Newsletter Ayurveda nr. 69 – Novembre 2021

Newsletter n° «69»

Novembre 2021

PROFILI DI PRODOTTO: Brahmi Taila


Origini, formulazioni, interazioni con l’organismo, piante medicinali.

 

La newsletter

Brahmi taila è un olio medicato di largo uso nella medicina Ayurvedica e la sua composizione originale è rintracciabile già in Charaka. In Ayurveda Brahmi taila è ritenuto un olio medicato elettivo utilizzato per trattamenti specifici utili a favorire la pacificazione mentale (es. manifestazioni ansiose generalizzate, stress, insonnia) e per favorire salute e benessere di capelli e cuoio capelluto. Attualmente vengono commercializzate nel mondo diverse formulazioni di questo taila medicato che, tuttavia, a secondo della regione d’origine e dei diversi produttori possono essere diverse per composizione. La newsletter si focalizza sulle possibili differenze di formulazione di Brahmi taila e sulla sua possibile interazione con l’organismo. La newsletter tratteggia inoltre il profilo dei componenti contenuti nella formulazione di Brahmi Taila selezionata e proposta da Benefica®, proponendone i razionali di associazione e di scelta per la formulazione del taila.

 

Brahmi Taila: il nome

Il nome Brahmi Taila viene ricondotto al termine “Brahmi” che è una parola sanscrita derivata da “Lord Brahma” o “Brahman”. Lord Brahma è la divinità responsabile di tutte le forze creative del mondo e Brahman è il nome indù dato alla coscienza universale. “Brahmi” significherebbe letteralmente l’energia (o “Shakti”) di Brahma. [16] [43] [11]

Il nome del taila può quindi riferirsi intrinsecamente alle sue generali indicazioni d’uso per le procedure volte a promuovere chiarezza, vigoria e pacificazione mentale grazie al principale farmaco erbale contenuto nella formulazione che, già dalle formulazioni più antiche, è appunto “Brahmi” (Bacopa monnieri Linn.). A Bacopa monnieri l’Ayurveda attribuisce la capacità di aprire la porta della piena coscienza. [10]

Per correlazione con le qualità della divinità da cui origina il nome, questa pianta è sempre stata considerata come di primaria importanza medicinale. Gli antichi medici e saggi ayurvedici, hanno infatti ampiamente descritto il ruolo della pianta medicinale Brahmi nel promuovere Medhya (intelletto), Ayushya (longevità), Rasayana (ringiovanimento), Prajnasaktivardhana (potere intellettuale), Hrdaya (Cuore), Majjadhaty Rasayana (ringiovanimento del sistema nervoso), Balya (forza, specialmente della mente), Jivaniya (energia vitale), Nidrajanana (sonno), Dhana (ricchezza), Svara (voce), Varna (carnagione) e Anuloma. [42]

Nella Medicina ayurvedica l’uso medicinale di Bacopa monnieri ricorre nel trattamento di Unmadahara (malattia mentale), Unmada (follia), Alaksmi (sventura), Apasmara (epilessia), Papa (azioni malvagie), Krtya (magia nera), Ruk (dolore) e Manasavikara (disturbi mentali) ed analogamente nel trattamento di Kustha (lebbra/malattie della pelle), Pandu (anemia), Meha (diabete), Asra Vikara (disturbi del sangue), Kasa (tosse), Visa (veleno), Sopha (edema), Jwara (febbre), Vatahara (disturbi di vata). [33] [37] [42] [17]

 

Brahmi taila: dalle origini alle formulazioni attuali

Riferimenti a preparazioni contenenti “Brahmi” sono citati in diverse fonti ayurvediche e possono riferirsi a formulazioni contenenti Bacopa monnieri Linn (Brahmi) [46] [40] [1] oppure Centella asiatica Urban (Mandukaparni). [2] [45]

In India infatti, in alcune zone, il nome “Brahmi” può indicare tradizionalmente non solo la pianta Bacopa monnieri L. ma anche la pianta Centella asiatica Urban (Mandukaparni) probabilmente per apparente somiglianza nelle azioni medicamentose nervine, pro-mnemoniche/cognitive, poiché non esistono analogie botaniche tra le due piante. Fin dalle origini dell’Ayurveda tuttavia gli antichi autori come Charaka, Sushruta e Vagbhata hanno fatto riferimento a Brahmi e Mandukaparni come due erbe diverse. [27]

Successivamente, nel XVI secolo si creò confusione quando Bhavaprakasha e Hemadri identificarono anche Mandukaparni come “Brahmi”. [47] [27] Da allora, Centella Asiatica (Gotu Kola o Mandukaparni) è stato conosciuto anche come Brahmi, in particolare nell’India settentrionale. [47]

In India è tutt’ora possibile sentire chiamare Centella asiatica “Brahmi del nord “e Bacopa monnieri “Brahmi del sud” tuttavia “The Ayurvedic Formulary of India” stabilisce che Bacopa monnieri L. è “Brahmi” e Centella Asiatica U. è “Mandukaparni”. [42] Uno studio critico di fitochimica comparativa, farmacologia e proprietà terapeutiche di queste due piante medicinali, ne ha dimostrato la chiara distinzione. [27] Nell’uso tradizionale Brahmi è stato utilizzato più come stabilizzatore/pacificatore ad esempio nelle malattie mentali come la follia e l’epilessia, mentre Mandukaparni è stato utilizzato più come tonico generale del cervello, anche se questa pianta medicinale possiede un’azione anche in parte ansiolitica. [54]

Un altro studio pubblicato nel 2012 ha dimostrato che queste due erbe hanno mostrato differenze significative anche nei loro valori antiossidanti che ne ipotizzano l’uso nel trattamento dei disturbi neurologici causati dai danni dei radicali liberi. [20] Brahmi promuove la fertilità e favorisce il concepimento mentre Mandukaparni può essere abortivo. Entrambi sono usati per le malattie della pelle ma i loro effetti terapeutici sono diversi. [27] Inoltre, a differenza di Brahmi, Mandukaparni è un diuretico più potente. [40]

Nelle fonti storiche si ritrovano riferimenti ad una formula originaria di Brahmi taila preparato con estratto da foglie (o pianta intera) di Bacopa monnieri L. e olio di sesamo o olio di cocco; inoltre la chiara distinzione tra Brahmi e Mandukaparni, suggerirebbe che il nome “Brahmi taila” dovrebbe indicare un taila contenente Bacopa monnieri, tuttavia, data la storicità e la diffusione ”, in certe zone dell’India, anche della formula contenente Centella asiatica, anche per essa può ritovarsi il nome “Brahmi taila” pur trattandosi di formula diversa. Come per altri Taila medicati, le formulazioni di “Brahmi taila” attualmente disponibili possono presentare diversità di formulazione a seconda delle scelte del produttore e dell’area geografica d’origine. Queste differenze possono consistere, per Brahmi taila, nella presenza di Centella asiatica al posto di Bacopa monnieri e nell’aggiunta oltre all’olio base (Sesamo o Cocco), di altre piante medicinali (spesso molto diverse a seconda dei produttori). Sulla base di queste formulazioni originarie sono state perfezionate successivamente altre varianti di formulazione con l’aggiunta di altre piante medicinali o aromatizzanti che caratterizzano il Taila medicato ottenuto. Le formulazioni di “Brahmi taila” attualmente disponibili possono essere considerate come “formulazioni avanzate” basate sulla formulazione originaria che successivamente è stata modificata dagli studiosi ayurvedici, nel corso della storia, per ottimizzarne il profilo. In Brahmi taila come olio base può essere presente sia olio di Cocco sia olio di Sesamo che, pur con diversità, sono ritenute sostanze oleose ideali anche per l’azione di pacificazione mentale e la cura di pelle e capelli; entrambi gli oli sono buoni veicolanti di altre sostanze attraverso la pelle e su di essa svolgono azioni positive. L’olio di Sesamo contiene otto aminoacidi essenziali, importanti per il cervello e quindi consigliabile per il massaggio alla testa e come olio per capelli. La sua natura pesante, astringente e riscaldante lo rende ideale nei disturbi mentali di Vata e risulta indicato per lo stress mentale. L’olio di sesamo inoltre contrasta il gonfiore, previene l’ingrigimento e dona forza ai capelli. L’olio di cocco, è relativamente leggero e rinfrescante; la sua presenza in una formulazione la rende ideale nei disturbi di Pitta; l’olio di cocco viene ritenuto molto adatto per il massaggio del cuoio capelluto e un eccellente tricotrofico. [52] [53]

La miscelazione di ulteriori e specifiche piante medicinali a Bacopa monnieri e olio di Sesamo/Cocco consente sinergie dei bioattivi che possono conferire al taila finito sfumature ideali per i diversi usi come ad esempio la cura dei capelli, della pelle o l’impiego nelle specifiche procedure ad azione sul sistema nervoso o sulla mente. Ad esempio associazione di Glycyrrhiza glabra, Vetiveria zizanioides, Coleus vettiverodies cone Bacopa monnieri consente di ottenere un taila ad azione idoneamente bilanciata sui disturbi Pitta-Vata. Glycyrrhiza glabra, Vetiveria zizanioides e Coleus vettiverodies posseggono significative qualità “rinfrescanti” che controbilanciano la natura riscaldante dell’olio di Sesamo e sinergizzano in modo ideale con Bacopa monnieri nell’azione mentale/nervina e in quella a favore di pelle e capelli. Tra le piante medicinali che in Brahmi taila possono comunemente essere associate, secondo diversi razionali, a Bacopa monnieri, si possono trovare: Glycyrrhiza glabra, Vetiveria zizanioides, Coleus vettiverodies, Eclipta alba, Emblica officinalis, Santalum album, Terminalia chebula, Cinnamomum tamala, Nardostachys jatamansi, Eclipta prostrata, Aerva lanata, Yastimadhu, Anjanam, Karpuram, Celastrus paniculata, Tinospora cordoglia.

 

Brahmi taila: interazioni con l’organismo

Come noto in Ayurveda i Taila vengono considerati sostanze principali ed importanti in diversi trattamenti i cui effetti benefici vengono tuttavia ricondotti al trattamento nel suo complesso per sinergia armonica di tecnica di procedura, sostanze impiegate e “energia” consapevole dell’operatore stesso. Nel contesto di questa visione risulterebbe pertanto riduttivo cercare di spiegare l’azione di Brahmi taila, nelle diverse procedure, attraverso una visione esclusivamente farmacologica e meccanicistica tuttavia è possibile proporre alcune osservazioni sull’azione, soprattutto analizzandone l’interazione con l’organismo a partire dalla primaria considerazione che Brahmi taila è un olio medicato generalmente applicato su diverse aree esclusivamente della testa che anatomicamente rappresentano ideali aree di assorbimento di sostanze appositamente formulate.

L’azione di Brahmi taila sull’organismo è riconducibile all’interazione con esso, grazie alle diverse procedure di applicazione, dei sui componenti erbali complessati e veicolati dall’olio di Sesamo o dall’olio di Cocco cioè da una sostanza “Sneha”. Secondo quanto tradizionalmente tramandato dall’Ayurveda e come confermato dalla letteratura scientifica, i Taila medicati possono agire beneficamente sull’organismo in modo complesso tuttavia la natura lipofila della loro componente oleosa spiega facilmente come i componenti erbali in essa miscelati possano esercitare effetti locali attraverso la pelle (es. antinfiammatori, antisettici, analgesici, nutrienti, rinfrescanti, idratanti, antiossidanti). Tuttavia le specifiche procedure ayurvediche, che prevedono l’impiego di Brahmi, e che sono mirate ad azioni toniche/nervine e alla pacificazione dell’iperattività del sistema nervoso, suggeriscono che Brahmi taila possa agire anche con un’azione più “profonda”; le singole procedure infatti consentirebbero e favorirebbero la possibile azione farmacologica, delle piante medicinali presenti nell’olio, su specifici tessuti e organi, attraverso l’assorbimento da parte del torrente circolatorio.

Questa “azione profonda” di Brahmi taila potrebbe essere spiegata attraverso alcune osservazioni, che sulla base della sua formulazione, zona di applicazione e modalità di applicazione, ne spiegherebbero una possibile azione anche in parte sistemica, pur nell’evidenza che i farmaci erbali, come qualunque farmaco, dimostrano un diverso assorbimento e azioni diverse a seconda della via di somministrazione (topica, orale, inalatoria, infusionale, etc.).

Una prima osservazione oggettiva è che Brahmi taila è innanzitutto una preparazione oleosa (Sneha) che, da un punto di vista tecnico farmaceutico, analogamente a creme, unguenti, impiastri, polveri, lozioni e spray, può veicolare un farmaco; queste preparazioni consentono un effetto locale (se il farmaco non viene assorbito) ed anche un effetto sistemico (se il farmaco viene assorbito); nel caso degli oli questo avviene grazie alla loro natura altamente lipofila. Grazie quindi alla lipofilia e alle aperture che si trovano sulla cute, per esempio i follicoli piliferi o le ghiandole sudoripare, un farmaco, in idonee condizioni, riesce a passare attraverso la cute (via di derivazione). Una volta che il medicinale passa nel derma viene immesso nel circolo sanguigno determinando una variabile biodisponibilità del farmaco stesso. È questo il caso di numerosi farmaci di sintesi che vengono somministrati, per diverse ragioni, attraverso la pelle e non per via orale.
Come noto l’interazione di un farmaco con la pelle è influenzata da numerosi fattori quali: tipo di formulazione e quantità della stessa, caratteristiche chimico-fisiche del farmaco, stato della pelle, variabilità dello spessore della pelle, permeabilità della regione cutanea (più piccolo è lo spessore maggiore sarà la permeabilità e viceversa); questi fattori possono spiegare come anche un preparato erbale, specificatamente formulato, possa esercitare probabili azioni farmacologiche anche “profonde” quando applicato attraverso la pelle, sulla base del tipo di trattamento, della quantità del preparato, del periodo di trattamento, dei tempi di trattamento, posizione del trattamento e di altri fattori (temperatura, etc.). [24]

Secondo questi principi che ne regolano le dinamiche, il possibile assorbimento profondo di alcuni taila, applicati su alcune specifiche aree del corpo è analogo a quello di molti preparati somministrati per via transdermica. Per quanto riguarda la posizione dell’applicazione cutanea, le aree con gli strati epidermici più sottili si rivelano le migliori aree ad esempio di assorbimento transdurale. Queste località includono viso (fronte), cuoio capelluto, collo e polso; [32] [39] in particolare l’area del cuoio capelluto è una eccellente area di assorbimento e l’applicazione di sostanze sul cuoio capelluto/testa è generalmente ritenuta molto attiva. Poiché Brahmi taila viene prevalentemente impiegato sulla testa con le procedure Shiro Abhyanga, Shiro Pichu, Shirodhara, Shirobasti e poiché questi trattamenti sono tecnicamente normati da specificità della posizione di applicazione, tempo di applicazione, per il periodo di trattamento, quantità del taila da impiegare, è ipotizzabile che attraverso queste procedure i bioattivi contenuti nel Taila, possano agire anche attraverso un possibile assorbimento “profondo”. Un supporto a questa ipotesi è offerto dall’ articolo di Jayantkumar e Bhatnagar: “Anatomic explanation of absorption of sneha dravya in sirobasti karma” (AYUSHDHARA.2016) che spiega questo possibile meccanismo d’azione per Shirobasti con Brahmi taila. L’articolo premette come già gli antichi studiosi ayurvedici abbiano descritto la testa come una “radice” del corpo e come abbiano ben inquadrato le malattie legate a “Shira” (testa). Infatti secondo Acharya Sushruta in questa regione ci sono 37 Marma (punti vitali) che ne indicano la sua importanza. Per le malattie di “Shira” l’Ayurveda prevede diversi trattamenti come, Shirobasti, Shirodhara, Shiroabhyanga, Pichu e Nasya; l’articolo spiega come il percorso d’assorbimento dell’olio medicato, per alcune di queste procedure, possa essere compreso attraverso la conoscenza dell’anatomia della testa ed in particolare del cuoio capelluto. [24]

Come noto infatti esistono tre meccanismi di distribuzione transdermica; la via intracellulare, la via intercellulare e il percorso di derivazione. Nella distribuzione della via intracellulare le molecole passano direttamente attraverso le cellule dello strato corneo. Nella via intercellulare le molecole passano tra gli spazi intercellulari. Nella terza via di distribuzione (derivazione) le molecole passano attraverso strutture che hanno origine nel derma e si estendono per l’intera altezza dell’epidermide, come le ghiandole sudoripare, le ghiandole sebacee e i follicoli dei capelli. L’area del cuoio capelluto e del viso sono ottime posizioni per assorbimento perché queste aree sono abbondanti di ghiandole sudoripare, ghiandole sebacee e follicoli piliferi. [32] [39]

In particolare il cuoio capelluto è formato da cinque strati: pelle, fascia superficiale, aponeurosi, tessuto areolare lasso e pericranio. L’olio applicato attraverso le diverse procedure viene assorbito trasversalmente nel cuoio capelluto attraverso la pelle. Il tessuto connettivo del cuoio capelluto è ricco di vasi sanguigni e nervi. Nel tessuto areolare lasso del cuoio capelluto, sono presenti vene emissarie, queste vene sono prive di valvola e collegano le vene superficiali del cuoio capelluto con le vene diploiche delle ossa del cranio che drena nei seni intracranici. Con la conoscenza di questo sistema di drenaggio venoso del cuoio capelluto possiamo spiegare gli effetti profondi ad esempio della terapia Shirobasti. L’assorbimento transdermico è influenzato da fattori quali la superficie dell’applicazione, la posizione dell’applicazione cutanea, il tempo di esposizione, temperatura, sostanze utilizzate per l’applicazione e relativa dimensione molecolare. [30] [18] [5] [12]

Sneha Dravya (sostanze grasse/oleose) sfruttano specifiche caratteristiche chimiche di oli e grassi (acidi grassi vegetali e animali) al fine della somministrazione e dell’assorbimento di altre sostanze. Gli acidi grassi a catena corta e media sono ideali al fine dell’assorbimento attraverso la pelle e sono presenti nel burro chiarificato, nel latte e in altri oli naturali [12] per questo motivo gli Acharya ayurvedici hanno selezionato oli naturali, latte e burro chiarificato per le procedure su Sira. [24] Non tutti i bioattivi delle piante medicinali possono raggiungere una rilevabile biodisponibilità quando somministrati attraverso la pelle per cui ad alcune piante medicinali vengono attribuite specifiche azioni locali che possono essere diverse dalle azioni sistemiche.

 

Benefica®- Brahmi Taila

La formulazione “Brahmi Taila” a base di Olio di Sesamo e estratti di Bacopa monnieri L., Glycyrrhiza glabra L., Vetiveria zizanioides Linn. Nash, Coleus vettiverodies K.C. Jacob è una pregiata formulazione tradizionale perfezionata nel Kerala; essa si fonda sulla più antica formula originaria a base di estratto di Bacopa monnieri e olio di Sesamo ai quali sono stati aggiunti gli estratti di altre piante medicinali opportunamente selezionate secondo il loro uso in Ayurveda. Questa esclusiva formulazione di Brahmi taila consente ai suoi componenti specifici di agire sui dosha Pitta e Vata in modo “bilanciato” e lo rende ideale sia per trattamenti specifici, mirati ad agire sulla sfera del sistema nervoso e dei delicati organi di senso, sia per quelli condotti su pelle, cuoio capelluto e capelli.

Gli estratti erbali infatti dimostrano tradizionalmente sia azioni di pacificazione e regolazione delle attività cerebrali (eretismo mentale, ansia, tensione, stress, insonnia, disforia, etc.) sia azioni trofiche nutrienti e conservative di capelli, del cuoio capelluto e della pelle (diradamento dei capelli, ingrigimento precoce, forfora, prurito, infiammazione, etc.); la formulazione si distingue infatti per l’esclusiva miscelazione sinergica, in olio di Sesamo, di 4 estratti di piante medicinali specifiche e note, secondo uso tradizionale e letteratura scientifica, per l’azione nervina, tricotrofica e dermotrofica. Questa formulazione si connota anche per un profilo particolarmente rinfrescante ed al contatto risulta morbido e delicato, con una piacevole profumazione persistente dovuta alla presenza del pregiatissimo olio di Vetiver; l’azione particolarmente rinfrescante, dovuta alla copresenza di Vetiveria zizanioides , Coleus vettiverodies e Glycyrrhiza glabra, bilancia la natura riscaldante della base oleosa dell’olio di Sesamo; per questi motivi questa specifica formulazione risulta ben equilibrata nella sua efficienza sia nei disturbi di Vata che nei disturbi di Pitta. Questa specifica formulazione di Brahmi taila, generalmente applicata solo sulla testa, risulta adatta per Shiro Abhyanga, Shiro Pichu, Shirodhara, Shirobasti nei disturbi Pitta – Vata. [21]

Brahmi taila non deve essere ingerito. Le proprietà “Sneha” di questa formulazione di Brahmi taila derivano dalla presenza dell’olio di Sesamo; la presenza nella formulazione di elevati quantitativi di sostanze antiossidanti la rende altamente resistente ai fenomeni ossidativi. Questa formulazione di Brahmi taila appare di colorazione giallo-ambrata (a volte anche con sfumature tendenti al rossastro) che è determinata dall’elevata quantità dell’estratto di Bacopa monnieri che all’estrazione appare di colore marrone-verdastro; la profumazione risulta persistente e tipica del Vetiver (gelsominoide); la densità risulta medio-fluida al tatto. Altre variabili chimico fisiche (pH, valore di iodio, etc.) sono influenzate dalle forme estrattive degli altri ingredienti tuttavia nelle formulazioni di elevata qualità questi parametri vengono certificati come conformi agli standard ottimali per una per la stabilità e la buona conservazione dell’olio nel tempo.

 

Benefica®Brahmi Taila: i componenti per il benessere della pelle e dei capelli

L’azione di Brahmi sulla pelle è riconducibile alla sinergia dell’insieme dei suoi componenti che sono noti per diverse azioni farmacologiche e nutrienti; l’azione del taila su pelle e capelli è prevalentemente regolato dall’interazione locale della formulazione con la struttura anatomica di pelle e cuoio capelluto. Secondo l’Ayurveda, capelli e unghie sono Upadhatu del metabolismo osseo. In alcuni individui, la pelle è molto sensibile ai cambiamenti stagionali e a fattori come freddo, caldo, cosmetici e shampoo ecc., ecco perché queste persone sono ad alto rischio di disturbi come la forfora. In Ayurveda la forfora (Darunaka) fa riferimento alle malattie minori (kshudra roga-Sushrutha; kapala roga – Vagbhata) ed i sintomi principali sono: Keshachyuti (caduta dei capelli), Kandu (sensazione di prurito sul cuoio capelluto), Twaksputana (screpolature della pelle), Daruna (secchezza seguita da screpolature nel cuoio capelluto, Daha (sensazione di bruciore), Gaura (pesantezza) e Toda (sensazione di pizzicore). La forfora è causata da squilibrio dovuto ai Dosha di cui sono principalmente coinvolti Pitta e Vata. Le condizioni come la forfora possono essere gestite con un approccio globale come la dieta, Panchakarma insieme a medicinali interni. Tra le procedure Panchakarma vengono raccomandate: Snehana di testa e del cuoio capelluto con olio caldo, soprattutto se fatto con olio medicato con erbe Keshya, che nutre i capelli e il cuoio capelluto, alleviando la secchezza del cuoio capelluto e migliorando la circolazione. L’applicazione di olio per capelli medicato migliora il nutrimento al cuoio capelluto che aiuta a mantenere i capelli lunghi, lucenti, forti e folti. Olio di noce di cocco o olio di sesamo, infusi con erbe come Brahmi (Bacopa monnieri), Bhringaraj (Eclipta alba) Amalaki (Emblica officinalis), aiutano a mantenere il colore e la lucentezza dei capelli. Tra gli oli medicati raccomandati per il trattamento della forfora troviamo: Bhringaraja Taila, Triphaladya Taila e Brahmi Taila. [14]

– L’estratto di foglie o pianta intera di Bacopa monnieri (Brahmi), a livello topico, è noto, nel suo uso tradizionale, per il trattamento di problemi e inestetismi della pelle, in particolare nei casi di ulcere cutanee, eczemi e psoriasi, perché favorisce il ripristino del pH superficiale e decongestiona i tessuti aiutando il recupero dalle lesioni, grazie anche all’elevato contenuto di vitamina C; gli estratti fluidi di Bacopa monnieri sono infatti anche tradizionalmente impiegati anche per il trattamento di arrossamenti e per le scottature di origine solare o da frizione, poiché contribuiscono con un immediato sollievo, decongestionando e riducendo il senso di prurito e il dolore in generale. [22] Alcuni studi mostrano che l’uso dell’olio Brahmi rende la pelle liscia e sana e, se applicato su una ferita, può ridurre la comparsa di cicatrici. [48] L’elevato contenuto di vitamina C presente nell’estratto di Bacopa monnieri lo rende particolarmente utile anche per il trattamento topico di problemi di esfoliazione cutanea ed in particolare della forfora; aiuta infatti a riequilibrare la cute e ad eliminare le cellule morte, svolgendo anche una blanda funzione antisettica che limita gli effetti negativi degli acari della pelle e della flora batterica, che spesso si accompagna a questo problema. L’azione positiva degli estratti fluidi di Brahmi sui capelli, oltre a combattere la forfora, è quella di aiutare inoltre a prevenire l’ingrigimento prematuro dei capelli, diradamento dei capelli, la calvizie, la caduta dei capelli, l’irritazione del cuoio capelluto e il prurito. [23] [25] Gli alcaloidi presenti nell’olio Brahmi sono i composti bioattivi ritenuti responsabili dei suoi effetti sulla crescita dei capelli insieme alle vitamine e all’apporto di calcio; l’olio di Brahmi riesce a nutrire i follicoli fornendo molte sostanze energetiche utili alla ricrescita dei capelli. Per questi motivi l’olio di Brahmi è particolarmente apprezzato nel trattamento dei capelli ricci, perché a causa dei trattamenti che spesso subiscono per mantenerne il volume intatto, tendono ad indebolirsi e con l’andare degli anni a perdere elasticità e volume. [22] Gli estratti di Brahmi agendo sulla vitalità dei follicoli stimolerebbero la crescita di capelli più grandi e solidi alla base. Tra le sostanze naturali utili per i capelli gli estratti di Brahmi sono quelli che agiscono più a fondo, direttamente al livello dei follicoli, nei problemi di caduta e di debolezza dei capelli e per questo motivo hanno una maggiore azione rispetto ai prodotti che agiscono solo i fusti. Con l’olio di Brahmi i capelli risultano anche meno soggetti agli effetti dell’apertura delle squame a causa del caldo intenso del phon, che è uno dei motivi principali per i quali si riducono il volume della capigliatura e la sua elasticità. [22]

– Gli estratti di radici liquirizia Glycyrrhiza glabra Linn. (Yashti-madhuh/ Madhuka), per uso esterno, sono stati tradizionalmente impiegati per positive azioni sulla pelle come quella antibatterica, antifungina, antinfiammatoria, antiossidante, e sono tradizionalmente utilizzati per la gestione di eczemi, herpes e herpes zoster. [26] L’estratto di liquirizia è conosciuto anche come un efficace schiarente dei pigmenti della pelle. È l’agente schiarente più sicuro conosciuto con meno effetti collaterali. L’estratto etanolico di Glycyrrhiza glabra dimostra di migliorare le proprietà viscoelastiche e di idratazione della pelle. L’effetto sinergico delle proprietà protettive UV, antiossidanti e antinfiammatorie dell’estratto di liquirizia sono ritenute essere responsabili degli effetti benefici sulla pelle. [13] In uno studio l’estratto idroalcolico di liquirizia ha mostrato una buona attività di promozione della crescita dei capelli. Il confronto tra l’estratto di liquirizia e il farmaco standard utilizzato (Minoxidil 2%) ha mostrato che una concentrazione del 2% di estratto di liquirizia ha mostrato una migliore attività di stimolazione della crescita dei capelli rispetto al 2% di Minoxidil. Pertanto, dopo analisi di efficacia e sicurezza, si è concluso che la liquirizia possiede una significativa capacità di promozione della crescita dei capelli e può essere tranquillamente utilizzata come ingrediente in formulazioni a base di erbe nel trattamento di vari tipi di alopecia. [13]

– L’olio di Vetiveria zizanioides Linn Nash (Vetiver/Khas/Khas-Khas/ Ushir) è uno dei più preziosi estratti tradizionalmente impiegato nella medicina ayurvedica ed oggi in profumeria, nell’industria dei saponi e dei cosmetici, e dalle aziende farmaceutiche come antimicrobico e antimicotico naturale; è dotato di una significativa azone rinfrescante. Nell’uso tradizionale l’olio di Vetiver è stato lungamente impiegato per uso esterno per alleviare reumatismi, lombalgia, cefalea, dolori da distorsione. Studi farmacologici concludono che l’olio di Vetiver mostra anche azioni fungicide, battericide e antimicotiche antiossidanti e antinfiammatorie. [35] Uno studio condotto su fibroblasti dermici umani, sui quali è stato indotto un processo infiammatorio per imitare la biologia della malattia dell’infiammazione cronica e della fibrosi, ha concluso che alcuni estratti e l’olio essenziale di Vetiver agiscono positivamente su 17 proteine importanti coinvolte nel rimodellamento cutaneo tissutale. [19] “khus” (il distillato di Vetiveria zizanioides) è compreso tra alcuni preparati ayurvedici tradizionalmente consigliati per alleviare i sintomi delle dermatosi. [43]

– Il Coleus vettiveroides K.C. Jacob (Hrivera) è una fitomedicina importante nei sistemi di medicina tradizionale in India. Le sue radici sono incluse nell’elenco dei singoli farmaci erbali del Formulario Ayurvedico dell’India, e sono chiamate “Hrivera” (in Sanscrito) mentre nel Formulario Siddha sono chiamate “Kuruver” (in Tamil). Hrivera è comunemente presente in Taila e Lepa da applicare sulle zone doloranti. Hrivera viene solitamente aggiunto in formulazioni contenenti oli essenziali con note proprietà emollienti e analgesiche. [34] L’olio essenziale è molto noto per le sue proprietà rinfrescanti. Gli estratti della radice vengono tradizionalmente impiegati anche per promuovere la crescita dei capelli e nel trattamento coadiuvante di allergie. L’olio estratto dalle radici è usato per il trattamento di bruciore agli occhi, lebbra, malattie della pelle. L’estratto è contenuto anche in Mahanarayana thaila. [50]

 

Benefica®Brahmi Taila: i componenti ad azione “mentale e nervina”

Come noto Brahmi taila è un olio medicato ayurvedico elettivo per alcune procedure di gestione di diverse problematiche riconducibili alla sfera del sistema nervoso e mentale (eretismo mentale, ansia, tensione, stress, insonnia, etc.). La scelta di Brahmi taila per queste specifiche procedure deriva dalla sua composizione di piante medicinali note in Ayurveda per la loro azione mentale /nervina che è stata osservata in parte, nell’antichissimo uso tradizionale, anche quando applicate attraverso la pelle. Di seguito vengono riportate le azioni mentali/nervine dei principali ingredienti di Benefica® – Brahmi taila.

– Bacopa monnieri L. è uno dei più importanti fitofarmaci contenuti nella formulazione di Brahmi taila. A questa pianta medicinale, quando somministrata per via orale, la Medicina ayurvedica attribuisce una generale e significativa funzione tonica -regolatrice e pacificante dell’attività mentale che si dice sia legata alla capacità di aprire la porta della piena coscienza. Effetti simili sono stati osservati anche per specifici trattamenti esterni condotti con taila contenenti Bacopa monnieri. Gli estratti di Brahmi sono oggi attualmente molto studiati come integrazione per sostenere memoria, l’apprendimento, trattare la tensione, la depressione e altri problemi importanti come malattie cardiovascolari, gastrointestinali, epatiche, neurologiche e problemi respiratori. Vi sono anche studi che suggeriscono un potenziale integrativo di Bacopa monnieri nella malattia di Alzheimer; il tè Joyawake (una combinazione di B. monnieri e Camellia sinensis) è usato come tonico nervino. Brahmi è stato molto studiato anche per azioni pro nervine antiossidanti. Le piante di Bacopa monnieri contengono varie sostanze fitochimiche come alcaloidi, flavonoidi, glicosidi e saponine. Altri importanti costituenti presenti in questa pianta sono bacosidi e bacopasidi ritenuti tra i principali responsabili delle sue proprietà medicinali. [10] Brahmi contiene diversi composti bioattivi che possono aiutare ad alleviare il mal di testa e offrire azioni anti-ansia e anti-stress. [38] Uno studio ha dimostrato che lo shirodhara con olio di Brahmi può essere utile per il trattamento dell’insonnia da lieve a moderata. [51] L’olio di Brahmi è tradizionalmente impiegato in trattamenti coadiuvanti nella gestione di disturbi, come l’epilessia, il morbo di Alzheimer e la schizofrenia. [29] Brahmi inoltre è noto per azioni pro-nervine di natura antinfiammatoria e antiossidante. [10]

– Glycyrrhiza glabra Linn è una pianta medicinale molto nota in Ayurveda. Nelle sue forme estrattive si ritrovano saponine triterpenoidi, flavonoidi, cumarine che sono responsabili di numerose azioni farmacologiche tra le quali quella antidepressiva, spasmolitica (potente rilassante uterina), rinforzante della memoria e dell’apprendimento, antiossidante; la liquirizia è un ingrediente importante nei Taila impiegati nei trattamenti ayurvedici coadiuvanti nella gestione di epilessia, paralisi, reumatismi, malattie emorragiche. [26] [4] L’azione di estratti di Liquirizia sulla memoria e l’apprendimento sono stati studiati nel ratto in un modello di evitamento (Plus maze test); in questo studio tre diversi dosaggi di estratto acquoso di radici di Liquirizia, somministrati per via orale per 7 giorni, hanno mostrato un miglioramento significativo nell’apprendimento e nella memoria alla dose di 150 mg/kg. [13] Lo studio di Teltumbde, et al. (“Effect of Yashtimadhu (Glycyrrhiza Glabra) on intelligence and memory function in male adolescents. 2013.Scholars Journal of Applied Medical Sciences, 1(2), 90-95.) ha dedotto conclusioni simili nell’uomo valutando l’azione di un estratto di Yashtimadhu (Glycyrrhiza glabra), come integrazione orale, sull’intelligenza e la memoria in 123 studenti maschi. Lo studio, randomizzato verso placebo, ha concluso, attraverso la valutazione dei punteggi del NVIT (Non Verbal Intelligence Test), che gli studenti trattati, rispetto a quelli che avevano assunto placebo, mostravano generali miglioramenti dei punteggi NVIT e dei test di memoria a breve termine. L’azione anticonvulsivante di estratti di liquirizia, somministrati per via intraperitoneale nei ratti, è stata dimostrata attraverso test convulsivi con (MES) e pentilene tetrazolo (PTZ); analogamente è stata dimostrata l’azione anti fatica cronica da stress nel ratto in diversi modelli di affaticamento cronico. [26] L’azione antistress di estratti acquosi e alcolici di Liquirizia è stata dimostrata in un modello di stress indotto in Drosophila melanogaster con il Methotrixato. [26] L’azione antiossidante dell’estratto metanolico di Liquirizia è riferibile all’azione di scavenging e sulla capacità di riduzione del radicale 1,1-difenil-2-picrylidrazil e all’azione nei confronti di ossido nitrico e radicali superossido. [26]

– Vetiveria zizanioides L. Nash da cui si ottiene il pregiatissimo olio di Vetiver, esercita una significativa attività antiossidante scavenging dei radicali idrossilici studiata anche per la potenziale azione antitumorale. [35] I principali componenti chimici sono di natura terpenoide (sesquiterpeni prevalenti). L’olio essenziale di vetiver, come confermato anche dall’uso integrativo in occidente, possiede proprietà sedative ed è tradizionalmente impiegato per alleviare lo stress, l’ansia, la tensione nervosa e insonnia e per gestire comportamenti correlati alla demenza; aiuta la prontezza mentale e la funzione cognitiva. [7] L’azione nervina di vetiver è tradizionalmente nota per contrastare i danni provocati ai nervi da shock, paura, stress; contrasta in generale i disturbi nervosi come attacchi epilettici e isterici, nervosismo e disturbi nevrotici e la mancanza di controllo sugli arti nel morbo di Parkinson. [3]

– Il Coleus vettiveroides Jacob (sin. Plectranthus vettiveroides (Jacob) N.P. Singh & B.D. Sharma) è una pianta aromatica, amara, rinfrescante, dalle numerose azioni farmacologiche tra cui quella stimolante; è una pianta medicinale utile nelle condizioni viziate di pitta. [50] Le specie di Plectranthus sono impiegate in diversi sistemi di Medicine tradizionale nel trattamento dei disturbi nervosi, nei casi di epilessia, convulsioni e meningite; per trattare problemi psichiatrici in Tanzania nonché nel trattamento dell’insonnia e delle convulsioni in Asia, per la depressione e il trattamento del ritardo mentale; per trattare problemi psicologici inclusa la follia (Uganda); in India Plectranthus vettiveroides è molto usato come stimolante; le specie di Plectranthus sono anche usate per gestire disturbi sensoriali associati a problemi alle orecchie e agli occhi. [28]

 

Brahmi taila in alcuni studi clinici

Una serie di studi clinici sono stati condotti impiegando Brahmi taila (nella formula originaria contenente Bacopa monnieri) in procedure complementari di trattamento specifiche per disturbi di diversa natura; di seguito vengono riportate le sintesi di alcuni di essi.

Uno studio clinico condotto nel 2014 ha valutato l’azione di Shiroabhyanga con Brahmi taila nel ridurre sintomi legati all’ansia generalizzata come quelli del sonno, l’irrequietezza, paura, depressione e variazioni della pressione sanguigna. Lo studio ha concluso che un massaggio alla testa periodico su 30 pazienti, ha migliorato le risposte allo stress e i pazienti hanno mostrato miglioramenti in tutti i sintomi presentati, con una riduzione media dell’ansia a 1,6. (53,2%) che era statisticamente e altamente significativa (<0,001). In questo studio shiroabhyanga con Brahmi taila è risultato utile nell’alleviare l’ansia. [8]

Le procedure Dinacharya, rendono possibile la somministrazione continua dei Taila specifici in un modo sicuro e a lungo termine, e sulla base di questo principio è stata sperimentata la procedura Nasya charya nella gestione di pazienti con disturbo d’ansia generalizzata (GAD). Uno studio ha coinvolto 108 pazienti con sintomi di GAD, di cui 54 soggetti sono stati classificati come gruppo A e hanno ricevuto Pratimarsha Nasya con Brahmi Taila mentre 54 soggetti sono stati classificati nel gruppo B e hanno ricevuto Pratimarsha Nasya con Anu Taila. Il disegno dello studio è stato quello comparativo randomizzato condotto su due gruppi. I pazienti sono stati selezionati dall’OPD dello Sri Sri College of Ayurvedic Sciences and Research, Bengaluru quindi sono stati distribuiti casualmente in ciascun gruppo dopo aver raccolto la loro storia clinica e sociale. I pazienti sono stati valutati sulla base della scala di valutazione dell’ansia di Hamilton (HAM-A) e della scala Clinical Global impression (CGI). La differenza di CGI –S e CGI –I del gruppo A e del gruppo B è risultata altamente significativa. Lo studio ha concluso che entrambe le procedure pratimarsha nasya con Brahmi taila e Anu taila, se attuate in una fase iniziale, possono essere utili non solo per controllare la progressione della malattia, ma possono anche aprire la strada a tecniche efficaci e non invasive nel trattamento del GAD. [15]

Uno studio del 2014, disponibile in PubMed, riporta i risultati di Shirodhara con Brahmi taila in alcuni casi clinici di insonnia da moderata a grave. Shirodhara con olio di Brahmi è stato condotto per 45 minuti su ciascun partecipante per 5 giorni consecutivi raccogliendo i punteggi della Insomnia Severity Index (ISI) per valutare la gravità dell’insonnia la risposta alla terapia Shirodhara dati sono stati raccolti al basale, alla fine del trattamento (giorno 5) e 1 settimana dopo la fine del trattamento (follow-up). Nello studio sono stati arruolati due maschi e otto femmine con un’età media di 40 anni (range 23-72), DS ± 14,2. Uno ha abbandonato lo studio, ma tutti i restanti nove partecipanti hanno riscontrato un miglioramento alla fine del trattamento. La percentuale di miglioramento variava dal 3,85% al 69,57%. Al follow-up, la maggior parte dei partecipanti ha continuato a migliorare. Il confronto delle medie tra il basale e il giorno 5 ha indicato un miglioramento complessivo significativo (P <.005), ma in un confronto tra il basale e 1 settimana dopo il trattamento il miglioramento non è stato significativo (P <.089). Non sono stati segnalati eventi avversi durante lo studio. Lo studio ha concluso che Shirodhara con olio di Brahmi può essere utile per l’insonnia da moderata a grave. [51]

Il sonno (Nidra) è essenziale per una vita sana. Vizi di Vata o Pitta dosha, stress mentale, traumi mentali o fisici, emaciazione dovuta a dieta e malattie sono cause di Anidra (insonnia). I classici sintomi ayurvedici di Anidra sono descritti come sbadigli, dolenzia del corpo, stanchezza, mal di testa, pesantezza alla testa e agli occhi, inattività, esaurimento, vertigini, indigestione e disturbi correlati con Vata. L’incidenza di Anidra risulta socialmente in aumento a causa dello stile di vita stressante. Uno studio ha valutato l’efficacia della somministrazione di Jatamansi vati (Nardostachys jatamansi DC.), che è una potente pianta medicinale nota in Ayurveda per azione sedativa/atidepressiva/ipnoinducente, e Abhyanga (shirobhyanga e padabhyanga) con Brahmi taila nella gestione di Anidra. 30 pazienti sono stati selezionati casualmente e divisi in due gruppi uguali. Ai pazienti del gruppo A è stato somministrato Jatamansi vati 500 mg due volte al giorno con latte mentre nel gruppo B i pazienti hanno ricevuto Abhyanga (Shirobhyanga e Padabhyanga) con Brahmi taila per 15 giorni. L’analisi statistica ha rivelato che entrambi i gruppi hanno mostrato un buon miglioramento in vari parametri di Anidra. Lo studio ha concluso che Jatamansi e abhyanga (Shirobhyanga e Padabhyanga) con Brahmi taila sono individualmente ugualmente utili per trattare Anidra e privi di effetti collaterali. [31]

Uno studio ha valutato l’azione di Shirodhara con Brahmi Taila per 15 giorni su 30 pazienti con disturbi collegati a lavoro in condizioni di stress e a disordini mentali (stanchezza, debolezza, nausea, anoressia, indigestione, male alla testa, irrequietezza, mancanza di memoria, mancanza di concentrazione, insonnia, ipertensione, depressione, dolenzia generalizzata). Al termine dello studio è stato osservata nei pazienti trattati una riduzione significativa della sensazione di debolezza e affaticamento; analogamente il trattamento ha comportato una riduzione significativa dei disordini dell’alimentazione e del mal di testa. L’insonnia è stata significativamente ridotta ma non completamente. L’ipertensione è stata ridotta in modo significativo ma non completamente. Tutti i parametri sono stati testati con il test t accoppiato e hanno mostrato risultati significativi. Lo studio conclude che Shirodhara con Brahmi Taila con Sarvanga Snehan e Swedana potrebbe essere un rimedio coadiuvante per i disturbi da stress e mentali favorendo l’equilibrio della mente senza causare alcuna complicazione. Shirodhara, impiegando un taila a base di erbe, può essere utilizzato per lunghi periodi per il trattamento per questo tipo di disturbi poiché non dimostra tossicità e reazioni avverse ai farmaci. [9]

Nel 2018 uno studio clinico ha valutato l’azione di particolari procedure ayurvediche sull’ipertensione che, sulla base di fattori genetici ed ambientali, viene ritenuta innescata dallo stress e quindi considerata anche come un disturbo psicosomatico. Le linee guida del Joint National Committee (JNC 8) consigliano un minor uso di farmaci antipertensivi e suggeriscono che la modifica dello stile di vita e il rilassamento siano la migliore terapia iniziale. In Ayurveda, lo Shirodhara è una delle terapie panchakarma pensate per il rilassamento e la di riduzione dello stress (Dharakalpa) come trattamento preventivo e curativo per molti disturbi legati allo stress. Questo studio ha concluso che tre diversi tipi di Shirodhara (con Sukhos̩n̩ajala, Tila taila e Brahmi taila) nella gestione dell’ipertensione essenziale da lieve a moderata, agisce su parametri oggettivi SBP, DBP, PP e MAP. Nell’Ayurveda, Shirodhara è una peculiare procedura Panchakarma utilizzata alleviare lo stress mentale rilassando la mente e poiché favorisce la dilatazione dei vasi periferici aiuta nel normale mantenimento della pressione sanguigna. In questo studio tutti e tre i trattamenti, indipendentemente dalla sostanza impiegata, hanno svolto un ruolo importante nel portare i parametri oggettivi alla normalità ma lo Shirodhara con Brahmi taila ha mostrato un mantenimento superiore e statisticamente significativo della pressione sanguigna. [6]

Uno studio pilota del 2020 ha ulteriormente valutato l’impatto di Shirodhara con Brahmi taila su pressione sanguigna, frequenza cardiaca e frequenza respiratoria in pazienti ipertesi. Lo studio ha concluso che Shirodhara con Brahmi taila ha avuto un effetto di riduzione sulla pressione sanguigna sistolica e diastolica, frequenza cardiaca e frequenza respiratoria con effetto di riduzione del polso. [36]

Un recente articolo (2021) ha riportato l’esperienza di un caso clinico di un paziente maschio di 57 anni, affetto da Morbo di Parkinson che presentava tremori sia alle mani che al collo ed era incapace di camminare senza supporto da 12 anni. Il paziente è stato trattato per 1 mese con terapie Panchakarma come Sarvanga Abhyanga (con Maha Narayana Taila), NadiSweda, Shiro Abhyanga (con Brahmi taila), Shiro Pichu (con Brahmi taila) e Shiro Basti (con Brahmi taila e Moorchita Tila Taila) e con preparazioni erbali per via orale. Al termine del trattamento il paziente ha ottenuto un notevole sollievo dai sintomi. [49]

Il diabete mellito (DM) è una malattia metabolica cronica e progressiva con diverse complicazioni che colpiscono praticamente tutti i sistemi del corpo umano. La gestione del DM è multifattoriale, tenendo conto di altri importanti fattori di rischio modificabili, come l’obesità, l’inattività fisica, il fumo, la pressione sanguigna e la dislipidemia. In questi pazienti il consumo regolare di quantità anche moderate di alcol interferisce con il controllo della glicemia diabetica e aumenta il rischio di complicanze e, sempre in questi pazienti, i casi di alcolismo non sono rari. L’Ayurveda gestisce la malattia diabetica attraverso di Ahara (Dieta), Vihara (modifica dello stile di vita), Achara (codice di condotta) e Aushadhi (medicinali) in relazione alla forza della malattia (Roga) e dalla resistenza del paziente (Rogi). In questa problematica, insieme alle varie modifiche dietetiche e dello stile di vita, l’Ayurveda consiglia anche terapie complementari e disintossicanti, come applicazioni esterne come Abhyanga, Shirodhara, Shiro Lepa e Shiro Pichu (utilizzando Ksheerabala taila, Brahmi Taila, Himasagar Taila); queste procedure risultano tradizionalmente praticate per gestire soprattutto lo stato di astinenza dall’alcol per un periodo da 5 a 7 giorni o per periodi più prolungati, fino alla cessazione dei sintomi di astinenza (mal di testa, nausea, tremori, sonno disturbato, perdita di appetito ecc.). [44]

 

“Brahmi taila”: profilo breve delle piante medicinali

– Bacopa monnieri Linn. (Brahmi)

In Ayurveda Sushruta Samhita, Charaka Samhita e Atharva Veda descrivono le piante che hanno un Prabhava (azione specifica) sull’intelletto e sulla memoria come Medhya Rasayana e tra queste vie è Bacopa monnieri che è considerata una importante pianta medicinale del sistema medicinale india. La pianta rientra nella categoria in via di estinzione a causa del suo massivo sfruttamento per usi medicinali. La pianta possiede numerose azioni, ritenute utili ai fini medicinali, di natura antinfiammatoria, analgesica, antipiretica, sedativa, antiepilettica, antiossidante, immunomodulante, stimolante della memoria, anti- stress, ansia e anti-cancro. In un recente rapporto, Bacopa monnieri è al secondo posto tra le piante medicinali indiane in base al significato medicinale, alla stima degli affari e alla ricerca e sviluppo. [10]

Bacopa monnieri L. è una pianta perenne non aromatica della famiglia delle Scrophulariaceae; cresce in terreno umido, in acque poco profonde e paludi. Si trova principalmente in paesi come Nepal, India, Srilanka, Cina, Taiwan, Pakistan, Vietnam, Florida e nella regione meridionale degli Stati Uniti. In India, si trova principalmente nelle regioni tropicali. È distribuita nelle regioni più calde del mondo ad eccezione dell’India. I costituenti chimici principali della Bacopa monnieri sono gli alcaloidi ed in particolare il brahmin e l’herpestina. Altre sostanze fitochimiche sono saponine, terpenoidi (monnierina, hersaponina) tannini, flavonoidi glicosidi (bacoside A e bacoside B). Le saponine sono classificate come pseudojujubogenine e jujubogenine glicosidi e sono segnalate come bioattivi importanti della pianta. [10]

Bacopa monnieri è utilizzata in vari sistemi medici tradizionali in tutto il mondo mostrando diversità etnobotanica. Il popolo Thari del deserto di Nara, e gli abitanti del Sindh in Pakistan, usano questa erba medicinale (pianta intera) come purificatore del sangue. In Rajasthan questa pianta è usata per una varietà di problemi (stomaco, fratture ossee, asma, infiammazione del dotto urinario, reumatismi, bronchite, gonfiore delle gambe, miglioramento della memoria, raucedine della voce, vesciche). Gli estratti di radice di questa pianta sono usati come antiveleno. In Orissa, le foglie di questa pianta vengono utilizzate contro la tosse, il raffreddore e la congestione nasale; l’estratto di radice è usato come collirio per curare la cataratta e le foglie sono usate per trattare la stitichezza e l’asma, sotto forma di olio e di pasta, anche come antisettico. La gente dei Ghati del distretto di Virudhunagar, Tamil Nadu, usa il Brahmi contro la dissenteria e come potenziatore della memoria. La radice e la foglia di questa pianta vengono utilizzate nei villaggi di Dakshin Dinajpur, nel Bengala occidentale, per aumentare la memoria e contro i disturbi nervosi. Le foglie di B. monnieri sono utilizzate dalle tribù malesi del Kerala meridionale per problemi urinari e per stimolare la regione addominale pubica. In Bangladesh le foglie vengono somministrate per via orale da alcune popolazioni tribali per purificare il sangue. [10]

Brahmi (Bacopa monnieri Linn) è un’erba molto importante in Ayurveda. È stata descritta in Charaka Samhita, Atharva-Veda e in Sushruta Samhita. È stata utilizzata come pianta medicinale nell’Ayurveda fin dall’antichità per il trattamento di epilessia, asma, ulcere e tumori e come farmaco “Medhya Rasayan” (con proprietà terapeutiche naturali che supportano la memoria, ristabiliscono le carenze intellettuali e migliorano la capacità mentale) che viene utilizzato per potenziare la memoria. Queste piante medicinali (Medhya), sono state utilizzate dagli esperti clinici ayurvedici in India per circa 3000 anni poiché svolgono un ruolo centrale in Ayurveda per il trattamento dei problemi psicologici dell’invecchiamento. La pianta di Bacopa è una pianta nel sistema medico ayurvedico che ad esempio è contenuta in Brahmighritam, Brahmirasayanam che son formulazioni proposte per controllare le convulsioni. Brahmi è forse l’erba più comunemente usata per effetti neurocognitivi ben consolidati. L’erba è comunemente usata dall’Ayurveda per preparare medicine polierbali come Saraswatarishta (SW) e Brahmi Ghrita (BG), Saraswat Choorna, Brhami taila. [10]

Proprietà di Brahmi come da letteratura ayurvedica sono: Virya-Sheeta, Vipak/ Madhura, Guna-Laghu, Rasa-Tikta. Azione Ayurvedica di Brahmi (Bacopa monnieri) : Vatahara (calma Vata), Anuloma (reindirizza il flusso di Vata verso il basso),Unmadahara (riduce le malattie mentali),Pradnya shakti (aumenta il potere intellettuale), Hridya (tonico del cuore), Majjadhatu Rasayana (ringiovanente, particolarmente usato per trattare i disturbi del sistema nervoso), Ayushya vardhana (aumenta la longevità), Balyam (conferisce forza, soprattutto alla mente), Jeevaniya (promuove l’energia), Medhya (azione nervina), Nidrajnana (promuove il sonno), Kushtaghna (allevia i disturbi della pelle). [10] Azioni farmacologiche di Brahmi: anti asmatica, anti allergica, anticancro, anticonvulsivante, antidepressiva, antinfiammatoria, antinocicettiva, antiossidante, antispasmodica, ansiolitica, cardiovascolare, gastroprotettiva, epatoprotettiva, potenziatrice della memoria nella malattia di Alzheimer e nella schizofrenia. [10]

– Glycyrrhiza glabra L. (Yashti-madhuh/Maduka)

Glycyrrhiza glabra L. (Famiglia: Fabaceae) è una piccola pianta erbacea perenne, comunemente nota come liquirizia, legno dolce o mulaithi, che è indigena dell’Eurasia, dell’Africa settentrionale e dell’Asia occidentale. Il genere Glycyrrhiza è ampiamente distribuito in tutto il mondo e comprende più di 30 specie. Il suo nome deriva dalle parole greche glykys, che significa dolce, e rhiza, che significa radice, mentre il nome specifico glabra si riferisce alle bucce lisce e deriva dal vocabolo latino glaber che significa nudo o lucido. [4]

Glycyrrhiza glabra Linn è una delle erbe molto utilizzate in Ayurveda, sia come farmaco erbale sia come erba aromatica. Glycyrrhiza glabra Linn è comunemente nota come Yashti-madhuh, Madhuka (sanscrito), Jashtimadhu. Si trova anche nel Mediterraneo e in alcune aree dell’Asia. [26] Chimicamente contiene diversi acidi organici, liquirtina, ramnoliquirilina, liquiritigenina, prenillicoflavone A, glucoliquiritina apioside, 1-metossifaseolina, shinpterocarpina, shinflavanone, licopyranocumarina, glisoflavone, licoarylcumarina, glycyrrhizina, isoangustone A, semilicoisoflavone B, licorifenone e 1-metossificifolinolo, kanzonolo R e diversi componenti volatili. [4]

La Liquirizia usata in medicina e commerciata deriva dalla radice dolce di varie specie di Glycyrrhiza, genere che comprende circa quattordici specie, originarie dei paesi temperati più caldi sia del Nuovo che del Vecchio Mondo, dieci delle quali con radici più o meno dolci, ma la maggior parte di loro non risulta utile per scopi medicinali. La liquirizia è una delle erbe più comunemente usate anche nella fitoterapia occidentale. La liquirizia è usata in medicina da più di 4000 anni. La prima testimonianza del suo uso in medicina si trova nel “codice Hammurabi” (2100 a C). Era anche una delle piante importanti menzionate nell’erboristeria assira (2000 a C). Ippocrate (400 a C) ne menzionò l’uso come rimedio contro le ulcere e come ritemprante. La droga è stata menzionata anche da Teofrasto e Dioscoride. Nella medicina tradizionale Siddha, la liquirizia è usata come emolliente, espettorante, antitussivo, lassativo e dolcificante. [26]

Formulazioni tradizionali ayurvediche: Un decotto di madhuka o la sua polvere sono stati prescritti con miele nell’anemia; Yashti mescolato con latte di mucca è stato prescritto per favorire l’allattamento; polvere di madhuka mescolati zucchero, pestati con acqua di riso sono stati prescritti nella metrorragia; latte di riso con Yashtimadhu, è stata prescritto nella raucedine della voce; Charaka prescrisse 10 g di polvere di madhuka mescolata con miele, seguiti dall’assunzione di latte, come afrodisiaco e come tonico per stimolare l’intelletto; Charaka prescriveva anche una pasta di liquirizia e Picirrhiza kurroa con acqua zuccherata come cardio-tonico; Charaka ha prescritto Yashtimadhu e Santalum album, in polvere con latte nell’ ematemesi; Sushruta ha prescritto la pasta di Yashti madhu per l’emorragia interna; per l’edema si è utilizzata pasta di liquirizia e Sesamum indicum mescolato con burro; burro chiarificato caldo mescolato con liquirizia, è stato applicato localmente su ferite, contusioni e ustioni; un decotto di madhuka viene usato sull’erisipela; un decotto di radice è un buon lavaggio per la caduta e l’ingrigimento dei capelli; Yashti è un ingrediente importante nel collirio Narikelanjana, prescritto sia nelle congiuntivi acute che croniche. [26]

Usi medicinali tradizionali: Questa specie vegetale è stata tradizionalmente impiegata per numerose azioni medicamentose tra le quali quelle più note sono quelle antinfiammatoria, espettorante, antitussiva ma la liquirizia possiede numerose altre azioni, sia per uso orale sia per uso esterno, come quelle di regolazione ormonale e come disintossicante e protettore del fegato. È stata comunemente consigliata come coadiuvante nella gestione di morbo di Addison, asma, bronchite, ulcera peptica, artrite, disturbi allergici e come terapia steroidea. Esternamente, le liquirizie sono comunemente usate per eczema, herpes e fuoco di Sant’Antonio. La liquirizia riduce il livello di testosterone sierico nelle donne ed è una buona integrazione nell’anemia aplastica. L’estratto di liquirizia viene consigliato come integratore in condizioni autoimmuni e analogamente come integrazione in condizioni di immunodeficienza come l’AIDS. I componenti della radice di liquirizia hanno attività sia estrogenica che antiestrogenica e quindi la pianta è stata impiegata per il trattamento dei problemi femminili legati alla sfera ormonale. Altro uso tradizionale è quello come tonico energetico, in particolare per la milza e lo stomaco. Le radici di Glycyrrhiza glabra grazie alle caratteristiche emollienti, toniche e demulcenti sono utilizzate anche nelle malattie genito-urinarie, in gotta, asma, mal di gola, tonsillite, flatulenza, debolezza sessuale, epilessia, iperdipsia, febbre, tosse, malattie della pelle, gonfiori, acidità, leucorrea, sanguinamento, ittero, singhiozzo, raucedine gastralgia, cefalea, oftalmopatia e faringodinia in generale nelle condizioni viziate di vata dosha. [26]

Le radici della liquirizia sono state tradizionalmente impiegate per la loro azione antidepressiva, epatoprotettiva, spasmolitica, rinforzante della memoria. Viene usata tradizionalmente nel trattamento della diarrea, febbri, febbre con delirio e anuria. La liquirizia è un ingrediente importante anche negli oli medicinali tradizionalmente utilizzati per trattamenti coadiuvanti specifici in epilessia, paralisi, reumatismi, malattie emorragiche. [26]

Azioni farmacologiche: immunomodulatoria, antitussiva, antinfiammatoria, antiastenica (affaticamento cronico), antinocettiva, antiulcera, epatoprotettrice, potenziatrice della memoria, antistress, anticonvulsivante, inibizione enzimatica (tirosina), anti iperglicemica, antivirale, antimalarica, anticancro, ormone regolatrice, antimicobatterica, antidislipidemica, antimicrobica, espettorante, immunostimolante, antiallergica, anticonvulsivante. [26]

La liquirizia contiene il glicoside, glicirrizina che ha una struttura simile e attività come gli steroidi surrenali. La liquirizia ha un effetto antinfiammatorio, simile al cortisone, che viene ritenuto utile per l’artrite e le allergie. La liquirizia è stata usata sperimentata come integrazione fitoterapica per la sindrome di Addison lieve e in altre malattie da insufficienza surrenalica, come l’ipoglicemia. La liquirizia agisce similmente all’ormone adrenocorticotropo (ACTH), che causa ritenzione di sodio, potassio esaurimento e ritenzione idrica. Il consumo orale eccessivo di liquirizia può portare ai sintomi classici dell’ipertensione, con edema, aumento della pressione sanguigna, perdita di potassio e debolezza muscolare. La forma deglicirrizinata (DGL) è spesso usata per evitare gli effetti collaterali dell’ipertensione dell’acido glicirretico nella liquirizia intera. Liquirizia e DGL hanno un lieve effetto lassativo e possono proteggere la mucosa intestinale aumentando la produzione di muco, alleviando così il bruciore di stomaco e le ulcere. Liquirizia e DGL hanno un’azione emolliente molto utile per la tosse. [26]

– Vetiveria zizanioides Linn Nash (Khas-Khas/ Ushir)

Vetiveria zizanioides (L.) Nash anche conosciuta come Chrysopogon zizanioides (L) Roberty (Famiglia: Poaceae/Gramineae) è una pianta ampiamente coltivata nelle regioni tropicali del mondo perché molto adattabile a diversi fattori ambientali: tollera la prolungata siccità ma sopravvive anche a lunghe inondazioni stagionali; tollera temperature estreme e cresce su un’ampia gamma di pH del terreno. Cresce spontaneamente come erba aromatica perenne fino a 2 metri di altezza in tutte le pianure dell’India (fino a 1200 m di altitudine ma è coltivata sistematicamente negli stati dell’India settentrionale del Rajasthan, Uttar Pradesh e Punjab e negli Stati dell’India meridionale del Kerala, Tamil Nadu, Karnataka e Andhra Pradesh. Il vetiver è conosciuto in India fin dai tempi antichi e tra i sui nomi regionali troviamo “Khas” oppure “Khas-Khas” o “Ushir”. Tradizionalmente è stato usato come agente rinfrescante, tonico, purificatore del sangue, per trattare molti disturbi della pelle ed è noto avere un effetto calmante sul sistema nervoso. Altri usi medicinali tradizionali includono il trattamento della tigna, indigestione e perdita di appetito. È considerato anche una fonte di profumo di alta classe e antiche iscrizioni su lastra di rame citano il profumo come uno degli articoli usati dalle famiglie regnanti; nella letteratura ayurvedica è descritto come “Suganti-mulaka” (cioè dal profumo dolce) e “Sita Mulaka” (cioè dalle radici fresche). [35]

È considerato come uno stimolante, rinfrescante e antibatterico e applicato esternamente rimuove il calore in eccesso dal corpo. L’olio è noto per essere stato utilizzato come carminativo nella flatulenza colica e nel vomito ostinato. Negli studi farmacologici l’olio di vetiver dimostra una potente azione antibatterica nei confronti di patogeni farmaco resistenti, azione scavenging dei radicali idrossilici, potenziale azione antitumorale, antiepatotossica e antiossidante. [35] [3]

In Ayurveda viene considerato anche come “Rasayana” ma diverse parti della pianta di vetiver tradizionalmente sono state utilizzate dalle tribù indiane per il trattamento di malattie e disturbi tra cui foruncoli, ustioni, epilessia, febbre, puntura di scorpione, morso di serpente, piaghe in bocca, mal di testa, mal di denti, debolezza, lombalgia, distorsione, reumatismi, infezioni del tratto urinario, febbre malarica, sollievo dall’acidità e come antielmintico. Nell’uso tradizionale l’olio di vetiver è stato utilizzato anche per gestire comportamenti correlati alla demenza e per aumentare la prontezza mentale e cognitiva. L’olio essenziale di vetiver possiede proprietà sedative e è tradizionalmente utilizzato in aromaterapia per alleviare lo stress, l’ansia, la tensione nervosa e l’insonnia. [35] [3] In tutta l’India le radici vengono bruciate per l’uso come fumigatore profumato. [35]

L’olio di vetiver è una delle più preziose materie prime in profumeria e nelle aziende farmaceutiche e come antimicrobico e agente antimicotico; l’olio puro di radice di vetiver (Khus) noto in commercio come “Ruh -Khus” è noto per l’uso nei profumi fin dall’antichità, esso mostra azione fungicida, battericida, antimicotica, antiossidante e antinfiammatoria. Vetiveria zizanioides Linn Nash è stata utilizzata anche nella antica medicina tradizionale dell’Asia e dell’Africa. [35]

La maggior parte delle radici vengono impiegate per l’estrazione dell’olio. [35] I costituenti chimici presenti nella pianta sono Vetiverolo, Vetivone, Khusimone, Khusimolo, Vetivene, Khositone, Terpeni, Acido benzoico, tripene-4-olo, ß-humulene, epizizianale, ovetinyl vetivenato, iso khusimoolo, ß-vetivone, vetivazulene. Nelle radici, il componente principale è il valencene (30,36%), mentre nei germogli e nelle foglie, è la 9-ottadecenamide (33,50%), il 2,6,10,15,19,23-esametile-2,6,10,14,18,22-tetracosaesaene (27,46%) e il 1,2- acido benzendicarbossilico, diisoottil estere (18,29%). Nelle sostanze volatili è presente una elevata quantità di terpenoidi. Le proprietà ayurvediche della pianta sono: Rasa: Tikta, Madhura; Guna: Lakhu, Rooksha; Virya: Seeta; Vipaka: Katu. Karma: Pacana, Pittaghna, Stambhana, Vataghna, Dabaklantihara, Kaphapttahrt. [35]

“Khas-Khas” è ampiamente utilizzato come agente rinfrescante, tonico e purificatore del sangue e viene ritenuto utile nei trattamenti dei vizi di Vata-Pitta dosha. L’olio di vetiver non può essere prodotto sinteticamente e per questi motivi è costoso. Possiede la caratteristica di lento tasso di evaporazione che conferisce persistenza aromatica alle miscele a cui viene aggiunto. Si miscela ottimamente con gli oli di sandalo patchouli e rosa.

 

– Coleus vettiveroides K.C. Jacob (Hrivera)

Il Coleus vettiveroides K.C. Jacob (Lamiaceae), sinonimo Plectranthus vettiveroides (Jacob) N.P. Singh & B.D. Sharma, è una importante pianta medicinale, inclusa nella lista dei singoli farmaci del Formulario Ayurvedico dell’India, nota come Hrivera (in sanscrito) e nel Formulario Siddha come Kuruver (in Tamil). Il Coleus vettiveroides non è ampiamente distribuito in India, ma è endemico e coltivato nel Tamil Nadu. Il Coleus vettiveroides appartiene al sottordine Ocimoideae all’interno della famiglia delle Lamiaceae; il genere Coleus conta circa 150 specie tuttavia nelle medicine Ayurvedica e Siddha, sono considerate di valore medicinale solo 3 specie: il Coleus vettiveroides K.C. Jacob, il Coleus forskohlii Briq. sin. C. barbatus, Benth e il Coleus amboinicus Lour. sin. C. aromaticus Benth. Nelle formulazioni incluse nel Formulario Ayurvedico dell’India, si trova un ampio uso di polvere di radice di Hrivera in molte formulazioni complesse (Asava / Arista, Arkas, Avalekas, Curnas e Kvatha Curnas, Tailas, Lepas, Vati-Gutikas, Rasa e Lauha). Le formulazioni per uso interno generalmente posseggono un’azione positiva nei casi di disturbi gastrointestinali come malassorbimento, flatulenza, diarrea o dissenteria e febbre intestinale. Esternamente, le formulazioni Taila e Lepa posseggono diverse indicazioni comprese quelle di natura analgesica e carminativa. [41]

Coleus vettiveroides viene ritenuto utile nella condizione viziate di pitta (sensazione di bruciore, stranguria, lebbra, malattie della pelle, leucoderma, febbre, vomito, diarrea, ulcere). Il Coleus vettiveroides è una pianta aromatica, amara, rinfrescante, diaforetica, stimolante, diuretica, tricogena e antipiretica ed è tradizionalmente usata per la polidipsia e come stomachico ed emmenagogo. [50]

Gli estratti delle radici in particolare, sotto forma di olio, sono molto noti per promuovere la crescita dei capelli e nel trattamento di allergie, bronchiti, emorragie interne, vertigini, mal di testa, reumatismi e gonfiore intestinale, bruciore agli occhi, lebbra, malattie della pelle; questa pianta medicinale è inoltre nota per il trattamento di disturbi psichiatrici. L’olio è utilizzato anche componente nel Mahanarayana thaila. Gli estratti delle foglie vengono impiegate come rinfrescanti e carminative ed anche nell’ indigestione, dispepsia, dissenteria, ulcere, disturbi emorragici e dermatiti. [50]

L’olio essenziale di radice contiene principalmente Androstan-17-one, 3-etil-3-idrossi- (5α) – (25%) e – (-) spathulenol (9%). Gli altri composti sono α-bisabololo (7%), Z-valerenil acetato (7%), megastigma-4,6 (E), 8 (Z)-triene (6%), 1H-cicloprop (E) azulen-7-olo, decaidro-1,1, 7-trimetil-4-metilene- (5%), mirtenolo (2%), 1-naftalenolo (2%), cariofillene ossido (2%), abieta-9 (11), 8 (14), 12-trien-12-olo (2%).

 

 

__________________   Bibliografia   __________________

1. Agnivesha, Charaka Samhita with Ayurveda Dipika Commentary by Chakrapanidatta edited by Vaidya Yadhavji Trikamji Acharya, published by Chaukamba Suabhanthi Prakasana, Varanasi, UP, 2008, Pp-738, Page no.25
2. Anonymous 1948-76 Wealth of India, Council of Scientific and Industrial Research Vol-11, Pp 385, Page no. 124-125
3. Balashankar D. et al, Traditional and medicinal uses of Vetiver, Journal of Medicinal Plants Studies, yr 2013, Vol.1, Issue3, page191-200
4. Batiha, G. E. S., Beshbishy, A. M., El-Mleeh, A., Abdel-Daim, M. M., & Devkota, H. P. (2020). Traditional uses, bioactive chemical constituents, and pharmacological and toxicological activities of Glycyrrhiza glabra L.(Fabaceae). Biomolecules, 10(3).
5. Berthaud F, Narancic S, Boncheva M. In vitro skin penetration of fragrances: Trapping the evaporated material can enhance the dermal absorption of volatile chemicals. Toxicol in Vitro. 2011;25(7): 1399-1405.
6. Bhargavi, M., & Chaithanya, K. (2018). A Comparative clinical evaluation of Sirodhara with Sukhosnajala, Tila Tailam and Brahmi Tailam in the management of mild to moderate essential hypertension. Journal of Ayurveda and Integrated Medical Sciences, 3(03), 13-20.
7. Bowles, E. Joy, et al. “Effects of essential oils and touch on resistance to nursing care procedures and other dementia-related behaviours in a residential care facility.” International Journal of Aromatherapy 12.1 (2002): 22-29.
8. Chaudhari, M. P., & Prasad, K. R. (2014). Brahmi Taila Shiroabhyanga in Chittodwega (Anxiety Neurosis). Journal of Indian System of Medicine, 2(3), 127.
9. Chhapekar, S., Chhapekar, V., & Tawshikar, B. (2018). Therapeutic effect of brahmi & Jatamansi siddha taila shirodhara on mental illness–a clinical study. Int J Complement Alt Med, 11(6), 387-389.
10. Choudhary, S., Kumari, I., Thakur, S., Kaurav, H., & Chaudhary, G. (2021). BRAHMI (BACOPA MONNIERI) –A POTENTIAL AYURVEDIC COGNITIVE ENHANCER AND NEUROPROTECTIVE HERB. International Journal of Ayurveda and Pharma Research, 41-49.
11. D. Sudharani, K. L. Krishna, K. Deval, A.K. Safia and Priya, “Pharmacological profiles of Bacopa monnieri: a review,” International Journal of Pharmaceutics, vol 1, no. 1, 2011, pp. 15-23
12. D.M. Vasudevan & Sreekumari, Text book of Bio- chemistry, 4th ed. Page, 153.
13. Damle, M. (2014). Glycyrrhiza glabra (Liquorice)-a potent medicinal herb. International Journal of Herbal Medicine, 2(2), 132-136.
14. Daulatkar, K. (2018). Dandruff-Ayurveda management for better hair care. Journal of Ayurveda and Integrated Medical Sciences, 3(02), 85-88.
15. Dr. Nikhila Hiremath, Dr. Medha Kulkarni. (2021). A comparative study of brahmi taila and anutaila pratimarsha nasya in management of Generalized Anxiety Disorder (GAD). The International Journal of Indian Psychology, ISSN 2348-5396 (e)| ISSN: 2349-3429 (p) | 143
16. Frawley David& Dr. Vasant Lad, Yoga of Herbs. Lotus press 2001, 239-241
17. Government of India Ministry of Health and Family Welfare Department of Ayush, THE AYURVEDIC PHARMACOPOEIA OF INDIA, Part- I, Volume – II, pp. 25-27 http://www.ayurveda.hu/api/API-Vol-2.pdf
18. Graham-Brown R, Burns T. Lecture Notes: Dermatology. 9th ed. Oxford, England: Wiley-Blackwell; 2007.
19. Han, X., & Parker, T. L. (2017). Biological activity of vetiver (Vetiveria zizanioides) essential oil in human dermal fibroblasts. Cogent Medicine, 4(1), 1298176.
20. Harsahay Meena, Hemant Kumar Pandey, Pankaj Pandey, Mahesh Chand Arya and Zakwan Ahmed, “Evaluation of antioxidant activity of two important memory enhancing medicinal plants Bacopa Monnieri and Centella Asiatica,” Indian Journal of Pharmacology, 2012 Jan-Feb; 44(1): 114–117. doi: 10.4103/0253-7613.91880, PMCID: PMC3271514
21. https://www.benefica.it/prodotto/brahmi-taila/
22. https://www.saluteinerba.com/salute-in-blog/brahmi-proprieta-e-benefici-per-la-mente-e-per-il-corpo/
23. Jain, P. K., & Das, D. E. B. A. J. Y. O. T. I. (2016). The wonder of herbs to treat-Alopecia. Innovative Journal of Med Sciences, 4(5), 1-6.)
24. Jayantkumar, S. D., & Bhatnagar, V. ANATOMICAL EXPLANATION OF ABSORPTION OF SNEHA DRAVYA IN SIROBASTI KARMA. AYUSHDHARA | January – February 2016 | Vol 3 | Issue 1.
25. Joshi, L. S., & Pawar, H. A. (2015). Herbal cosmetics and cosmeceuticals: An overview. Nat Prod Chem Res, 3(2), 170.);
26. Kaur, R., Kaur, H., & Dhindsa, A. S. (2013). Glycyrrhiza glabra: a phytopharmacological review. International journal of pharmaceutical Sciences and Research, 4(7), 2470.
27. Khare, C. P. (2003). Indian Herbal Remedies: Rational Western Therapy, Ayurvedic, and Other Traditional Usage, Botany. Springer. p. 89. ISBN 978-3-540-01026-5.
28. Lukhoba, C. W., Simmonds, M. S., & Paton, A. J. (2006). Plectranthus: A review of ethnobotanical uses. Journal of ethnopharmacology, 103(1), 1-24.
29. Mathur, D., Goyal, K., Koul, V., & Anand, A. (2016). The Molecular Links of Re-Emerging Therapy: A Review of Evidence of Brahmi (Bacopa monniera). Frontiers in pharmacology, 7, 44.
30. Menon GK, Cleary GW, Lane ME. The structure and function of the stratum corneum. International Journal of Pharmaceutics. 2012;435(1):3-9.
31. Misar, Sadhana Durgaprasad, and Vaishali Kuchewar. “A COMPARATIVE STUDY OF EFFICACY OF JATAMANSI VATI AND ABHYANGA IN MANAGEMENT OF ANIDRA WITH SPECIAL REFERENCE TO INSOMNIA.”
32 Mohammed D, Matts P, Hadgraft J, Lane M. Variation of stratum corneum biophysical and molecular properties with anatomic site. AAPS Journal. 2012;14(4):806-812.
33. National R & D Facility for Rasayana of Indian System of Medicine, Brahmi http://www.frlht.org/rasayana/node/47
34. Paraswathy, A., Amala, K., & Arunmozhi, D. (2011). Coleus vettiveroides KC Jacob; Botany and Pharmacognosy
35. Pareek, A. R. C. H. A. N. A., & Kumar, A. (2013). Ethnobotanical and pharmaceutical uses of Vetiveria zizanioides (Linn) Nash: a medicinal plant of Rajasthan. Int J Life Sci Pharm Sci, 50, L12-L18.
36. Pawar, Puja & Bahadure, Abhilasha & Snehalbhende, & Umate, Roshan & Belsare, Amoli & Parwe, Shweta & Nisargandha, Milind. (2020). Changes on Vital parameters in Brahmi oil Shirodhara in Hypertensive patients -A pilot study. Wutan Huatan Jisuan Jishu. 16. 760-772.
37. R. K. Sharma & Bhagwan Dash, Charaka Samhita. Chowkhamba Sanskrit Series Office 2009, Vol III, pp. 45, 58, 447, 456; Vol IV, pp. 167-68
38. Rao, B. V., Srikumar, B. N., & Rao, B. S. S. (2011). Herbal remedies to treat anxiety disorders. Different Views of Anxiety Disorders, 2009(2010), 273.
39. Rougier A, Lotte C, Corcuff P, Maibach H. Relationship between skin permeability and corneocyte size according to anatomic site, age and sex in man. J Soc Cosmet Chem. 1988;39(1):15-26.
40. Sahasrayogam Traslated by, Dr. Nishteswar&Dr.R. Vidyanath, Published by Chowkhamba Krishna Das Academy, Varanasi, First Edition 2006, Pp-540, Page No-91
41. Saraswathy, A., Amala, K., & Arunmozhi, D. (2011). Coleus vettiveroides KC Jacob; Botany and Pharmacognosy.
42. Sebastian Pole, Ayurvedic Medicine- The principles of traditional practice. Singing dragon 2013, 149-150
43. Sehgal, V. N., & Srivastava, G. (2010). Traditional/ayurvedic pharmacotherapy of skin diseases. Skinmed, 8(5), 282-4.
44. Shetty, S. K., Savitha, H. P., & Upadyaya, W. (2016) An Ayurvedic Approach to Alcoholism in Diabetics: Clinical Contrive.
45. The Ayurvedic pharmacopoeia of India, Government of India Ministry of health and family welfare Department of ISM $ H. Published by Chaukhamba publications, New Delhi, First edition, Part-1, Volume-2, Pp-345, Page no-27
46. The Ayurvedic pharmacopoeia of India, Government of India Ministry of health and family welfare Department of ISM $ H. Published by Chaukhamba publications, New Delhi, First edition, Part-1, Volume-2, Pp-367, Page no-2
47. The Wikipedia Encyclopedia http://en.wikipedia.org/wiki/Bacopa_monnieri
48. Thorat, B. S., Bagkar, T. A., & Patil, R. R. (2018). “Brahmi” The memory booster medicinal herb. Journal of Medicinal Plants, 6(1), 185-187
49. Umale, N. P., & Pillai, P. (2021). Ayurveda Management of Kampavata with special reference to Parkinson’s Disease-A Single Case Study. International Journal of AYUSH Case Reports, 5(2), 64-70.
50. Velvizhi, D., Nartunai, G., & Ilavarasan, R. Plectranthus vettiveroides (Jacob) NP Singh & BD Sharma
51. Vinjamury, Sivarama Prasad, et al. “Ayurvedic therapy (shirodhara) for insomnia: a case series.” Global advances in health and medicine 3.1 (2014): 75-80.
52. https://www.benefica.it/fitoterapia/cocco-cocos-nucifera-l/
53. https://www.benefica.it/fitoterapia/sesamo-sesamum-indicum-l/
54. https://www.benefica.it/fitoterapia/centella-asiatica-centella/

 

 

A cura della direzione scientifica di Benefica