Newsletter Fitoterapia nr. 34 – Maggio 2018

Newsletter n° «34»

Maggio 2018

Rhodiola rosea (Rodiola)

Un adattogeno per gli sportivi

J Sports Med Phys Fitness. 2010 Mar;50(1):57-63.

Effects of chronic Rhodiola Rosea supplementation on sport performance and antioxidant capacity in trained male: preliminary results.

Parisi A, Tranchita E, Duranti G, Ciminelli E, Quaranta F, Ceci R, Cerulli C,  Borrione P, Sabatini S.

Rhodiola rosea nello sport 
In precedenti newsletter abbiamo tratteggiato il profilo di Rhodiola rosea che è una antica pianta medicinale perenne che cresce alle altitudini comprese tra 3300 e 5400 metri sulle montagne del Nord Europa, Asia e America. Essa, presenta radici (rizomi) molto sviluppate che più dei suoi fiori gialli emanano un intenso profumo di rosa (il nome Rhodiola rosea deriva anche dal profumo tipico di rosa).
Studi clinici dimostrano che è una pianta ad attività adattogena in quanto in grado di supportare la resistenza del corpo umano allo stress migliorando le capacità psico-fisiche; i suoi effetti sono la riduzione dei livelli di depressione, fatica, astenia causate dall’intenso stress fisico.
In particolare, la Rhodiola rosea, anche chiamata “Golden root”, (radice d’oro) dimostra di interagire con diversi meccanismi fisiologici: stimola il metabolismo, promuove l’utilizzo dei grassi a livello tissutale e, grazie alla sua funzione ergogenica, migliora la resistenza fisica agli sforzi fisici estenuanti e ha, inoltre, effetti cardio-protettivi.
Inoltre, la Rhodiola rosea sembrerebbe ridurre i livelli di catecolamine e di cAMP circolanti, con un effetto preventivo nei confronti di aritmie e turbe cardiache causate da elevati livelli ematici di catecolamine.
Numerosi studi hanno evidenziato la capacità di questa pianta adattogena di migliorare la performance fisica in animali di laboratorio: è stata, infatti, osservata una miglior performance durante attività in acqua (nuoto forzato) dopo una somministrazione acuta di Rhodiola rosea e Crenulata, probabilmente grazie a un’aumentata capacità di sintesi mitocondriale di adenosina trifosfato (ATP) riscontrata nel tessuto muscolare scheletrico dei ratti esaminati.
Tra i supplementi dietetici impiegati nell’attività sportiva i più comuni, come integratori nutrizionali, sono quelli ricchi di vitamine e minerali che rappresentano il 70-90% di tutti i supplementi attualmente in commercio.
Questo tipo di integrazione è molto diffusa tra atleti a diversi livelli (amatoriale e professionistico) e tra non-atleti, poiché favorisce un assorbimento appropriato di micronutrienti e migliora le performance psico-fisiche.
Recentemente è stato dimostrato che l’assunzione di singoli dosaggi elevati di Rhodiola rosea può migliorare la performance negli esercizi di resistenza. Una recente revisione della letteratura ha dimostrato che la Rhodiola sembra avere un effetto antiossidante, mentre dati statisticamente significativi di una funzione propriamente ergogenica sono tuttora da confermare.
Tuttavia il crescente ed attuale interesse per Rhodiola rosea, come integratore specifico per l’attività sportiva fa riferimento proprio ai suoi effetti definiti genericamente “ergogenici” e che sono stati tradizionalmente sfruttati con finalità adattogene nel corso di secoli ed anche recentemente in ambito militare (Baker B, JMVH Volume 25 Number 2; April 2017, pag. 35-47).
Al fine di valutare l’ipotizzata funzione ergogenica della Rhodiola rosea, lo studio che segnaliamo, pubblicato nel 2010, uno dei pochi disponibili in Pub Med, rappresenta una pietra miliare nelle evidenze degli effetti di Rhodiola rosea nell’attività sportiva, infatti i ricercatori si sono posti l’obiettivo di valutare l’effetto della supplementazione cronica di Rhodiola sulla performance di un gruppo di atleti agonisti.

L’articolo in breve 
Obiettivo dello studio è stato quello di analizzare gli effetti dell’assunzione cronica di Rhodiola rosea sulla performance fisica in un gruppo di atleti agonisti impegnati in sport di resistenza.
L’ipotesi dello studio consisteva nel dimostrare se un’appropriata assunzione di Rhodiola rosea in atleti agonisti, che praticavano sport di resistenza, potesse influenzare i seguenti parametri:

  • la frequenza cardiaca,
  • il tempo di esaurimento
  • la percezione della fatica (valutata tramite la scala di Borg).

Per lo studio, con un estratto di Rhodiola rosea, sono state somministrate anche sostanze con azione antiossidante oltre a probiotici, in grado di migliorare la funzionalità dell’apparato digestivo e favorire l’assorbimento di vitamine e minerali.
Nella letteratura attualmente disponibile vi sono altre evidenze scientifiche riguardanti un effetto positivo di Rhodiola rosea sulle performance negli esercizi di sport di resistenza, ma solo alcuni studi riguardano atleti professionisti e costantemente allenati (McGuine T, 2006 – Soprano JV, 2005).
Per lo studio sono stati arruolati trentaquattro atleti professionisti di sesso maschile costantemente allenati, che praticavano sport di resistenza (età: 24,47±3,17 anni; altezza: 1,76±0,06 m; peso: 70,32±6,10 kg; Body Mass Index 22,63±1,58 kg/m2).
Gli atleti seguivano un programma di allenamento per 8,30±1,30 ore alla settimana.
Durante il periodo dello studio hanno continuato a seguire il loro normale programma di allenamento. Tre dei partecipanti ha abbandonato lo studio a causa di un infortunio; pertanto lo studio ha coinvolto solo 31 atleti.
Prima di iniziare lo studio, tutti i soggetti sono stati sottoposti al test di stress massimale cardio-polmonare a carichi crescenti (40 Watt x 2 min) su ciclo-ergometro collegato a un ergospirometro per valutare il massimo consumo di ossigeno (VO2max).
Durante il test di arruolamento, la frequenza cardiaca è stata monitorizzata tramite un elettrocardiogramma a 12 derivazioni. Inoltre, è stato monitorizzato anche il consumo di ossigeno. La pressione sanguigna arteriosa è stata misurata attraverso uno sfigmomanometro a mercurio durante tutta la durata del test e al termine dell’esercizio.
Il soggetto veniva monitorizzato durante il periodo di recupero, dopo lo sforzo, per cinque minuti, attraverso la registrazione dell’elettrocardiogramma e la rilevazione della pressione sanguigna.
In accordo con i dati della letteratura internazionale, il test di arruolamento veniva interrotto quando si presentava una delle seguenti situazioni:
– insorgenza di sintomi;
– insorgenza di aritmie complicate;
– significative alterazioni del segmento ST;
– esaurimento muscolare
– raggiungimento del massimo consumo di ossigeno.
Come da convenzione, gli autori hanno considerato raggiunto il massimo consumo di ossigeno quando:

  • il soggetto raggiungeva un plateau, ossia quando il VO2 aumentava meno di 150 ml×min-1, salendo da uno step al successivo;
  • il quoziente di scambio respiratorio superava 1,08-1,1;
  • il soggetto presentava più di 10 pulsazioni oltre la frequenza cardiaca massima per l’età.

Al termine del test di ammissione, gli atleti sono stati randomizzati in due gruppi (A e B), con disegno di crossover in doppio cieco.
Il gruppo A è stato sottoposto a supplementazione continuativa con Rhodiola rosea (170 mg/die) ogni mattina per quattro settimane, mentre il gruppo B ha assunto una quantità equivalente di placebo con la stessa modalità di assunzione.
Al termine del periodo di supplementazione, entrambi i gruppi sono stati sottoposti a test di esaurimento cardio-polmonare su ciclo-ergometro al 75% del loro VO2-max.
Al fine di standardizzare le caratteristiche del test, ai soggetti è stato chiesto di seguire i loro normali schemi di allenamento durante il periodo di studio; il giorno prima del test, i partecipanti si sono astenuti da sforzi estenuanti e massivi. Agli atleti è stato, inoltre, chiesto di evitare l’assunzione di caffé e altre bevande stimolanti e hanno seguito la stessa dieta il giorno prima del test (60% carboidrati, 15% proteine, 25% grassi), per minimizzare la variazione di glicogeno a livello muscolare ed epatico.
I parametri monitorizzati durante lo studio sono stati la frequenza cardiaca (heart rate, HR), la pressione arteriosa (blood pressure, BP) e il consumo di ossigeno.
Nello studio sono inoltre stati valutati i seguenti parametri: livelli circolanti di glucosio e FFA; lattato muscolo scheletrico, rilascio di CK e determinazione nel sangue Il-6; stato degli antiossidanti circolanti.

Dopo la prima fase, gli atleti hanno osservato un periodo di wash-out della durata di 14 giorni. Dopo questo periodo, il gruppo B è stato sottoposto a supplementazione continuativa di Rhodiola rosea (170 mg/die) ogni mattino per quattro settimane, mentre il gruppo A ha assunto placebo. Al termine del periodo di supplementazione, tutti i soggetti hanno ripetuto il test di esaurimento cardio-polmonare su ciclo-ergometro, seguendo il medesimo protocollo.
Al termine di ciascun test, tutti gli atleti sono stati sottoposti a valutazione dell’intensità, fatica e sforzo da loro percepiti durante l’esame attraverso la Scala di Borg.
I risultati preliminari del presente studio, sono i seguenti:

  • la HR max è sostanzialmente la stessa sia dopo l’assunzione di placebo (171±7 bpm), che dopo la somministrazione di Rhodiola (171±8 bpm);
  • lo score della scala di Borg non ha evidenziato differenze statisticamente significative dopo entrambe le supplementazioni, rispettivamente di Rhodiola rosea e di placebo, ma quello che è sorprendente è che la supplementazione di Rhodiola rosea ha permesso agli atleti di sostenere uno sforzo maggiore;
  • la differenza tra VO2-max nel gruppo placebo (48,31±7,92 ml/kg/min) e nel gruppo Rhodiola (49,83± 8,21 ml/kg/min) non è risultata statisticamente significativa, mentre la differenza tra il tempo di esaurimento dopo l’assunzione di placebo (18,57±5,13 min) e dopo l’assunzione di Rhodiola (19,59±6,41 min) è risultata statisticamente significativa.
  • Nessuna differenza statisticamente significativa dei livelli glicemici è stata osservata nel gruppo verum rispetto al gruppo placebo
  • Nel gruppo verum gli acidi grassi liberi dal sangue sono risultati ridotti da Rhodiola rosea (9,81 ± 2,45 mg / dL di plasma) rispetto al gruppo placebo (12,41 ± 1,21 mg / dL di plasma).
  • Nel gruppo verum, a differenza del gruppo placebo, si è osservata una riduzione degli FFA a livello acme (P <0,05) e dopo il recupero di 30 minuti (P <0,01) (rispettivamente 7,31 ± 1,31 e 7,01 ± 1,16)
  • Nel gruppo trattato con Rodiola si è osservata una riduzione significativa (P <0,05) dell’incremento del lattato dopo 3 minuti di recupero (160 ± 65% rispetto alla condizione di riposo in gruppo verum rispetto a 320 ± 105% del gruppo placebo rispetto alle condizioni di riposo).
  • Nel gruppo verum, rispetto a placebo si è osservata una riduzione dei livelli di CK significativa (P <0,01) rispetto al controllo (19,35 ± 2,9 U / L plasma in gruppo verum vs. 34,26 ± 5,95 in gruppo placebo ), rispettivamente all’ acme (23,50 ± 3,96 gruppo verum vs. 37,19 ± 7,29 gruppo placebo) e a 30 minuti di recupero (25,7 ± 5,44 gruppo verum vs 35,52 ± 4,20 gruppo placebo).
  • Nessuna differenza significativa dei livelli di Interleukine-6 si è osservata nei due gruppi.

Dal punto di vista dell’utilità pratica della supplementazione con Rodiola rosea, numerosi studi anche recenti hanno dimostrato il potenziale di miglioramento della prestazione fisica con particolare riferimento alla capacità di una supplementazione acuta di Rhodiola rosea (50 mg/die) nel determinare un prolungamento del tempo di esaurimento durante l’attività fisica, aumentando il turnover dell’ATP (come dimostrato nei modello animale), probabilmente come conseguenza di un aumentato consumo di substrato. Ultimamente, è stato dimostrato anche che l’assunzione acuta di Rhodiola rosea è in grado di migliorare, nell’uomo, le prestazioni durante attività fisica di resistenza (McGuine T, 2006).
Pur nei suoi limiti lo studio conclude che la supplementazione continuativa di Rhodiola rosea (170 mg/die per quattro settimane) in atleti di sesso maschile ben allenati sembra migliorare significativamente il tempo di esaurimento durante un test condotto al 75% del VO2-max; pur nell’impossibilità, sulla base delle conclusioni dello studio, di poter trarre conclusioni definitive si può asserire che questo tipo di supplementazione può essere utile a contrastare la fatica nell’attività fisica di resistenza.
La prosecuzione di questo studio pilota ha successivamente previsto un suo approfondimento di valutazione dei parametri metabolici in modo da determinare se Rhodiola rosea possa migliorare significativamente la performance fisica ottimizzando il consumo di substrati e per stabilire il ruolo di Rodiola nell’omeostasi redox plasmatica, nel prevenire la risposta infiammatoria indotta dall’esercizio fisico e il danno muscolo scheletrico.


 
J Sports Med Phys Fitness. 2010 Mar;50(1):57-63.

Effects of chronic Rhodiola Rosea supplementation on sport performance and antioxidant capacity in trained male: preliminary results.

Parisi A (1), Tranchita E, Duranti G, Ciminelli E, Quaranta F, Ceci R, Cerulli C,  Borrione P, Sabatini S.

Author information:
(1)Department of Health Sciences, Laboratory of Sports Medicine and Sport Related Nutrition University of Rome Foro Italico – IUSM, Rome, Italy.

Abstract   

AIM: Rhodiola Rosea, is an adaptogen plant which has been reported to promote fatty acids utilisation, to ameliorate antioxidant function, and to improve body resistance to physical strenuous efforts. The purpose of the present study was to investigate the effects on physical performance as well as on the redox status of a chronic Rhodiola Rosea supplementation in a group of competitive athletes during endurance exercise.

METHODS: Following a chronic supplementation with Rhodiola Rosea for 4 weeks, 14 trained male athletes underwent a cardio-pulmonary exhaustion test and blood samples to evaluate their antioxidant status and other biochemical parameters. These data were compared with those coming from the same athletes after an intake of placebo.

RESULTS: The evaluation of physical performance parameters showed that HR Max, Borg Scale level, VO(2) max and duration of the test were essentially unaffected by Rhodiola Rosea assumption. On the contrary, Rhodiola Rosea intake reduced, in a statistically significative manner, plasma free fatty acids levels. No effect on blood glucose was found. Blood antioxidant status and inflammatory parameters resulted unaffected by Rhodiola Rosea supplementation. Blood lactate and plasma creatine kinase levels were found significantly lower (P<0.05) in Rhodiola Rosea treated subjects when compared to the placebo treated group.

CONCLUSION: Chronic Rhodiola Rosea supplementation is able to reduce both lactate levels and parameters of skeletal muscle damage after an exhaustive exercise session. Moreover this supplementation seems to ameliorate fatty acid consumption. Taken together those observation confirm that Rhodiola Rosea may increase the adaptogen ability to physical exercise.

PMID: 20308973 [Indexed for MEDLINE]

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