Newsletter Ayurveda nr. 56 – Settembre 2019

Newsletter n° «56»

Settembre 2019

FOCUS TAILAM: Aspetti qualitativi dei Taila medicati

 

Indian journal of pharmaceutical sciences 71.6 (2009): 656. PubMed 

“A COMPARATIVE EVALUATION OF MEDICATED OILS PREPARED USING AYURVEDIC AND MODIFIED PROCESSES.” 

Lahorkar, P., et al. 

Uno dei problemi più significativi che gli operatori dell’Ayurveda devono affrontare è la limitata disponibilità di parametri tipici di controllo della qualità di formulazioni a base di piante medicinali che comunemente impiegano [1].

Questo problema può essere in parte risolto attraverso il principio della “standardizzazione” che ad esempio già viene applicato per le singole piante medicinali; infatti attraverso metodiche chimiche e fisiche (titolazioni), è possibile ottenere un predefinito indicatore (maggiore o minore) della qualità delle piante medicinali, e dei loro derivati, principalmente grazie alla determinazione della quantità dei costituenti bioattivi in essi presenti; questi indicatori consentono non solo di stabilire il dosaggio ottimale di queste sostanze ma anche di poterne prevedere l’effetto terapeutico e la relativa riproducibilità sperimentale e clinica.

La standardizzazione è quindi la tecnica per sviluppare un insieme di valori standard o valori di caratteristiche intrinseche, parametri costanti, valori qualitativi e quantitativi eccellenti che assicurano qualità, efficacia, sicurezza e riproducibilità di effetti [2].

Un principio analogo è applicabile anche a formulazioni rappresentate da più ingredienti erbali e fito medicinali come ad esempio ai Taila i cui effetti possono dipendere in maniera minore o maggiore dal rispetto di più parametri produttivi nell’osservanza delle prescrizioni degli originari formulari di riferimento.

1. Mosihuzzaman M, Choudhary MI. Protocols on Safety, Efficacy, Standardization, and Documentation of Herbal Medicine. Pure and Applied Chemistry, 2008; 80(10):2195–2230.
2. Rasheed AA review on standardization of herbal formulations. International Journal of Phytotherapy, 2012; 2(2): 74-88

E’ comprensibile che la globalizzazione produttiva e le relative esigenze di contenimento dei costi possa influire sugli standard qualitativi anche di prodotti come i Taila medicati che dovrebbero osservare standard produttivi secondo le raccomandazioni dei riconosciuti formulari tradizionali [3,5] e secondo le attuali normative GMP. I Taila medicati inoltre dovrebbero offrire e garantire alcuni standard di parametri chimico fisici del prodotto finito [4].

Il settore di medicine e formulazioni a base di piante medicinale è molto vasto e c’è ancora molto da investigare in proposito alla standardizzazione di questa tipologia di prodotti [4]; nella oggettiva impossibilità, nell’attività quotidiana, di misurare sperimentalmente i parametri qualitativi dei prodotti impiegati, avrà un ruolo fondamentale la fiducia nella qualità produttiva dei prodotti utilizzati e nel lavoro di ricerca e selezione per la loro commercializzazione; proponiamo in questa newsletter alcuni spunti di riflessione sui generali criteri di standardizzazione di base dei Taila medicati e alcune generali loro caratteristiche qualitative fondamentali.

 

Criteri generali di valutazione della qualità di un Taila medicato  

Come insegnato nei corsi di formazione Ayurvedica, dal punto di vista pratico si può già riconoscere la qualità dei Taila medicati dalla valutazione degli aspetti sensoriali (colore, odore, densità al tatto) ma queste valutazioni osservazionali possono completarsi anche con la garanzia (fornita dal produttore e da chi lo commercializza) che il prodotto finito venga realizzato nel moderno ma pieno rispetto delle originali prescrizioni di formulazione tradizionale e che offra e rispetti, alcuni parametri chimico fisici che hanno un ruolo fondamentale nel determinare gli effetti medicamentosi e la generale sicurezza d’impiego [4]; quindi l’insieme di esperienza personale, formazione e la disponibilità di informazioni tecniche consentono di stabilire identità, purezza e qualità del prodotto scelto per l’intervento [4].

In generale anche per i Taila medicati vale la regola di valutarne la qualità attraverso il confronto con prodotti ritenuti oggettivamente d’eccellenza.

Le caratteristiche sensoriali di valutazione del campione del Taila sono principalmente: colore e odore e densità al tatto che sono specifici per ciascun taila a seconda delle piante medicinali che contengono e dalla metodica di lavorazione (ad esempio per l’olio di sesamo sull’aromaticità incide il tempo e la temperatura di tostatura dei semi prima dell’estrazione); il colore dell’olio dovrebbe essere valutato ad occhio nudo alla luce del giorno; l’odore dovrebbe esprimere le note individuali dei componenti fitomedicinali prevalenti [4].

Per quanto relativo agli aspetti chimico fisici sono ritenuti parametri fondamentali [4]:

Determinazione del peso specifico calcolato secondo la seguente relazione: Peso specifico a 30° C = A-B / C-B (dove, A = peso della bottiglia a gravità specifica con olio a 30° C (g); B = peso della bottiglia a gravità specifica a 30° C (g); C = peso della bottiglia a gravità specifica con acqua a 30° C (g).

Determinazione del pH (attraverso pHmetro digitale)

Determinazione del valore acido secondo la seguente relazione: Valore acido = 5,61 V N / W (Dove, V = volume standard di idrossido di sodio utilizzato (ml); N = Normalità della soluzione di idrossido di sodio; W = Peso del campione (g).

Determinazione del valore di perossido secondo la seguente relazione: Valore di perossido = 10 (a-b) / sett(Dove, a = NaOH in ml richiesto per neutralizzare la sostanza, b = NaOH in ml richiesto per il bianco, w = peso del campione (g).

Determinazione del valore di saponificazione secondo al seguente relazione: Valore di saponificazione = 28,05 (B-S) W (Dove, S = KOH in ml richiesto per neutralizzare la sostanza; B = ml di KOH richiesto per il bianco; W = Peso del campione prelevato per la prova (g).

Sull’argomento uno studio recente (2018) condotto da Sharma et al. ha analizzato le principali caratteristiche fisico chimiche di 5 diverse formulazioni di Mahanarayana Taila commercializzate da note aziende indiane ritenute produttrici di prodotti di qualità; lo studio ha concluso che tutti i prodotti presi in considerazione rispettavano (con minime diversità individuali) i parametri chimico-fisici standard per colore e profumazione, densità, pH e valori di perossido [4]

Determinazione del valore di iodio (IV) che è una misura del numero totale di doppi legami presenti in grassi ed oli. Viene espresso come il “numero di grammi di iodio che reagirà con i doppi legami in 100 grammi di grassi o oli. Per una miscela di oli il valore di Iodio si calcola moltiplicando il numero di iodio di ogni singolo olio per la sua frazione in peso nella miscela e si sommano tutti i risultati parziali ottenendo la media ponderale.

 

Significato pratico dei parametri chimico-fisici

Premesso che tutte le caratteristiche di cui sopra variano a seconda delle specificità di ciascun Taila i parametri di cui sopra possono essere interpretati secondo i seguenti criteri generali:

un adeguato peso specifico è indice di qualità con influenza diretta sulla densità (che è un ulteriore parametro) dell’olio stesso e che nei Taila, in presenza di olio di sesamo come solvente, dipende anche dalla densità e dal peso specifico dello stesso [6]; il peso specifico del taila medicato può variare a seconda delle diverse formulazioni;

il grado di acidità del prodotto finito deve in ogni caso rispettare il fisiologico pH della pelle nell’intervallo tra 5-7; al proposito è importante ricordare anche che maggiore è il livello di acidità dell’olio maggiore è il suo potenziale di inrancidimento quindi una bassa acidità dell’olio è un indice della sua buona qualità e della sua stabilità nel tempo [4];

un corretto valore di perossido, non elevato, è un parametro fondamentale di valutazione e di sicurezza d’impiego del Taila infatti se il valore di perossido è elevato conseguentemente può aumentare il coefficiente di irritazione cutanea del taila; questo è il motivo per il quale molte fragranze e oli essenziali da applicare sulla pelle devono rispettare per legge un indice di perossidi inferiore a un certo valore [4].

un corretto valore di saponificazione è indice di elevata presenza nell’olio di acidi grassi a basso peso molecolare ed il valore di saponificazione aumenta con la riduzione dell’acidità dell’olio [4]; è sull’argomento importante ricordare quindi che un basso valore di acidità indica la presenza nell’olio una minore quantità di acidi grassi liberi e contribuisce all’aumento del valore di saponificazione che indica un contenuto più elevato di acidi grassi a basso peso molecolare; i ghee e i taila contenenti elevati quantitativi di acidi grassi a basso peso molecolare vengono assorbiti più rapidamente quindi una presenza adeguata di acidi grassi a basso peso molecolare è direttamente correlata ad un miglior assorbimento topico cutaneo del Taila; questi aspetti dovrebbero essere tenuti in massima considerazioni quando i Taila venissero messi direttamente a contatto con le mucose [5].

un corretto valore di Iodio oscillante nei normali intervalli analitici di riferimento è indicatore di resistenza all’irrancidimento della miscela oleosa presa in considerazione a causa di una minore o maggiore presenza di doppi legami potenzialmente reattivi con altre sostanze (es. acqua) o in alterazioni di condizioni fisiche (temperatura); la conoscenza del numero di iodio non costituisce a priori una garanzia contro il deterioramento dell’olio bensì ci indica la maggiore o minore probabilità che una miscela di oli possiede di irrancidire in funzione del suo più elevato o più basso numero di iodio. Ad esempio l’olio di cocco (l’unico grasso da ritenersi realmente saturo) possiede un basso numero di Iodio medio uguale a 9 (in un corretto intervallo tra 5 e 13) e risulta un olio molto stabile mentre l’olio di vinaccioli possiede un elevatissimo numero di Iodio medio uguale a 134 (in un corretto intervallo tra 130 e 138) e risulta un’olio relativamente stabile.

3. Lahorkar, P., et al. “A comparative evaluation of medicated oils prepared using ayurvedic and modified processes.” Indian journal of pharmaceutical sciences 71.6 (2009): 656.
4. Sharma, Alok, et al. “Comparative Assessment of Some Physicochemical Properties of marketed Ayurvedic Mahanarayan massage oils.” Current Research in Pharmaceutical Sciences (2018): 254-257.
5. Karande, Nishika Manoj, and Satwasheel Desai. “Concept of taila kalpana in ayurvedic pharmaceutics “a critical review”.” Ayurline: IJ-RIM 1.01 (2017): 55-62.
6. Zanardi, Iacopo, et al. “Physico-chemical characterization of sesame oil derivatives.” Lipids 43.9 (2008): 877-886.

 

Aspetti importanti nella preparazione tradizionale dei Taila

La produzione dei Taila secondo metodiche originali e tradizionali e secondo le prescrizioni dei formulari di riferimento, è una questione cruciale per avere garanzia di qualità del prodotto ottenuto. Le preparazioni rispettose delle metodiche tradizionali, infatti consentono di concentrare nel prodotto finito molteplici proprietà medicamentose, nutrienti toniche e rinfrescanti che sono frutto di complesse e naturali reazioni chimiche specifiche i cui prodotti difficilmente possono essere ottenuti con altre metodiche di preparazione (es. estrazioni con solventi chimici) che influiscono sul profilo del prodotto ottenuto; in altro modo invece devono essere interpretata l’applicazione di innovazioni tecnologiche applicate agli originali metodi produttivi che consentono di ottenere comunque prodotti di elevata qualità [7].

7. Lahorkar, P., et al. “A comparative evaluation of medicated oils prepared using ayurvedic and modified processes.” Indian journal of pharmaceutical sciences 71.6 (2009): 656.

Di seguito vengono esposti alcuni principi che dovrebbero essere seguiti per produrre una Taila medicato di qualità.

Acharya Charaka descrisse per primo i dosaggi di diverse forme farmaceutiche primarie come Swarasa (succhi), Kalka (paste), Kwatha (decotti), Hima (infusioni a freddo) e Phanta (infusioni a caldo) e ha introdotto per primo il concetto di “Panchvidhakasaya Kalpana” [8] suggerendo che qualità primaria del farmaco fosse quella di produrre Arogya (stato di salute) [9]. Dalle preparazioni di base sopracitate sono poi derivate un certo numero di successive preparazioni come ad esempio Asavarishta (fermentati), Lepa, Churna (polveri), Sneha Kalpana (preparazioni grasse), Vati (pillole) ecc. Sneha Kalpana appartiene a pieno titolo a questa seconda famiglia di preparati [10].

8. Pt. Kashinath Shastri, Acharya Charaka’s Charaka Samhita, Part I,Chaukhamba Sanskrit Samsthana, 8th Edition Page No 67
9. Pt. Kashinath Shastri, Acharya Charaka’s Charaka Samhita, Part I,Chaukhamba Sanskrit Samsthana, 8th Edition Page No. 193.
10. Karande, Nishika Manoj, and Satwasheel Desai. “Concept of taila kalpana in ayurvedic pharmaceutics “a critical review”.” Ayurline: IJ-RIM 1.01 (2017): 55-62.

Secondo Nishika Manoj Karande [10] Sneha Kalpana può essere definito come: “Un processo farmaceutico per la preparazione di farmaci in base oleosa/grassa da sostanze (preparati) come Kalka, Kwatha e Drava dravyas, in proporzioni specifiche, attraverso un modello standardizzato di riscaldamento per temperatura e per durata per soddisfare determinati parametri farmaceutici, secondo le necessità della terapia” [11].

Il rispetto delle fasi di questo processo è fondamentale per assicurare la trasformazione delle proprietà terapeutiche attive degli ingredienti attraverso i solventi per ottenere bioattivi sia liposolubili e sia idrosolubili o componenti chimici solubili in intermedi specifici come Kanji, burro di latte ecc.; questi aspetti sono fondamentali per la preparazione di Ghrita e Taila Kalpana che sono ritenute tra le migliori formulazioni Sneha [10].

Nella letteratura ayurvedica sono descritti 4 tipi di Sneha [12] e cioè Ghrita, Taila, Vasa e Majja. Taila indicherebbe una frazione oleosa estratta dalle droghe delle piante medicinali e secondo le fonti i Taila alleviano Vata e non aggravano Kapha [13], promuovono la forza del corpo, sono benefici per la pelle; la loro caratteristica Ushna rinvigorisce e ripulisce anche l’apparato genitale femminile. Secondo Acharya Charaka, Tila Taila (olio di sesamo) è ritenuto il migliore per contributo rinforzante e nutriente (unzione) ed è considerato il migliore per la pacificazione di Vata. Nell’olio di sesamo vengono assimilate le proprietà di altre piante medicinali (ad esso aggiunte durante “Paka di Sneha”) senza che esso perda le sue proprietà; questa trasferimento radicale di proprietà medicinali non sarebbe possibile nei Ghee (Harita) [10].

10. Karande, Nishika Manoj, and Satwasheel Desai. “Concept of taila kalpana in ayurvedic pharmaceutics “a critical review”.” Ayurline: IJ-RIM 1.01 (2017): 55-62.
11. Krisna Murthy MS et al, M.D. thesis, RSBK, IPGT&R, Jamnagar, 2002
12. Pt. Kashinath Shastri, Acharya Charaka’s Charaka Samhita, Part I,Chaukhamba Sanskrit Samsthana, 8th Edition Page No. 257.
13. Pt. Kashinath Shastri, Acharya Charaka’s Charaka Samhita, Part I,Chaukhamba Sanskrit Samsthana, 8th Edition Page No. 258.

I Taila Kalpana vengono prodotti secondo una generale metodica [14] per la quale 1 parte di Kalka Dravya (pasta di erbe medicinali) viene mescolata a 4 parti di olio e 16 parti di Drava (liquido); questa procedura apparentemente semplice risulta tuttavia complessa e laboriosa. Per preparare qualsiasi Taila medicato i componenti devono essere mescolati e riscaldati rispettando specifici parametri di temperatura e di durata del riscaldamento e rispettando le precise indicazioni dell’aggiunta di liquidi specifici o di acqua per procedere alle successive fasi di produzione come ad esempio la filtrazione [10].

Un aspetto fondamentale della preparazione di Taila Klapana è la durata del procedimento che per i Taila medicati dovrebbe richiedere di più di un giorno per aumentare l’assorbimento, nei nel solvente grasso/oleoso, delle componenti bioattive delle piante medicinali che aumentano la potenza dello Sneha [15]. Secondo Acharya Harita Taila Paka dovrebbe essere completato in 15 giorni e secondo Vaidyaka Paribhasa Pradip, un noto testo ayurvedico chimico farmaceutico, la durata di preparazione dovrebbe dipendere anche dalla natura delle sostanze liquide aggiunte alla materia grassa [10].

10. Karande, Nishika Manoj, and Satwasheel Desai. “Concept of taila kalpana in ayurvedic pharmaceutics “a critical review”.” Ayurline: IJ-RIM 1.01 (2017): 55-62.
14. Dr. Shailaja Srivastava, Acharya Sarngadhar’s Sgarngdhar Samhita, Chaukhamba Orientallie, 3rd Edition, 2003, Page no. 215.
15. Dr. Shailaja Srivastava, Acharya Sarngadhar’s Sgarngdhar Samhita, Chaukhamba Orientallie, 3rd Edition, 2003, Page no. 218.

Durante la preparazione di Taila Kalpana dovrebbero essere adottate alcune le precauzioni in base alle diverse fasi della preparazione; 1) prima della preparazione bisognerà accertare che l’olio di sesamo usato sia “nuovo”, “puro” e senza contaminazioni. 2) Durante il processo bisognerà assicurarsi di mantenere la corretta intensità del fuoco e mantenere un grado di temperatura ottimale; l’ebollizione dei Taila dovrà essere dolce e mantenuta costante; la miscela dovrà essere agitata costantemente e con attenzione per garantire che Kalka (che è collosa) non si attacchi al fondo del contenitore di preparazione; tutte le fasi di Taila Paka dovranno essere seguite con adeguata cura per garantirne l’adeguatezza. 3) Al termine del processo di Sneha Paka, per ottenere una quantità ottimale di Taila, Kalka dovrebbe essere schiacciato allo stato caldo. Il contenitore di conservazione dovrà essere privo di umidità e l’aggiunta di sostanze aromatiche (profumate) deve essere effettuata delicatamente, con agitazione gentile, quando il Taila sarà tiepido. Secondo il governo indiano, i Taila così preparati hanno una durata di 3 anni dalla data della notifica di produzione [10].

Nella letteratura ayurvedica sono descritti principalmente 5 stadi di Taila Paka sulla base delle condizioni di lavorazione (temperatura di preparazione, tempo di esposizione alla temperatura, livello di disidratazione della miscela, etc.) e cioè: Ama, Mridu, Madhyama, Khara e Dagdha Paka. Gli stadi che consentono di ottenere preparati terapeuticamente più importanti sono: Mridu, Madhyama e Khara Paka mentre le proprietà medicinali dei derivati dello stadio Ama (a causa di minore riscaldamento a temperatura di bassa intensità) e dello stadio Dagdha Paka (a causa dell’eccessivo riscaldamento ad alta temperatura) sono terapeuticamente inutilizzate [10,16,17,18].

10. Karande, Nishika Manoj, and Satwasheel Desai. “Concept of taila kalpana in ayurvedic pharmaceutics “a critical review”.” Ayurline: IJ-RIM 1.01 (2017): 55-62.
16. Pt. Kashinath Shastri, Acharya Charaka’s Charaka Samhita, part II Chaukhamba Sanskrit Samsthana, 8th Edition Page No. 892.
17. Pt. Ambika Dutt Shastri,, Acharya Sushruta’s Sushrut Samhita,Chikitsa Sthana Chaukhamba Prakashan, 14th Edition, Page No.135.
18. Dr. Shailaja Srivastava, Acharya Sarngadhar’s Sgarngdhar Samhita, Chaukhamba Orientallie, 3rd Edition, 2003, Page no. 218.

Sono segni di completamento della preparazione dei Taila alcune caratteristiche visive di Kalka che nello stadio Mridu risulta con una parte liquida, nello stadio Madhya risulta senza liquido ma morbido; nello stadio Khara risulta duro [10].

Sono segni di completamento della preparazione dei Taila alcune caratteristiche visive dell’olio come il colore voluto e l’aspetto schiumoso; nel Taila dovrebbero emergere colore, odore, gusto del contenuto fitomedicinale; il Taila dovrebbe essere privo di acqua; il Taila non dovrebbe produrre un suono scoppiettante quando esposto alla fiamma [19,20].

10. Karande, Nishika Manoj, and Satwasheel Desai. “Concept of taila kalpana in ayurvedic pharmaceutics “a critical review”.” Ayurline: IJ-RIM 1.01 (2017): 55-62.
19. Dr. Shailaja Srivastava, Acharya Sarngadhar’s Sgarngdhar Samhita, Chaukhamba Orientallie, 3rd Edition, 2003, Page no. 217.
20. Dr. Shailaja Srivastava, Acharya Sarngadhar’s Sgarngdhar Samhita, Chaukhamba Orientallie, 3rd Edition, 2003, Page no. 218.

Shankar et al. (1991) nello studiare il processo di standardizzazione di Ksheerabala Taila avevano osservato che la gradazione della temperatura nel procedimento produttivo influenzavano nell’olio alcune costanti fisico-chimiche come indice di rifrazione, gravità specifica e valore acido senza tuttavia trovare differenze cromatografiche nei diversi stadi di Paka [21].

21. K. Sankhar Rao et al., Standardization of Ksheer Bala Taila, M.D. Thesis, 1992, BHU.

Anil Nagle et al. (B.H.U.,2000) hanno studiato la preparazione di Bhringraj Taila secondo il metodo tradizionale (ayurvedico) e secondo un moderno metodo produttivo (estrazione chimica) e hanno accertato che comparando i due Taila ottenuti si trovavano sostanziali differenze analitiche con valori migliori per l’olio preparato secondo il metodo tradizionale ayurvedico; inoltre attraverso HPTLC è stato determinato che nell’olio preparato secondo la metodica moderna (estrazione con solventi) il principale componente fitomedicinale era presente solo in tracce e non rilevabile mediante analisi TLC. e U.V. L’analisi spettrofotometrica ha inoltre indicato che Bhringraj Taila preparato secondo il metodo moderno (che offre una maggiore quantità produttiva) era più impuro di quello preparato con il metodo tradizionale [10].

Più di un elemento deporrebbe a favore dell’ipotesi che i Taila medicati, per una loro globale standardizzazione, dovrebbero essere prodotti nel rispetto di tutti i parametri stabiliti nei testi antichi secondo un moderno approccio scientifico di standardizzazione qualitativa [10].

10. Karande, Nishika Manoj, and Satwasheel Desai. “Concept of taila kalpana in ayurvedic pharmaceutics “a critical review”.” Ayurline: IJ-RIM 1.01 (2017): 55-62.

 

Dallo studio 

L’articolo che presentiamo, pubblicato nel 2009 da Indian Journal of Pharmaceutical Sciences e disponibile in PubMed, rappresenta un esempio e fornisce un’idea del moderno approccio scientifico nelle valutazioni qualitative per la produzione dei Taila.

In particolare lo studio si è dato l’obiettivo di valutare come alcune deviazioni dalle procedure tradizionali di produzione dei Taila influiscano sul profilo del prodotto finito in caso di variazioni di temperatura, utilizzo o meno di pressione, utilizzo di solo Qwatha, solo Kalka o Qwatha e Kalka [29].

Nello studio vengono riportati i risultati preliminari dei profili fisico-chimici e cromatografici dei Taila quando vengono apportate modifiche ai loro processi produttivi tradizionali.

Lo studio trae conclusioni sulle variazioni chimico fisiche e qualitative dei Taila in base a diverse metodiche di preparazioni e suggerisce riflessioni su possibili positive ottimizzazioni dei processi produttivi di qualità [29].

Gli oli medicinali preparati usando il processo tradizionale ayurvedico vengono impiegati per uso esterno e, quando specificatamente formulati, anche per uso interno per il trattamento di vari disturbi.

Come noto gli oli medicinali vengono preparati mediante cottura prolungata di olio di sesamo con un massa pastosa di erbe e/o di decotti di erbe in presenza di grandi quantità di acqua [29].

Come anticipato la preparazione dettagliata degli oli medicati è descritta in testi di riferimento ayurvedici come “Drugs and Cosmetic Act” [22] e nel Ayurvedic Formulary of India (AFI) [23]. Gli oli medicinali vengono preparati principalmente attraverso tre componenti, vale a dire Drava o Qwatha (un liquido che può essere un decotto acquoso di una o più erbe, o succo di erbe o latte), Kalka (una pasta fine delle erbe) e Sneha Dravya (un olio vegetale). Normalmente come “Sneha Dravya” viene impiegato l’olio di sesamo grezzo (SO) anche se occasionalmente possono essere utilizzati, in parte o totalmente, l’olio di ricino e l’olio di cocco. Secondo AFI, se non diversamente indicato da una specifica ricetta di un olio ayurvedico, il rapporto dei tre componenti è, Kalka 1 parte, Sneha Dravya 4 parti e Drava 16 parti [29].

Il processo generale prevede che le erbe vengono macinate per ottenere una polvere grossolana e mescolate con una sufficiente quantità di acqua (q.b.) per ottenere una massa pastosa e cioè Kalka [29].

Le erbe grezze o in polvere vengono idratate con acqua e bollite con un volume d’acqua pari a 16 volte a quello della quantità di erbe e l’ebollizione deve essere continuata per ridurre il volume di un quarto [29].

Il decotto viene quindi filtrato usando un panno di mussola per ottenere il Qwatha (anche scritto a volte Kwatha). L’olio di sesamo viene quindi messo in un apposito contenitore e riscaldato; all’olio di sesamo riscaldato vengono aggiunte la massa pastosa delle piante medicinali ed il decotto acquoso. Questa miscela viene fatta bollire a fuoco moderato mescolando per evitare che Kalka si attacchi al fondo del bollitore e l’ebollizione deve continuare in condizioni di temperatura controllata fino a quando tutta l’acqua è evaporata. Il procedimento ayurvedico prescrive di bollire fino a quando sia evaporata tutta l’acqua del decotto o della massa pastosa [29].

L’olio caldo viene filtrato attraverso un panno di mussola e lasciato raffreddare. Come previsto da AFI, quando la preparazione prevede la presenza del decotto acquoso come uno dei componenti, i processi di cottura devono essere eseguiti per molti giorni (oltre a 5 in alcuni casi) [29].

È noto che gli oli vegetali si degradano e sviluppano irrancidimento per esposizione a calore e umidità. Nel processo sopra descritto entrambi questi fattori sono coinvolti intensamente per lunghi periodi, fino a più giorni. I processi avvengono ovviamente ad alta intensità energetica per il raggiungimento delle temperature di bollitura con elevati costi di lavorazione [29]. Una ricerca tra gli oli elencati in AFI dimostra che i Taila possono contenere da 2 a 73 piante medicinali e risulta quindi molto difficile eseguire uno studio preciso sugli oli medicati ayurvedici per stabilire come diverse metodiche di preparazione ad esempio influiscano sul totale contenuto di principi fitomedicinali derivanti dalla piante impiegate, per cui lo studio si è concentrato sull’influenza di diversi processi produttivi su tre piante medicinali rappresentative come le foglie di Neem (Azadirachtaa indica), gli steli di Manjista (Rubia cordifolia), il rizoma di Mulethi (Glycyrrhiza glabra) [29].

 

La preparazione degli oli per lo studio [29]

I Taila sono stati preparati aggiungendo un’erba per volta e usando solo Kalka e Kalka con Qwatha insieme, aggiungendo la seconda e la terza erba nella stessa sequenza ottenendo 14 campioni di oli preparati in condizioni diverse di miscelazione.

Sono state poi apportate diverse e significative modifiche al processo produttivo in relazione alla proporzione di Qwatha, al tempo di cottura, a cottura in bollitore aperto e in bollitore chiuso (diversità di pressione) ponendo come obiettivo che un olio ben cotto non debba presentare umidità residua (inferiore allo 0,1%).

Per la preparazione degli oli tutte le erbe indicate in farmacopea [24] sono state acquistate da commercianti locali e autenticate da un ricercatore botanico. Gli oli sono stati preparati in una piccola farmacia ayurvedica in un lotto di 1,5 litri ciascuno usando recipienti di acciaio inossidabile e cotti su stufe a gas sotto la supervisione di un medico ayurvedico (Vaidya).

Per valutare gli effetti della sola acqua sull’olio di sesamo è stato preparato un lotto di olio di “controllo”, chiamato “SO trattato con acqua”, aggiungendo all’olio di Sesamo un volume di acqua uguale a quello del decotto utilizzato in altri lotti, ma senza l’aggiunta di alcuna erba o massa pastosa di erbe. In nessuno dei lotti sono stati aggiunti antiossidanti o stabilizzanti esterni.

Un lotto di olio è stato preparato in una pentola a pressione per ridurre i tempi di cottura e ottenere l’eliminazione dell’acqua con una velocità maggiore, mentre per gli altri lotti la cottura avveniva esattamente secondo il processo AFI in recipienti aperti.

Gli oli finiti sono stati filtrati e imbottigliati in bottiglie di colore ambra poi tappate e conservate a temperatura ambiente. I campioni di questi lotti sono stati utilizzati per tutte le analisi.

Per la preparazioni di tutti gli oli è stato usato il medesimo olio di sesamo grezzo (appartenente allo stesso lotto).

Durante le preparazioni è stato osservato che la temperatura dell’olio durante il processo di cottura era ben al di sotto di 100°C, tranne che nell’ultima fase, in cui la maggior parte dell’acqua è evaporata, dove l’olio raggiunge i 105-110°C per un breve periodo.

Nel lotto invece in cui la cottura è avvenuta sotto pressione la temperatura è salita fino a 125°C.

 

Le analisi sugli oli ottenuti [29] 

Tutti i campioni di olio sono stati esaminati visivamente e valutati descrivendone colore e odore e sono stati quindi valutati analiticamente per proprietà fisico-chimiche come saponificazione e valori di iodio [24]. Per valutare elementi di degradazione dell’olio di sesamo per tutti i campioni sono stati misurati i valori di acido e perossido [25-26-27-28].

Tutti i campioni sono stati analizzati mediante tecniche standard di gascromatografia utilizzando standard di riferimento per determinare la composizione di acidi grassi nei Taila [25] e mappare eventuali cambiamenti nella stessa.

Per trovare la percentuale di componenti fitomedicinali che avrebbero potuto essere estratti nell’olio di sesamo SO, nella difficoltà di reperire una metodo o un solvente specifici e selettivi per l’estrazione in olio di questi bioattivi, è stata messa a punto una specifica metodica estrattiva idroalcolica per estrarli dagli oli cotti.

Tutti i campioni sono stati sottoposti a cromatografia HPTLC in particolare per la presenza di flavonoidi e sostanze alcaloidi.

 

Le conclusioni dello studio [29]

Lo studio riporta in forma tabellare le variazioni dell’aspetto visivo e olfattivo oltre ai valori dei principali parametri chimico – fisici, dei valori estrattivi, della composizione degli acidi grassi dei Taila in base alle diverse metodiche di preparazione.

Lo studio conclude che i diversi oli apparivano con un colore e un odore caratteristici rispetto alla pianta medicinale utilizzata ed emergeva una maggiore nota di bruciato nei campioni ottenuti utilizzando solo Kalka.

Analogamente i campioni dei Taila cotti sotto pressione mostravano una leggera nota bruciata.

Per tutti i campioni indipendentemente dalle condizioni di preparazione (proporzioni di Qwatha e assenza di Qwatha, variazioni del tempo di cottura) il valore di saponificazione ed i valore di iodio oscillavano in un intervallo normale intervallo se paragonati a quello dell’olio di sesamo grezzo.

L’olio di sesamo è caratterizzato da circa l’80% di insaturazione che si mantiene costante in tutti i Taila preparati indicando che l’esposizione alla temperatura non ha prodotto variazioni sui legami insaturi alterando così i livelli di insaturazione e che l’aggiunta delle altre sostanze erbali non ha formato alcun legame con i legami insaturi ma che le sostanze fitomedicinali si sono semplicemente dissolte in una certa misura nell’olio.

In tutti gli oli preparati vi è stato un fisiologico aumento del valore dell’acido.

Il valore di perossido mostrava variazioni significative e risultava più elevato nei casi dei Taila preparati con olio di sesamo e acqua, olio di sesamo e decotto, o in presenza di temperatura e pressione più elevate.

Le preparazioni con Qwatha hanno mostrato un aumento della quantità di componenti fitomedicinali disciolti negli oli rispetto a quelle con solo Kalka.

È interessante notare che, nonostante la cottura con le erbe, l’olio di sesamo non dimostra cambiamenti nella sua composizione in acidi grassi che sono risultati nell’intervallo normale dell’olio di sesamo grezzo.

Un’attenta visualizzazione dei profili HPTLC dei bioattivi fitomedicinali presenti nei Taila mostra alcuni risultati indicativi infatti, nonostante i picchi quantitativi dei bioattivi risultino somiglianti per le varie metodiche di preparazione dei Taila, in particolari condizioni di separazione analitica, risultano avere un’intensità maggiore quando l’olio viene cotto con Qwatha rispetto a quando l’olio viene cotto con solo Kalka.

L’osservazione dell’area sotto la curva di picco HPTLC a 10 minuti RT (che è indicativa della quantità della sostanza bioattiva analizzata) risulta maggiore per i Taila preparati sia con Kalka che con Qwatha rispetto a quelli preparati solo con Kalka.

Lo studio osserva inoltre che nonostante la cottura in presenza di decotto acquoso, l’olio di sesamo non ha mostrato un aumento elevato del valore di perossido indicando che non ha subito un danno ossidativo, mentre ha evidenziato che, nelle stesse condizioni, l’olio di sesamo subisce un naturale reazione idrolitica indicata da un aumento del valore di acidità che tuttavia rimane nell’intervallo accettabile.

Gli autori dello studio hanno ipotizzato che l’assenza di modificazioni ossidative nell’olio di sesamo sia da attribuire alla presenza di sostanze in esso naturalmente presenti come sesamolo e sasamina [26] ed anche grazie alla dissoluzione in esso di sostanze derivanti dai fitomedicinali che contribuiscono con ulteriore proprietà stabilizzanti.

Lo studio dimostra anche che l’olio preparato con Qwatha concentrerebbe in se stesso maggiori quantità dei componenti estrattivi fitomedicinali.

Lo studio suggerirebbe anche che una mirata gestione delle proporzioni di Qwatha potrebbe essere utile per ridurre i tempi di cottura con conseguente risparmio di energia.

22. Malik V. Drugs and Cosmetic Act 1940. 16th ed. Lucknow: Eastern Book Company; 2003. p. 4.
23. Anonymous. The Ayurvedic Formulary of India, Part-I. 2nd ed. New Delhi: Government of India Ministry of Health & FW; 2003. pp. 123–56.
24. Indian Pharmacopoeia; Government of India. New Delhi: Ministry of Health& FW; 1996. pp. A50–2.
25. Indian Standards. Methods of Sampling and Test for Oils and Fats Part I; 1964. UDC. 665.3:543.
26. Kamal-Eldin A, Yousif G. A furofuran lignan from Sesamum alatum. Phytochemistry. 1992;31:2911–5.
27. Specification for Sesame Oil IS: 547-1968. New Delhi: Indian Standards Institution; 1990. Jan,Amendment No 3.
28. Weiss EA. Castor, Sesame and Safflower. London: Leonard Hill; 1971. p. 385.
29. Lahorkar, P., et al. “A comparative evaluation of medicated oils prepared using ayurvedic and modified processes.” Indian journal of pharmaceutical sciences 71.6 (2009): 656.

A cura della direzione scientifica di Benefica

Indian journal of pharmaceutical sciences 71.6 (2009): 656. PubMed 

“A COMPARATIVE EVALUATION OF MEDICATED OILS PREPARED USING AYURVEDIC AND MODIFIED PROCESSES.” 

Lahorkar P(1), Ramitha K, Bansal V, Anantha Narayana DB. 

Author information:

1 Herbal Research Laboratory, Hindustan Unilever Research Centre, 64 Main Road, Whitefield, Bangalore-560 066, India.

 

ABSTRACT

Medicated oils prepared using process as mentioned in Ayurveda are used for external and internal administrations to treat various disorders. Taila pak vidhi provides detailed description of such processes. Medicated oils are prepared by prolonged cooking of sesame oil with pasty mass of herbs and decoction of herbs in presence of large quantity of water. We report preliminary findings of physicochemical and chromatographic profiles of changes brought out by such processes and the role of each component. Changes observed when the processes were altered to deviate from those prescribed in Ayurveda are also reported.

 

Keywords Shalaparni, Desmodium gangeticum DC. Aphrodisiac, Cardio-protective, Anti-inflammatory

DOI: 10.4103/0250-474X.59548
PMCID: PMC2846471
PMID: 20376219  

 

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