, come misurato con impedenza bioelettrica.
RAZIONALI D’ATTIVITA’ SU OSSA ED ARTICOLAZIONI
Razionali di attività sull’osteoartrite [193,194,195,196,320,325]
In vitro, un estratto acquoso di radice di Ashwagandha ha evidenziato proprietà antinfiammatorie su cartilagine prelevata da pazienti affetti da osteoartrosi cronica (50 pg / mL oltre otto giorni); questo effetto non è stato associato ad un meccanismo condroprotettivo intrinseco. Studi condotti per valutare l’efficacia di terapie naturali ayurvediche , in particolare, sembrano suggerire l’efficacia di Ashwagandha contro l’artrosi, inoltre si è testato il trattamento con una combinazione ayurvedica per l’osteoartrosi (Ashwagandha, Boswellia serrata, Zenzero e Curcuma), che è risultato superiore al placebo.
Razionali di attività sui reumatismi [191,192]
Nel ratto, in un modello di artrite gottosa acuta (reumatismi associati con la deposizione di cristalli di urato monosodico), dosaggi di 500,1,000mg / kg di estratto di radice di Ashwagandha sono stati in grado di ridurre l’infiammazione con potenza simile a 3 mg / kg di indometacina, con simile efficacia parziale anche analgesia. Evidenze, anche se limitate, suggeriscono, nel modello sperimentale, un effetto protettivo di Ashwagandha contro i reumatismi.
Razionali di attività sulla massa ossea [54,197,316]
Nei topi femmine ovarectomizzate , con conseguenti lesioni ossee, l’assunzione orale di 5,10mg / kg /die di witaferin,A , ha evidenziato che entrambi i dosaggi hanno incrementato, in modo dose dipendente, la rimineralizzazione ossea, mentre in ratti osteopenici 10mg / kg hanno determinato benefici sul la struttura ossea , con una conseguente maggiore richiesta di forza di compressione, necessaria per rompere le ossa. Un estratto etanolico al 50% di radici di Ashwagandha (65mg / kg) somministrato per via orale in un modello di ratto in menopausa, per 16 settimane, sottoposte anche ad una dieta povera di calcio, è stato in grado di ridurre l’escrezione urinaria di calcio e di fosforo ed ha aumentato la quantità di forza richiesta per fare scattare la tibia, suggerendo possibili effetti conservativi sul tessuto osso. Questi effetti si sono osservati a dosaggi orali praticamente utili.
Razionali di attività sugli osteoblasti [54,188,189,190]
Ashwagandha, attraverso l’attività inibitoria del witaferin,A dell’attività del proteosoma, sembra promuovere la proliferazione degli osteoblasti; il witaferin,A sembra capace di incrementare i tassi di mineralizzazione dell’osso più del bortezomib usato come riferimento, alle stesse concentrazioni . Il meccanismo ipotizzato è che l’inibizione del proteosoma dipenda dalla capacità di Ashwagandha di indurre l’espressione di risposta dei geni BMP2 (Bone morphogenetic protein 2) e di preservare le proteine Smad (small mother against decapentaplegic) ; le proteine Smad influenzano poi l’enzima Smurf 2 che incrementa l’espressione di Runx2 (Runt,related transcription factor 2) che determina l’incremento di mineralizzaione dell’osso. Sembra che l’inibizione del proteosoma, dipendente dai componenti bioattivi di Ashwagandha (witaferin,a), possa anche promuovere la differenziazione osteoblastica e la relativa crescita, che porterebbe a maggiore accumulo minerale osseo ; questi effetti sono stati osservati ad una concentrazione relativamente bassa con rilevanza per la supplementazione orale.
Razionali di attività sugli osteoclasti [54]
Sugli osteoclasti, una concentrazione 10nM di witaferin,A, ha ridotto gli osteoclasti TRAP dipendenti (Tartrate,resistant acid phosphatase) del 30,40% dopo nove giorni di incubazione, in un modo simile al bortezomib, probabilmente per inibizione del proteosoma. La riduzione nella differenziazione degli osteoclasti indica anche che witaferin,a stato ulteriormente in grado di ostacolare la produzione di TNF,α e di aumentare l’attività di NF,kB in vitro; si è notato inoltre che le concentrazioni sieriche di TNF,α nel ratto ovarectomizzato, trattato con 10 mg / kg witaferin,A per via orale, erano ridotte come dal bortezomib. La stessa inibizione del proteosoma che determina la differenziazione degli osteoblasti può anche sopprimere la differenziazione degli osteoclasti , correlandosi con l’aumento della massa ossea.
INFIAMMAZIONE ED IMMUNOLOGIA
Razionali di attività Immunomodulatori [198,199,200,201,319]
Su splenociti in incubazione , Ashwagandha si è dimostrato in grado di incrementare la proliferazione cellulare LPS,indotta e la risposta dei linfociti si è dimostrata incrementata dal withanolide A isolato . Il withanolide A in Ashwagandha sembra stimolare la proliferazione delle cellule della milza. Tradizionalmente Ashwagandha è conosciuto per avere potenziali anti,infiammatori così come dimostrato in un modello di artrite indotta nel ratti nel quale 1.000 mg / kg di estratto al giorno, per una settimana, hanno ridotto la sintomatologia artritica. La proliferazione dei linfociti esercitata da Ashawagandha può verificarsi in situazioni normali, ed anche in casi di elevato livello di infiammazione.
Razionali di attività sull’Immunosoppressione [33,199,202,203,204,205,206,207]
La soppressione indotta da desametasone dell’attività delle cellule Th1 viene contrastata in vitro da 0.1,10ng / mL di withanolide nel modello di coincubazione con un mitogeno (PHA), mentre la soppressione di IL,4 che si osserva con withanolide A da solo , non si osserva nel modello di coincubazione . In ratti, con elevate concentrazioni nel siero di corticosteroidi, l’estratto acquoso della radice di ashawagandha , a 25,200mg / kg, è stato in grado di contrastare significativamente la riduzione della conta delle cellule T associandosi ad una riduzione del cortisolo circolante . Il withanolide A isolato è stato in grado di ridurre le concentrazioni di corticosterone, a dosaggi di 0.25,1mg / kg per via orale, in ratti stressati associandosi con la conservazione della funzione delle T,cellule. Il Witaferina A dimostra di essere in grado di sopprimere la secrezione di IL,10 da parte di cellule mieloidi e di ridurre la formazione di ROS, correlandosi con un meccanismo STAT3,dipendente (Signal transducer and activator of transcription 3); in relazione agli effetti soppressivi sul MDSCs, witaferina A ha conservato positivamente l’equilibrio di CD4 + e CD8 + T,cellule e ridotto peso del tumore nei topi. La secrezione di IL,10 da MDSCs (myeloid,derived suppressor cells) che è STAT3 ,dipendente è mediata dall’assunzione orale di 100,400mg / kg di estratto etanolico al 50 % , che ha dimostrato di sopprimere l’attività in vivo di STAT3 in nove giorni. Witaferina A e il withanolide A sembrano ridurre la soppressione, indotta da corticosteroidi, dell’attività delle cellule Th1. Questo effetto è in parte dovuto alle capacità antistress di Ashwagandha (riducendo il cortisolo) ma può anche essere correlato alla inibizione STAT3 riducendo la soppressione delle cellule T non cortisolo dipendenti. L’espressione di CD4 + e CD8 + recettori su cellule T, dopo immunosoppressione indotta con ciclosporina (immunosoppressore) viene preservata in maniera inferiore da Ashwagandha , ma questo effetto può essere comunque associato alla capacità di Ashwagandha ( per assunzione orale di 100,200 mg / kg di estratto metanolico al 50% , per 14 giorni) di incrementare intrinsecamente i livelli di questi recettori. La neutropenia (riduzione della conta dei neutrofili) indotta con paclitaxel (Taxolo) sembra essere significativamente ridotta dall’ingestione orale di 200 mg / kg di estratto di Ashwagandha al giorno, per quattro giorni prima dell’iniezione paclitaxel e per gli altri otto giorni successivi, osservando una totale soppressione della riduzione neutrofili , con un aumento della conta dei neutrofili rispetto al controllo, nel gruppo Ashwagandha, nonostante le iniezioni di paclitaxel, con effetti paragonabili a iniezioni di 25μg / kg di Colony Stimulating Factor (GM,CSF) dei granulociti,monociti . Ashwagandha dimostra azioni a supporto del sistema immunitario nei confronti degli effetti immunosoppressori della ciclosporina o del paclitaxel, e gli effetti di contrasto della neutropenia sembrano essere molto efficaci.
Razionali di attività su Interferoni e immunoglobuline [33,229]
Nel modello sperimentale, 30 mg / kg di un estratto etanolico al 50% di Ashwagandha somministrati per 15 giorni, dopo la somministrazione dell’antigene specifico SRBC il nono giorno (SRBC), hanno determinato un titolo anticorpale di immunoglobuline M (IgM) del 128%, mentre il profilo globale dell’immunoglobulina G (IgG) ha evidenziato un miglioramento correlato con un forte aumento, di circa quattro volte, di IgG2a. Ashwagandha dimostra la capacità di incrementare le IgM e IFNy associato anche con la stimolazione delle cellule T .
Razionali di attività sui macrofagi [33,208,209]
Nel modello sperimentale nel ratto sottoposto a stress da freddo, Ashwagandha al dosaggio di 512.5mcg/die (20.5,25.625mg / kg), è stato in grado di incrementare la fagocitosi da parte dei macrofagi rispetto al controllo ed è stato superato solo dai beta,glucani da Maitake (a 30.75μg;. 1.25,1.5mg / kg). L’assunzione orale di Ashwagandha, a dosi relativamente basse, sembra contrastare significativamente la riduzione dell’attività dei macrofagi in situazioni di stress. L’ aumento dell’attività di fagocitosi, fino al 142 %, è stato osservato in vivo anche in altri studi, somministrando l’estratto metanolico al 70% di ashwagandha a 20mg / kg, tramite iniezioni intraperitoneali. Un estratto etanolico al 50 % di Ashwagandha (30 mg / kg a topi per 15 giorni) ha determinato un aumento della produzione delle IL,12 e del TNF,α ma non della IL,10, in un modello di riduzione dell’attività dei macrofagi desametasone indotta . Ashwagandha può stimolare l’attività dei macrofagi (produzione nitriti) quando inibita da corticosteroidi esogeni, ma anche in situazioni di normalità.
Razionali di attività sulle Cellule Natural Killer [198,205,210,211,212]
Ashwagandha da solo o associato ad altre piante medicinali come il Guduchi, Il Tulsi e l’Amla è in grado di stimolare le cellule NK in ratti portatori di tumori.Ciò si verifica in topi portatori di tumore anche con la sola somministrazione orale di 100,400mg / kg di un estratto etanolico al 50 % di radice di Ashwagandha con un aumento della popolazione di cellule NK del 20,40% in nove giorni.Nel modello sperimentale , Ashwagandha si è dimostrato in grado di in grado di aumentare l’attività delle cellule NK e la loro popolazione sia in animali sani sia in quelli portatori di tumori.Nell’uomo , un infuso medicinale contenente Ashwagandha (0,5%), con altre erbe medicinali (per un totale del 4,0%), somministrato a pazienti adulti che dimostravano una bassa attività delle cellule NK, al dosaggio di 2.06 g per due mesi, ha aumentato l’attività delle cellule NK del 60% in più rispetto all’infuso placebo; questo effetto è stato confermato anche in uno studio più ampio in cui , in due mesi, si è osservato l’aumento dell’attività delle cellule NK che è cessato, in tutti i soggetti della sperimentazione, alla cessazione della somministrazione dell’infuso. In un altro studio, un’ estratto di radice di Ashwagandha (3: 1 estratto etanolico), somministrato due volte al giorno, per quattro giorni insieme a latte intero, ha determinato un aumento delle cellule NK (CD56) e della relativa attività recettoriale anche se con differenze interindividuali. Gli studi sulla matrice umana, al momento, non sono omogenei per tipologia di somministrazione e dosaggi e spesso confusione di estratti di solo Ashwagandha con miscele con altre piante medicinali, tuttavia l’attivazione delle cellule NK osservata nel modello sperimentale sembra valere anche sull’uomo.
Razionali di attività sui Linfociti B [ 33,206,209]
Un estratto etanolico al 50% di Ashwagandha, somministrato oralmente nel ratto per 15 giorni (somministrando l’antigene specifico SRBC al giorno 9), a dosaggi di 30 mg/kg , è stato in grado di promuovere la proliferazione di cellule B più di un dosaggio di 10 mg / kg e più del dosaggio maggiore di 100 mg / kg dello stesso estratto , accompagnandosi ad un aumento delle cellule CD19 +. In un modello sperimentale in cui i ratti sono stai esposti all’antigene specifico SRBC, sia in uno stato di normalità sia in uno stato di immunosoppressione indotta con ciclofosfamide, la somministrazione orale di 100,200 mg / kg di estratto metanolico di radice al 50%, sembra aumentare il titolo anticorpale complessivo del 11,16% in condizioni normali e del 14, 30% in condizioni di immunosoppressione, tuttavia con potenza inferiore rispetto al levamisolo utilizzato come farmaco di riferimento di (2,5 mg / kg). Analogamente un aumento del titolo anticorpale è stato osservato in ratti trattati con 20mg / kg di estratto metanolico al 70 % attraverso iniezioni intraperitoneali, tuttavia si è ipotizzato che questo effetto sia stato dovuto al proliferare di cellule che producono anticorpi nella milza. Malgrado per Ashwagandha sia riportato un effetto stimolante indiretto sulla cellule B, l’ argomento non è stato particolarmente approfondito nella ricerca ai fini della sua integrazione orale .
Razionali di attività sui Linfociti T [33,202,205,206]
Un estratto etanolico al 50% di Ashwagandha, somministrato oralmente a ratti, per 15 giorni (con somministrazione di antigene specifico SRBC al giorno 9), ha determinato, a dosaggi medi di 30 mg / kg , la promozione della proliferazione delle cellule T ,dei CD3 + e del rapporto CD4 + / CD8 + ; si è ipotizzato che questo effetto sia dovuto al withanolide A che è in grado di sopprimere l’ IL,4 e che è in grado di aumentare l’ IFNy e l’IL,1. Questi effetti sono stati osservati in ratti portatori di tumori dove il dosaggio orale di maggior potenza dell’estratto etanolico al 50 % è stato di 200 mg / kg.In un altro studio , 25,200mg / kg di un estratto metanolico al 50 % di Ashwagandha, sono stati in grado di aumentare la secrezione cellulare di IFN,gamma (interferone gamma) con minor potenza di 400mg / kg dello stesso estratto, e la potenza dell’estratto di Ashwagandha ha superato quella di 2,5 mg / kg Levamisolo usato come riferimento; l’effetto stimolante su iL,2 a 100,200 mg / kg dell’estratto di Ashwagandha era paragonabile a quello del Levamisolo, ed in entrambi i casi si è osservato un aumento dei recettori CD4 + e CD8 + correlati; questi effetti sono stati anche osservati, con potenza simile, con la sperimentazione di un estratto base acquoso di radice a 100,200 mg / kg ed in vitro, questi effetti, sono risultati massimi con dosaggi di 100,1,000ng / ml di estratto etanolico al 50%. Ashwagandha sembra avere un effetto stimolante dose,dipendente sulle cellule Th1, e sia in grado di aumentarne il numero di recettori e le citochine che secernono (IFNy e IL,2). Questi effetti si evidenziano dose,dipendenti fino a dosaggi di 200 mg / kg (equivalenti nell’uomo a 32mg/kg) dell’estratto di radice, e sembrano riferibili anche alla somministrazione orale di dosaggi standard di Ashwagandha. Sempre con l’estratto etanolico al 50 % è stata osservata una diminuzione costante, nel range del 15,30 %, dell’IL,4 così come avviene per dosaggi di 0.1,100ng / mL di withanolide A isolato. Viene inoltre osservato, per gli estratti di Ashwagandha , un lieve effetto soppressivo sulle cellule Th2 tuttavia senza alcuna influenza significativa sulla loro funzione, solitamente valutata attraverso la citochina IL,4.
Razionali di attività antibatterica [213,214,215]
Ashwagandha sembra essere moderatamente attivo nell’inibire Trichophyton mentagrophytes (valore MIC di 3.125mg / mL), Staphylococcus aureus (valore MIC di 6,25 mg / ml) e il suo ceppo resistente alla Meticillina noto come MRSA (valore MIC di 12.5mg / mL).Nella tubercolosi polmonare, si sono ottenute risposte positive somministrando 500 mg di Ashwagandha due volte al giorno per 28 giorni insieme ai farmaci anti,tubercolosi standard (rifampicina, pirazinamide, Ethambutol, isoniazide); nello studio si è notato un aumento significativo delle IgG e delle IgM nonché della conta totale dei globuli bianchi (monociti e eosinofili) senza influenzare neutrofili e linfociti, con una significativa riduzione della carica batterica rispetto al gruppo di controllo.
COINVOLGIMENTO DEL SISTEMA ORMONALE
Razionali di attività su corticosteroidi [6,153,158,199,202,217,224]
Nei ratto sottoposti a stress, si è osservato che l ‘assunzione orale di 100,200 mg / kg di estratto acquoso di radice di Ashwagandha, riduce totalmente l’aumento del cortisolo sierico derivante dallo stress ed una riduzione parziale del cortisolo serico si ottiene già a dosaggi di 50mg / kg .Dosaggi inferiori (25,50mg / kg) di withanolidi glicosilati (Withanoside IV) sembrano abolire completamente (100 %) l’aumento di corticosteroidi derivanti dallo stress con una potenza superiore a 100 mg / kg di Panax ginseng che porta ad una riduzione dei corticosteroidi del 57% . Effetti analoghi sono stati osservati anche per il withanolide A a dosaggi di 0.25,1mg / kg (1,2 mg / kg portano alla piena normalizzazione di corticosterone serico nei topi stressati, così efficacia massima a 1 mg / kg), pur non essendo un withanolide glicosilato. Ashwagandha sembra ridurre l’aumento, dei corticosteroidi nel siero, e alle dosi più elevate raccomandate per l’ integrazione nell’uomo, sembra controllare e normalizzare pienamente i livelli di cortisolo . In un caso clinico, una donna con iperplasia surrenalica non classica, è stata trattata con radice di Ashwagandha per sei mesi e si è osservata diminuzione terapeutica dei corticosteroidi (18,OH,hydroxycorticoserone del 31%, 17,OH,pregnenolone del 66%, corticosterone da 69 %, e 11,desossicortisolo del 55%) con una diminuzione degli effetti collaterali clinici, associati a livelli eccessivi corticosteroidi, come perdita di capelli. Altri studi sull’uomo hanno concluso che l’integrazione con Ashwagandha ha comportato una riduzione media del 14.5 % del cortisolo in soggetti che riferivano di essere cronicamente stressati assumendo dosaggi di 250,500mg di estratto , in due somministrazioni al giorno, per sessanta giorni, e, in altri studi, è stata riportata una riduzione del cortisolo fino al 27,9 % (integrazione di 300mg di un integratore, con almeno il 5% withanolidi totali, per sessanta giorni) così come riduzioni significative di cortisolo sono state osservate utilizzando 5 g di radice secca al giorno, per tre mesi, con maggiore effetto in coloro che riportavano di essere altamente stressati. Le riduzioni di cortisolo, ottenute con preparati da radice di Ashwagandha, ottenute nell’uomo sono riferite a dosaggi integrativi normali (300,500mg di estratti o 5.000 mg della radice stessa), e sono nell’intervallo del 15,50%, con maggiore effetto in chi riporta di ad essere molto stressato.
Razionali di attività su ormoni tiroidei [219,220,221,222,223]
In uno studio sperimentale sul ratto Ashwagandha ha dimostrato di aumentare i livelli di T4 circolante senza influenza sulla produzione di T3 ( 1,4 g di estratto di radice / kg al giorno, nei topi, per 20 giorni ). In un altro studio si è notato un incremento di entrambi gli ormoni T3 e T4, conducendo la sperimentazione su topi maschi e topi femmine e portando a conclusioni diverse: ad esempio nel gruppo di topi femmina in isolamento, si è osservato un aumento degli enzimi antiossidanti epatici (catalasi + 12%) ed una diminuzione della perossidazione lipidica (34%) oltre ad un aumentato del T4 di circa il 60% senza variazioni significative del T3 . Ashwagandha è stato anche valutato in combinazione con guggulsteroni ( da Commiphora Mukul) e con estratti da corteccia di Bauhinia Purpuirea ; la miscela è stata ben tollerata ed ha incrementato i livelli di T3 in maniera statisticamente significativa ma probabilmente per la presenza degli altri officinali. Per i motivi sopra menzionati Ashwagandha potrebbe avere beneficio come trattamento integrativo in alcuni casi. In uno studio nel ratto, la somministrazione di Metformina, ha contrastato con efficacia la malattia diabetica di tipo II indotta, tuttavia riducendo ulteriormente i livelli circolanti di T4; nello studio la somministrazione di Ashwagandha, a dosaggi di 1.4g / kg, ha contrastato questo evento avverso. Ashwagandha sembra avere la capacità di stimolare la produzione di T4 a livello della tiroide, ma questo effetto può essere diverso rispetto al genere maschile o femminile con, ad esempio, una maggiore risposta di produzione dei T3 nel genere maschile piuttosto che nel genere femminile.
Razionali di attività su estrogeni [218]
E’ stato osservato che i l Withaferin,A è stato in grado di sopprimere (riduzione variabile del 50,90% ) l’espressione del sottoinsieme alfa dei recettori degli estrogeni (ERα) su cellule di carcinoma mammario (MCF,7 e T47D) a concentrazioni 1.25,2.5μM con un concomitante aumento (del 20,30%) dell’ espressione di ERβ. Pur esistendo alcune prove che suggeriscono che Ashwagandha possa alterare l’espressione dei recettori per gli estrogeni, questi studi sono attualmente condotti su cellule tumorali e non possono applicarsi a cellule normali.
Razionali di attività su ormone follicolo-stimolante [183, 216,217]
In uno studio si è osservato che i livelli di FSH negli uomini infertili , tendevano alla normalizzazione, rispetto al controllo fertile, in modo statisticamente significativo e riproducibile, somministrando 5 g di estratto di radice al giorno . Questi effetti sono stati osservati anche nel modello sperimentale su ratti diabetici e sani.
Razionali di attività su ormone luteinizzante [183,216,217]
In uno studio si è osservato l’effetto di Ashwagandha nel normalizzare i livelli di LH negli uomini infertili, determinato come una capacità di aumento del LH ed una tendenza ad una sua normalizzazione verso i livelli degli uomini fertili; 5 g di estratto di radice al giorno, per tre mesi, hanno determinato un aumento dei livelli di LH nel siero tra 11 e 21% .
Razionali di attività su testosterone [183,186,216,217]
Somministrando Ashwagandha, in ratti non diabetici utilizzati come controllo , si è osservato un leggero aumento del testosterone insieme ad un picco molto più rilevante di progesterone. Esistono alcune evidenze supporto dell’utilizzo di Ashwagandha per stimolare la produzione di testosterone negli uomini infertili. In uno studio , 5g di polvere di radice Ashwagandha al giorno per 6 mesi, ha determinato aumenti di testosterone in tre gruppi di soggetti infertili (negli astenozoospermici del 121% rispetto al valore basale, negli oligozoospermici del 140% rispetto al valore basale, negli normozoospermici del 114% del valore basale) tuttavia in nessun gruppo si sono superati il livelli di testosterone del gruppo fertile. In un altro studio , tre gruppi di uomini sterili e normozoospermici ( tuttavia alcuni non avevano dichiarato di essere fumatori) , lo stesso dosaggio di Ashwagandha, per tre mesi, ha determinato un miglioramento del testosterone nel range del 10,22%, con un picco maggiore nei soggetti stressati. Un aumento del testosterone sierico è stato osservato anche in uomini sani che non facevano allenamento fisico e che hanno iniziato un protocollo di allenamento della forza fisica; in questi soggetti, nel periodo di assunzione di 300 mg, due volte al giorno, di estratto di radice di ashwagandha il testosterone del gruppo placebo (misurato prima di allenamenti) è rimasto invariato, mentre nel gruppo trattato con Ashwagandha il testosterone è aumentato di circa il 15%. Studi preliminari indicano che Ashwagandha può normalizzare livelli ridotti di testosterone negli uomini infertili, e può anche aumentare i livelli di testosterone negli uomini che sono anche sottoposti a un allenamento di resistenza fisica.
RAZIONALI DI ATTIVITA’ SUI PRINCIPALI ORGANI TARGET
Razionali di attività sull’intestino [213,228,322]
In cellule epiteliali intestinali incubate con estratto di Ashwagandha (100 ug / mL) ,l’interleuchina IL,7 mRNA viene raddoppiata in modo concentrazione dipendente, stimolando la funzione delle cellule T.
Razionali di attività sul fegato [30,95,175,199,227]
In ratti sani, la cui dieta è stata integrata con 0,75,1,5% di Ashwagandha per quattro settimane, sembra manifestarsi una riduzione di peso del fegato ( 6,1,9,77% ) rispetto al valore basale, con una riduzione dei trigliceridi epatici e del colesterolo ed il relativo aumento negli acidi biliari. L’effetto di riduzione del peso del fegato non è associato ad alcuna tossicità apparente. Negli animali resi diabetici, sia la radice sia la foglia di Ashwagandha si sono dimostrate in grado di diminuire gli enzimi epatici circolanti (45% AST e ALT , 31% ACP e 16% ALP) , a dosaggi di 200 mg / kg. Nel modello animale si osserva inoltre che gli aumenti degli enzimi epatici correlati ad un trattamento di radioterapia sono completamente eliminati e l’aumento delle ALT, correlato con lo stress psicologico cronico , viene leggermente ridotto somministrando 0.25,1mg / kg di withanolide A isolato che è in grado di ridurre il corticosterone. 100 mg / kg di radice di ashwagandha al giorno, per una settimana prima della radioterapia, sembrano abolire completamente i danni epatici indotti dalla radioterapia come emerge dalle variazioni delle alterazioni steatosiche epatiche e degli enzimi antiossidanti; si è ipotizzato che questo effetto derivi dalla capacita di Ashwagandha di modulare positivamente le variazioni di HO,1 correlate con la radioterapia. Ashwagandha evidenzia anche un effetto protettivo contro i danni da sovraccarico di ferro, utilizzando un estratto di radice a 50mg / kg che dimostra efficacia uguale a quella di 20mg / kg di silimarina da Cardo mariano, nel normalizzare gli enzimi epatici e la perossidazione lipidica.
Razionali di attività sul pancreas [184,226]
Il Witaferin , A (1,25 mg / kg per iniezione ) somministrato per una settimana in un modello di trapianto di cellule del pancreas , sembrava facilitare il trapianto, riducendo l’apoptosi delle cellule pancreatiche con riduzione di NF,kB e riduzione del degrado di IκB. Questi effetti sono stati osservati in vitro su beta cellule pancreatiche isolate , sulle quali 500 ng / mL di witaferina A hanno completamente impedito un aumento di NF,kB da citochine . La somministrazione orale di radice di Ashwagandha (estratto acquoso al 3,9% in withanolidi , 200,400 mg/kg per cinque settimane) ha dimostrato di preservare significativamente la vitalità delle β,cellulare in ratti resi diabetici.
Razionali di attività sulla vescica [231,232]
Alcune altre specie del genere withania hanno attività diuretico come la withania aristata il cui effetto diuretico può essere correlato al suo contenuto di witaferina A , infatti la witaferina A isolata, a dosaggi di 5,10mg / kg nel ratto, risulta in grado di aumentare, in 6 ore, la diuresi del 76 ,147%, tuttavia con potenza inferiore rispetto al farmaco di riferimento idroclortiazide a 10 mg / kg .
Razionali di attività sui reni [230]
500mg / kg di estratto di radice di Ashwagandha ,somministrati nel ratto per due settimane, prima dell’induzione di nefrotossicità indotta con gentamicina, sono stati in grado di attenuare in modo significativo l’aumento di peso del rene e di ridurre i biomarker di danno renale (proteine urinarie e glucosio, creatinina sierica), anche se gli effetti protettivi non sono totali.
Razionali di attività sul polmone [25,26]
La componente polisaccaridica di Ashwagandha sembra esercitare effetti antitosse in un modello di tosse chimicamente indotta: in un modello animale di tosse chimicamente indotta 50mg / kg di frazione polisaccaridica di Ashwagandha, misurando la tosse nell’intervallo di tempo 30,300 minuti dopo l’assunzione orale , dimostrano un trend di potenza antitosse più efficace di 10 mg / kg di fosfato di codeina, ma meno efficace del polisaccaride da Glycyrrhiza; queste conclusioni sono state confermate anche in altri studi utilizzando la stessa metodologia sperimentale. La frazione polisaccaridica di Ashwagandha sembra avere proprietà antitosse che possono ridurre la tosse indotta da sostanze chimiche irritanti. Il dosaggio di 50 mg / kg utilizzato nelle cavie è di 11mg / kg e corrisponde nell’uomo (di circa 70 kg) a 750mg/die. Poiché la frazione polisaccaridica corrisponde a 196mg ogni 20 g di peso secco della droga , gli effetti antitosse possono essere ottenuti con la somministrazione di elevate quantità di droga in polvere o di estratti della stessa .
Razionali di attività verso fenomeni ossidativi [97,175,225]
In uno studio nel ratto, la supplementazione alimentare della dieta del 0,75,1,5% con radice di Ashwagandha, per quattro settimane, ha ridotto la perossidazione lipidica (MDA) nel fegato, del 12,4,18,2% ed ha raggiunto una riduzione più significativa in ratti con colesterolo alto (36,3,36,5%). Sempre nello stesso studio si è osservato un aumento dell’attività delle catalasi nel fegato sia in ratti normali (11,15,2%) sia in ratti con ipocolesterolemia indotta dalla dieta (37.1 ,43,3%). Analogamente nello stesso studio si è osservato un aumento delle superossido dismutasi nel fegato sia in ratti sani (2,9,3%) sia in ratti con ipocolesterolemia indotta dalla dieta (20,31%).E’ stato dimostrato che il Withanone sia in grado di aumentare la vitalità cellulare (sopravvivenza) in fibroblasti umani normali quando le cellule sono aggredite dai raggi UV o da H2O2.
RAZIONALI IN ONCOLOGIA
Razionali integrativi in oncologia [156,323,324,327]
In uno studio in aperto ad un gruppo di donne con cancro al seno, è stato somministrato Ashwagandha (2.000 mg di radice tre volte al giorno) ed il gruppo trattato è stato confrontato con un gruppo di controllo nel corso di sei cicli di chemioterapia standard. Le valutazioni sono state condotte sullo stato di affaticamento delle pazienti con PFS, SCFS,6 ed il questionario EORTC QLQ,C30. Nel gruppo trattato si è ha osservata una significativa riduzione della fatica così come da altri risultati del test EORTC QLQ,C30, nel gruppo trattato, si sono osservati miglioramenti fisici, emotivi ed un miglioramento delle relazioni sociali, con una riduzione di insonnia e dolore. Ashwagandha è stato sperimentato per ridurre la fatica e migliorare il benessere e la funzioni generali in persone sottoposte a chemioterapia.
Razionali di attività sulle metastasi [34, 37,40,245,246,247]
Witaferina A ha dimostrato di poter sopprimere l’espressione di MMP9 (Matrix metallopeptidase 9) in cellule tumorali invasive (CaSki cells e SK,Hep1) e di prevenire l’attivazione di Akt (protein,chinasi B) da parte di TGF,β (transforming growth factor beta) . Il fenomeno noto come , epithelial,to,mesenchymal transition (EMT), si verifica in una cella prima che diventi migratoria ed invasiva; l’ EMT è caratterizzata da cambiamenti a livello della membrana, con una perdita di E,Cadrin, ed un aumento di vimentina e fibronectina; la witaferina,A si lega direttamente alla vimentina ( Cys328) in modo inibitorio e la witaferina A, o estratti contenenti elevate concentrazioni (70%) di witaferina,A possono inibire l’attività della vimentina ( 500,1,000nM) e il fenomeno EMT su cellule del cancro al seno, con efficacia nel range di dosaggio nanomolare (100,1,000nM); in ratti alimentati con un estratto di Ashwagandha (withanolidi puri; 79% witaferina A) , mediante sonda gastrica, a dosaggi di 1,8mg / kg , tre volte alla settimana, si è osservata una significativa riduzione delle metastasi del 50 % rispetto al controllo. Le proprietà anti,invasive di witaferina,A risultano più deboli in cellule prive di vimentina. La witaferina,A sembra possedere effetti anti,metasi così come anti,angiogenetici , suggerendo che, a concentrazioni inferiori a quelle citotossiche, possa sopprimere la proliferazione delle cellule tumorali
Razionali di attività nel cancro del seno [1,20,97,218,248,249, 250,251,252,253,254,255,256,257,258,259,260,261,262]
La witaferina,A e il withanone,E sono in grado di indurre apoptosi sulle cellule tumorali attraverso la via mitocondriale. La Witaferina,A, contrariamente al withanone, è in grado di indurre citotossicità sulle cellule tumorali danneggiandone il DNA, e la presenza del withanone sarebbe responsabile del contrasto di eventuale citotossicità che witaferina,a potrebbe esercitare su cellule sane. L’ Ashwagandhanolide (thiowithanolide), a concentrazioni di 1.45μg / mL, ha dimostrato una capacità di inibizione del 50 % della crescita su MCF,7 che sono cellule tumorali estrogeno sensibili. Sia la Witaferina,A sia il Withanone,E sono entrambi in grado di indurre apoptosi in cellule di carcinoma mammario attraverso la via mitocondriale. Come già riportato, la Witaferina,A (2,4μM ) si è dimostrata capace di inibire (anche più del 80 %) l’ attivazione mediata dalla proteina STAT3 (la proteina STAT3 media positivamente la sopravvivenza delle cellule di cancro) sia su cellule tumorali di cancro al seno sensibili agli estrogeni (MCF,7), sia su quelle non sensibili agli estrogeni (MDA,MB, 231) . Iniezioni di witaferina,A (4mg / kg witaferina , cinque volte la settimana) in topi femmine portatrici di tumori ( MDA,MB,231), in 10 settimane, hanno comportato una riduzione delle dimensioni del tumore di circa il 50 % rispetto al gruppo di controllo. La somministrazione orale di radice Ashwagandha ( 150mg / kg per 155 giorni) in ratti femmina portatori di carcinoma mammario indotto, sembra essere in grado di ridurre l’incidenza del tumore (23%) e la relativa dimensione (21%). Nel ratto, la somministrazione iniettiva di withaferin,A isolato e la somministrazione orale di estratto di radice, sembrano esercitare effetti antitumorali.
Razionali di attività su proliferazione ed angiogenesi [37,244]
La witaferina –A ha dimostrato la capacità di sopprimere la proliferazione di cellule HUVEC (Human umbilical vein endothelial cells ) alla concentrazione IC50 di 12 nm, così come di sopprimere l’attivazione, in queste cellule, di NF,kB ; questi potenti effetti sono stati confermati anche in vivo con iniezioni di 7μg / kg witaferina in topi, ottenendo riduzione dell’indice angiogenetico fino a quasi un quarto dei valori di controllo. Questi effetti appaiono secondari a degradazione di vimentina, e risultano evidenti solo in presenza di vimentina , raggiungendo riduzione dell’angiogenesi del 73 %. La Witaferina,A si dimostrerebbe essere un inibitore dell’angiogenesi molto potente sulle cellule endoteliali , e, alle dosi efficaci, non risulta essere citotossica.
Razionali di attività sul sistema immunitario [49,203,205,207,233,234,235,236,237,238,239,240,241,242,243]
L’assunzione orale di 200 mg/ kg di estratto di radice di Ashwagandha, per quattro giorni prima delle iniezioni di paclitaxel (taxolo,farmaco chemioterapico), e continuata per altri otto giorni successivi, sembra eliminare completamente il fenomeno di neutropenia indotta dal paclitaxel, ed ha dimostrato effetti protettivi nei confronti del danno ossidativo indotto dal paclitaxel nelle cellule normali , migliorando le capacità citotossiche contro i tumori, in modelli animali con cancro del polmone indotto da benzo (a) pirene. Ashwagandha sembra molto sinergico con la terapia con paclitaxel , determinando una riduzione dei fenomeni di immunosoppressione indotti dal paclitaxel, probabilmente dovuta alla capacità secondaria di Ashwagandha di preservare i neutrofili e di rafforzare le difese citotossiche cellulari contro il tumore. La Witaferina A sembra essere in grado di sopprimere la secrezione di IL,10 da parte delle cellule mieloidi e di ridurre la formazione di ROS; si ipotizza che questo effetto dipenda da una modulazione STAT3 correlata (Signal transducer and activator of transcription 3), secondaria agli effetti soppressivi sul MDSCs (myeloid,derived suppressor cells) ; la witaferina –A sembra conservare la citotossicità cellulare contro il tumore, coinvolgendo CD4 + e CD8 + e le T,cellule, riducendo il peso del tumore nei topi. La secrezione di IL,10 MDSCs dipendente , è direttamente dipendente da STAT3 e Ashwagandha, a dosaggi di 100,400mg / kg, per assunzione orale di un estratto etanolico al 50% , ha dimostrato di sopprimere , in vivo nel modello animale, l’attività di STAT3 in nove giorni. Ashwagandha può migliorare il profilo delle cellule T , favorendole nel causare la morte delle cellule tumorali; questo effetto sembra dipendente dalla soppressione di STAT3 che favorisce la citotossicità antitumorale T mediata. L’ apoptosi mediata dal TRAIL (TNF,related apoptosis,inducing ligand) è un meccanismo recettoriale che programma la morte delle cellule tumorali e dipende dalle citochine (TRAIL o TNF,α) delle cellule immunitarie ; questo meccanismo di apoptosi, indotto da Ashwagandha, rivela una buona selettività poiché non si verifica nessuna tossicità verso le cellule non tumorali. Una proteina correlata con il meccanismo di apoptosi cellulare, nota come FADD così come l’enzima antiapoptotico c,FLIP , vengono soppressi da witaferina A in un modello di cellule tumorali Caki (human epithelial colorectal adenocarcinoma cells) , per inibizione secondaria di NF,kB e sottoregolazione del c,FLIP, tendendo a potenziare il recettore di segnale di morte cellulare (TRAIL). Una concentrazione 1.2μM di witaferina A, su cellule TRAIL resistenti (Caki, SK,Hep1, Hep3B e Huh,7), aumenta i livelli di recettore di morte cellulare (DR5) CHOP (Cyclophosphamide) correlati, riducendo le specie reattive dell’ossigeno con un meccanismo simile alla curcumina o al sulforaphano e la sottoregolazione del c,FLIP si è ipotizzato che contribuisca all’inibizione di NF,kB e alla apoptosi TRAIL mediata. In un altro studio si è osservato che Ashwagandha (al dosaggio di 20 pg / mL di estratto etanolico al 50 % della radice ) in cellule HL,60 è stato in grado di aumentare il segnale di morte cellulare tramite il recettore TNF,α (TNF,R1) ed ha anche aumentato il recettore di morte 4 (altro recettore per TRAIL ). L’inibizione di NF,kB sottoregola il recettore di morte cellulare 5 (DR5), sostenendo la capacità di alcune cellule del sistema immunitario di distruggere le cellule tumorali; questo meccanismo predispone le cellule tumorali a morte per intervento del sistema immunitario.
Razionali di attività in Altre forme oncologiche [13,19,20,44,51,87,88,205,252,263,264,265,266,267,268,269,272,275,276,277]
COINVOLGIMENTO CON SESSUALITA’ E FERTILITA’
Razionali di attività sulla difficoltà erettile [280,306]
In uno studio sull’uomo, condotto su soggetti con ‘disfunzione erettile psicogena’ (mancanza di erezione a causa di ansia e di paura di fallimento ), diagnosticata secondo i criteri del DSM,IV, non si sono osservati effetti statisticamente significativi tuttavia si sono osservati vantaggi significativi su tutti i parametri misurati (International Index of Erectile Dysfunction).
Razionali di attività sulla libido [153,167,315]
Ashwagandha è stato tradizionalmente come afrodisiaco, per effetti indirettamente collegati alla sua attività adattogena e capacità di riduzione dello stress (lo stress cronico può indurre disfunzione sessuale).
Razionali di attività sulla fertilità [216,217,278,279,307]
In uno studio, in uomini infertili, 5g di polvere di radice Withania somnifera al giorno, hanno migliorato tutti i parametri seminali misurati (motilità, stato di antiossidazione, conta cellulare, concentrazione e volume) con un miglioramento dei biomarker dello stato nutrizionale dello sperma (vitamina C e fruttosio). Successivamente, in un altro studio , lo stesso dosaggio di radice di Ashwagandha ha determinato miglioramenti su tutti i biomarker spermatici (lattato, citrato, glicerofosforilcolina, ecc.) associati ad un aumento dei parametri seminali quali la motilità e la conta spermatica. Attualmente si ritiene che questo effetto protettivo derivi dalla promozione di produzione di enzimi antiossidanti e dalla riduzione dello stress ossidativo, così come confermato dalla capacità di ashwagandha di ridurre le speci reattive all’ossigeno nelle cellule spermatiche. In uno studio si sono valutati gli effetti di 5 g di radice in polvere al giorno, per 3 mesi, in soggetti normozoospermici sterili, in soggetti sterili e pesanti fumatori e in soggetti infertili per motivi psicologici. In tutti i soggetti si sono osservati miglioramenti per quanto riguarda il numero degli spermatozoi (17, 20 e 36%) , la loro motilità (9, 10 e 13%) ed una diminuzione del tempo di liquefazione del seme (19, 20 e 34%).In uomini infertili, Ashwagandha sembra aumentare tutti i parametri seminali e questi effetti, si ritiene, migliorino la fertilità in correlazione ad un miglioramento dello status antiossidante nei testicoli e negli spermatozoi.
RAZIONALI IN PATOLOGIE NEUROLOGICHE DEGENERATIVE
Razionali di attività nella Malattia di Alzheimer [57,142,143,283,284, 285,287,288]
In uno studio si è osservato che Ashwagandha è stato in grado di sopprimere la proteina precursore dell’amiloide (APP) mRNA nei ratti , e di influenzare la β,secretasi (che è un enzima coinvolto nel processo di formazione di fibrille Ap42). Questi effetti si sono osservati con l’assunzione orale di un estratto Ashwagandha (75% withanolidi e 20% withanosidi ) a 1.000 mg / kg per 7,30 giorni. Un estratto acquoso di radici di Ashwagandha (6.25,50μg / mL) sembra inibire la formazione di fibrille Aβ1,42, con potenza massima (50% inibizione) al dosaggio di 25μg / ml. Relativamente alla formazione di aggregati proteici (fibrille), sembra che Ashwagandha possa ridurre leggermente la loro formazione. Su cellule PC12 incubate, che evidenziavano formazione di fibrille Aβ1,42 , un estratto acquoso ( concentrazione di 50,100μg /ml) di Ashwagandha è stato in grado di ridurre il danno neuronale da fibrille, preservando i neuroni al 80% rispetto al controllo, con riduzione di Aβ1,42 del 30% ; questi effetti sono stati osservati anche con il Withanoside IV ed il sominone, che è un suo metabolita, con la somministrazione orale di 10μmol / kg IV Withanoside nei ratti. Su fibrille già formate, il danno che queste esercitano sui neuroni sembra essere attenuato da Ashwagandha. Questo effetto sembra essere più rilevante con l’assunzione orale di Withanoside IV isolato. Quando somministrato in ratti con malattia di Alzheimer geneticamente indotta, dosaggi orali di 1000 mg / kg, di un estratto altamente purificato (75% e 20% withanolidi e withanosides), per 7,30 giorni, può ridurre l’accumulo di Ap42 nella corteccia (49,77%) e nell’ ippocampo (52,78%) . Questo studio ha anche osservato una riduzione nel cervello di Ap40 ed il rapporto plasmatico di Ap42 / 40 dopo 30 giorni. Ashwagandha sembra indurre l’espressione della proteina correlata LDL (LRP), che promuove il trasferimento delle fibrille Ap42 dal cervello nel plasma; questo ridurrebbe l’accumulo di Ap42 nel cervello e conserverebbe le funzioni cognitive nei ratti con l’Alzheimer.
Razionali di attività nel Parkinson [119,143,289,290,291,292,293,294,295]
In un modello sperimentale sul ratto con morbo di Parkinson Paraquat indotto ( il Paraquat provoca neurotossicità con profilo istologico e clinico simile al Parkinson), Ashwagandha (a 100 mg / kg, somministrato contemporaneamente al paraquat per nove settimane) , sembra attenuare parzialmente le alterazioni in termini di prestazioni motorie ed i biomarker infiammatori neurologici. Effetti simili sono stati anche osservati in un modello di tossicità indotta con rotenone (un insetticida) , in cui 100,400mg / kg di Ashwagandha sono stati in grado di ridurre lo stress ossidativo nel cervello, normalizzando alcuni parametri (es. ossido nitrico) a dosaggi comunque elevati; in un altro studio in un modello di tossicità indotto da 6,hydroxydopamina (6,OHDA), che è in grado di indurre sintomatologia simile Parkinson, 100,300mg / kg di radice di Ashwagandha per 21 giorni, sono stati in grado di attenuare le sintomatologie motorie . Ashwagandha (100 mg / kg per 7,28 giorni), in un modello di tossicità indotta MPTP (1,metil 4,fenil 1,2,3,6,tetraidro,piridina) nel ratto, ha contribuito alla conservazione delle concentrazioni di dopamina nel corpo striato circa già dopo una settimana, con mantenimento delle concentrazioni di glutatione ; In un altro studio di tossicità MPTP indotta , un estratto di radice di Ashwagandha( 100mg/kg) per un mese, è stato in grado di migliorare significativamente i risultati di test funzionali quali il tempo di apprendimento e test di equilibrio, correlandosi con miglioramenti dello stato ossidativo nel cervello. Una pre,somministrazione di estratto di foglie (100 mg / kg), per una settimana prima di iniezioni di MPTP, ha confermato che questa parte della pianta è in grado anche di indurre una parziale attenuazione dei cambiamenti ossidativi nel corpo striato e nella corteccia, migliorando le prestazioni fisiche. Ashwagandha (in pretrattamento o in un trattamento riabilitativo) sembra esercitare benefici in modelli di Parkinson indotto nel ratto , con effetti protettivi a dosaggi che sono circa la metà di quelli utili per finalità conservazione o di riabilitazione; questo suggerisce che lievi effetti protettivi sono raggiungibili a dosaggi ritenuti utili per l’integrazione orale.
Razionali di attività nella Schizofrenia [182,309]
In un studio pilota in doppio cieco, la supplementazione di un estratto di Ashwagandha (400 mg tre volte al giorno, per un mese) in pazienti schizofrenici che soffrivano anche di sindrome metabolica, ha comportato (insieme alla loro terapia abituale ) una riduzione della glicemia e dei trigliceridi senza causare effetti avversi.
Razionali di attività in altre patologie [296-297-298]
INDICAZIONI PRINCIPALI:
Stanchezza e affaticamento fisici e mentali , sintomatologia da stress.
ALTRE AZIONI:
Immunomodulante, antinfiammatoria, antiossidante .
AVVERTENZE PER L’ASSUNZIONE:
Non deve essere assunta in gravidanza e durante l’allattamento.
EFFETTI COLLATERALI:
A dosaggi elevati di polvere sono stati segnalati rari casi di disturbi gastrointestinali.
INTERAZIONI CON FARMACI:
Potrebbe potenziare l’effetto dei farmaci antidepressivi, anche triciclici, e dei farmaci ansiolitici
Dati tossicologici : [17,180, 299,300,301,302,303,311]
Il valore LD50 acuta di un estratto di Ashwagandha (2% alcaloidi puri) è risultata essere 465 mg / kg nei ratti e 432 mg / kg nei topi. In altri studi in cui sono stati sperimentati estratti alcolici di Ashwagandha il valore di DL50 è risultato di 1750 +/, 41 mg / kg per i sitoindosidi VII e VIII e di 1076 +/, 78 mg / kg – 1564 +/, 92 mg / kg per il withaferin,A rispettivamente mentre un estratto acquoso di Ashwagandha, a 2.000 mg / kg nel ratto, non ha esercitato nessuna tossicità clinica o biochimica in 28 giorni. In vitro i risultati suggeriscono che non esiste tossicità sugli eritrociti umani a dosi standard di estratto.
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