Newsletter Ayurveda nr. 71 – Giugno 2022

Newsletter n° «71»

Giugno 2022

Stress, stanchezza fisica e mentale, pandemic fatigue, cambio di stagione: PROCEDURE AYURVEDICHE E TAILA MEDICATI PER IL RECUPERO FISICO E MENTALE.

 

La newsletter

Le problematiche di affaticamento fisico e mentale, manifestazioni di ansia, disturbi del sonno, disturbi psicosomatici, disturbi del tono dell’umore, quando non dovute a cause patologiche, sono comuni. Tuttavia, durante gli scorsi due anni di pandemia ed ancora in questo periodo, tali disturbi, insieme ad altri, sono aumentati esponenzialmente e colpiscono anche fasce della popolazione che solo saltuariamente ne hanno sofferto. Ancora in questo periodo sembrano problemi di tutti.

La letteratura scientifica sull’utilità dei trattamenti ayurvedici nelle problematiche summenzionate è ampia e convincente; la newsletter riporta alcune riflessioni sui motivi vantaggiosi per i quali, oggigiorno, questi trattamenti possano essere ancora più presi in considerazione per poter gestire gli effetti negativi che lo stress produce a breve e lungo termine.

La newsletter propone le evidenze di alcune specifiche procedure ayurvediche come significative soluzioni, oltre ad offrire una panoramica dei Taila che risultano tradizionalmente specifici per questi trattamenti.

 

Lo stress

La crescita in questo periodo, e nei due anni di pandemia, di numerose sintomatologie psico-emotive e fisiche è un fenomeno da non trascurare poiché la sua reale dimensione è indicata dall’esponenziale crescita di prescrizione e autoprescrizione di farmaci e/o integratori utili per il controllo di stanchezza fisica e mentale, manifestazioni di ansia, disturbi del sonno, disturbi psicosomatici, tono dell’umore. Per la categoria di alcuni farmaci ansiolitici il fenomeno è allarmante. Analogamente sono aumentate esponenzialmente le richieste di aiuto psicologico a specialisti.

Questo contesto è spiegabile con l’esigenza di moltissime persone di trovare un aiuto per affrontare una oggettiva generale condizione di stress determinata da cause non facilmente evitabili come principalmente i disagi sociali derivanti anche da questa incerta fase di transizione della pandemia. Una generale sensazione di impotenza davanti a queste difficoltà determina un incremento di sintomatologie psico-emotive a cui si aggiungono le astenie psico-fisiche stagionali e del cambio di stagione; questo contesto genera una maggior richiesta di interventi terapeutici.

Nel linguaggio comune, allo stress ci si riferisce spesso come sintomo o disturbo, tuttavia lo stress è causa dei disturbi; in sintesi esso dipende dall’incapacità o difficoltà temporanea o duratura dell’io di rapportarsi correttamente con esperienze della vita che vengono percepite come pressanti o negative. Su psiche e organismo lo stress si comporta come in fisica, inducendo una “deformazione” sul soggetto su cui incide, mettendone a prova le capacità di resistenza. E’ quindi lo stress che provoca sintomatologie psico-emotive e fisiche (psicosomatiche) che si riflettono a livello mentale in manifestazioni ansiose (nervosismo, irritabilità, incapacità di rilassarsi), in manifestazioni mentali (stanchezza, difficoltà di concentrazione, difficoltà cognitiva, difficoltà mnemoniche, alterazioni del tono dell’umore) e in manifestazioni fisiche (spossatezza, debolezza muscolare, tensione muscolare, agitazione gastrointestinale e cardiovascolare (palpitazioni)). A queste problematiche si aggiungono i disturbi del sonno che a loro volta possono manifestarsi con profili diversi di difficoltà di addormentamento, sonno non ristoratore, risvegli notturni, risveglio precoce mattutino, etc.

Le condizioni di stress possono essere accertate attraverso scale validate di misurazione oggettiva/soggettiva e test bioanalitici che indicano l’anomalia nell’organismo di sostanze collegate ad una generale situazione di stress (es. cortisolo).

Stante la premessa della definizione di stress come causa dei disturbi è anche intuibile che lo stress non possa essere propriamente “curato” bensì eventualmente affrontato con interventi terapeutici che aiutino a gestirlo e ridurlo, comprendendo tra questi anche tutti quelli mirati alla mitigazione del sintomo o ad incrementare le capacità di resistenza psico-fisica dell’individuo.

In questo caso l’azione sui sintomi deve essere ritenuta anche di natura “curativa”, poiché nelle manifestazioni psico-somatiche la mitigazione dei sintomi interferisce, riducendolo, con il circolo vizioso della percezione degli stessi, causa di stress. La riduzione dei sintomi, quindi, riduce la percezione dello stato di stress. Tra i trattamenti per una gestione efficace del problema, quelli ayurvedici offrono una serie di vantaggi concreti che di seguito vengono analizzati.

Strategie efficaci di gestione dello stress si rendono clinicamente necessarie per evitare che esso cronicizzando, diventi causa di reali patologie psichiatriche (ansia, depressione) e fisiche a causa dell’indebolimento del sistema immunitario.

 

Stanchezza fisica e mentale

Quest’anno, ed ancora in questo periodo, diverse situazioni concorrono a generare stress cronico e affaticamento psico-fisico; tali forme di affaticamento o spossatezza si manifestano in modo persistente e si presentano anche in condizioni di riposo, come nelle forme di astenia.

Stanchezza e spossatezza fisica e mentale anche estreme sono tra i sintomi, oggi ben classificati, della “Pandemic fatigue”.

Questi due anni di pandemia di Covid-19 hanno rappresentato infatti un periodo innaturalmente prolungato di “stress” personale e sociale. È dal secondo conflitto mondiale che l’umanità non attraversava una fase così prolungata di disagi fisici e mentali dovuti a timore per la salute, a misure di limitazione della libertà nelle proprie scelte e abitudini. L’impatto della pandemia Covid-19 sulla salute fisica e mentale dell’umanità è ben dimostrata da ampi studi epidemiologici. (1)

La pandemia di Covid-19 si è comportata come una potente causa di stress che si è aggiunta ad altri fattori di stress che hanno comunque colpito l’umanità negli ultimi anni (lavoro, crisi economica, terrorismo, disastri ambientali).

L’impatto stressante sulla salute fisica e mentale della pandemia di Covid-19 è stato altamente traumatico e insidioso perché si è presentato all’umanità come un evento nuovo, incontrollabile, imprevedibile, universale.

In questi mesi pre-estivi, nonostante il progressivo ritorno alla normalità di vita, l’incertezza della fine della pandemia, emergenze sociali ed economiche legate a più motivi, si comportano ancora come fattori dal forte impatto stressante a livello personale e sociale. Il timore di dover cambiare nuovamente le proprie azioni automatiche e naturali, in favore di misure non spontanee ma necessarie per contrastare una nuova diffusione del contagio, richiede un grande dispendio di energie e favorisce una condizione mentale negativa e di demotivazione. (3)

L’insieme di queste problematiche, non facilmente risolvibili, favorisce una diffusione anomala di sintomatologie psico-emotive e fisiche come disturbi del comportamento e del sonno e disturbi fisici (psicosomatici) descritti come condizione di estrema stanchezza e spossatezza fisica e mentale (cronica), sensazione di dolenzia muscolare generalizzata, sensazione di mancanza di vitalità, disturbi gastrointestinali, (2) difficoltà a mantenere la concentrazione – demotivazione – senso di inutilità delle azioni quotidiane – pessimismo – appiattimento emozionale – difficoltà a organizzare la quotidianità – noia – rabbia – paura – difficoltà a pianificare e progettare il futuro – tendenza a rassegnarsi alla condizione pandemica. (3)

Tali sintomatologie vengono ricondotte ad un progressivo esaurimento delle energie individuali e collettive accumulate nel periodo pre-Covid per rispondere allo stress.

Questi disturbi indicano che, l’organismo e la mente reagiscono ancora faticosamente ad una generale percezione di prolungato stato di emergenza e, spesso con grande senso di smarrimento, possono andare incontro ad una vera e propria sindrome comportamentale chiamata “nebbia cognitiva” (come condizione di stanchezza mentale, rallentamento cognitivo, mnemonico, etc.). (4)

Stanchezza fisica e mentale, alterazioni del tono dell’umore, disturbi del sonno, spossatezza/ dolenzia muscolare o astenia sono anche disturbi che ciclicamente si ripresentano con il cambio di stagione; ricollegabili anche ai cambiamenti di luce e temperatura che influenzano anche i ritmi circadiani, questi sintomi generalmente si risolvono attraverso le capacità di adattamento dell’organismo e non rappresentano, se transitori, una condizione patologica e i disturbi fisici possono essere a ragione definiti come psicosomatici. Clinicamente questi disturbi, che accompagnano la storia dell’umanità, vengono definiti anche come “SAD(Disturbo affettivo stagionale). Durante questo periodo post-pandemico questi disturbi sembrano colpire ed essere più diffusi rispetto ad altri anni.

Affaticamento fisico e mentale caratterizzano anche la “Post Covid fatigue” (da non confondere con la “Pandemic fatigue”) che è la condizione di malessere, astenia, fisica e mentale che ha coinvolto i soggetti che si sono ammalati di Covid-19 e che, una volta superata la fase acuta della patologia, sono andati incontro ad una sequela di sintomatologie durature nel tempo caratterizzate da dolenzia diffusa, stanchezza cronica, disagi nervosi ed emotivi. La “Post Covid fatigue” viene descritta come una condizione di presenza duratura di circa 50 diversi sintomi; tra i principali in termini di prevalenza (95% CI) vi sono: stanchezza fisica e mentale (58%), mal di testa (44 %), disordini dell’attenzione (27%), disturbi respiratori (24%), dolore articolare e muscolare (19 %), disturbi del sonno (16%), ansia e depressione (13 e 12 %), etc. (5)

Pur nell’evidenza della diversità delle situazioni sopracitate, per cause, esse sono accomunate da ampia parte di sintomatologia psico-fisica simile e quest’anno, più che in altri anni, concorrono maggiormente, a ridurre la qualità di vita delle persone e rappresentano nel loro insieme un problema che determina una maggiore richiesta di soluzioni.

 

I possibili trattamenti

Come premessa al prendere in considerazione un qualsiasi intervento (atto) “medico” è fondamentale che, a livello personale, il problema venga identificato correttamente e cioè, nel caso di SAD e “Pandemic fatigue”, come uno stato di disagio psico-fisico provocato da una situazione di emergenza  transitoria; sarà poi fondamentale accettare il fatto che si possa essere stanchi, spossati e demotivati comprendendo che si tratta di una risposta normale dell’organismo e della mente che, come autodifesa, si settano in uno stato cronico di stress. (4) Questa prima fase di consapevolezza del disturbo è fondamentale per evitare che questa condizione cronica possa sfociare in un reale disturbo d’ansia comportando anche un abbassamento delle difese immunitarie.

Si può affermare che “Pandemic fatigue” e “SAD” si caratterizzano per sintomatologie di natura prevalentemente psico-somatica legate a specifici contesti o situazioni, mentre per quanto relativo alla “Post Covid fatigue” (che si manifesta con sintomi psico-emotivi simili ma sintomi fisici maggiori e più severi) bisogna tener conto anche di un quadro causale legato a cause fisiopatologiche dovute all’infezione virale e ai profondi fenomeni infiammatori da essa provocati e che interessano più organi o apparati dell’organismo.

Un’analisi dei sintomi di queste diverse condizioni di disagio tuttavia ne indica l’analogia in termini di stanchezza mentale, manifestazioni ansiose, alterazioni del tono dell’umore, nebbia cognitiva, spossatezza fisica, debolezza muscolare (dolenzia muscolare-tensione muscolare), disturbi del sonno. Queste sintomatologie sono prevalentemente considerate come derivanti da una “condizione di stress”, escludendo, come premesso, alcuni disturbi fisici della “Post-Covid fatigue” che sono conseguenze anche di condizioni fisiopatologiche organiche.

Per la gestione di questi disturbi fisici e mentali la “Medicina contemporanea”, dispone di un’ampia possibilità di scelta tra terapie, farmaci e integratori naturali.

Premesso che l’obiettivo rimarrebbe quello di poter rimuovere le cause stressanti che determinano le diverse sintomatologie, tutte le tecniche di gestione dello stress come tecniche di rilassamento, meditazione mindfulness, neurofeedback, psicoterapia cognitivo comportamentale, yoga, coping, etc. risultano oggi molto diffuse ed apprezzate poiché mirano a gestire le cause profonde del problema e vengono ritenute una forma di “cura” dello stress; parte di queste tecniche prendono in considerazione il quadro dei comportamenti esterni o interni da modificare per curare lo stress attraverso l’esame dei punti di forza e delle carenze del soggetto aiutandolo nell’apprendimento di positive modalità di reazione emotiva e comportamentale; l’insieme di queste terapie è validato da ampia sperimentazione che ne suggerisce l’efficacia; l’eventuale limite di questi interventi è rappresentato da effetti a medio lungo termine e dal fatto che i problemi che causano stress non sono facilmente evitabili e rimuovibili.

Più comunemente la gestione pratica di queste problematiche passa attraverso una gestione che mira ad una rapida soluzione del sintomo. I farmaci, ansiolitici, ipnoinducenti, antidepressivi, sono tra quelli più impiegati (e abusati) per la gestione di queste problematiche psico-fisiche. La loro azione nel ridurre i sintomi è indiscussa e, quando le sintomatologie impediscono significativamente la vita quotidiana, sono di fatto irrinunciabili; dovrebbero essere utilizzati solo per brevi periodi ed implicano l’accettare i possibili effetti indesiderati di abitudine all’uso. Nel caso dell’uso di farmaci ansiolitici, se da un lato il loro effetto sulle manifestazioni ansiose è assodato, dall’altro essi possono aggravare la sensazione di stanchezza fisica e atonia muscolare. Sono invece certamente preferibili tutti i preparati tonici ed adattogeni che possono supportare il generale benessere psico-fisico al riparo da effetti avversi significativi.

Vi sono poi altre possibilità di gestione di queste problematiche ricorrendo a trattamenti “integrati” sfruttando ad esempio l’ampia complementarietà tra approcci convenzionali e medicine tradizionali.

In questo contesto la Medicina tradizionale ayurvedica spicca per utilità, perché singolarmente o come intervento complementare, dimostra tradizionalmente benefici clinici rilevanti ad ampio spettro sia sulla sfera fisica che su quella mentale, mirando ad una consapevole gestione del problema e della sintomatologia, al riparo da effetti collaterali.

 

I vantaggi delle soluzioni ayurvediche

Rispetto a questi disturbi l’approccio ayurvedico innanzitutto mira, attraverso aspetti educativi salutistici, ad avere uno stile di vita che aiuta a gestire le condizioni stressanti mantenendo l’individuo in uno stato di armonia con il mondo in cui vive.

Ritenendo lo stress come causa di effetti disadattivi psicofisici, la globale visione profilattica e medicamentosa, personalizzata, della Medicina ayurvedica, orientata a conservare o ristabilire gli “equilibri della sfera fisica e mentale”, esprime in queste problematiche la sua positiva risolutività; questi aspetti educativi appartengono ad un approccio globale che integra altri strumenti unici come l’integrazione fitoterapica e specifiche tecniche di massaggio; grazie a questa multifattorialità i trattamenti ayurvedici infatti possono aiutare contemporaneamente nella riduzione delle sintomatologie dolorose, nell’alleviare la stanchezza fisica e tensione muscolare, ridurre manifestazioni ansiose, stress, disturbi del sonno.

Un esempio della multifunzionalità terapeutica dell’approccio ayurvedico è il massaggio ayurvedico, che risulta significativamente efficace nel dare sollievo in presenza di numerosi disagi nervosi e psico-emotivi e di alcuni di quelli fisici attraverso azioni defaticanti, toniche, rilassanti – nutrienti – pro immunitarie.

Tra le diverse procedure ayurvediche di massaggio e oleazione esistono alcuni trattamenti che risultano altamente specifici nella gestione di numerosi disturbi collegati allo stress.

Alcuni Taila risultano inoltre altrettanto specifici nel contrastare fenomeni infiammatori muscoloscheletrici e oltre ad esercitare effetti tonici in presenza di stanchezza fisica e muscolare, possono trovare impiego specialistico nella gestione dei sintomi della “Post Covid fatigue”.

Nelle formulazioni tradizionali dei principali Taila medicati ricorre l’uso di piante medicinali utilizzate da millenni in Ayurveda per contrastare stanchezza mentale, ansia, problemi cognitivi e di memoria, insonnia (es. Ashwagandha, Brahmi, Sida cordifolia, etc.). Queste piante medicinali, insieme ad altre sono responsabili anche di effetti pro-immunitari.

Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione come criterio di scelta delle procedure ayurvediche è che le azioni positive di queste ultime sono ben testimoniate da millenaria esperienza tradizionale e da recenti evidenze cliniche; l’insieme delle evidenze tradizionali e scientifiche suggeriscono che le procedure risultano utili e sicure; quest’aspetto è molto importante perché, per risolvere problematiche spesso funzionali, è abitudine spesso scorretta, anche in regime di automedicazione, fare ricorso o abuso di farmaci che possono non essere privi di effetti indesiderati.

Ulteriore vantaggio degli effetti del massaggio ayurvedico nelle problematiche summenzionate è che il massaggio con oleazione agisce attraverso una duplice azione medicamentosa e cioè quella del massaggio (attraverso giusta tecnica) e quella degli oli base o medicati impiegati in grandi quantità, che di fatto vengono assorbiti dall’organismo ed esercitano gli effetti farmacologici dei principi erbali in essi concentrati. Per questi motivi il massaggio ayurvedico condotto con oli medicati concentrati può esercitare effetti profondi a più livelli dell’organismo.

Il massaggio ayurvedico viene tradizionalmente condotto con oli medicati (Taila) che, a seconda della loro formulazione tradizionale, risultano altamente specifici per la gestione personalizzata dei disturbi rispetto al fenotipo costituzionale (Dosha).

 

Le procedure ayurvediche

Di seguito vengono riproposte alcune delle principali procedure ayurvediche che tradizionalmente vengono ritenute efficaci nella gestione di quadri di stanchezza fisica e mentale, debolezza e dolenzia muscoloscheletrica, ansia, disturbi del sonno, disforia; l’azione benefica di queste procedure, osservata nell’uso tradizionale, trova conferma in numerosi articoli scientifici. Specifiche procedure ayurvediche inoltre agiscono positivamente con effetto drenante e contrastano la ritenzione idrica ed il ristagno linfatico che sono condizioni (gonfiore) altamente correlate alle situazioni di stress. (6)

Abhyanga è una delle principali procedure di oleazione e massaggio del corpo; i suoi effetti sono mirati a lenire sia sintomatologie nervose/psico-emotive, sia fisiche.

Il massaggio:

-riduce la tensione muscolare poiché agisce sui muscoli del corpo così come su altri tessuti molli

-scioglie la contrattura muscolare e l’indurimento muscolare; può inoltre stimolare i muscoli flaccidi. La tensione muscolare cronica può causare una riduzione della circolazione del sangue e dell’attività linfatica

-migliora la circolazione sanguigna e la capacità di ossigeno del sangue può aumentare del 10-15%. Il massaggio stimola indirettamente o direttamente i nervi che comunicano con gli organi interni; i vasi sanguigni di questi organi si dilatano e consentono un migliore afflusso di sangue

-induce un migliore movimento linfatico; la linfa è un fluido bianco lattiginoso che aiuta a drenare impurità e rifiuti lontano dalle cellule dei tessuti. Componenti di questi rifiuti sono anche le tossine che sono i sottoprodotti del metabolismo. Il movimento linfatico è fondamentale per la nostra vita e la stimolazione muscolare del massaggio esercita un effetto pompante che muove la linfa. Il massaggio aiuta a muovere la linfa

-conferisce una maggiore mobilità quantitativa e qualitativa delle articolazioni; il massaggio fornisce una delicata azione di allungamento su muscoli e tessuti connettivi che supportano i muscoli e in molte altre parti del corpo aiutando a mantenere elastici questi tessuti

-stimola o calma il sistema nervoso; il massaggio riequilibra il sistema nervoso stimolandolo o calmandolo; a seconda di quale effetto sia necessario deve essere individuata la procedura di massaggio

-migliora la condizione della pelle migliorando la funzione delle ghiandole sebacee e sudoripare, che mantengono la pelle lubrificata e pulita

-migliora la digestione e la funzione intestinale. La procedura di massaggio aumenta le secrezioni e le escrezioni del corpo. Aumenta anche la produzione di succhi gastrici, saliva e urina. Il massaggio stimola la escrezione di azoto, fosforo inorganico e sale; il massaggio quindi stimola il tasso metabolico

-allevia il dolore acuto e cronico e favorisce il recupero dalla fatica. (7)

Nel 2013 uno studio condotto per valutare in generale gli effetti dei trattamenti panchakarma nei disordini muscoloscheletrici ed in particolare in vatavyadhi ha concluso che Abhyanga, condotto con Dashmoola Taila, Mahanarayana Taila, Ksheerabala Taila e Sahacharadi Taila trova indicazione per la gestione della dolenzia anche in pazienti con fibromialgia. (8)

Il massaggio ayurvedico e la terapia fisica sono frequentemente utilizzati per il trattamento di pazienti con sindromi dolorose croniche e disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico. Un importante studio clinico (2017) ha valutato l’efficacia del massaggio ayurvedico, confrontato con la termoterapia, nella lombalgia cronica aspecifica mediante uno studio clinico randomizzato. Dopo l’intervento di 2 settimane, seguito da una fase di follow-up di 2 settimane, il mal di schiena medio (outcome primario) alla settimana 2 è stato significativamente ridotto (p < 0,001) nel gruppo massaggi rispetto al gruppo di terapia termica standard; nello studio sono risultati evidenti anche benefici sulla fastidiosità del dolore e sul benessere psicologico. Entrambi i programmi erano sicuri e ben tollerati. Lo studio ha concluso che il massaggio ayurvedico (Sahacharadi taila) è efficace per alleviare il dolore nella lombalgia cronica a breve termine. (9)

Uno studio condotto nel mondo dello sport conclude che il massaggio ayurvedico è una procedura efficace e rapida per aumentare la resistenza fisica (muscolare) e contribuisce a ridurre l’affaticamento muscolare; l’esordio del dolore muscolare (DOMS) indotto dallo sforzo dell’attività sportiva intensiva, fa diminuire la resistenza. Lo studio ha valutato l’efficacia dell’Abhyanga con Mahanarayana Taila sulla resistenza, la potenza e la flessibilità negli sportivi (giocatori di Rugby). Per lo studio sono stati arruolati venti giovani uomini giocatori di rugby 2-3 volte a settimana. Lo studio è stato condotto con randomizzazione su due gruppi di cui uno di controllo. Le valutazioni sono state fatte prima e dopo l’esercizio. Il gruppo ‘A’ ha ricevuto Abhyanga con Mahanarayana Taila e sono state misurate la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, il salto verticale, le flessioni, gli addominali e la riduzione del dolore e dell’affaticamento corporeo dopo le attività. C’era una differenza significativa tra frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, flessioni, dolori muscolari e livelli di affaticamento del gruppo A e B dopo il trattamento. Dopo 3 mesi nel gruppo di trattamento rispetto al gruppo di controllo sono migliorati in modo statisticamente significativo la frequenza cardiaca (p<0,05), la frequenza respiratoria: (p<0,05), i dolori muscolari e la fatica: (p<0,05) e il push-up: (p<0,05). Questo studio ha concluso che Abhyanga può essere utilizzato per aumentare la resistenza negli sportivi e anche per migliorare la potenza e la flessibilità. (10)

Nel 2017 uno specifico studio su Abhyanga con Ksheerabala Taila ha concluso che questa procedura con l’olio medicato contribuisce a ridurre l’infiammazione e il dolore delle articolazioni e può essere quindi un benefico coadiuvante nelle malattie degenerative come l’osteoartrite, inoltre supporta la forza dei muscoli e ne aumenta la vitalità, provvedendone alla necessaria nutrizione così come alle ossa; per questi motivi Abhyanga con Ksheerabala Taila, viene ritenuto utile come coadiuvante nel prevenire l’atrofia muscolare, la perdita di massa muscolare e nella fibromialgia. (11)

Uno studio clinico condotto nel 2014 ha valutato l’azione di Shiroabhyanga con Brahmi taila nel ridurre sintomi legati all’ansia generalizzata come quelli del sonno, l’irrequietezza, paura, depressione e variazioni della pressione sanguigna. Lo studio ha concluso che un massaggio alla testa periodico su 30 pazienti, ha migliorato le risposte allo stress e i pazienti hanno mostrato miglioramenti in tutti i sintomi presentati, con una riduzione media dell’ansia a 1,6. (53,2%) che era statisticamente e altamente significativa (<0,001). In questo studio Shiroabhyanga con Brahmi taila è risultato utile nell’alleviare l’ansia. (12)

I vizi di Vata o Pitta dosha, stress mentale, traumi mentali o fisici, emaciazione dovuta a dieta e malattie sono cause di Anidra (insonnia) di cui i classici sintomi sono: sbadigli, dolenzia del corpo, stanchezza, mal di testa, pesantezza alla testa e agli occhi, inattività, esaurimento, vertigini, indigestione e disturbi correlati con Vata. Uno studio ha valutato l’efficacia di Abhyanga (Shirobhyanga e Padabhyanga) con Brahmi taila nella gestione di Anidra confrontandone gli effetti con quelli di una potente preparazione orale sedativa/antidepressiva/ipnoinducente (Jatamansi vati). Lo studio ha concluso che Abhyanga (Shirobhyanga e Padabhyanga) con Brahmi taila e Jatamansi vati sono ugualmente utili per trattare Anidra e privi di effetti collaterali. (13)

Padabhyanga” e “Moordhataila” con Ksheerabala taila possono contrastare l’insonnia (irritabilità, instabilità, etc.); Moordhataila con Ksheerabala Taila contribuisce a conferire chiarezza agli organi di senso, e forza alla voce, alla mascella inferiore e alla testa; aiuta a mantenere giovane il corpo e a contrastare l’esaurimento mentale. (14) (15) (16)

Sarvanga Samvahan con Ksheerabala taila risulta essere un altro importante trattamento in diverse condizioni infatti Abhyanga aumenta il rilascio di endorfine e neurotrasmettitori che riducono il dolore e quando il Samvahan viene eseguito per una durata specifica, è benefico per il corpo migliorando anche la pelle e il sangue, oltre ad altri Dhatu. (18) (14)

Shiro Pichu con Ksheerabala taila, agisce a livello sistemico attraverso assorbimento e derivazione cellulare con effetti sul SNC grazie alla sua natura “Sneha”; agisce principalmente su ipofisi e l’ipotalamo, che sono associate a molte funzioni fisiche e mentali. Rivitalizza il sistema nervoso centrale migliorando l’afflusso di sangue e la nutrizione al cervello. Secondo Charaka (ma anche Sushruta e Vagbhata) è un trattamento classico per Nidranash (insonnia). (17) (18)

Shirodhara è la procedura ayurvedica tradizionale, in uso fin dall’antichità, per portare la mente, il corpo e l’anima ad un livello armonico. È un trattamento ritenuto in Ayurveda purificante e ringiovanente e mira non solo ad eliminare le tossine nocive dal corpo, ma anche ad alleviare stress ed esaurimento. Secondo i classici Ayurvedici, chinta (stress) e atichintan (eccesso di pensieri) sono le cause di Rasavaha srotodushti che portano a molte malattie. Shirodhara è un’importante tecnica di guarigione che ha effetti neuro-immuno-fisio-psicologici sul corpo umano. Shirodhara purifica la mente, allevia l’ansia, riduce il mal di testa e espande la consapevolezza. Shirodhara può essere somministrato da solo o come parte di un regime panchakarma di disintossicazione. (19)

Uno studio del 2014, disponibile in PubMed, riporta i risultati di Shirodhara con Brahmi taila (45 min. per 5 giorni) in alcuni casi clinici di insonnia da moderata a grave. Lo studio ha concluso che Shirodhara con olio di Brahmi può essere utile per l’insonnia da moderata a grave. (20)

Uno studio ha valutato l’azione di Shirodhara con Brahmi Taila per 15 giorni su 30 pazienti con disturbi collegati a lavoro in condizioni di stress e a disordini mentali (stanchezza, debolezza, nausea, anoressia, indigestione, male alla testa, irrequietezza, mancanza di memoria, mancanza di concentrazione, insonnia, ipertensione, depressione, dolenzia generalizzata). Lo studio conclude che Shirodhara con Brahmi Taila insieme a Sarvanga Snehan e Swedana può essere un rimedio coadiuvante per i disturbi da stress e mentali favorendo l’equilibrio della mente senza causare alcuna complicazione. Shirodhara, impiegando un taila a base di erbe, può essere utilizzato per lunghi periodi per il trattamento per questo tipo di disturbi poiché non dimostra tossicità e reazioni avverse ai farmaci. (21)

Nel 2018 uno studio clinico ha valutato l’azione di particolari procedure ayurvediche sull’ipertensione che, sulla base di fattori genetici ed ambientali, viene ritenuta innescata dallo stress e quindi considerata anche come un disturbo psicosomatico. In Ayurveda, lo Shirodhara è una delle terapie panchakarma pensate per il rilassamento e la di riduzione dello stress (Dharakalpa) come trattamento preventivo e curativo per molti disturbi legati allo stress. Questo studio ha concluso che tre diversi tipi di Shirodhara (con Sukhos̩n̩ajala, Tila taila e Brahmi taila) nella gestione dell’ipertensione essenziale da lieve a moderata, agiscono su parametri oggettivi SBP, DBP, PP e MAP. Shirodhara allevia lo stress mentale rilassando la mente e, poiché favorisce la dilatazione dei vasi periferici, aiuta nel normale mantenimento della pressione sanguigna. In questo studio tutti e tre i trattamenti, indipendentemente dalla sostanza impiegata, hanno svolto un ruolo importante nel portare i parametri oggettivi alla normalità ma lo Shirodhara con Brahmi taila ha mostrato un mantenimento superiore e statisticamente significativo della pressione sanguigna. (22)

Uno studio pilota del 2020 ha ulteriormente valutato l’impatto di Shirodhara con Brahmi taila su pressione sanguigna, frequenza cardiaca e frequenza respiratoria in pazienti ipertesi. Lo studio ha concluso che Shirodhara con Brahmi taila ha avuto un effetto di riduzione sulla pressione sanguigna sistolica e diastolica, frequenza cardiaca e frequenza respiratoria con effetto di riduzione del polso. (23)

Le procedure Dinacharya, rendono possibile la somministrazione continua dei Taila specifici in un modo sicuro e a lungo termine, e sulla base di questo principio è stata sperimentata la procedura Nasya charya con Brahmi taila e Anu taila nella gestione di pazienti con disturbo d’ansia generalizzata (GAD). Lo studio ha concluso che entrambe le procedure pratimarsha nasya con Brahmi taila e Anu taila, se attuate in una fase iniziale, possono essere utili non solo per controllare la progressione della malattia, ma possono anche aprire la strada a tecniche efficaci e non invasive nel trattamento del GAD. (24)

Nasya con Ksheerabala taila possiede azione Rasayana “jeevaneeya” e indriyaprasadana” (potenzia gli organi si senso); queste proprietà si dimostrano “vyadhi” e “doshapratyanika”; (14) (25)Navana nasya” è descritto come il miglior rimedio per pacificare vata in “uttamanga” (regione sopraclavicolare); il farmaco Nasya infatti tramite “sringataka marma” può raggiungere il cervello che è il principale punto vitale in cui si trovano i centri nervosi che sovrintendono agli organi di senso. (14) (26) (27) (28) (29)

 

I Taila

Di seguito vengono elencate le azioni fisiche e mentali dei principali Taila tradizionalmente impiegati nella gestione di disturbi fisici e mentali in condizioni di stress come stanchezza fisica e mentale, dolenzia muscoloscheletrica, ansia, disturbi del sonno, disforia.

Tila taila (Olio di Sesamo):
è prevalentemente indicato per procedure negli squilibri Vata/Tridosha. (Charaka e Sushruta samitha)
Sulla sfera mentale agisce in caso di instabilità nervosa/emotiva.
Sulla sfera fisica agisce in caso di debolezza muscolare, dolore muscolare e articolare.

Coconut Taila (Olio di Cocco):
è prevalentemente indicato per procedure negli squilibri Pitta.
Sulla sfera mentale agisce in caso di stanchezza e tensione mentale. (Asthanga samgraha)
Sulla sfera fisica agisce in caso di sensazione di bruciore alla testa, sensazione di calore diffuso, accumulo di tossine.

Brahmi (da Bacopa Monnieri L.):
è prevalentemente indicato per procedure negli squilibri Pitta/Vata. (Charaka)
Sulla sfera mentale agisce in caso di stanchezza e tensione mentale, difficoltà di concentrazione, ansia, instabilità nervosa, irritabilità, insonnia.
Sulla sfera fisica agisce in caso di disfunzioni del cuoio capelluto.

Dhanwantharam taila:
è prevalentemente indicato per procedure negli squilibri Vata/Tridosha. (Asthanga hridaya)
Sulla sfera mentale agisce in caso di stress psichico, instabilità emotiva, insonnia.
Sulla sfera fisica agisce in caso di rigidità, dolore articolare, affaticamento, stress fisico.

Ksheerabala taila:
è prevalentemente indicato per procedure negli squilibri Pitta/Vata. (Sahasrayogam-Asthanga hridaya)
Sulla sfera mentale agisce in caso di ansia, eccitabilità, instabilità emotiva.
Sulla sfera fisica agisce in caso di tensione muscolare, dolore muscolare (fibromialgia).

Mahachandanadi taila:
è prevalentemente indicato per procedure negli squilibri Pitta. (Sahasrayogam)
Sulla sfera mentale agisce in caso di irritabilità e nervosismo.
Sulla sfera fisica agisce in caso di bruciore/calore di corpo e testa, mal di testa.

Pinda taila:
è prevalentemente indicato per procedure negli squilibri Pitta/Vata. (Charaka)
Sulla sfera mentale agisce in caso di instabilità nervosa.
Sulla sfera fisica agisce in caso di dolori articolari e muscolari, rigidità.

Mahanarayana taila:
è prevalentemente indicato per procedure negli squilibri Vata. (Braishajya Ratnavali)
Sulla sfera fisica agisce in caso di rigidità, dolore articolare e muscolare, affaticamento.

Sahacharadi taila:
è prevalentemente indicato per procedure negli squilibri Vata/Kapha. (Asthanga hridaya)
Sulla sfera fisica agisce in caso di dolori articolari e muscolari, pesantezza arti inferiori, disturbi del microcircolo (vene varicose), ristagno linfatico.

Kottamchukkadi taila:
è prevalentemente indicato per procedure negli squilibri Kapha/Vata. (Sahasrayogam)
Sulla sfera fisica agisce in caso di dolori articolari e muscolari, edemi, stasi venosa e linfatica.

Dashmoola taila:
è prevalentemente indicato per procedure negli squilibri Vata/Kapha. (Asthanga samgraha)
Sulla sfera fisica agisce in caso di dolori articolari, mal di testa, pesantezza corpo /mente, ristagno linfatico.

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A cura della direzione scientifica di Benefica

 

 

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