Newsletter Ayurveda nr. 42 – Aprile 2018

Newsletter n° «42»

Aprile 2018

KATI BASTI: QUALE TEMPERATURA DELL’OLIO?

JOURNAL OF AYURVEDIC AND HERBAL MEDICINE 2017; 3(3): 139-141 

APPROACH TO STANDARDIZATION OF OIL TEMPERATURE IN KATI BASTI – A PILOT STUDY. 

Bhusal N, Mangal G, Bhattarai A, Hivale US.

Il problema

Pubblicato nel settembre 2017 da Journal of Ayurvedic and Herbal Medicine (ICV 72.65), l’articolo proposto, molto semplice ma in parte unico nel suo genere, riporta le conclusioni di un singolare studio pilota che ha indagato quale temperatura dell’olio medicato, potrebbe ritenersi indicata nella pratica di Kati Basti, per standardizzarne la procedura ed evitare il rischio di ustioni per il paziente ed il terapista. Lo studio è stato condotto presso il National Institute of Ayurveda (Jaipur- Rajasthan-India).

Kati Basti è la nota procedura Ayurvedica, attraverso la quale un olio medicato, opportunamente riscaldato, viene applicato e mantenuto in area lombosacrale, per un certo periodo di tempo, con l’ausilio di uno speciale anello (diga) appositamente preparato con polvere di “Black gram” (Vigna mungo – Sanskrit मुद्ग / mŪgd).

Finalità di Kati Basti è quella di alleviare il dolore, la rigidità e il gonfiore associati ad artrite ed altre condizioni dolorose; gli effetti di Kati Basti sono rivolti a pacificare Vata e Kapha nei soggetti con sintomatologie tipiche di articolazioni, muscoli e tessuti molli; come noto Kati Basti induce anche la sudorazione e contribuisce a facilitare la mobilità e la buona salute delle articolazioni, oltre ad agire su muscoli e tessuti molli colpiti.

Secondo le fonti ayurvediche e conferme secondo “evidence”, Kati Basti si rivela sicuramente efficace nella riduzione del dolore, ma se la difficoltà di posizionamento sulla parte interessata rappresenta un relativo inconveniente per la corretta esecuzione della procedura, una dovuta riflessione deve porsi sulla scelta della temperatura a cui applicare gli oli medicati al fine di ottenere riproducibilità degli effetti benefici del trattamento ed evitarne il rischio di ustioni.

Con il crescente interesse per la Medicina Ayurvedica nel mondo moderno le procedure dei vari Panchkarma possono variare notevolmente da un centro di trattamento ad un altro, con notevoli variabili di accuratezza e di sostanze impiegate; in molti centri, ad esempio, il tradizionale anello di polvere di “Black gram” viene sostituito con anelli di altri materiali acrilici o metallici; risulta pertanto difficile ritrovare uniformità nelle varie procedure.

In Kati Basti, l’aspetto della scelta della temperatura dell’olio medicato da applicare, risulta fondamentale, rispondendo al principio che il riscaldamento indiretto dell’olio dovrebbe raggiungere la temperatura fisicamente tollerabile dal paziente ed essere rispondente al concetto di Sukhoshna (cioè “comoda” per il paziente); la temperatura, inoltre, dovrebbe mantenersi uniforme durante e fino al termine della procedura, evitando il rischio di ustione al paziente e al terapista.

Come noto, per evitare il generale rischio di ustione, viene tradizionalmente indicato di rimuovere dal ring, ad intervalli regolari, una certa quantità di olio lasciandone comunque una minor parte, sostituendola con olio contemporaneamente riscaldato indirettamente.

Secondo tradizione, in Kati Basti, la scelta della temperatura ideale dell’olio medicato viene fatta dal terapista sulla base della sua esperienza professionale e sulla base del concetto di Sukhoshna, cioè di temperatura “comoda” per il paziente, in relazione alla sua soggettiva percezione del calore; attualmente risultano ancora limitati i dati per poter stabilire un parametro oggettivo per la scelta di una temperatura ideale.

Su base osservazionale la determinazione della temperatura dell’olio medicato, secondo percezione soggettiva del calore (del paziente e del terapista), ha validamente rappresentato il criterio principale di scelta, tuttavia risulta evidente che la percezione del calore varia da individuo ad individuo (anche da terapista a paziente) e che, ad esempio, la consuetudine all’esposizione all’olio riscaldato possa determinare una maggiore capacità di tolleranza al calore; influiscono poi sulla sfera soggettiva altri fattori come la stagione, la posizione geografica e Prakriti del paziente.

La standardizzazione di una temperatura ottimale dell’olio medicato potrebbe essere utile ai fini della riproducibilità degli effetti benefici di Kati Basti e per prevenire il rischio di ustione per il paziente ed il terapista.

Scopo dello studio proposto è stato quello di individuare una possibile temperatura ideale dell’olio medicato in Kati Basti, per poterne standardizzare la procedura.

Lo studio in breve

Lo studio è stato condotto nel dipartimento di Panchkarma dell’Istituto Nazionale di Ayurveda di Jaipur (Rajasthan) dove ogni giorno vengono mediamente eseguite più di 30 procedure di Kati Basti. Kati Basti è la procedura più comune tra quelle di Bahya Sthanik Basti eseguite nel reparto.

Per lo studio sono stati selezionati casualmente 50 pazienti tra quelli che si sono rivolti all’unità di Panchkarma per trattamenti Kati Basti. I pazienti inclusi nella valutazione avevano età compresa tri i 20 e i 75 anni e sono stati arruolati indipendentemente da altri criteri (es. sesso, patologie, etc.); sono stati analizzati soltanto i dati dei pazienti che hanno completato un percorso di minimo 7 giorni di trattamento Kati Basti; nello studio sono stati inclusi solo nuovi pazienti (non già noti al centro) suddividendoli secondo Prakriti.

I diversi terapisti, hanno come al solito proceduto a Kati Basti, decidendo secondo i loro criteri di esperienza e secondo Sukhoshna, la temperatura dell’olio medicato, tuttavia misurandola fisicamente in due momenti distinti.

Sui pazienti, in posizione prona, si è proceduto con Kati Basti, effettuato con anello di polvere di “Black gram” e Dashmoola Taila riscaldato ad una temperatura che i pazienti dovevano indicare come Sukhoshna (tollerabile e confortevole); inizialmente l’olio veniva versato sul bordo interno dell’anello per evitare disagi imprevisti e dispersioni.

Secondo procedura standard del centro, l’olio riscaldato è stato mantenuto “in situ” per 30-40 minuti e la misurazione della temperatura dell’olio, con il termometro, eseguita dal terapista, non ha disturbato o modificato la routine del trattamento Kati Basti infatti nello studio è stata rilevata soltanto la temperatura dell’olio, immergendo in esso la punta del termometro, senza ulteriori interventi specifici e senza darne informazione ai pazienti.

Per ogni singolo paziente, con un termometro digitale, è stata rilevata e registrata la temperatura dell’olio medicato in momenti distinti del trattamento e cioè quando l’olio, appena riscaldato, veniva versato nell’anello e nel momento in cui questo veniva sostituito per mantenere uniforme la temperatura.

Le temperature rilevate nei due momenti distinti sono state poi registrate ed analizzate per calcolarne la variazione media e tutti i pazienti sono stati osservati per tutti i 7 giorni di trattamento per eventuali problematiche ed ustioni.

Lo studio riporta in più tabelle analitiche i dati analizzati in modo statistico anche per tipologia di pazienti secondo Prakriti.

Le conclusioni

Lo studio ha coinvolto 19 pazienti di sesso femminile e 31 pazienti di sesso maschile, con età media di 51,2 anni.

Nello studio si è osservata una tolleranza alla temperatura leggermente maggiore nel maschio rispetto alla femmina; alcune diversità di tolleranza al calore sono state osservate anche in diverse tipologie di Prakriti; solo in 8 pazienti si è riscontrata qualche difficoltà di posizionamento ma non tale da interrompere il trattamento e solo in 4 casi si è riscontrata una più veloce risposta di assorbimento dell’olio riscaldato ma senza nessun fenomeno di ustione.

Le misurazioni delle temperature dell’olio medicato, decise secondo esperienza pratica del terapista e criteri Sukhoshna, indicano che alla prima rilevazione (momento iniziale di applicazione dell’olio appena riscaldato) la temperatura variava tra un massimo di 46, 30 °C e un minimo di 39,80 °C, mentre al secondo momento di rilevazione (sostituzione dell’olio) la temperatura variava da un massimo di 43,0 °C ad un minimo di 37,80°C, con una variazione media di 3°C ed una media di temperatura di 42,99 °C.

Lo studio indica che una temperatura media dell’olio medicato di 43 °C può essere favorevole in Kati Basti per la standardizzazione della procedura ed per evitare il rischio di ustioni per il paziente ed il terapista.

A cura della direzione scientifica di Benefica

JOURNAL OF AYURVEDIC AND HERBAL MEDICINE 2017; 3(3): 139-141

APPROACH TO STANDARDIZATION OF OIL TEMPERATURE IN KATI BASTI – A PILOT STUDY.

Nirmal Bhusal(1), Gopesh Mangal(2), Amrita Bhattarai(3), Ujjwala S Hivale(1)

Author information:

1 Ph.D. Scholar, Department of Panchakarma, National Institute of Ayurveda, Jaipur, Rajasthan-302002, India. 2 Assistant Professor and Head(I/C), Department of Panchakarma, National Institute of Ayurveda, Jaipur, Rajasthan-302002,India. 3 M.D. Scholar, Department of Panchakarma, National Institute of Ayurveda, Jaipur, Rajasthan-302002, India.

ABSTRACT

Kati Basti is a procedure done in Panchkarma Ayurveda Clinics, hospitals in which comfortably warm medicated oil is kept over the lumbosacral area for a certain period of time with the help of a specially formed frame ring prepared from black gram dough.

Kati Basti is highly effective in the management of pain but difficulty in positioning and chances of burn due to warm oil used is a big drawback in performing the procedure.

The temperature in Kati Basti pool is tried to be kept uniform throughout the procedure by replacing the oil by warm oil. In case of Kati Basti the temperature of oil used should be Sukhoshna (comfortable to the patient) which a subjective perception of heat. There is a need to standardize the optimum temperature of the oil pooled in Kati Basti so that it would be very easy for the therapist to avoid the burn to himself and to the patient.

This study was performed with the aim to standardize the comfortable tolerable temperature of Kati Basti. Data of 50 patients undergoing minimum of 7 days of Kati Basti between the ages 20 to 75 years were selected irrespective of sex, disease, duration and referring consultants.

Average maximum variation during the procedure was found to be of 3 degree Celsius.

The study found the average temperature of 43 degree may be favorable for Kati Basti and gives valuable information about possible temperature variations.

ISSN Print: 2394-7500

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